mercoledì 30 novembre 2011

Nella primavera del sessantanove Elio e Filomena cambiarono abitazione.Si trasferirono da Corso Vittorio Emanuele II a Piazza Vittorio Emanuele II,dal palazzo Coia a quello   di Di Bona,entrambi ritenuti molto stabili e solidi,visto l’imperversare dei terremoti,che si verificavano con una certa frequenza,da qualche tempo,rispetto agli altri della stessa località.Passarono da un terzo piano ad un altro terzo piano.Vivendo nel nuovo apparta- mento,ebbero l’opportunità di fare nuove amicizie.La strega vi si trovò come a casa pro-pria perchè rincontrò Mimmina Di Iorio,che abitava al secondo piano dello stesso gran-de stabile.Nel loro stesso piano incontrarono un altro medico:il dottor Raffaele Pesaturo che,nello stesso ospedale civile,aveva la funzione di anestesista.La moglie era insegnan-te elementare,anche,a Capriati al Volturno,in provincia di Caserta,la località di proveni-enza dei Pesaturo.La signora Pesaturo,Lidia,era anche la sorella del marito di Lucilla. Anche,anche lei collega di entrambe,da questo punto di vista,la strega ebbe una rimpa-triata.I Pesaturo avevano due figli,un maschietto ed una femminuccia.Entrambi erano ancora studenti liceali.I loro appartamenti erano separati da un altro più piccolo,abitato da un’anziana signora,madre di un cantate famoso della radio RAI italiana:Enzino Gua-rini.Al secondo piano,oltre ai Di Iorio,che abitavano l’appartamento centrale,vi era l’in-gegnere Vittorio Bonafiglia,sposato da poco e senza figli.La moglie era un’insegnante in attesa di occupazione,attendeva alle supplenze,in quanto precaria.Il suo nome era Rita, che mostrò di essere molto poco signora,bensì una donna molto grezza,priva di quel mi-nimo di eleganza e di cultura.Nell’appartamento,sotto a quello di Elio e della strega,vi era quello di Aldo Pirolli,che lo aveva adibito ad ambulatorio medico per i clienti vena-frani.In quello centrale,più piccolo,viveva una famiglia il cui capo faceva la guardia alla centrale elettrica di Capriati al Volturno.Al primo piano,in un appartamento grande vive-va il mulinaro,amico di don Antonio Cerrone,l’orefice,nell’altro,ugualmente grande,vi abitava Gino Chiaverini,sposato con una donna,che faceva l’ostetrica alla USL di Vena-fro.Gino è lo stesso,che faceva servizio presso la centrale elettrica di Cerro al Volturno, con il quale Elio giocava anche a carte e che era socialista come lui e che,come gli altri, contribuiva,mensilmente,al sostentamento della sezione.Al quarto piano vi era la famigli -a della padrona della rivendita di giornali,l’unica edicola venafrana.Erano proprietari dell’intero piano.Questo dimostra che vendere i giornali si finisce per farsi i soldi...!Lo stesso dicasi del quinto,che era abitato da un nobile di Pesche,che era veterinario e perso -na molto alla mano:Di Vincenzo.Fuori dal portone,uscendo a destra s’incontrava la far-macia di Assunta Del Prete ed a sinistra l’oreficeria di Giuseppe Verrecchia,che tutti chi-amavano Peppino.Seguiva il salone di una parrucchiera,che terminava al porticato.Dopo il porticato,dal quale le auto potevano entrare ed uscire,perchè vi erano i garagi,si poteva notare il negozio di fornitura di belletti e,tutto qu anto possa necessitare ai sarti per com-pletare e preparare le proprie realizzazioni e creazioni.Dalla parte destra,oltre la farmaci-a,dopo un paio d’anni,nell’altro ampio locale,molto bene attrezzato,vi sarà sistemato il Pag.2 - Banco di Napoli.Elio,fino a giugno del settanta,riuscì a sostenere  ben otto esami con il plauso dei docenti preposti.Addirittura,il professor Manna,frate domenicano,in oc-casione dell’esame di filosofia,volle che gli facesse da assistente.Come al solito,nel me-se di aprile riuscì a prenotare la villeggiatura a Cattolica,anche se,durante la passata in-vernata,un immenso disastro interessò l’intera parte orientale nord dell’Italia.Infatti la di -ga del Vajont,dopo il terremoto del Belice,disastrosamente crollò e inondò l’intera valle dello stesso Belice.Il disastro interessò e distrusse la vita di molte persone,creando un lut -to nazionale con problemi economici per l’intera zona.Prenotò il soggiorno in una nuo-va pensione,volendo conoscere gente nuova,con lo scopo di acquisire una più ampia co-noscenza di persone,che,un domani,avrebbero potuto essergli utili.Intanto,sia lui che la moglie,continuarono nella vita quotidiana:leim ad andare a scuola per l’espletamento del suo dovere di docente ed Elio a Cassino per frequentare e dare gli esani,che si era prefis-sato di sostenere.La prenotazione per la villeggiatura era per i mese di luglio e metà ago-sto.lNaturalmente,prima di partire,come al solito,il giovane si corredò della necessaria prescrizione medica per poter praticare le cure inalatorie per sè e per la strega le irriga-zioni vaginali per rendere il suo organismo meglio rispondente alla normale riproduzio-ne,visto che,ultimamente,non riusciva a rimanere incinta,pur praticando delle particolari cure,finalizzate a tale scopo.Così,verso la metà di luglio,dopo aver effettuatom i neces-sari preparativi,infilatisi nella seicento o settecentocinqanta bianca,partirono per raggi-ungere Cattolica,ridente località della Romagna.Il giovane preferì partire a mezzanotte da Venafro per effettuare un viaggio tranquilli e privo di eccessvo stress e problema per l’eccessivo caldo giornaliero.La pensione la trovarono molto accogliente e,come sempre, ogni donna presente,bella o racchia che fosse,s’interessò particolarmente al giovane moli -sano,entrando nei locali della loro estiva dimora.Elio,anche se amante di sè,non era nè presuntuoso e nè vanaglorioso.Gli piaceva stuzzicare la moglie,che,al contrario,era arro-gante,vanitosa,vanagloriosa e presuntuosa.A causa di ciò Elio,quando a tavola si rese conto che gli occhi delle donne presenti erano rivolte verso di lui,le disse:”Come vedi, sono sempre molto ricercato,anche se da te no.Questo mi suggerisce di poter applicare il principio,che ti  ho denunciato lo scorso anno.”-“Sarebbe,questo principio?”-“Che,se tu non vuoi sottoporti ad una gravidanza,perchè ti senti troppo vecchia per poterlo fare,co-me puoi ben notare,ci sarebbero molte altre disponibili a farlo al posto tuo.Tu,dopo,do-vresti solo adottarlo con me...!”-“Ti piacerebbe...!Io non ho ancora rinunciato a diventa-re madre.Non è detto che,prima o poi,io non riesca a darti un figlio o una figlia.Tre,come la prima volta,proprio no,non ho alcuna voglia di farli,ma uno o una si e con molto pia-cere e mi prodigherò con tutta me stessa a farlo,per darti un erede,mio caro marito,non dubitare di questo,siine certo.Perciò,togliti dalla testa queste sciacquette,che ti fanno la corte.Con loro puoi anche avere una storia passeggera,ma,il capitale è mio e resta mio. Faglielo capire come stanno le cose.Che...!non si illudano,inutilmente...!” Con tale inten -zione e proponimento,cercò di abbozzare,per qualsiasi moina venisse fatta e rivolta al suo uomo,a suo marito,un sorriso e non un mugugno.Elio,come si diceva,non voleva e non sollecitava avventure di una notte.Lui avrebbe,tatt’al più,gradito una relazione,che Pag.3 - durasse nel tempo e a lunga scadenza con una di quelle meravigliose donne,che lo stuzzicavano giornalmente,perchè,vedere e non toccare,è segno di crepare...!Difronte a talune cose meravigliose,qualsiasi essere umano sarebbe portato a desiderare di poter-ne godere i benefici,il piacere,che può offrire.Egli,poi,era un eccellente buongustaio...! Alle terme rincontrarono le amiche milanesi,con le quali,qualche volta,si intrattennero a giocare a carte.Amelia,sollecitata dalla madre,manifestò sempre di più il suo interessa-mento per Elio,che evitò in tutti i modi di illuderla,facendole capire che fra loro non ci sarebbe potuto essere mai niente,sia perchè lui era sposato e sia perchè vivevano in luo-ghi molto distanti fra loro:lei a Milano e lui a Venafro.Per tale distanza,momenti d’incon -tri,non sarebbe stato possibile e facile realizzarli.Fra loro c’erano mille chilometri,che li dividevano.Una tale distanza  non si riesce a coprirla con molta facilità,specialmente se uno dei due non ha neanche la sicurezza economica,la stabilità,come Elio,che non aveva un luogo di lavoro stabile e sicuro.Invece,lei manifestò sempre più il suo maggiore inca-ponimento.Amelia si era fortemente innammorata,invaghita di Elio e,in seguito,glielo di -mostrò concretamente.Tornati a Venafro,dopo la villeggiatura estiva,i due coniugi ripre -sero la loro regolare e normale vita di coppia e lavorativa per gli impegni che,ognuno dei due si era preso ed aveva.Lei era tornata ad andare a scuola per la programmazione sia di circolo che di plesso e lui a farsi di nuovo vedere negli uffici ed aule dell’ateneo di Cassino.Intanto si avvicinavano le scadenze per le elezioni amministrative al Comune di Venafro.A tal proposito Elio fu sollecitato,dai compagni di partito,a candidarsi,anche se sin dall’inizio,aveva fatto presente che,molte possibilità di essere eletto,non le avrebbe avute,sia perchè non era del posto,per cui non aveva parenti,che potessero dargli il voto e sia perchè,non avendo una sua autonoma attività,che svolgeva,avrebbe potuto indurre delle persone a dargli il proprio appoggio,la propria preferenza elettorale.Dopo l’insisten -za unanime dei compagni,finì per accettare di candidarsi e pretese che fosse seguito l’or -dine alfabetico,dimostrando così,che non venissero fatti favoritismi e privilegi inutili, deleteri,anche se a lui, cioè,al suo nome,sarebbe toccato e fosse finito al diciassettesimo posto.Non essendo superstizioso,fu lieto di occuparlo e pubblicizzarlo.Naturalmente, die -de una voce della sua candidatura fra gli amici,che si era fatto sia nel partito che fuori. Quando giunse il verdetto elettorale,fu felice di apprendere di essere stato,per preferenze riportate,il primo dei non eletti della sua lista,sorpassando molti altri che erano del posto e che avevano sia i parenti che amici da moltissimi anni,perchè vi operavano in un’attivi -tà stabile.Il risultato aveva dimostrato di essere pervenuto a godere di una certa stima fra la gente della cittadinanza venafrana e questo particolare lo gratificò molto sia nel proprio egocentrismo che agli occhi della sua strega,che,così,era portata ad avere una sempre maggiore stima e rispetto di lui.Dalla posizione,che era riuscito a conquistarsi nell’ambito dell’Amministrazione comunale,infatti,grazie a lui,alle sue convincioni,riu-scì a portare dalla parte sua alcuni dissidenti democristiani.Ciò gli consentì di convogli-are una maggioranza di consiglieri e formare la Giunta Comunale con l’esclusione della democrazia cristiana ufficiale.Il dottor Pietro Biondi fu coinvolto nella Giunta per rico-prire la carica di vicesindaco e Domenico Cotugno quella di assessore.Gli altri due eletti Pag.4 - furono Giuseppe Colella e Mario Giannini.Ad Elio lasciarono l’incarico e il ca-rico di dover scegliere le persone più indicate a ricoprire alcuni settori,come l’E.P.A.C. A. ed altri organismi locali per la gestione di vari enti.A nessuna carica ed incarico volle primeggiare e ricoprirla.Si sentiva gratificato già dalla sola possibilità e potere di far sen -tire la sua voce nei momenti decisionali.Ormai,per quanto lo riguardava,stava entrando nell’insegnamento e,quindi,il suo problema economico,stava risolvendolo. Perciò,secon- do i suoi principii di assoluta trasparenza ed altruismo,era di fatti,un galantuomo,fece in modo che a beneficiare di determinati incarichi e cariche fossero quelle persone necessi-tanti sia per avere una famiglia numerosa o perchè in possesso di un lavoro non eccessi- vamente remunerativo.Egli era felice di essere presidente dell’O.R.U.C. e di stare otte-nendo delle nuove entrate economiche,che gli avrebbero incominciato a consentire di po -ter programmare in modo diverso il suo futuro e della sua famiglia.Il sessantanove,oltre ad essere un numero,che si presta molto bene a battute erotiche,fu,in autunno,un anno molto particolare.Non solo fu teatro delle elezioni amministrative ma,anche,di molti altri fatti importanti che lasciarono un  rilevante segno nella vita degli autori di cui si sta par-lando.Infatti,in un pomeriggio,Elio e la sua strega stavano seduti al tavolo in cucina e po -sti difronte,perchè stavano giocando a carte.Stando difronte,potevano giocare più tran-quillamente,visto che altro la donna non consentiva,con molta facilità,di fare.Mentre sta -vano,appunto,giocando a carte,facendo una scopa,una forte scossa sismica li sballottò da una parte all’altra della cucina.Al termine,il movimento sismico,li riportò al punto di partenza.I due coniugi si guardarono in faccia alquanto perplessi e,contemporaneamente, si alzarono per andare a vestirsi e portarsi sulla strada,al fine d’informarsi sull’accaduto. Una volta giù,fuori dal portone,pensarono di entrare in farmacia per chiedere spiegazio-ni.Assunta era già fuori con tutte le altre persone,che si erano recate a fare spesa,da lei. Vedendoli,andò incontro alla strega e le chiese:”Hai sentito?Ti sei spaventata?Il profes-sore,cosa ci sa dire?” Il professore era Elio.Lo chiamavano così anche  se ancora non si era laureato.In quella zona,anche i semplici diplomati insegnanti,cioè, nel napoletano, tutti i docenti,abitualmente,venivano e vengono,chiamati professori...!Al che la strega le rispose:”Sai,noi eravamo su in cucina e un forte movimento ci ha spostati.Stavamo gio-cando a carte,per trascorrere un poco di tempo,piacevolmente...!Spaventati,ci siamo ve-stiti e portati giù,anche per sapere da voialtri cose nuove!”-“Non è che stavate scopan-do?”-“Si.Stavamo facendo proprio la scopa,quella che a noi donne piace molto...!”-“Io, mia cara,ci vado matta.Penso che senza,non riuscirei a vivere bene.Quando stai giù di corda,un tocco di essa,è capaca di rimetterti su,di ridarti l’energia sufficiente a ricrearti la vita.Che cosa bella che è...!E’ proprio meravigliosa e,farlo,ti ridà la vita,se  per caso l’hai perduta...!”-“Non farti sentire da Elio.Sarebbe capace di tornare subito su a farlo. Non gli si può dare proprio spago,altrimenti è sempre disponibile e pronto per mettersi sopra di me...!Cosa abbia,proprio non lo so.Lo farebbe in ogni momento del giorno e della notte.Non smetterebbe mai,si muoverebbe come una macchina instancabile..!” -“Non ti ritieni fortunata?Se tu sapessi quanti uomini non s’accorgono nemmeno di ave-re una donna vicino...!”-“Vuoi dire che perciò molti matrimoni stanno fallendo?”-“Cer-Pag.5 - to.Il fatto brutto è che ora noi donne siamo un mero oggetto nelle mani dell’uo-mo.Non siamo libere di scegliere il meglio per noi...!”-“A proposito del movimento,cosa hai saputo?C’è pericolo che si faccia risentire?Se torniamo di sopra siamo o non siamo sicuri e tranquilli?”-“Ho saputo che l’epicentro è nei pressi di Avellino,che,come sai,è molto lontana da qui.Quello di qualche mese addietro,era molto più vicino a noi.Tanto è vero che ha fatto dei danni in Mignano Montelungo.Questo ha creato danni prevalenti in -torno alla città dei camorristi,cioè di De Mita...!”-“Chi è,quello tanto simpatico ad Elio? Per il quale va matto?”-“Proprio lui,che Elio chiama superladro,che,da niente,è riuscito a farsi un impero economico.Ora,sembra,che sia proprietario di molte banche...!”-“Ma,tuo marito non è dello stesso partito?”-“Si,ma non di quella corrente.Aldo predilige la corren -te di Mariano Rumor.” Elio sentì fare il nome di Mariano Rumor e intervenne per dire: ”Bella roba...!Sol perchè è del nord,tu ritieni che sia un galantuomo?Forse,hai sbagliato persona.Riconsidera il tutto e cambia partito,che è meglio;dà retta a me,che non ho alcun interesse a difendere o ad accusare certa gente...!” Dopo le varie informazioni,trascorsa qualche ora,senza che alcun movimento della terra si facesse sentire,Elio,rivolto alla mo-glie,le disse:”Sono passate quasi due ore e non si è verificato nulla.Penso che sia meglio tornare di sopra e cenare.Se tu vuoi stare ancora,fa pure.Io torno di sopra.Qui,incomincia a fare anche un certo freschetto...!”-“Io ti seguo a ruota.Anch’io incomincio ad avere u- na certa fame.Vedo che è l’ora giusta”.Così i due tornarono nel proprio appartamento e lei preparò la cena,che poco dopo consumarono.Con una certa titubanza,finirono fra le lenzuola per consentire alle stanche membra di rifocillarsi a dovere.Una volta nel letto, Elio fece ricordare alla moglie i suoi doveri coniugali.Così,dopo il consueto appagamen-to,per convenienza,si posero a dormire,sempre vigili a qualsiasi movimento tellurico si fosse fatto risentire.Per loro fortuna alcun movimento li costrinse a correre verso l’uscio di casa,per portarsi in strada e al riparo.In tutta tranquillità passarono molti giorni e tutti si dimenticarono dell’accaduto.L’autunno non li costrinse solo a sopportare il terremoto, che,in un certo qualmodo,li sconvolse.La strega,per un forte abbassamento di pressione, mentre era a scuola a fare il suo dovere d’insegnante,stavano preparando i programmi an -nuali di circolo,si sentì male e fu riaccompagnata a casa dalle colleghe.In quelle condizi -oni precarie,mentre era sotto le coperte,quasi in uno stato d’incoscienza,in attesa di sen-tirsi meglio,arrivò da Campobasso la notizia della morte della nonna.Per fortuna,le sue condizioni di salute,vietarono ad entrambi di doversi muovere per andare a rendere l’ulti -mo saluto alla ultra-novantenne signora Rosina.Infatti aveva raggiunto la bell’età di no-vantasette anni.Dopo un paio di giorni la strega si rimise in sesto e il marito le confidò il funesto avvenimento.Lei non protestò per essere stata informata solo dopo che le esequi-e erano state celebrate,ma finì per accettarle,quasi,come soluzione ed evento ineluttabile. Della mancata partecipazione al lutto familiare,non si fece mai un cruccio,come se fosse stato naturale di non essere stata attrice di un evento non eccessivamente piacevole,che potesse,pensandoci,dare un dispiacere o un godimento nel ripensare al passato,a ciò che le era stato dato o tolto o per scelta o per egoismo congenito di persona,che aveva predi-letto,esclusivamente il personale tornaconto,incurante delle necessità altrui.In quei mo- Pag.6 - menti,ricordando la vita vissuta in compagnia della nonna,certamente,avrà ripor-tato alla sua mente tutti quei momenti penalizzanti per lei,che fu costretta solo a subire si -a la sua prepotenza,la tracotanza dello zio in cambio...!di cosa,di miserie umane,che lei, molto bene,ricordava e che non l’avrebbero lasciata mai,durante l’intera sua esistenza. Ristabilitasi del breve scompenso esistenziale,non manifestò,incredibilmente,alcun mo-mento di rimpianto per ciò che poteva aver perso con la scomparsa di Rosina.Si compor-tò,addirittura,come se non l’avesse mai nè incontrata e nè conosciuta!Visse senza alcun rimpianto ed alcun rimorso, se non per essere stata penalizzata da quella convivenza.Ad Elio,in passato,era sembrato che lontano da lei,non sarebbe stata bene,perchè erano vis-sute in simbiosi.La realtà finì per convincerlo del contrario,di una realtà,che gli diede molto da pensare e che lo porterà a scoprire fatti,che avrebbe gradito non arrivare mai a conoscere.L’autunno trascorse,dopo il poco piacevole evento,sia il terremoto e sia la mo -rte della vecchia nonna,per il resto,si presentò positivo e creativo.Elio andò a sostenere gli altri due esami con esito positivo,mentre la strega andò,dopo il breve svenimento,ris-tabilitasi in modo esemplare,a scuola,per espletare egregiamente il suo dovere d’inse-gnante.Con il nuovo anno solare ci furono le supplenze a favore del giovane,oltre al risu- ltato soddisfacente del concorso magistrale che gli consentì di migliorare la sua posizio-ne in classifica provinciale.I posti disponibili,però,erano molto pochi e di sistemazione non se ne parlava nemmeno.Le previsioni non erano rosee,però,la speranza,essendo l’ul-tima dea a lasciare i sepolcri,come disse il Foscolo,li porto ad essere felici e speranzosi. L’economia familiare,anche se di poco,era migliorata notevolmente.Mentre erano a ta-vola per consumare la cena,la strega disse:”Oggi,parlando con Mimmina,mi ha suggerito di sentire un nuovo ginecologo dell’ospedale.Mi ha detto che è molto bravo e con una nuova tecnica,potrei arrivare a darti un erede.Che ne dici?Non sei contento della notizi- a?”-“Abbiamo sentito tanti,perciò,fra i tanti,possiamo sentire anche lui.Intanto,puoi farti dare un appuntamento per una visita...!Però,siamo sempre alle solite:se tu non ti decidi ad avere un normale rapporto sessuale con me,ma sempre rabberciato,diventa,quasi,im-possibile che tu possa rimanere incinta.Fino a quando tu non ti decida ad avere rapporti liberi,distesi con me,come puoi pensare di rimanere incinta e poter partorire un mio ere-de?Pensaci e vedrai,se sarai sincera,almeno una volta con te stessa,che ho perfettamente ragione.Fino a quando tu penserai a dirmi di non dover avere rapporti soddisfacenti e du -raturi,è perchè tu avrai sempre una certa repulsione nei miei confronti,non sarai mai nel -la condizione concreta di poter rimanere incinta.Perchè,tale fatto ti bloccherà nei miei rapporti sessuali e ti vieterà di essere distesa e disponibile a procreare liberamente,così come,normalmente,accade fra un uomo e una donna...!Tali sentimenti,mia cara,se ci ri-fletti con attenzione,non possono diventare produttivi ed arrivare alla procreazione di un feto...!perchè sono solo di rifiuto e il rifiuto non crea,ma...,distrugge solamente!”-“Non è come tu dici.Non è vero ch’io abbia una repulsione nei tuoi riguardi.E’solo che,a volte, tu vorresti fare sempre sesso ed io non me la sento.Tu dimentichi gli anni che ho...!”-“Non menar il can per l’aia.Il non volerlo fare molte volte è un conto e il rifiutarlo,men-tre lo si sta facendo,è un altro.Perchè,se tu non avessi le remore,i problemi,che ti ho evi- Pag.7 - denziato,appena hai sentito la mia eiaculazione,non diresti:Su,hai fatto,ora puoi toglierti,perchè mi pesi...!Al contrario,saresti ben lieta di starmi sotto ed assorbire il mio seme,che dovrebbe produrti un erede,come dici tu”-“Quindi,non devo lamentarmi,quan-do mi stai di sopra,di doverti togliere,perchè mi soffochi,quasi?”-“Non è questione di la-mentarsi,ma il modo in cui sei portata a dirlo e a pretenderlo,che non va e che denota mo -lto male.Esempo,se tu ti sottoponessi a me con piacere e trasporto,così come dovrebbe essere fra moglie e marito,tu dovresti essere felice e contenta di starmi di sotto e godere dell’amplesso.Al contrario,quella qualche volta che tu l’hai fatto e lo fai,è perchè ti senti obbligata a farlo.E’perchè lo senti come un dovere e non un godimento reciproco di tras-porto fra due persone,che si vogliono bene,che si amano e gradiscono vivere insieme pia -cevolmente.Questa è la realtà incontrovertibile,che ti porta a non rimanere incinta...!O-ra,a questo punto,la cosa migliore sia quella di metterci una pietra sopra e non parlarne più.Il parlarne ancora,mi nausea.In avvenire,se vorrai fare l’amore,me lo dici chiaro e tondo e lo faremo.Altrimenti mi metterò a prendere le pillole sedative,così potrò stare tranquillo,evitando di avere la necessità di dover fare sesso con te.E,quindi,eviterò di dis -turbarti,come dici sempre tu”.In silenzio continuò la cena,deciso,dopo averla terminata, di andarsene in cameretta a studiare un qualcosa del programma universitario.Aveva de-ciso di sostenere altri tre esami nel prosieguo del corso.Fino a giugno voleva sostenere non meno di altri e tre esami.Così avrebbe terminato,in tutta fretta,di cenare,e,di andar-sene.Infatti se ne andò nello studio e,preso i libri di psicologia,si pose a studiarli con mol -ta calma e serenità.Ormai,si era fatto una concezione del matrimonio,tutta sua.La conce -zione,che si era fatto,lo aveva portato a considerare il matrimonio una semplice faccia-ta,un’apparenza per gli altri,che li solevano vedere e considerare una coppia felice,ma,in realtà,non sapeva cosa bollisse in pentola,nella loro pentola familiare.Aveva terminato di studiarsi un capitolo riguardante la psicoanalisi di Freud che la strega,che aveva rassetta- to in cucina,si presentasse alle sue spalle per abbracciarlo e baciarlo sul collo in modo ac -cattivante e provocante.Dopo aver baciucchiato il collo,passò a ficcargli la lingua nello orecchio,prima destro e poi sinistro,abbracciandolo alla vita e cercando,quasi,di sollevar -lo.Al che Elio:”Ma,che ti ha preso?Ti sei resa conto di essere una donna ed una moglie, che vuole fare il suo dovere?”-“Tu sei un gran bell’uomo,per il quale non c’è donna,che non si senta stimolata a fare l’amore con te.Io sono una donna appassionata,che ti deside -ra,se tu te la senti di appagarmi e farmi tua.Eccomi a tua disposizione.”-“Certo che sono disponibile ad incastrarmi con te,con il tuo corpo.Andiamo,che i corpi bollenti,ci aspetta -no”.Così,presala per la cintura,la seguì in camera da letto,dove lei se lo trascinò sopra di sè.Poi,con una certa frenesia,provvidero a liberarsi di quegli abiti,che impedivano ai due corpi di potersi unire e conficcare l’uno nell’altro.Quella sera non si affrettò a ricusarlo, ma gli si sottopose,rimanendovi appiccicata di sotto con una certa frenesia,come se aves-se voluto cancellare tutti quei momenti penalizzanti,che aveva realizzato in passato.Con grandissima meraviglia di Elio,aveva provveduto a preparare il rapporto sessuale con ab-bracci e baci,con carezze in tutto il corpo,come a voler preparare un qualcosa che, per molto tempo era sfuggito di mano ad entrambi.Al termine,quando lui si tolse da sopra a Pag.8 - lei,fece sentire la sua voce per dire:”Devo riconoscere che farlo in questo modo è molto più bello ed interessante...!”-“Non so cosa pensare del tuo modo di fare di prima. Per non offendermi e pensare a male,molto a male,voglio ritenere che tu lo abbia fatto u-nicamente e solo per evitare eventuali gravidanze,che il professor Cattaneo ti ha suggeri- to di evitare per cinque anni!Ora,i cinque anni,stanno per scadere e tu,naturalmente,puoi tornare a creare eventuali figli,sempre che tu ne sia cosciente e consenziente.Se poi non te la senti,c’è sempre l’altra ipotesi,possibilità:di adottarli,dopo che io li avrò prodotti con un’altra e che tu sia disponibile ad adottare...!”-“Ti dico e ripeto che,tale eventualità, non è neanche nell’anticamera del mio cervello.Se io sarò in grado di fare dei figli,per te li farò io.Te lo darò io un erede,non sarà necessario che tu lo vada a cercare altrove.Con un’altra donna potrai divertirti come e qanto vorrai,ma,il figlio,te lo devo dare io che so-no tua moglie.Su tale argomento non  ho alcuna voglia di tornarvi.Per me,l’argomento è chiuso”.Per evitare di dover litigare,inutilmente,Elio finì per rimanere a bocca chiusa e a porsi a dormire nel suo cantuccio.La moglie fece altrettanto,sempre dopo essersi infilata nel suo pigiama ed ave re sollecitato lui a fare altrettanto.Stando nel dormiveglia il giova -ne pensò:”Ma,tutto sommato,i cinque anni,non sono ancora completamente trascorsi. Dovremo aspettare che passi tutto quest’anno in corso e poi,quasi tutto il prossimo.Seco-ndo i calcoli,se tutto il suo organismo va per il meglio,può sopportare la gravidanza nel millenovecentosettant’uno...!Con tale pensiero nella testa si addormentò per alzarsi più riposato del solito il giorno dopo.Il giorno dopo l’atteggiamento della moglie tornò ad essere quello che era sempre stato fino al giorno prima.Tornò ad essere scostante e reiet-tiva al rapporto sessuale,che continuò a concedere con il contagocce.Infatti lei,rifacendo i conti,si era resa conto che i cinque anni non erano ancora trascorsi e lei voleva rispet-tarli,perchè ci andava di mezzo la sua vita,non solo,ma era ancora restìa alla gravidanza, che era convinta le avrebbe creato degli impedimenti stabili sia nel presente che nel futu-ro.Soprattutto il futuro,che lei non voleva ipotecare.Il futuro lo avrebbe voluto integro da qualsiasi impegno.Un figlio sarebbe stato una palla al piede,che l’avrebbe condizionata irrimediabilmente.Elio,notando le fasi alterne della moglie,pensò di dedicarsi sempre di più ai suoi studi universitari ed al suo impegno nell’O.R.U.C. Perciò,nel prosieguo dello anno scolastico sessantanove-settanta,oltre ad assolvere brillantemente il compito e gli impegni universitari,si dispose e ricoprì con successo,alcune supplenze temporanee.Il pa -rtito lo coinvolse sempre di più,finendo per dare il suo contributo attivo e fattivo.Nelle riunioni fece degli incontri sempre più interessanti,conobbe Vincenzo Balzamo,che pri-ma era segretario nazionale dei giovani socialisti e poi deputato e vicesegretario nazio-nale amministrativo del partito.Fu anche ministro del dicastero dell’industria ed agricol-tura.Incontrò più volte e divenne amico di Bettino Craxi,che è stato presidente del consi-glio dei ministri in quanto segretario del PSI.Ricordò molto bene la sua timidezza e ris-petto delle regole,rammaricandosi di ciò,per essere stato più di una volta ricevuto dalla segreteria di Pietro Nenni,onorevole Marchionne,perchè avrebbe dovuto parlargli in me-rito alla sua condizione economica per la mancanza di un lavoro,che gli consentisse una vita autonoma,finalizzata alla programmazione del suo futuro.Infatti,dopo avere parlato Pag.9 - con la compagna segretaria del vicepresidente del consiglio dei ministri,carica   che Nenni ricopriva,l’onorevole Marchionne,avrebbe dovuto affrontarlo per chiedergli la possibilità occupazionale e,vedendolo passare davanti,non ebbe mai l’ardire di fermarlo e parlargli della sua condizione precaria,rispettoso e non invadente.Si attendeva di essere ricevuto come capo di stato in pompa magna...!Ripensando alla sua timidezza,alla sua ri-servatezza,un certo rammarico finì sempre per assalirlo.La Marchionne avrebbe voluto che affrontasse Nenni per esporgli il suo problema senza che vi fosse un incontro ufficia -le,ma occasionale,per i corridoi di quell’ufficio.La sua ingenuità ed eccessiva riserva-tezza,gli aveva finito per togliere l’eventuale possibilità di poter realizzare un suo futuro diverso.Ormai,tutto ciò era diventato un semplice ricordo del quale andare o non andare troppo fiero,dipendendo dai punti di vista vari e contraddittori.Per le persone sfacciate, fece male a non far valere le  sue ragioni,mentre,per le persone molto riservate e rispet-tose,al contrario,fece bene a rispettare la riservatezza.Ora,era nella condizione d’incontra -re i personaggi politici a tu per tu nelle sale delle riunioni per ascoltarli,per chiedere spi-egazioni e per far sentire le proprie ragioni e la propria voce,proponendo,anche,eventuali soluzioni,progetti e  programmi a breve e a lunga scadenza.Quasi sempre le sue propo-ste,osservazioni vennero accolti con entusiasmo e condivisi.In merito alla realtà venafra-na molti ebbero motivo di congratulazione per essere riuscito,con la sua trama realizzati-va,a mettere da parte la democrazia cristiana ufficiale e realizzare una giunta con i dissi-denti,i comunisti e i socialisti con il vicesindaco e qualche assessore.Tale realtà sarebbe stata inimmaginabile in passato,vista l’arroganza democristiana di Nicandro Testa,segre-tario a capocordata di tale partito.Anche se molto impegnato nella vita politica del suo partito,non disdegnò di realizzare il suo dovere universitario.Come presidente dell’O.R.-U.C. riuscì a dare a tale organismo una struttura,che contribuì a realizzare,nel tempo,co-se inimmaginabili e impensabili.Infatti,in modo positivo e concreto portò all’ampiamen- to con l’incremento di facoltà e nel far approdare,nel cassinate,la facoltà di economia e commercio,oltre alla sede operativa stabile con un proprio edificio.In una cosa non ebbe successo,o,per lo meno evitò d’incamminarsi,secondo il proprio desiderio,il professor Manna lo autorizzò ad effettuare una ricerca negli archivi dell’Abbazia di Montecassi- no.Infatti,fra i giovani studenti circolava voce che in tali archivi erano custoditi reperti originali degli scritti di Aristotele.Tali documenti erano un tabù per i non addetti ai la- vori.Alcuni segreti dovevano rimanere tali,perchè non si poteva stravolgere,capovolgere e distruggere il credo millenario della chiesa cattolica.Ad evitare rischi,l’abate non gli diede mai l’autorizzazione ad effettuare tale ricerca fra gli archivi millenari che l’abba- zia custodiva nei suoi sotterranei.Purtuttavia,nell’anno accademico sessantanove-settanta il giovane Elio finì per sostenere sei esami e,durante l’autunno e il mese di febbraio com -pletò di sostenere altri sei per dedicarsi,così,alla preparazione degli altri sette e la tesi di laurea in psicologia,con l’esimio professor Antonio Fusco,amico carissimo di Erennio Iz -zi e molisano di Miranda,un paesino sovrastante la città di Isernia.                                                                                                                                 Con la strega i suoi rapporti non migliorarono,ma furono sempre di amore ed odio,come si suol dire.Nei rapporti non ci fu mai,eccetto qualche sporadica volta,la simbiosi,che,no Pag.10 - -rmalmente ci dovrebbe essere fra persone,che vivono insieme e che intendono costruire il proprio futuro all’unisono.Per lei,il loro rapporto era fatto di momenti irripe-teibili e sui quali non ci si doveva fare alcun affidamento.A volte,raramente,aveva degli slanci passionali,che potessero lasciar pensare ad una certa normalità.Al contrario,quasi sempre,si arretrava come sogliono fare i ricci,quando hanno paura del mondo esterno e si richiudono nella propria corazza.Di cosa potesse avere paura,in quel periodo,non era facile supporre e pensare.In seguito Elio approfondì le tematiche della vita della moglie e scoprì che era sempre stata dominata dallo zio materno e dalla stessa nonna materna. Ecco spiegato il suo disinteresse per la sua morte.Se lei,in pubblica strada,alla sua presen -za e di quella della moglie di Angiolino,si erano baciati bocca a bocca,come due fidan-zati,che si incontrano dopo qualche giorno,con lo zio,tutto lasciò supporre che fra loro ci era stato molto di più del semplice rapporto,che normalmente c’è e ci dovrebbe essere  fra zio e nipote...!Per sua fortuna o sfortuna,era riuscito ad allontanarli,portandosi la mo-glie Filomena a Venafro,a cento chilometri di distanza da Campobasso...!Nell’eremitag- gio forzato,Elio non sottolineò mai il motivo di tale trasferimento,ma lo giustificò dicen-do che in tal modo si sarebbero avvicinati a Roma,dove aveva intenzione di andare a vi-vere.Le cose,purtroppo,si evolvono e con il tempo,che passa,anche gli incontri casuali  possono portare a rivivere momenti meravigliosi del passato.Fu in una mattinata di dice- mbre del millenovecentosettanta che,mentre Elio stava suggerendo alcune cose da fare a -gli amici del Centro universitario che fu chiamato per nome da una persona la cui voce gli sembrò familiare,ma che non aveva sentito da molti anni.”Elio,Elio,ma non mi ricono -sci più?Non ti ricordi più di me,di Linetta?”-“Come potrei non ricordarti?Se non sbagli-o,sono stato il primo uomo della tua vita...!”-“E l’ultimo.Io sono rimasta legata a te e an -cora lo sono.Non puoi neanche immaginare quanto sia felice di rivederti e poterti saluta -re,abbracciare e baciare,anche se,come amico,qui,in un pubblico locale...!” Così dicen-do gli buttò le braccia al collo e lo baciò sulle guance con molta passione,frenandosi di effondersi e di baciarlo sulla bocca,perchè vi erano delle persone presenti e,non volle da -re scandalo.”Se non sbaglio,hai ancora tanta fame di me...!”-“Non sbagli e,se non fosse che sto in un momento critico,ti chiederei di portarmi in una pensione e trascorrervi tutta la mattinata,avvinti e felici di amarci.Tu,che mi rispondi?”-“Che,per quanto mi riguarda, avverto gli amici della mia impossibilità a continuare a dare suggerimenti,ed andiamo ad unire i nostri corpi nel piacevole momento,che tu brami da quel dì,in cui lo facemmo a Campobasso per la prima volta...!”-“Lo ricordi con piacere o dispiacere?”-“Come si può ricordare con dispiacere un momento meraviglioso,trascorso sul corpo di una donna,che, per la prima volta si concedeva ad un uomo?L’ho ricordato sempre con infinito piacere e desiderio di ripeterlo,anche se,l’occasione di rifarlo,non si presentò mai più.Ora,se ti fa  piacere,possiamo programmare ed organizzarci per ripeterlo,anche se in modo diverso, grazie al fatto che oggi siamo forniti di un’esperienza maggiore,che ci farà,senz’altro,go- dere di gran lunga meglio quei meravigliosi ed indimenticabili momenti.Che ne dici?”-“Sono d’accordo con te.Ma,dobbiamo rimandare al nuovo anno.Possiamo stabilire il gi-orno sin da oggi,così verremo già preparati a trascorrere meravigliosi momenti,che ho se Pag.11 - -mpre nel mio cuore e nei miei pensieri”.Allora Elio prese l’agendina dalla tas- ca e la consultò.Dopo una breve consultazione le disse:”Se per te va bene,possiamo ve-derci qui,a Cassino,il dodici gennaio,per andare a trascorrere l’intera mattinata in una pe -nsione del centro.Devi soltanto tu controllare i tuoi regolari periodi,che ti consentano di poter fare tutto ciò che desideri”.Allora lei,prima di rispondergli,prese la sua agendina e, dopo un’altra breve consultazione,gli rispose:”Oggi abbiamo,siamo al ventuno di dicem-bre.Quindi il dodici gennaio sarebbe fra venti giorni...!Allora,secondo i miei calcoli,va benissimo.Io sarò qui alle otto e trenta.Penso di essere in un periodo infecondo e libera di sbizzarrirci.Tu,quando arriverai?”-“Io verrò con il tuo stesso pulman,che prenderò,sa-lendovi a Venafro...!”-“Meglio così.Vuol dire che,senza perdere tempo a ricercarci,ci po -rteremo nella pensione,che tu dici,ci potrà ospitare.Sono impaziente che arrivi il dodici gennaio e tu non immagini nemmeno quanto!Ora vado e buon Natale.Anzi,se non ricor-do male,domani ricorre il tuo compleanno.Perciò,tanti,tanti auguri” e se ne approfittò  per baciarlo di nuovo.“Anche a te,buon Natale”.Dopo un altro bacio,si lasciarono per tornare ognuno ai propri impegni istituzionali.C’è da dire che la donna,Linetta,nel frat- tempo si era sposata ed aveva un figlio di sette anni.Il matrimonio e il parto non l’aveva-no distolta dalla passione,che aveva per Elio.Forse,il matrimonio con un dipendente del-l’INPS di Campobasso,impedito nei movimenti degli arti inferiori,l’aveva portata a raffo -rzare il desiderio di avere la sua vecchia fiamma tutta per sè.Perciò,dopo essersi salutata con lui,durante tutto il viaggio di ritorno e dopo,non fece altro che rincorrere,con la sua fervida fantasia,l’incontro che,all’inizio del nuovo anno,avrebbe avuto con lui.Si vide  con lui stretta in abbracci ed abbandoni estasianti.Nella sua camera da letto,in assenza del marito,sentiva già sul corpo,il peso infiammante del corpo nudo di lui,sul suo altret-tanto bollente in costume adamitico.Che momenti,rivedersi appiccicata a lui,mentre lui s’incastrava con il suo corpo in lei...!Sentiva già il calore dei suoi baci e la parte di lui, che aveva da sempre bramato e desiderato di avere dentro di sè.Che meraviglia il sentir-selo caldo,caldo appiccicato e dentro di sè...!Trascorse tutti i giorni,che la separavano dal momento dell’appuntamento,con la testa fra le nuvole,dietro alla visione del corpo di lui che non aveva mai dimenticato da quel lungo e passeggero,fugacissimo giorno trasco -rso,rinchiusi nella sua cameretta di Via IV Novembre,mentre la sorella e il fratello di E-lio tornavano in paese per lasciarli soli.Quel momento in cui lei gli si era posta sotto nel suo lettino,ignara di quanto avrebbe goduto,rivide e risentì penetrare quella parte del cor -po di lui che aveva  sempre sognato,specialmente quando lo sapeva in compagnia della sua,che sarebbe dovuta essere,futura cognata,Carmela.Che dolore saperlo fra le sue brac -cia,appiccicato al suo corpo...!Ora poteva sognare per rivivere ciò che aveva,da quel gi-orno,bramato.I giorni,che mancavano,sarebbero passati in tutta fretta,anche se,per lei, sembrarono un’eternità!Però,era madre e moglie.Aveva degli obblighi,doveva assolvere ai suoi doveri familiari.Che pena...!dover fingere,in silenzio...!e non potersi estrinsecare liberamente con tutto il suo ardore e slancio ricco di passione...!                                                                      Intanto anche Elio tornò al suo appartamento,dimenticandosi dell’incontro casuale con  la sua vecchia fiamma Linetta.Una volta a casa dovette darsi da fare perchè,per il Nata-Pag.12 - le,che era vicino,dovevano programmare se andare o meno a Campobasso a fa-re visita ai parenti,che lì,vivevano.Il padre era in Venezuela e la madre,con le sorelle,era sola e necessitava di compagnia,almeno in quei giorni di festa ricorrevole e ricordevole. A tal fine rimase pensieroso e indeciso se adottare e fare proprio il desiderio della mogli-e di andare a trascorrere le vacanze di Natale a Campobasso,rimanendo a dormire in Via XXIV Maggio,n.96 con i familiari di Elio e poi,dividersi,nelle serate ricordevoli,da tras-corrersi un poco con l’anziana donna e figlie ed un altro poco,dopo una certa ora serale, in Via Larino con gli zii e cugini di lei.Il trasferimento non era troppo gradito da Elio, non perchè sentisse freddo,ma perchè aborriva Via Larino e i suoi abitanti.Prima di par-tire Elio disse alla moglie:”Quest’anno i tuoi sono in lutto per la morte di tua nonna.Vu-oi sempre andare a trascorrere le festività di fine anno a Campobasso?Pensaci,perchè do-po sarebbe troppo tardi!”-“Io voglio andare a Campobasso per trascorrere il Natale e il Capodanno con i tuoi e non con i miei.Ho desiderio di stare con donna Giuseppina,con Gilda e Benardina.Tutto qui,mio caro.Se,poi,non ti va di andare a trascorrere qualche gi-orno  con i tuoi,allora il discorso cambia ed assume un significato diverso.Potremo fare come vorrai tu.Per me sta bene qualsiasi programma tu voglia fare ed applicare...!”





                                             Capitolo secondo.
Filomena si era preso l’impegno di preparare per la primina ben quattro bambine:la figli- a di Wanda Ciaccia,Federica,che,non pronunciando la lettera F,quando doveva dire il su-o nome,diceva di chiamarsi Sederica.Con l’aiuto di Elio,finì per pronnciare adeguatame-nte la lettera di cui difettava.Poi aveva una figlia di Lina Ciaccia,poi una figlia,l’ultima del dottor De Vincenzo e poi la figlia del direttore della Banca Popolare del Molise.Per a -bituare le ragazzine al rispetto dell’orario e dell’ordine della scuola statale,pretese il ris- petto anche del calendario scolastico ufficiale con i giorni di scuola e di vacanza.In tal  modo,col rispettare le regole della scuola di Stato,anche la docente era libera per i giorni di vacanza.Tale super lavoro consentì alla famiglia di poter disporre di un’ulteriore aggi- unta economica.Tutto ciò non per strafare,ma solo per avere una maggiore tranquillità  per una qualche spesa extra da potersi realizzare senza troppe remore e preoccupazioni contabili.Fu in una simile realtà che poterono recarsi nel capoluogo regionale del Molise per trascorrervi le festività natalizie.Portarono dei regali a tutti per poter trascorrere insie -me,piacevolmente insieme ai cari parenti,sia i giorni di fine anno che quelli che lo annu -nziavano.La strega fu felice di trovarsi con la suocera e le cognate ma,volendo sempre avere l’ultima parola in suo attivo,pretese di chiudere l’ultimo dell’anno con i suoi zii, Pag.13 - incurante del fatto che erano in lutto per la scomparsa della vecchia Rosina.Eli-o,trovandosi in casa dai suoi,fu sollecitato dalla sorella Gilda a parlare anche delle sue vecchie storie.Infatti la sorella,quando furono soli,in confidenza,gli disse:”L’altro giorno ho incontrato Linetta.Era completamente fuori di sè,dalla gioia!”-“Perchè,che cosa le è  successo di nuovo,di tanto interesssante e di bello bello?”-“Mi ha raccontato di essere stata a Cassino,all’università e che,inaspettatamente,ha incontrato te.Mi ha detto:Gilda, non puoi immagginare la gioia che ho provato nel rivedere tuo fratello,dopo tanto tempo che non ci incontravamo.Sai,è  molto più bello ed interessante di come me lo ricordavo. Non sai come mi son sentita viva e felice,nel rivederlo...!Al che le ho chiesto:Non è che sei ancora innammorata di lui?e lei:Secondo te,tuo fratello è un uomo,che si dimentica facilmente?Tu,cosa mi dici?”-“Cosa vuoi che ti dica.Io non sono Linetta,bensì Elio e i fatti degli altri non mi riguardano.I fatti di Linetta sono di Linetta e basta.Altro non so dirti e non posso dirti.Perciò,se vuoi la pace in famiglia,dimenticati di tutto e cambiamo argomento.Poi,se ami il litigio,proprio in questi giorni ricordevoli,racconta tutto e vedrai che bel Natale sarà...!”-“Non dubitare.Queste sono cose,che ho detto e parlato con te.Sai benissimo che so tenere qualsiasi segreto,specialmente se riguarda te...!”Ad evitare che gli altri potessero divenire partecipi della questione,cambiarono argomento.”Caro fratel-lo,è vero che stai per laurearti?Che hai fatto già molti esami?”-“Si è vero.Ma,dimmi,chi te lo ha detto?Chi s’interessa dei fatti miei?Chi è il pettegolo o la pettegola?”-“Nessun pettegolo o pettegola,è che,parlando con la tua amica,mi ha detto cosa stai facendo all’u-niversità.Mi ha anche detto che sei una grande personalità e che tutti ti rispettano e vogli -ono un gran bene.Non mi ha meravigliato il racconto,perchè ricordo come ti hanno sem -pre stimato e rispettato tutti,ovunque tu sia andato.Questo fatto mi ha inorgoglita.Sai,a-vere un fratello,che tutti amano e rispettano,non è da tutti...!Poi c’è da dire che ti stai lau -reando,pur avendo più di  trent’anni sulle spalle...!Non è poca cosa...!” Allora Elio,per cambiare argomento di discorso,perchè non ha mai amato essere incensato,le chiese:”Per questa sera cosa avete preparato di buono,per la cena?Sai,voglio già mettere i succhi ga-strici in fermento e prepararmi alla degustazione...!”-“Tu non immagini il piacere che ci avete dato,recandovi a trascorrere le festività natalizie da noi e con noi?Perciò mamma, come d’usanza,ha messo a cuocere i ceci,poi ha preparato le alici,gli spaghetti con aglio ed olio,secondo la tradizione,poi fettine di prosciutto e di salame,poi le lenticchie,che vu -ole tua moglie e poi...!” Stava per continuare,quando intervennero la moglie,la madre e l’altra sorella per invitarli a giocare a carte con loro ed attendere,così,l’arrivo della mez-zanotte,perchè si trovavano alla vigilia di Natale.”Insomma,mamma si è preoccupata di preparare le tredici pietanze,che si usa in questa sera di vigilia.”-“Lo so,ma,la mia richie-sta era stata fatta unicamente e solo per cambiare argomento e non perchè desiderassi stuzzicare i miei succhi gastrici.Dovresti sapere benissimo che non sono un mangione e che mi accontento di qualsiasi cosa,fatte alcune eccezioni...!”-“Lo so.Lo sappiamo cosa gradisci e cosa no.Noi ti conosciamo fin troppo bene,caro fratello.Pensi che mamma si sia dimenticata del suo pupillo?”-“Su,venite in cucina a giocare.In sala abbiamo prepara-to per la cena e la tavola è impegnata,non c’è alcun angolino disponibile”,disse Giuseppi Pag.14 - -na,che voleva vivere una rimpatriata con il figlio prediletto.Al che tutti si acco-darono e la seguirono in cucina per giocare a carte per fare la scopa.L’unica che si dile-guò,fu Benardina,che si rintanò nella sua cameretta,dove dormiva con la sorella Gilda. ”Allora facciamo coppia io e mio figlio,mentre voi due la farete per conto vostro e vedre -mo chi sarà più bravo a vincere questa partita.”-“Noi vinceremo se la carta ci favorirà, perchè voi non siete più bravi di noi”,rispose la  strega.”Staremo a vedere se chi vincerà sarà perchè sia più bravo o più fortunato.Tu sai benissimo che la fortuna non è stata mai dalla mia parte e che ti ho fatto sempre vedere come si vince,mia cara mogliettina...!” Aggiunse con una certa ironia Elio per stuzzicare la moglie,prima di giocare.Tanto è ve- ro che,da quando si era sposato,tutte le volte che avevano giocato insieme.madre e figli-o,avevano fatto sempre coppia fissa e non avevano perduto mai.Avevano vinto sempre con un largo margine sulle altre due donne,che pensavano in continuazione a chiacchie-rare,evitando di stare attente al gioco.Tanto è vero che sempre,spazientiti,i compagni di gioco,hanno terminato di giocare,passando a fare altro dicendo:”In questo modo con voi non si può giocare.Non state attente e poi vi lamentate a vedere come si vince?Su,state attente al gioco e rispondete,quando tocca a voi,senza essere sollecitate tutte le volte.Poi, se non avete voglia di giocare,non avete che da dirlo ed ognuno di noi passa a fare altro. Non vi pare che sia la cosa più giusta?” Anche quella sera,vigilia di Natale,le cose non andarono diversamente.E la figlia,che le rispondeva e le rispose:“Hai ragione tu,mam-ma.Sai,noi non ci vediamo da tanto tempo,per cui abbiamo moltissime cose da dirci e raccontarci.Scusaci...!”-“Allora andate a parlare altrove e noi,io ed Elio,continuiamo a giocare per conto nostro.Volevo coinvolgervi,sperando di farvi cosa gradita...!Già,ma voi,vedendo che siamo più forti e che stiamo vincendo,trovate tutte le scuse per giusti-ficare la vostra scarsezza,in questo gioco...!”-“Andiamo Filo,mamma vuole farmi solo arrabbiare.Questa sera non posso innervosirmi.Devo stare calma e serena.Siamo alla vi-gilia di una importante festa,che viene una sola volta in un anno!”-“Si,andiamo a chiac-chierare fra noi.Sai,ho molte cose da chiederti.Hai ragione, non ci vediamo da molti me-si.Tanto è vero che stavo dimenticando la tua faccia,che,sai, mi è molto simpatica.” Così le due cognate andarono nell’altra camera a chiacchierare fra loro e Gilda le chiese:”Di-mmi,perchè non sei venuta al funerale di tua nonna?Non te lo hanno fatto sapere?”-“A dire la verità,io sono venuta a saperlo qualche giorno dopo.Quando si verificò il fatto,ero a letto in una certa incoscienza.Stavo a scuola e mi sentii male.Mi riaccompagnarono a casa per farmi mettere a letto,dove sono stata per tre giorni.Mi girava la testa,non mi reg -gevo in piedi.In quelle condizioni non sarei potuta intervenire ai funerali.Elio,conoscen- do la mia situazione,non me lo disse nemmeno.Solo quando stetti bene,mi informò dello accaduto.Poi,mia nonna aveva i suoi ben novantasette anni compiuti...!Io non so se arri-verò alla metà degli anni suoi...!”-“Non ti dispiace?”-“Devo dirti la verità.Da quando si è rifiutata di venire ad abitare anche con noi,privileggiando solo la famiglia di mio zio, ho capito molte cose.Ho finito per dare ragione ad Elio.Così,anche il mio attaccamento per lei,è cambiato.Io,da loro,non ho avuto nulla,sono stata soltanto sfruttata in ogni sen-so.Lei,con la scusa di dover accudire a me,non ha seguito e raggiunto il nonno.Io,tu lo Pag.15 - sai,sono stata sempre in collegio.Lì,non avevo bisogno di lei.Ma,lei...!Ora è morta e lasciamola riposare dov’è.Che riposa in pace.Dimmi,tu,come va la tua vita?I tuoi amori come vanno?Come mai non ti fidanzi?Vuoi rimanere signorina?Sai,restare soli,non sempre fa bene...!Pensaci e sbrigati a farlo,non aspettare che sia troppo tardi!” Dopo un poco di silenzio,Gilda le rispose:”Sai,penso che tu abbia ragione,ma ...!C’è un ma di mezzo.Questo ma,crea molti problemi,che non sempre sono di facile soluzione.Tu sei stata fortunata a trovare mio fratello.Io,un uomo come lui,dove lo trovo?Lo devo fab- bricare?Sai che non è facile...!” Aveva appena espresso la sua amarezza che Benardina  le raggiunse,unendosi a loro due,dicendo:”Che mi state nascondendo?Ora mi metto qui e non me ne vado più.Così non potrete nascondermi più nulla e sarete costrette a farmi par -tecipe delle vostre confidenze,mie care”.Così dicendo si mise a sedere sul letto,accanto alle due donne.”Fai bene a sederti vicino a noi.Stavamo parlando delle belle giornate,che ci aspettano.Hai visto che meravigliose gornate sta facendo?Non sembra proprio inverno bensì una tiepida primavera.Tu,cosa ci racconti della tua scuola,dei tuoi studi?Hai già un ragazzo?Su,facci partecipi delle tue cose.Lo sai che so mantenere un segreto.A vostro  fratello non dirò nulla.Sarò come una tomba.Terrò la bocca chiusa.Perciò potete confidar -vi con me.”-“Io non ho alcun fidanzato.Gilda è sempre incaponita con quel suo compa-gno di lavoro.Ma,dico io,se lei ci litiga e non lo invoglia,mi sai dire come possa essere in -vogliato a farsi avanti con lei,anche se lei gli piace ed anche molto?”-“Penso che tu abbi -a ragione.Ma lei,è fatta così.Ama non farsi mettere i piedi in faccia da nessuno.Neanche dalla persona di cui si è innammorata.”-“Dite bene voi...!Ma,come si  fa ad avere fiducia e a non reagire,come faccio io,con una persona,che non ha midollo spinale?”Alla sua ul-tima affermazione furono costrette a non proseguire perchè la Giuseppina le chiamava per cenare.”Ragazze,venite.Siamo quasi alle undici ed è ora di cenare.Così,cenando,arri- veremo alla mezzanotte e ci daremo gli auguri di Natale.”-“Gli auguri in Casa Cupiello? Ma voi siete qui e non lì...!”-“Elio ha sempre voglia di scherzare.Venite,io ho fame.Sape -te,oggi pomeriggio,per godermi la cena di questa sera,non ho mangiato niente.”-“Venia -mo,perchè,neanche noi non abbiamo mangiato nulla.Anche i nostri otri sono vuoti e va- nno riempiti,come dice il tuo figlio prediletto”,risposero in coro le tre donne,avvicinando -si alla sala da pranzo,dove era stata preparata la tavola per la cena della vigilia di Nata-le.La tavola era ricoperta da una tovaglia rossa,il simbolo delle festività natalizie.Al cen-tro era stato sistemato un boccale di vino rosato,quello che preferiva il rampollo della fa-miglia.Al lato del fiasco un vaso pieno di fiori rossi,poi una gerla piena di pane affetta-to,fatto in casa e che profumava di grano.In ogni piatto spiccavano gli acetelli,che contor -navano fettine di salame,prosciutto e formaggio.”Sedetevi,mangiamo prima l’antipasto e poi porto in tavola gli spaghetti,dei quali mio figlio è ingordo...!”-“Solo?”-“Ci sarà an-che altro.Abbiatevi la sorpresa.Intanto,raccontami,cara nuora,allora,lo scorso anno,in qu- esti giorni,siete stati a Pescara,al matrimonio di tuo nipote?Su,raccontaci.”-“Si,siamo sta -ti a Pescara,perchè Elio ha dovuto cresimare i maschi ed io ho dovuto farlo con la fem-minuccia della mia sorellastra,come dice mio marito.Per lui non è mia sorella,perchè fi- glia di un’altra madre,anche se dello stesso padre.Sostiene che la madre è sempre certa, Pag.16 - mentre il padre è sempre un punto interrogativo,incerto.Sia Valentino che Vin-cenzina hanno voluto che fossimo noi a cresimare i figli per il matrimonio,che poi,il pri-mo ha affrontato proprio lo scorso anno.”-“Il primo figlio di tua sorella,allora,si è sposa-to?”-“Si.Ha dovuto farlo perchè ha messo incinta la moglie.Nicola è sempre stato un ve-ro don Giovanni,con una si metteva ed un’altra lasciava.Ora,questa mi sembra che lo co-stringa a mettere la testa apposta.Con un figlio o una figlia in arrivo,non potrà più per-mettersi troppi lussi,correndo la cavallina ogni sera con una ragazza diversa,nuova...!”-“Allora sei già ultrazia.A proposito,cosa ha avuto,una bambina o un bambino?”-“Ha avu -to una bellissima bambina e le hanno messo il nome di Valentina.Hanno voluto ricorda-re il nonno paterno.”-“Hanno seguito la tradizione familiare.Prima il capofamilgia e poi gli altri...!”-“Io penso che se lo son voluto accattivare per avere un aiuto sulla casa,che vogliono farsi,con il contributo del padre...!”-“E voi,che ruolo avrete in tutto ciò?”,chie-se Giuseppina.”Penso che Elio cercherà di dare il suo aiuto attraverso gli amici politici, che ha e che potrà sempre avere,più di loro,che sono semplici operai,in fondo...!”-“Già, ma Elio,se vuole,è un traffichino non indifferente...!Se decide di intervenire,riesce a smu -overe anche i morti e farli operare nel modo giusto e al momento opportuno,siine certa, cara nuora!” E Gilda:”Ma non ci racconti nulla del matrimonio,della cerimonia e tutto il resto?”-“Noi siamo partiti da Venafro e siamo andati a prendere mia zia al paese.”-“Che, zia Clora è  venuta al matrimonio?” la interruppe la suocera.”No.Non è stata zia Clora a venire,ma zia Dina,la terza moglie di mio padre.Io non l’ho mai chiamata mamma Dina, ma solo e sempre zia Dina.Io non ho chiamato mai nessuna mamma,non avendo mai co-nosciuto la mia vera madre!” Seguì un certo silenzio,per il rammarico di Filomena per non avere conosciuto la sua vera madre,che le morì quando aveva avuto solo un anno di età.Poi continuò:”Mio padre è stato molto sfortunato,per quanto riguarda la moglie.Per una polmonite gli morì mia madre dopo appena due anni di matrimonio.Si risposò con la madre di Vincenzina che dopo pochi anni,anche lei,gli morì,lasciandolo di nuovo solo. Un uomo,ancora molto giovane e con tre figli,cosa doveva fare?Allora pensò di risposar-si un’altra volta.Questa volta,però,fu costretto a partire militare per l’Africa,dove morì,lo unico,conseguentemente ad un bombardamento americano.Mi è stato riferito che fu col-pito mentre stava attraversando la strada,di corsa.Ci pensate la sua fortuna?Erano in tan-ti,un esercito,e,l’unico a morire,fra tanta gente,è stato proprio e solo lui!Se questa non è sventura...!ditemi voi quale potrebbe essere!Così noi tre siamo rimasti soli,senza nè ma-dre e nè padre.Zia Dina,poveraccia,era anche lei una ragazzina con neanche diciotto anni di età e cosa poteva fare,avendo perso il marito dopo aver trascorso con lui solo una not- te di matrimonio?” Seguì un lungo silenzio,interrotto da Benardina che,curiosa come se- mpre,le chiese:”Si,tu hai ragione a lamentarti per queste disavventure familiari,ma ades-so,finiscici di raccontare il matrimonio di Pescara.Se non sbaglio,ho sentito dire che è  stato molto venturoso il raggiungerlo.E’stato un vero e proprio viaggio epico,per il quale ne vale la pena il racconto.Io sono curiosa,perciò ti prego di raccontarcelo.”-“Hai ragio-ne.Il viaggio è stato molto curioso e,se non fosse stato per la bravura di tuo fratello,pen-so che saremmo ancora lì,fermi,per continuare il viaggio.Infatti,dopo aver preso zia Dina Pag.17 - incominciò a nevicare.Per una discreta salita,una diecina di chilometri,prima dell’invaso dell’ENEL o  lago di Bomba e la strada buona,molte auto si fermarono per imperizia degli autisti.Alcuni,scesi dalle loro auto,cercarono di fermarci,ma Elio li drib-lò,senza cambiare marcia e lentamente si portò fuori da quel groviglio e riuscimmo a pro -seguire e raggiungemmo Pescara,dove eravamo attesi per le nozze di Nicolino.La mo-glie,anche se con un grosso pancione,era al settimo mese di gravidanza,si sposò in abito bianco nella chiesa della madonna del fuoco.Fu una gran bella cerimonia.Noi non sfigu-rammo,anzi,fummo i migliori ...!”-“Se non mi vanta mamma,mi vanta mio padre e se an -che mio padre non mi vanta, mi vanto io...!”-“Perchè,non è stato così?Non siamo stati i migliori della comitiva?”-“In effetti anche noi eravamo ben vestiti.Con la differenza che noi lo siamo sempre,mentre quelli si erano rivestiti per quell’occasione...!Infatti noi,che non facciamo un lavoro,che ci sporca,siamo vestiti sempre in un certo modo,mentre chi lavora nelle fabbriche o in altre località e fa lavori per cui ci si sporca...!Per noi la festa è un pleonasma che ci interessa relativamente,per quanto riguarda il rivestirsi,per gli altri diventa una necessità per mostrare il proprio lato migliore...!”-“La tua è solo cattiveria gratuita.Rivestìti,anche gli altri fanno bella figugura!”-“Già.Certi scarafaggi vuoi dirmi che fanno bella figura?Al  mare,le donne guardano tutti allo stesso modo?”-“Che c’en-tra,ora,questo?”-“La stessa cosa dicasi per alcuni aspetti del rivestirsi perchè,se esiste una certa differenza in costume da bagno,la stessa esiste nel rivestirsi eleganti.Non ti pa -re?”-“Hai ragione da vendere.E’ per questo che ti ho scelto,perchè sei,in tutto,il miglio-re e il più apprezzabile.”-“Cosa mi dite dei miei preparativi per la cena di questa sera?” Intervenne Giuseppina,volendo,così smorzare alcune frasi,che potevano far sfociare in un inutile litigio.”Ottimi ed azzeccati.Però,quella salita,prima di arrivare al lago di Bom -ba,me la ricorderò sempre con le altre auto,che slittavano e la nostra,che ha proseguito tranquilla senza sculettare per niente:Elio,devo dire la verità,è proprio molto bravo.”-“Buon proseguimento di cena.Se continui a parlare,gli spaghetti ti si freddano.Freddi non sono più gustosi,come lo sono caldi.Mangia e,semmai,dopo,dopo riprenderai il tuo discorso”,aggiunse Elio alla chiacchiera della strega,che,una volta iniziato,difficilmente trovava il modo di smettere. ”Dopo,se non avete altro per la testa,vorrei giocare un poco a carte.Siamo in cinque e potremo fare un gioco per cui non ci vogliono i compagni,per forza”,disse Benardina.Elio,dopo qualche attimo,facendo riferimento a quanto aveva det -to la sua ultima sorella,aggiunse:”Non è detto che uno di noi possa farsi da parte per da- re spazio a te,e farti così giocare.Io,per esempio,sono disponibile a guardare mentre gio-cherete voialtre.Così,sarete giusto quattro donne e potrete fare due coppie.Io,guardando-vi,potrei fare da giudice di gara,controllando che nessuna di voi possa imbrogliare!”-“Noi non impbrogliamo.Noi non siamo Elio,che ama imbrogliare per vincere sempre a danno degli altri...!”-“Non è che io voglia prendere le difese di mio figlio,che non ne ha bisogno.Per ciò che so io,Elio non ha mai imbrogliato in vita sua.E’stato sempre molto leale.Lui non ci tiene.E’stato sempre un vero sportivo,che ha giocato con le sue sole for-ze,senza mai usare mezzucci”,rispose,alquanto stizzita,Giuseppina.Al che Gilda:”Hai sentito come se lo difende il suo pupillo?Guai a chi glielo tocca anche per scherzo,così Pag.18 - come ho fatto io”,aggiunse la strega ”Sappiamo benissimo che è molto bravo in tutto ciò che si mette a fare.Penso che in vita sua non sia mai riuscito ad incontrare osta-coli di alcun genere...!”-“Meglio così,se è riuscito a superare qualsiasi difficoltà con le sue sole possibilità,forze e meriti”.Al che Elio,per evitare che si approfondisse un argo-mento,che non gradiva,venisse trattato a così cuor leggero,intervenne per dire:”Ma,non avevate deciso di giocare,appena finito di cenare?Se vi perdete in chiacchiere inutili,so-no convinto che neanche per domani sarete pronte per giocare e farmi divertire,osservan -do il vostro modo di farlo” e si diede a ridere in modo canzonatorio.”Ora sparecchiamo e ci mettiamo a darti questa soddisfazione,caro figliolo”.Prontamente intervenne sua ma-dre,che amava molto giocare con loro.Gilda,rivolta alla cognata:”Ma tua zia,come ha fat -to,in tutti questi anni a vivere da sola?”-“Sai,zia Dina ha dei familiari meravigliosi.In pa -ese ha una sorella,che ha delle attività.Ha il bar e la macelleria.Li ha aiutati e così,ha po -tuto campare con loro,protetta,nello stesso tempo da loro.”-“Voi,queste persone,le cono -scete?Tu,certamente le conosci,ma mio fratello?”-“Tuo fratello li ha conosciuti e gli vo-gliono molto bene.L’altro anno siamo stati da Peppino,che ci ha trattati meravigliosamen -te.”-“Perchè,Peppino,dove sta?”-“Peppino vive a Viareggio con la famiglia.Il primo fi-glio fa il comandante delle navi mercantili.Hanno un appartamento al centro di Viareg-gio e Dario si è costruito una villa in collina,fra gli alberi di un bosco,in una zona meravi -gliosa,a dir poco.E’ un luogo incantevole.Ci hanno ospitati da gran signori...!”-“Ve la si -ete data ad andare in giro,eh!?”-“Non troppo,perchè a me non piace.Io sono molto sede-ntaria.Se abbiamo fatto qualche viaggio è perchè a tuo fratello piace andare sempre giro-vando per il mondo.Io,dovendo andare a scuola,ho poco tempo da dedicare alle escursio-ni a lunga scadenza.Potrei limitarmi a farlo solo la domenica.La domenica dove vai? Pu-oi fare solo piccoli viaggi di brevi percorsi e non così lunghi come l’andare in Liguria e rimanervi per qualche giorno...!”-“Si.Però ci siete andati e ci siete rimasti per qualche gi -orno...!”-“Ci siamo andati quando la scuola era chiusa e perchè hanno insistito molto a che andassimo a trovarli.”-“Smettete di chiacchierare ed avvicinatevi al tavolo che gio-chiamo.Andiamo io e Benardina e voi due,così faremo la sfida per vedere chi è più bra-vo e vince fra noi”.Così le quattro donne si misero intorno al tavolo e si posero a gioca-re.Elio si affacciò al balcone a fumare una sigaretta  in un silenzio tombale,perdendosi a guardare in lontananza sia per osservare lo spettacolo,che offriva la notte e sia per ascol-tare i botti,che i buontemponi facevano scoppiare nei d’intorni.L’appartamento,dove si trovavano,era situato al quinto piano e davanti non vi erano costruzioni,che gli vietasse- ro di far spaziare lo sguardo ed osservare cose,che nemmeno avrebbe immaginato di po-ter vedere durante il giorno.Intanto rivisitò,nella sua mente,il viaggio fatto a Viareggio e che Peppino,gli avevano detto,era stato un ottimo cuoco sulle crociere.Infatti,quando fu-rono suo ospite,dimostrò la sua bravura,facendo gustare degli ottimi manicaretti e pietan -ze prelibate,fatte da un vero cuoco di alto livello.Solo un cuoco professionista,capace di sbalordire,oltre che appagare qualsiasi gusto,poteva riuscire a fare cose,che fece per lo-ro,durante il soggiorno viareggino.Peppino e Maria si erano sposati molto giovani e,in paese,piccolissimo paese dell’interno abruzzese,non avrebbe avuto molta possibilità di Pag.19 - lavoro,di successo,perciò,trascorse la sua vita sulle navi,in giro per gli oceani di tutto il mondo.Maria,la moglie,era rimasta a lungo in paese ad accudire ai loro due figli. Il primo seguì le sorti del padre,divenendo comandante di navi mercantili e il secondo continuò gli studi per laurearsi in economia e commercio.Mentre Peppino era ancora a la -vorare sulle navi,nei momenti di pausa,comprò un appartamento a Viareggio,così si por -tò la moglie e i figli in Liguria,visto che in quella regione la vita era migliore di quella che avrebbero potuto vivere nel paesino dell’Abruzzo.Quali ospiti di Peppino e Maria eb -bero la possibilità,oltre ad apprezzare il meraviglioso bosco scelto da Dario per la sua villa,anche il centro di Viareggio con le meravigliose e rigogliose villette e giardini pub-blici,oltre ai viali ricchi di fiori.Andando e tornando dalla Liguria,il curiosone Elio non tralasciò occasione per visitare le zone belle dell’Italia,che attraversò da Roma fino a Vi-areggio.Ricordi di luoghi,che non si riesce facilmente a dimenticare per la loro bellezza e meraviglia,che ti penetra nel cuore e che non ne esce mai più fino a quando ti resta un alito di vita.Elio,stando sul balcone a fumare,potè osservare,difronte a sè,il cucuzzolo su cui sorgeva e sorge Ferrazzano con le sue mille luci sfavillanti nella notte.Gli sembrò di rivedere il ristorante dove la moglie lo portò per dargliela sin dal loro primo incontro,dal -la prima volta in cui si vedevano e poi,costringerlo a sposarsela.Nel ripensare a quella sera,si disse:”Che delusione la vita...!Fai tanto e poi,basta un niente e ti rovini per sem-pre...!” L’amarezza lo assalì incredibilmente,per cui preferì cambiare argomenti nei suoi momenti di riflessione.Riportò il suo ricordo alle nozze di Nicola e come era finito a Pe- scara.Valentino aveva insistito a conoscerlo e poi lo aveva coinvolto nella vita della sua famiglia.Non ripensò all’accaduto con dispiacere,ma rivide con sommo piacere e soddi-sfazione il giorno in cui,a causa neve,dei bifolchi inesperti,si erano impadroniti della strada e non volevano farlo passare per proseguire verso la citta adriatica.Elio,imperter-rito,guidando con molta calma e serenità,con un’andatura da passeggio,proseguì con su ccesso.Giunto a Pescara fu felicissimo di notare di essere atteso come quando si attende un ospite particolarmente importante per una cerimonia ufficiale.Sentendo gli spari,giun -gere da lontano,spostò lo sguardo leggermente verso sinistra.Infatti il botto di un petar-do aveva attirato la sua attenzione e scoprì,molto più lontano,altre luci,più numerose.A- guzzò ancora di più la sua vista e pensò di essere riuscito a vedere Montagano.Ancora più a sinistra il suo sguardo fu fermato dalla collina di San Giovannello con la sua pineta e la chiesetta,dove aveva portato Lina De Ciocchis,che aveva cercato di dargliela,ripetu-tamente e che lui non aveva accettato,evitando,in tutti i modi,la sollecitazione,abbastan-za accattivante,di prendersela perchè non voleva,nel modo più assoluto impegnarsi con lei.Lina cercò di dimostrargli di aver perso la testa per lui.Lei,al contrario,a lui non pia-ceva sia per la sua faccia,non eccessivamente accattivante e sia perchè,avendo coinvolti i genitori,si supponeva la concretizzazione del rapporto con il matrimonio,che,in quel peri -odo,non immaginava e concepiva nemmeno potesse essere possibile per lui.No,non per- chè fosse ancora in attesa di una sistemazione,ma unicamente e solo che aborriva un rap -porto serio,che lo costringesse alla creazione di una famiglia.Fino ad allora era cresciu- to per godere le bellezze e i piaceri,che le donne erano sempre disponibili a dargli.Limi-Pag.20 - tarsi,gli sembrava un vero delitto fatto alle cose belle ed attraenti alle quali a-vrebbe dovuto rinunciare.Memore del passato,ormai remoto,si beò sentire,in lontananza, canti e baccani vari,accompagnati,di tanto intanto,da scoppi di petardi per festeggiare il Natale,grande festa della cristianità.Guardando Viale XXIV Maggio in completa solitu-dine con i rami degli alberi,che ondeggiavano al vento,osservando,in fondo,a destra,Via Mazzini, che si perdeva in lontananza,alquanto pago e infreddolito per la bassa tempera-tura di Campobasso e della notte,avendo terminato di sfumicarsi la sua sigaretta,rientrò per udire gli urletti della madre e della sorella Benardina che si beffavano di Gilda e di Filomena,che avevano perso la terza partita.”Come vedi,tua moglie e tua sorella,sono proprio scarse a giocare con noi.Abbiamo dimostrato chi è più in gamba di loro a gioca-re...!”-“Voi avete vinto perchè noi ci siamo distratte a parlare...!”-“Qualcuno,qualche me -dico vi ha sollecitate a parlare e a non pensare al gioco,che stavate facendo?”-“Non è questione di medico,è che io e mia cognata ci vediamo molto poco e quel poco che abbia -mo,ci sollecita a raccontarci i fatti,che ci sono capitati nel periodo in cui siamo state lon -tane l’una dall’altra!”-“Continuate pue,così noi continueremo a farvi vedere come si vin -ce,mie care figliole” e continuò a bearsi a stuzzicare sua figlia e sua nuora.Elio,rientran- do e,assistendo alla scena,disse:”Ecco le quattro bambine,che non sanno fare altro che perdersi in cose futili e insignificanti...!” Così dicendo,andò a sedersi in un angolo del ta -volo,libero dalla presenza delle giocatrici.Si era appena seduto che Gilda gli offrì un’al-tra sigaretta,sollecitandolo ad accenderla per entrambi.Alla sollecitazione per l’appaga-mento di un vizio,nessuna persona,anche la più morigerata,riesce a dire di no,specialmen -te,in momenti di festeggiamenti e in compagnia di familiari.Così Elio,anche se da non molto aveva terminato di fumarsi la sua sigaretta,affacciato al terrazzino ad ammirare il paesaggio notturno,accettò la sigaretta,che la sorella gli offrì,tirò fuori dal taschino l’ac-cendino,e lo usò per dare fuoco ai due rotoli di carta che avvolgevano del tabacco. ”E’ quello che ci vuole per distendere la propria tensione!”-“Perchè,sei nervosa?Cosa ti è successo?”-“No.Niente di particolare,è solo che,in certi momenti di festa,mi sento alqua-nto triste e senza sapere il perchè.Forse perchè gradirei anche la vicinanza di nostro pa-dre e della famiglia della sorella,che è in America o,forse,perchè non mi sento realizzata appieno nella mia femminilità.”-“Vedi,tu ora hai toccato un tasto non eccessivamente pi-acevole,perchè tu hai fatto in modo che il tuo collega non si facesse avanti per farti qual -che proposta.Allora,il vecchio proverbio,che dice:Chi è causa del proprio mal,pianga se stesso,è più che azzeccato.Con questo,bada,non volgio farti un richiamo.Ma,se tu avessi dato retta ai suggerimenti,che ti sono stati dati in più occassioni,ora potresti anche tu es-sere con una tua personale famiglia e non qui,in comproprietà con quella di altri...!”-“Io non intendevo questo...!”-“Allora,mi sai dire cosa intendevi?”-“Pensavo a quando ero pi -ù giovane,che mi avete impedito...!”-“Ti riferisci ad Aniello,il mio vecchio compagno  di scuola?Se non sbaglio,qualche tempo fa,tu stessa mi hai riferito che si dice di essere impotente e di essere passato al nemico.Mi spiego,che è un uomo che anzicchè gradire di fare l’uomo con una donna,fa lui da donna con gli uomini?Quindi,cosa avrebbe potuto offrirti?Io penso che ti avrebbe dato soltanto ulteriori preoccupazioni e noie.Per una don Pag.21 - -na,avere vicino un uomo che non è un uomo,penso che sia la cosa peggiore  che ci possa essere.Una donna,anzicchè aspettarsi da suo marito di essere accarezzata ed amata,anche,sessualmente parlando,finisce per scoprirlo a fare da donna con un altro uo- mo,non credo  che sia gratificante e soddisfacente.In tal caso,a mio modesto avviso,è mo -lto meglio,per una donna,rimanere da sola per tutta la vita che vivere in una condizione simile...!”-“Hai perfettamente ragione.E’stato solo un momento di sconforto.Mi è già pa -ssato.Ora sto molto meglio,specialmente dopo che ho parlato con te.Ora vado a prende-re le “caragnole”,che so,ti piace mangiarle in queste giornate”.Tale ricorrenza porta con sè il dolce locale,fatto con pasta impastata con uova e poi fritta e bagnata nel miele delle api.”Si,vai a prenderle,che mi farà molto piacere mangiarne qualcuna.Sai,è già passato un bel pò di tempo dalla cena e,qualche vuoto,si è già creato”.Così Gilda si recò in cuci-na a prendere il cestino con i dolci,che comprendevono non solo le “caragnole,ma anche altre,come le zeppole,altra pasta fritta e le pastelle.Dopo aver posato il cestino sulla tavo -la,nel vedere il suo contenuto,la signora mamma intervenne per dire:”Ma,non c’era al-tro?A tuo fratello non piacciono anche le pigne?”-“Si,lo so e,ora,le vado a prendere”. Mentre Gilda andò a prendere le pigne da portare al fratello,che la madre pensava che ne andasse matto,rivolta alla nuora:”Lo sai cosa ha fatto tuo marito,tanti anni fa?”-“Cosa ha fatto ancora?Su,raccontami.Ora mi hai stuzzicato la curiosità.”-“Ti racconto subito cosa fece.Eravamo al lunedì dopo Pasqua.Avevamo preso l’impegno di ricevere la visita di  un pretendente di Carmelina,l’altra figlia,che sta in Venezuela da quando si è sposata. Mancava solo qualche giorno,così ho conservato i dolci della pasqua.I dolci,pensavo di offrirli ai futuri ospiti,non avendo alcuna intenzione e voglia di rifarne di nuovi.Da pre-mettere che a casa nostra non chiudevamo mai nulla.Era tutto aperto.In quell’occasione, il signore tuo marito,tornando in casa,quando noi eravamo fuori per far visita ai miei ge-nitori,vedendo tutti i cassetti e gli stipiti chiusi a chiave,non so come abbia fatto,riuscì ad aprire tutti i tiretti e gli stipiti chiusi,così tirò fuori i dolci,che avevo conservato e chiusi in un tiretto,li spezzettò uno per uno e li rimise nel tiretto e lo richiuse.Per mia fortuna  che,prima del giorno fatidico,andai a visitare quanto avevo conservato e,trovandoli tutti spezzettati,mi sono rivolto ai miei figli per sapere chi avesse fatto il lavoretto.Tuo mari-to,candidamente mi disse:Qui mai nessuno ha toccato nulla e tu lo sai.Perchè,questa vol-ta,li hai chiusi a  chiave?Sarebbe bastato avvertirci sulla causa della loro conservazione e nessuno si sarebbe preso la briga di toccarli.Li ho spezzettati tutti per darti una lezione. Così,un’altra volta,saprai come comportarti.Ben ti sta.Devo dirti che non toccò neanche un pezzettino di quei dolci.Lui non è stato mai goloso di dolci.Dei dolci portati da Gilda, solo quelli fritti assaggerà,perchè non sono dolci,ma delle semplici fritture...!”-“Allora è stato molto dispettoso?”-“Si.Penso che ci sia nato,dispettoso.Tale fatto penso che rientra nella sua natura...!” Infatti,poco dopo Elio ne prese solo una di zeppola e se la mangiò, centellinandosela.”Che ti dicevo?”-“Le caragnole non le mangia?”-“Quelle no,perchè, per lui,sono troppo dolci in quanto sono state bagnate nel miele.A lui,il troppo dolce,ha sempre disgustato...!”-“Però,devo dire che sono veramente buone!Complimenti.Si lascia Pag.22 - -no mangiare molto volentieri.Oltre ad essere molto gustose,sono soffici e non, come,il più delle volte,vengono,stoppose e dure.”-“Grazie”.






                                                   Capitolo terzo.                                                                              Elio,dopo essere stato in bagno per le pulizie del mattino,mentre stava rientrando nella camera da letto,che lo aveva ospitato,si sentì chiamare dalla sorella,che lo invitava ad an -dare in cucina per bere una tazza di caffè,che aveva appena fatto ed era sgorgato dalla caffettiera.”Vieni,così ce lo beviamo fresco,fresco senza che sia passato in frigorifero.”-“Vengo subito.Eccomi.Sai che io il caffè lo prendo corretto.La bottiglia dov’è?”-“Non ti preoccupare,conosco molto bene le tue abitudini o vizi,se vogliamo essere precisi...!”-“Dì tutto quello che vuoi.Io,se prendo il caffè da solo mi dà fastidio allo stomaco,se lo prendo corretto ad un liquore secco,non mi fa niente.Sai anche che il liquore da solo non l’ho bevuto mai,perchè mi fa male...!”-“Già,anche quella volta che ti sei scolato una bot-tiglia intera nella casa di Via Portanuova sul letto della padrona di casa?”-“Che c’entra, questo,ora?Quella fu una particolare occasione,perchè Irma mi stuzzicava,io ero triste  per la storia con Carmela e,feci la fesseria,di scolarmi una bottiglia di curacao bianco...! Ma non vi furono conseguenze cattive...!”-“Si,però te la sei bevuta...!A proposito,tua mo -glie dov’è?Chiamala,così anche lei si beve una tazza di caffè con noi.”-“Peppinella è an data in chiesa con mamma.Solo noi siamo i mattinieri,oltre a quelli che amano andare a pregare,per sentire le sciocchezze,che,abitualmente,vengono rifilate dai mangia pane a tradimento,come chiamava i preti nostro padre.”-“Se non sbaglio,chiami tua moglie così anche quando c’è lei?Glielo hai detto il perchè?”-“Vorresti che le spiegassi il  motivo  per cui la chiamo così?”-“Si,sarebbe giusto.”-“Non so come la prenderebbe se venisse a sapere di essere paragonata ad una capretta,quella che papà mi compro alla nascita...!”-“A proposito,visto che siamo soli,allora posso farti una domanda,ora che non ci sente nessun orecchio indiscreto?-“Sarebbe?Dimmi,cosa c’è?”-“L’altro giorno è passata in ne-gozio la tua cara amica Linetta.”-“Linetta chi?Io non conosco nessuna Linetta.”-“Linetta Colavita di Pietracatella,che tu conosci molto bene.”-“Allora?”-“Mi ha detto di esservi  incontrati a Cassino e che sei migliore di quando ti conosceva lei.Mi è sembrato di capi-re che è ancora pazza di te.Tieni presente che oggi,sia tu che lei,siete sposati.Lei ha an-che un bambino.Perciò,non fate sciocchezze,mi raccomando...!”-“Secondo te,cara sorel- lina,incontrare una vecchia amica,è fare delle sciocchezze?Tuttal più possiamo cercare di tornare a godere le vecchie gioie...!Che male ci sarebbe?Io penso che ci guadagnereb Pag.23 - -be il corpo e lo spirito.Non faremmo del male a nessuno,ma gratificheremmo solo il nostro corpo,tornando a rivivere i bei momenti goduti in passato alla faccia del fratello di Carmela,con il quale era fidanzata.Ora,l’attuale marito di lei,non lo conosco nemmeno.Perciò,che male,pensi,che potrei fargli,gratificando la moglie?Se verrà a cer-care me,vuol dire che lui la penalizza.Io,che non sono cattivo,ma gradisco il bene del prossimo,cercherò di darle quei piaceri,che,diversamente,le sarebbero negati.Perciò,cre-do di fare del bene e non del male,mia cara sorellina.Però,di questo fatto,dimentica tutto e non farne parola ad anima viva,se non vorrai litigare per sempre con il tuo fratellone... !”-“Già dimenticato tutto.Sta tranquillo,dalla mia bocca,la tua capretta non verrà a sape-re mai nulla.”-“Chi sarebbe questa capretta?” Interloquì Benardina,entrando in cucina. ”Noi si stava parlando della capretta,che papà comprò quando nacque Elio e che,poi,ri-vendette quando nostro fratello se ne andò di casa per andare a studiare fuori”.-“Ancora la storia della capretta di tanti anni fa sta,in giro?Smettetela,che è ora”.Così dicendo si sedette e si mise a consumare la sua colazione mentre Elio e Gilda si guardarono negli occhi con un largo sorriso sulle labbra.”Mentre voi finite di fare colazione,io vado a ter-minare di  vestirmi.Non so se poi uscirò a fare una passeggiata per il quartiere.”-“Puoi sempre andare incontro alle oranti signore...!”-“Quelle sono sante e il diavolo non lo ap-prezzerebbero con loro.Perciò,andrò per i fatti miei,da solo”.Il fratellone si ritirò nella ca -mera messa a disposizione loro,per le festività natalizie,Gilda andò a rassettare la loro cameretta,visto che la sorella più piccola,Benardina,si era alzata.Infatti lei rimase in cu-cina a cincischiarsi nel terminare di fare la sua colazione.Quando Elio terminò di prepar-arsi e pronto  per uscire,passando davanti alla cameretta delle sorelle,nel salutare Gilda, lei lo fermò dicendo:”Non sarebbe meglio se tu evitassi di fare certi incontri?”-“Ti rife-risci a Linetta? Io l’ho incontrata per caso.Non pensavo neanche lontanamente a lei.Sai che,all’università io sono il presidente dell’organismo studentesco.In quanto tale,nella mia veste,non posso fare delle discriminazioni.Ho il dovere di trattare tutti alla stessa stregua.Linetta è una studentessa come gli altri e,se si avvicina a me,per chiedermi qual-cosa,non  posso sottrarmi.E poi,tu sai benissimo che io,in quell’occasione,non ho mica posto una pistola nelle tempie di lei,per farmela dare...!”-“Lo so.Ricordo molto bene che fu lei a portarci all’autobus,per farci tornare a Bonefro,così tu e lei sareste rimasti soli e liberi di farti gratificare...!”-“Come vedi,io,tuo fratello,dovevo fare la parte dello stupido e non prendermi ciò che mi veniva offerto?”-“Si.Ma quella era la fidanzata del fratello della tua amante e tu l’hai fatta donna...!”-“Avresti voluto che io rifiutassi la sua vergini-tà?Avrei dovuto fare la parte del finocchio?Avresti gradito avere un fratello simile?”-“Hai fatto bene,però,mettere le corna al fratello della tua amante...!”-“Smettila.Orecchie indiscrete potrebbero sentire ciò che dici.Ora io vado a fare una passeggiata.Sappi che se verrà a cimentarmi,non mi tirerò indietro.Farò,come sempre,il mio dovere di uomo e di maschio.Ciao.Io sarò qui,penso,fra un paio d’ore.Voi,organizzatevi,come meglio credere -te più opportuno.Siete libere delle vostre azioni e senza remore.Ciao”.Salutato,uscì. Dopo avere disceso i cinque piani a piedi per fare un poco di moto,si portò in strada per svoltare verso sinistra,evitando,in tal modo,se avesse svoltato a destra...!di incontrare la Pag.24 - madre e la moglie.Risalì tutta Via XXIV Maggio,portandosi al quartiere CEP e poi inoltrarsi nella pineta innevata di Sangiovannello.La percorse per qualche metro,do-po di che si disse:”Visto che fa freddo e lassù la neve mi sembra che sia in aumento,pro- sieguo per la rotabile ancora per un poco e poi tornerò indietro”.Superato la collinetta, che gli poteva dare tanti ricordi piacevoli e spiacevoli,dipende sempre dal punto di vista personale perchè,esservi stato con una donna,che lo aveva provocato in tutti i modi e che aveva fatto finta di non capire per non compromettersi con lei,non porta ad un ricordo pi -acevole e gratificante per l’amor proprio in merito alla mascolinità...!e si disse:”Forse sono stato sciocco a risparmiarla...!Lei voleva a tutti i costi darmela...!Sono convinto che sarei stato il suo primo uomo...!Ricordo,che avrebbe voluto proprio provare il piacere sessuale con me,in momenti d’ebrezza...!E poi,come sarebbe andata a finire con suo pa-dre?Avrei dovuto accettare che il tutto finisse in mille e una notte,come si dice? Ragio-nandoci,forse,è stato meglio così.Mi sarei inguaiato e di brutto con una donna,che non mi piaceva e che mi stava sullo stomaco...!” Mentre era soprappensiero,una macchina, che incrociò,gli fece cambiare idea e lo riportò ad altri pensieri,perchè,dentro quella mac -china vi era Alfredo Marraffino,il suo grande amico.Alfredo,che stava tornando da Pe-tacciato,dove aveva trascorso la vigilia di Natale con i parenti della moglie,tornava a Ca -mpobasso,volendo stare solo con la moglie,a casa sua.Vedendo Elio passeggiare tutto soletto,si fermò e lo apostrofò:”Elio,dove te ne vai,tutto solo?Che,hai litigato con le don -ne di casa tua?Sali,che ti riporto indietro.Non senti il freddo che fa?” Allora Elio,veden-do e sentendo l’amico chiamarlo,si avvicinò all’auto e gli rispose:”Si, hai ragione,fa un freddo cane.Devo dirti che non ho litigato con nessuno.Sto solo facendo una passeggiata solitaria per riconquistare me stesso e rimanervi in pace.Sai benissimo che,molte volte,se non sempre,le donne,la tranquillità,te la tolgono.Scusami Teresa,ciò che ho detto non è riferito a te o a donne come te.Tu sei alquanto diversa dalle altre,che s’ingegnano solo  per opprimerci.Allora,qualche volta è opportuno isolarci,per riappropriarci di noi stessi. Comunque,grazie per l’offerta del passaggio.Gradisco continuare a passeggiare fra ques-ta arietta fresca,con la segreta speranza che riesca a farmi vedere le cose con maggiore lu -cidezza e ponderazione.Auguri per le festività presenti e future.Michele lo avete lascia-to con i nonni?”-“Sta dormendo dietro,accanto a me.”-“Tanti bacetti al piccolo Michele ed auguri anche per lui.Ciao”.I coniugi Marraffini risposero al cordiale saluto e prosegui -rono il proprio cammino per portarsi nella loro casa.Infatti la loro casa era a poca distan -za da lì,alla fine di Viale XXIV Maggio,vicino al distributore di benzina,davanti al qua-le Elio,poco prima,era passato.Rimasti soli,Alfredo e Teresa,ripensando all’amico,che a-vevano lasciato sulla strada si dissero:”Sembra che Elio non sia eccessivamente felice. Penso che non vada troppo d’accordo con la moglie.Eppure ha mostrato di tenerci tanto a lui,prima di sposarsi...!Gli stava sempre intorno...!”-“Hai detto bene”,aggiunse Teresa. ”Prima di sposarsi.Dopo sposati,avendo raggiunto il suo scopo,avrà mostrato di non es-sere più troppo ineteressata a lui ed ecco il suo atteggiamento.Non ti pare?”-“Penso che tu abbia perfettamente ragione e dopo,si vedrà...!Dopo,li andiamo a trovare per trascor-rere un poco di tempo con loro.Semmai,ci faremo anche qualche partita a carte...!”-“So-Pag.25 - no d’accordo con te.Sai benissimo che con loro sto molto bene.Non per niente Gilda è la nostra commarella,che ha battezzato il nostro Michele.Quindi,io la considero una di famiglia.Non dimentichiamo Elio che,quando nostro figlio aveva bisogno di fare delle iniezioni,lui venne da noi per farcele.Il nostro piccolino era così minuto che quasi si perdeva in una mano aperta...!”-“Lo ricordo benissimo,perciò Elio lo chiamo fratello-ne e come tale lo considero.Se sei del mio parere,nel pomeriggio li andiamo a trovare.”-“Si.Sono convinta che nonna Giuseppina ci offrirà ottimi dolcetti natalizi, che,senz’altro, avrà preparato per il suo pupillo,che è venuto a trascorrere le feste con lei!” Così,dopo a-ver parcheggiato,Alfredo prese fra le braccia il figlio e salì,con la moglie,la scalinata,che li introdusse in casa loro.Il piccolo Michele,avendo il padre,da giovane,contratto una ma -lattia sifilopatica,nacque con qualche problema di salute,che superò con una cura tempe -stiva,fatta dopo pochi giorni nato.A quei tempi molti rimedi non esistevano e non si co-noscevano,per cui era impensabile una cura preventiva per evitare ai nascituri di avere malformazioni,che sarebbero durate per tutta la vita.Trattandosi di Michele,figlio di Al-fredo e di Teresa,entrambi professori e conosciuti,il dottor Italo Testa fece di tutto per fa -re si che facesse una cura idonea a farlo stare bene in futuro.Michele crebbe normale.                                                                                                        Elio,lasciato gli amici e la loro auto,si riportò,senza eccessiva fretta,verso casa,rifacendo a ritroso tutto il percorso,che aveva fatto più di un’ora prima.Giunto al distributore di be- nzina,nei pressi della casa di Alfredo,anzicchè proseguire per Via XXIV Maggio,girò a destra per proseguire lungo la statale,che portava giù,fino a Via Mazzini.Al bivio con il centro abitato,svoltò a sinistra e si riportò,tornando,sempre a sinistra,verso il numero no-vantacinque e salire al quinto piano.Quando rientrò in casa,trovò la moglie alquanto im-bronciata,che lo accolse malvolentieri,con un certo dispetto nel volto e nell’atteggiamen-to.Al che:”Si può sapere cosa è successo?Il prete non vi ha gratificate,nel darvi la benedi -zione e gli auguri di Natale?”-“Noi siamo andate in chiesa per la messa di Natale e,tor-nando,pensavamo di trovarti,per uscire un poco con te.Invece tu non eri a casa.Si può sa-pere dove sei stato per tutto questo tempo?”-“Sapete,mentre passeggiavo,ho incontrato u -na bella ragazza,che mi ha invitato ad entrare in casa sua.Era sola e così,una chiacchiera dietro l’altra,mi ha invitato a seguirla in camera sua per farmi scoprire le sue nuove mu-tandine.Voi,al posto mio,cosa avreste fatto?Non credo che vi sareste rifiutate di andare fino in fondo,per scoprire cosa,quell’indumento delicato,nascondesse.Io,da galantuomo, ho fatto la stessa cosa.Comportandomi così,ho perso un poco di tempo...!Scusatemi se non sono stato qui ad aspettarvi per fare una partita o per prendere il caffè insieme.Lo possiamo fare adesso,ugualmente.Il tempo è a nostra disposizione e ci fa fare tutto ciò che ci aggrada.”-“Ha anche voglia di scerzare il nostro don Giovanni da strapazzo ...!”-“Non raccolgo l’insulto e vado,tranquillo,a bere una tazza di caffè e poi mi porrò a fu-mare una sigaretta alla faccia di chi non mi vuole bene e di chi non lo farà con me”,ri- dendo,si recò in cucina a prendersi il caffè,che aveva detto,ridendo,divertito per essersi burlato delle sue donne e della moglie in particolare.Una volta in cucina,si preparò la “ta -zzulella” di caffè e poi,con molta calma,se la sorseggiò,continuando a ridere sotto i baf-fi,così come si soleva dire,canzonandosi della moglie,ma della madre no,perchè capì l’i-Pag.26 - ronia del figlio e dello scherzo,che volle fare a chi si sarebbe piccato del fatto raccontato.Appena terminato di sorseggiare il caffè,si accese la sigaretta e,fumandosela, si riportò in sala dove le tre donne stavano chiacchierando.”Ce l’hai fatta a tornare?Noi eravamo qui ad aspettare chi si stava sollazzando...!”-“Si può sapere cosa avresti voluto fare?Hai gradito andare a pregare per gli sciocchi,ci sei andata e nessuno ti ha detto nul-la.Io,dopo essermi alzato ed aver bevuto il mio caffè,ho preferito uscire,visto che la vos-tra preghiera durava tanto...!già,ma voi dovevate riverire il prete di turno,altrimenti non vi sareste sentite con il cuore in pace...!povere allocche!”-“Cosa vorresti dire?”-“Che più sciocche di voi,al mondo,non ve ne sono!”-“Se tu non credi,non vedo perchè tutti non debbano crederci.Noi ci crediamo e perciò,in momenti ricordevoli,andiamo a batterci il petto,come dici tu,mio caro marito!”-“E’ meglio cambiare argomento.Ora dimmi,avevi un altro programma,che ti ha fatto uscire dai gangheri?”-“Sarei voluta uscire,per andare a fare gli auguri ai miei.”-“Scusami,ma i tuoi,non stanno in lutto per la morte di tua non-na?Penso che perciò,non gradiranno gli auguri.Sono convinto che meno ti faccia vedere e meglio sia,visto che non sei venuta neanche ai suoi funerali...!”-“Si,ma,ero malata e non potetti muovermi!”-“Vallo a spiegare a quel caprone di tuo zio...!”-“Forse hai ragio- ne tu,come sempre.Sarà meglio non farsi vedere,anche perchè sono passati solo pochi mesi dalla sua scomparsa...!”-“Ora sarà meglio fermarsi a giocare un poco,così vi faccia-mo vedere come si vince e chi è destinato sempre a perdere...!Non è che io amo sempre giocare...!Il fatto è che voi qui ci state molto poco e quel poco che siete con noi,voglio fare di tutto per avervi il più possibile vicini.Sono convinta che giocando,stiamo tutti più vicini e possiamo parlarci,guardarci e sentire il nostro respiro...!”-“L’abbiamo capito fin troppo bene il tuo desiderio e la tua necessità di avere il figliol prediletto vicino e parlar-gli a coro a coro...!”,dissero Gilda e Filomena aggiunse:”Anche a me fa piacere stare a giocare con voi.Noi,prima,giocavamo sempre,specialmente la sera.Ultimamente Elio si è rimesso a studiare e giochiamo molto poco.Non ha più il tempo disponibile che aveva prima.Ora,io sto a scuola al mattino,quindi a casa non ci sono,lui,o a scuola o a studiare o a Cassino ai suoi impegni universitari e,quell’intesa,che ci vedeva sempre vicini,appic-cicati,non c’è più e,quindi,qui,non avendo più gli impegni citati,lo posso sentire di più vi -cino a me!”-“Già,come se le facesse difetto,la mia assenza...!Perchè non dici la verità? Perchè non partecipi anche loro del fatto che preferisci trastullarti fuori casa?Tutto ciò non è perchè io non sono a casa.Tu sai benissimo che io sono un sedentario e che,perciò, a casa ci sto molto bene,a differenza di te,mia cara moglie...!Le bugie hanno le gambe corte e non vanno dette,se non si vuole fare brutta figura...!”-“Su,giochiamo e non mette -tevi a litigare.Oggi è Natale e,in questo giorno di festa,si vive solo in pace e non in litigi inutili e deleteri.”-“Ecco le carte e mettiamoci intorno al tavolo.Intanto ho preso anche il cestino con i dolcetti,così ce li “spizziculiamo” giocando.”-“Hai fatto bene,interpretando quasi il mio pensiero.”-“Li ho preso,sapendo che poco dopo mi avresti fatta alzare per an -dare a prenderli...!Anch’io voglio stare seduta con voi e parlare piacevolmente.Non a- mo essere disturbata e mandata a destra ed a manca per prendere o questo o quello...!”-“Vedi,qualcosa l’hai dimenticata.Perciò devi alzarti di nuovo.”-“Cosa avrei dimentica-Pag.27 - to?”-“Da bere,mia cara figliola,sai che non si mangia senza bere...!”-“Hai ragio -ne.Ci penso subito”.Così,si alzò ed andò a prendere una bottiglia di spumante e i bicchi-eri per tutti e quattro.Benardina era uscita a passeggiare per il Corso e ancora non rientra -va.Tutti e quattro,seduti,iniziarono a giocare.Le coppie erano fisse.Giouseppina voleva giocare solo con suo figlio e l’altra coppia era costituita dalla figlia e dalla nuora.Appena terminata la prima partita,Gilda si alzò dicendo:”Mi devo alzare ugualmente.Il sugo,che sto preparando,ha bisogno di essere controllato,se non voglio che si attacchi alla pentola ...!” Alle dodici e trenta,erano ancora immersi nel loro gioco di carte sia per fare la scopa che la briscola,altri tipi di gioco le donne non ne sapevano fare,rientrò Benardina,che su-bito,infreddolita,incominciò a smaniare:”Ma,in questa casa,non si mangia?”-“Avresti vo -luto che ti portassimo da mangiare in mezzo alla strada,evitandoti di risalire fin qui,da noi?Un’altra volta ce lo fai sapere e cercheremo di provvedere.Non ti vergogni a prote-stare?Stai rientrando solo ora,senza aver fatto nulla,ma solo di esserti alzata,fatto colazio -ne,vestita sei uscita a passeggio.Rientri senza aver fatto nulla e pretendi, cosa?Dillo,fac-celo sapere, così ci regoliamo per il futuro,mia cara figlia,prepotente e pretendente...!”-“Ma’,non darle retta.Si vede che in giro,per il Corso,non ha incontrato chi desiderava ed ora se la vuole prendere con noi,che non abbiamo alcuna colpa”,rivolta alla sorella:”Ora vatti a cambiare,mettiti gli abiti di casa e poi,vieni in cucina a darmi una mano.Oggi,es-sendo Natale,mamma dovrà riposarsi e non le faremo fare nulla.Prepareremo tutto noi,io e  te.Quando sei pronta,mi chiami e vengo in cucina a finire di preparare”.Il tono di Gil-da non permetteva repliche.Al che Benardina andò a cambiarsi per poi affacciarsi alla sa -la ed invitare la sorella a seguirla.Alle tredici,dopo aver preparato la tavola con la tova-glia della festa e posto posate e vino,le due sorelle andarono a prendere in cucina un vas-soio pieno di tagliatelle condite con ragù alla bolognese,ricco di carne macinata e fuman -ti,lo deposero sulla tavola e invitarono i presenti a prendere posto.Al che tutti si sedette-ro al proprio posto:Elio a capotavola,accanto a lui,sulla sua destra,la moglie e sulla sua sinistra la madre.Da una parte e dall’altra seguivano,a destra Gilda e a sinistra Benardi-na.”Buon appetito e,di nuovo,auguri per Natale,sperando che il prossimo anno ci veda ancora in ottime condizioni,come quest’anno”.Tutti risposero positivamente all’augurio e incominciarono a mangiare.Terminato di pranzare con il primo piatto,le due sorelle an -darono in cucina a prendere la carne al ragù per il secondo,tornito con l’insalata,che Eli-o non  mangiava.”A te,sapendo che non mangi verdura cruda,da quando hai avuto il pa-ratifo,non l’abbiamo messa.In cambio,però,ti abbiamo messo più carne.”-“Grazie per es-servi ricordate!”-“Chi si può dimenticare del proprio fratellone?” Dopo il secondo,seguì la frutta:uva,mele e banane.Dopo la frutta,Gilda tornò in cucina e portò la pastiera.Il tipi-co dolce molisano,fatto da una sfoglia d’impasto con uova e,riempito di riso cotto,impa-stato con composto di uova e ricotta.Dopo tale preparazione,viene messo il tutto in una teglia e infornata per la cottura.Al palato,si mangia fredda,è una squisitezza.”Hai fatto an -che la pastiera?Ottimamente e grazie.”-“Cosa volevi,che quest’anno,che mio figlio veni -va a trascorrere il Natale con noi,io non facessi la pastiera?Vedrai,ti piacerà.”-“Si.lo so che è squisita e che si mangia molto volentieri.E’un dolce prelibato e rinomato fra tutti i Pag.28 - buongustai nazionali e non”.Così,in silenzio,tutti se la gustarono e vi brindaro-no,tornando ad augurarsi una felice festa.Dopo il pranzo natalizio,Elio disse:”Penso che sia meglio interrompere la giornata con un riposino pomeridiano.Sapete che a me fa pia-cere farlo,senza alcuna distinzione.”-“Sappiamo che tu il riposino sei abituato a farlo,sia d’estete che d’inverno,senza eccezioni.Se vuoi,vai.Noi rimaniamo a chiacchierare.”-“Si. Vai,anch’io resto a chiacchierare con loro.Non vengo,per oggi,a fare il riposino con te.E poi,questa mattina,mi sono alzata tardi ed ora non ho nè sonno e nè voglia di venire a dis -tendermi sotto le coperte,per raffreddarmi.”-“Ma,attaccata a me,ti raffredderesti?”-“Cer -to, perchè non ho alcuna voglia di fare ciò,che intendi tu,per riscaldarmi.Vai,noi donne rimaniamo qui a chiacchierare fra noi e a raccontarci anche le barzellette per fare due ri-sate.Voi uomini non siete indispensabili.Possiamo farne a meno.”-“Hai ragione.Noi sia-mo sempre autosufficienti e non abbiamo bisogno degli uomini...!”-“E’ meglio che va-da,senza rispondere!” concluse Elio e,si ritirò in camera,per sottoporsi alle coperte di la-na,che sua madre aveva messo a disposizione sua e della moglie.Una volta infilatosi fra le lenzuola,accucciandosi,non potè fare a meno di pensare che sarebbe stato molto bello potersi abbracciare alla moglie e,dopo,in una completa armonia,far incastrare i loro due corpi in un estasiante sesso.Essendo solo,fra quelle calde lenzuola,non gli rimaneva che il rimpianto di ciò che desiderava,da quello che avrebbe potuto fare,distendersi fra le col -tri e cercare di riposare un poco,prima di rialzarsi e tornare ad ascoltare le ciarle delle donne,che aveva lasciato in sala.Sopraffatto dal rimpianto e dai fumi del poco vino,che aveva bevuto,si appisolò.Rimase nel dormiveglia fino alle cinque.Sentendo il desiderio di fumare una sigaretta,si alzò e,dopo essere stato in bagno per sciacquarsi il viso,tornò in sala per chiedere un caffè e poi fumare una sigaretta.Gilda,vedendolo:”Finalmente ti sei alzato?Sembrava che il sonno o la stanchezza ti avesse assalito.Ora,cosa vuoi?”-“Vo-glio un caffè,prima di fumare una sigaretta e svegliarmi del tutto.”-“Non desideri altro?” Intervenne Filomena.”Perchè,tu hai bisogno d’altro?” Si stavano scambiando simili bat-tibecchi,che suonarono al portone.Benardina era uscita,era andata al cinema,per cui Giu-seppina fu costretta ad andare a rispondere al citofono.Sentirono risponderle:”Salite,ci siamo tutti,ad eccezione di Benardina”.Filomena ed Elio si guardarono in faccia in modo interrogativo,quasi avessero voluto scoprire,nel volto della persona,che stava difronte,il nome delle persone o della persona,che stava andando a far loro visita.Giuseppina,dopo  avere riattaccato la cornetta del citofono,si affacciò sulla porta della sala gridò,per far  sentire anche a Gilda il nome delle persone,che stavano arrivando:”Viene Alfredo e Tere -sa.Non so se con loro c’è anche il figlio Michele.”-“Allora il caffè,semmai,ce lo prendia -mo dopo,con loro,che ne dici tu,Elio?”-“Per me va benissimo.Insieme potremo prende-re,non solo il caffè,ma anche qualche altra cosa.”-“Ora,mi raccomando,niente brighe e di -scussioni inutili.Anche se amici,sono sempre degli ospiti,che vengono a trovarci per fa- re gli auguri di Natale.”-“Sta tranquilla.Noi non siamo dei primitivi,che cercano,di pro-posito,di mettere in difficoltà gli ospiti ed amici”,aggiunse Filomena.Intanto Giuseppina, seguita da tutti gli altri,si affacciò sulla porta in attesa che Alfredo,Teresa e Michele,us-cissero dall’ascensore.Una volta fuori,dopo il regolare e normale saluto,si scambiarono Pag.29 - un bacio sulle guance,come accade fra le persone di famiglia.Il piccolo Michele un ragazzino di un cinque anni,fu subito abbracciato da Gilda,che lo aveva battezzato e che,fra loro,vi era un certo cordialissimo rapporto.Così tutti e sette entrarono in casa per sistemarsi in sala e iniziare a degustare i dolcetti tradizionali di Natale,seguiti dal caffè, che tutti gradirono e gustarono.Solo il ragazzino non bevve il caffè ed Alfredo,Gilda,Fi- lomena ed Elio,dopo il caffè,si diedero a fumare la sigaretta,che gustarono in estasi. Alfredo e Teresa erano laureati in lettere.Lei insegnava e lui si era dato alla politica,dive -nendo dirigente del Partito Comunista Italiano,prima segretario provinciale,poi regiona-le e per ultimo deputato per una legislatura.Era stato confidente di Elio al suo ritorno da Praga e gli aveva dato anche una mano per l’esame di stato.Infatti,quando entrarono nel-l’appartamento,vedendo Elio,si abbracciarono chiamandolo il fratellone.Al che il giova-ne:”Ora ci prenderemo il caffè in modo piacevole con la sacra famiglia,madre,padre e fi-glio.Prima,quando ci siamo visti,eravate in macchina e mi siete apparsi in ottima forma. Vedendovi ora,devo dire,in splendida forma e che meglio non potreste stare.Complimen -ti.Tu,Michele,vai già a scuola o rimani in casa ad attendere che i tuoi genitori vi torni-no?” Al che Teresa:”Michele andrà in prima ad ottobre prossimo.Per ora è rimasto a ca-sa con mamma e ci ha aspettati per il pranzo e la cena per stare a giocare con noi”.Poco dopo intervenne la padrona di casa per offrire i dolcetti fatti da lei,che i due gradirono molto,dicendo:”Incominciate con questi,mentre Gilda prepara il caffè,che ci consentirà di fumare la sigaretta,senza la quale non vivreste bene,viziosi,che non siete altro.”-“Cosa vuoi,mamma Giuseppina,oramai è un vizio,che ci è entrato nella pelle e non ne possia- mo fare a meno.Tu hai ragione a dire che è un brutto vizio...,ma...!”-“Tu hai avuto sem-pre la fortuna di non essere impegnata,come noi,in certe situazioni di attesa,che ci hanno indotti a questo vizio...!” aggiunse la strega,che voleva avere sempre l’ultima parola a su -a disposizione.Mentre stavano perdendo tempo ad esprimersi in chiacchiere inutili,inter -venne Gilda con la fumante macchinetta di caffè,le tazzine e lo zucchero,posti in un vas -soio.”Eccomi pronta per farvi gustare la miscela,che mamma preferisce.”-“La sappiamo e,ti posso dire,che la troviamo eccellente.Mamma Giuseppina ha ottimi gusti e,per fortu- na,offre anche a noi la possibilità di apprezzarli”,aggiunse Teresa.Intanto Michele se ne stava intorno a Gilda,con la quale si sentiva molto amato e protetto.Anche lui le era mol -to legato e la trattava come una seconda madre.E Alfredo:”Su,versaci subito questa me-raviglia di gusto,così potremo fumarci la sigaretta,che,noi fumatori,stiamo aspettando  con molta ansia”.Allora Gilda si affrettò a versare nelle tazze il caffè,che i fumatori,con molta rapidità,ingoiarono senza accorgersi se fosse bollente o freddo.Al che Alfredo:”A- vete sentito che sapore?Mamma Giuseppina sa veramente scegliere le cose migliori.E no -i le siamo molto grati,così le possiamo godere assieme a lei.Elio,prendi una delle mie si -garette.O,tu non fumi senza filtro?”-“Sono le stesse,che fumo sia io che mia moglie.Noi non andiamo tanto per il sottile.Non siamo sofisticati,perchè sappiamo che il filtro neu-tralizza il sapore e il gusto della sigaretta.Senza si ha la piena essenza del tabacco e senti un sapore più genuino e pieno.Al contrario del filtro,che ti fa venire in bocca e in gola so -ltanto aria filtrata e basta.Quell’aria calda ti rovina solo i denti e la gola senza darti nul- Pag.30 - la,che vada a soddisfare anche il tuo stomaco,oltre ai tuoi polmoni!”-“E’ pro-prio vero.Elio ha sempre ragione in tutto ciò che si tratta” concluse Teresa,che era una grande simpatizzante del giovane.Tanto che qualche maligna soleva dire che fosse paz- zamente innammorata di lui.Fra loro non ci fu mai alcun che d’altro,se non di semplice e pulita amicizia.”Allora,che mi dite delle pezzelle,che ho fatto e della pastiera?”-“L’unica cosa che si possa dire,è che,prima la nostra bocca sembrava desiderare un qualcosa,che la facesse sentire soddisfatta ed appagata.Dopo i tuoi dolcetti,pastelle e pastiera,io perso-nalmente,mi sento tanto soddisfatta,da non pensare minimamente a gradire altro.La boc-ca,così come si sente ora,non mi sembra che abbia mai goduto tanto!”-“Io,invece,quan- do mi trovo qui e riesco a gustare queste delizie,sento solo il desiderio di cambiare casa per poter essere sempre soddisfatto in tutti i miei più reconditi desideri”.Aggiunse Alfre-do. “Mia suocera è una vera artista dell’arte culinaria in generale.Per me ha le mani san-te che riescono a far vivere tutto ciò che toccano.”-“Siete troppo buoni.Avete voglia di farmi arrossire.Io posso solo dirvi che,se mangiate ciò che vi offro con tutto il cuore,mi gratifica.Non voglio pensare che lo facciate per farmi piacere,perchè mi sembra di nota-re che mangiate con gusto e ciò vuol dire che gradite tutto ciò che vi offro...!”-“Mamma è molto modesta.Basta pensare che ha saputo crescere ben cinque figli...!” Concluse Gil-da per evitare altre considerazioni imbarazzanti per la madre,che non ha mai amato esse- re incensata.”Lo sappiamo e ne parliamo sempre con molta simpatia e piacere.Natural- mente non omettiamo e trascuriamo la nostra illimitata ammirazione,cara Gilda”,disse Teresa,che continuò dicendo:”Per evitare di annoiare tua madre,propongo di fare ciò che lei gradisce molto.Io so che lei ama giocare a carte,perchè è quasi sempre da sola per tut -to il giorno e,quando,finalmente,riesce ad avere la compagnia di altre persone,per evita-re che vadano via troppo presto,gradisce giocare a carte per far si che non si annoino e re -stino il più a lungo possibile con lei.Perciò propongo di giocare un poco a carte noi gran -di.Io faccio coppia con Elio e lei con Alfredo.Così vedremo chi delle due coppie ci sa fare di più e meglio.”-“Sono d’accordo e condivido anche la divisione,che ha fatto Tere-sa.Anche se gradisco sempre giocare con mio figlio...!Però,anche Alfredo,è come un mi-o figlio,e va ugualmente bene”.Così le due coppie si avvicinarono al tavolo e iniziarono  a giocare per fare la scopa.Giuseppina non conosceva nessun altro gioco! Giocarono per ben due ore e smisero solo quando tornò Benardina,che manifestò il desiderio di cenare. Allora Gilda,rivolta alla famiglia Marraffino disse:”Benardina è tornata affamata.Ora preparo anche per voi,che ne dite di rimanere a cena tutti insieme?”-“Noi ti ringraziamo, ma,andiamo via,perchè siamo attesi a casa da mia suocera,che sta con noi fino all’Epifa-nia”,disse Alfredo.Così dicendo si alzarono ed andarono via,dopo essersi salutati con ab- bracci e baci generalizzati.                             



Pag.31                                               Capitolo quarto.                                                                                                                        Il ventisei mattino,ancora nel letto,Filomena disse al marito:”Oggi vorrei fare visita ai miei zii in Via Larino.Tu,cosa ne dici?Ci vieni anche tu o vuoi che vada da sola?”-“Tu, cosa preferisci,andare da sola a far visita o gradisci e preferisci anche la mia presenza?”-“Mi farebbe piacere andare insieme,per stare poco e poi,per evitare che mio zio mi possa dare addosso,per la morte della nonna...!”-“Non ci sono problemi.Dopo,verso una certa ora,ci prepariamo ed andiamo.Ora,però,perchè non ti decidi a fare il tuo dovere di mogli -e?”-“Ma,non hai paura che possa entrare tua madre?”-“Mia madre,in questa camera,do- po che l’ha ceduta a noi,per ospitarci,verrebbe solo dopo che noi ci si sia alzati...!Lei è molto discreta e,non è,minimamente,invadente.”-“Allora,facciamolo e senza perdere tem -po.In tutta fretta e poi ci alziamo per andare a bere la tazzulella di caffè,come dice,appu -nto,lei.” Già la simile espressione,facciamola e senza perdere tempo,smonta e porta,qua  -si a volerne fare a meno.Il fare sesso fra coniugi,dovrebbe essere il momento culminan- te di atti,che l’abbiano preceduto e che portano a consumarlo in modo gratificante e pia-cevole.Invece,per lei era e doveva essere un mero fatto meccanico,penalizzante per Elio, che non amava farlo con una qualsiasi donna,ma con una di suo gradimento,dopo una ce -rta preparazione fatta di carezze,baci e giugiole varie.Il farlo in modo meccanico gli se- mbrava come il realizzarlo con una donna da strada,che si paga per farlo,cioè,con una prostituta,con la quale non era mai andato,se si esclude quella di Rabat.A malincuore,es-sendo molto eccitato,si spostò sopra la moglie e la infilò per consumare l’atto sessuale, che,in quelle condizioni,non era eccessivamente gratificante...!Al termine,rinfilatosi nel suo pigiama,si alzò,per portarsi in bagno ed effettuare le pulizie del mattino,prima di re- carsi in cucina e sorseggiare il suo caffè corretto ed accendere la sigaretta,la prima della giornata.La madre,raggiungendolo,gli chiese:”Hai dormito bene o hai sentito freddo?”-“Tutto bene,non hai bisogno di preoccuparti di nulla.Solo che,essendosi fatte,quasi le no -ve,ho creduto opportuno alzarmi e,volendo fumare la prima sigaretta,sono venuto a ber- mi la tazzulella di caffè,come dici sempre tu.”-“L’interessante è che tu sia stato bene.Il resto non conta,sono,come dici tu,quisquilie.Ora,visto che sono qui,la tazzulella di caffè me la prendo anch’io.A differenza di te,io me lo bevo da solo il caffè,senza la correzione che è fatta per i viziosi,come mio figlio,buongustaio.Lo so che lo correggi per essere al-lergico sia al caffè che al cognac e che insieme riesci a tollerarli...!Meglio così”. Dopo a-ver bevuto il caffè,anche lei si ritirò in bagno e,poco dopo:”Se tua moglie è sveglia,pas-so a chiederle se vuole il caffè.”-“Si,puoi andarci,è sveglia.Forse,anche lei si sarà alzata e,penso,che,fra poco,usciremo,per passare in Via Larino,dai suoi!”-“Si,fate bene ad an- darci,per salutarli,anche se sono a lutto.Però,nonna Rosina,non era una bambina,aveva i suoi quasi cento anni...!”-“Hai ragione,ma l’età,in certe circostanze,non si conta.Quello che vale,che interessa,è l’affetto,che ci ha legati e ci lega alla persona scomparsa.Eppoi, Angiolino è sempre il suo unico figlio,che le era rimasto e con il quale era vissuta tutta la vita!”-“Hai ragione.Portate anche i miei saluti,se ci andate.A fare le condoglianze,noi ci siamo stati...!”-“Non ti preoccupare,sarà compito nostro portare i tuoi saluti alla fami-glia Scarlatelli.Ora,se tu te ne vai,io mi metto a fare il solitario,in attesa della mia  stre-Pag.32 - ga”.La parola strega la disse sottovoce,non volendo farsi sentire da chi non a-vrebbe dovuto sentire l’appellativo,poco gratificante...! ”Da quando la stai chiamando per nome,tua moglie?”-“L’ho considerata sempre tale,anche se non ne ho fatto parola con nessuno,fino ad oggi.Comunque so,che,per quanto mi riguarda,sai tenere un segre-to.”-“Ti ho mai tradito?Sai che avrei avuto moltissime possibilità di farlo e molti motivi plausibili.Hai dimenticato come ti chiamano?”-“Il pupillo di mamma.”-“Perciò,il pupillo lo si tradisce? Il pupillo non lo si mette mai in difficoltà,specialmente,con la moglie.Ora vado a preparare alcune cose,che tengo da mettere in lavatrice.Eccoti le carte e fa il tuo solitario in pace”. Uscendo,si tirò dietro la porta,per far stare tranquillo suo figlio,il qua-le si pose a fare il solitario di Napoleone con le carte,che la mamma gli aveva dato.Rima -se a trastullarsi per quasi mezz’ora,quando la moglie entrò e gli disse:”Se tu sei pronto per uscire,lo sono anch’io.Quando vuoi,possiamo andare.”-“Ora metto il cappotto e andi -amo.”-“Metti anche il berretto e la sciarpa.Sai,fa molto freddo.Qui non abbiamo la tem-peratura mite di Venafro.Quando incoccia,si fa sentire e anche troppo.Perciò,per quei po -chi giorni,che rimarremo qui,non credo che sia il caso di ammalarsi!” Allora Elio,senza rispondere,pensò subito all’appuntamento,che aveva con Linetta,dopo le vacanze natali-zie.Pregustando il nuovo incontro con lei,baldanzoso,si incappucciò,avvolgendosi la sci-arpa di lana intorno al collo,seguì la moglie in ascensore,dopo avere salutato la madre e le sorelle,che rimanevano a casa.”Fate buona passeggiata e ci rivedremo per il pranzo,se non prima.Come volete fare,farete.Ciao”.Li salutò Giuseppina,affacciata alla porta di ca-sa,mentre scendevano in ascensore.Giunsero in strada che un venticello molto freddo col -pì il loro corpo.Al che lei:”Che ti avevo detto?Questa notte ha fatto ancora un poco di neve e l’aria si è abbassata di nuovo.Ieri,quando sei uscito tu,si poteva ancora andare in giro a passeggio...!Ora,che andiamo con la macchina,non correre.Tanto non abbiamo fre -tta nè di andare e nè di tornare.Non dimenticare che siamo in villeggiatura e che non do -bbiamo rincorrere nessun treno,che ci parte...!”-“Non preoccuparti.Io non sono stato ma -i un incosciente,ma sempre responsabile delle mie azioni.In tutti questi anni,che siamo stati insieme,penso,di averti dato prova,della mia eccessiva responsabilità,nelle cose,nel-la e della vita.Io,già quando siamo andati alle nozze di tuo nipote,ti ho degnamente dimo -strato come riesco a viaggiare sulla neve.Quindi,raccomandazioni simili,a me,proprio non sei tenuta a fare.La dimostrazione,se ancora ce ne fosse bisogno,te la darò.Ora vedra -i”.Così dicendo,avviò il motore dell’auto e,lentamente,con una marcia bassa,fece sposta -re l’auto  e si portarono,senza scossoni e frenate brusche,in Via Larino,dove,al lato del cinema Ariston,parcheggiò e invitò la moglie a scendere.Al numero quattro,dopo aver su -onato,entrarono per salire al primo piano.Sulla porta di casa c’era sua zia,Clora,che li abbracciò e baciò con molto affetto.Angiolino era seduto intorno al tavolo e non si mos-se.Rimase impassibile a far finta di leggere il suo giornale.Entrando,i due salutarono e a malapena si sentirono rispondere.Elio,percependo l’atteggiamento dello zio di lei,la pre-se per il braccio e la tenne stretta,come per farle capire di non lasciarsi fuorviare dall’at-teggiamento deleterio dello zio.In quel momento rivide il bacio,che si diedero in pubbli-ca strada sulla bocca e capì che era geloso di lei.Capì e si rese conto che fra loro due c’e-Pag.33 - ra ben altro del semplice rapporto che c’è e dovrebbe esserci fra zio e nipote.Ca -pì che se lei lo aveva sposato,il motivo era da ricercarsi in ciò che lui aveva fatto da mol -ti anni.Sul momento non volle approfondire l’argomento,ma si propose di farlo al mo-mento opportuno,quando,cioè,gli avrebbe fatto comodo.”Come mai siete qui?Noi non vi aspettavamo.Potevate anche non prendervi questo disturbo.Dovresti sapere che,in alcune circostanze,non sempre si è graditi...!” Elio,che non amava avere peli sulla lingua,rispo-se per la moglie,dicendo:”Noi non abbiamo affatto pensato di non essere graditi,altrimen -ti non ci saremmo  presentati,qui,da voi.Perciò,cogliamo l’occasioe per chiedere scusa e ce ne andiamo da chi gradisce la nostra compagnia e presenza.Arrivederci”.Prese la mo-glie sotto braccio e la sollecitò ad andar via.A quel punto zia Clora,li trattenne dicendo: ”Non fateci caso.Angiolino non sta bene e,a volte,non ragiona più come una volta.Ora, state qui e fate finta di essere venuti a fare visita a me,soltanto.Io sono felicissima di ac-cogliervi con tutti gli onori,quei grandi onori,che ti spettano,mio caro nipote.Tu sai benis -simo la stima ed il rispetto,che ho per te.Su,vieni.Sedetevi e raccontatemi come avete trascorso il Natale.A  me,solo a me,interessa”.Mentre invitava la nipote e il marito a se-dersi con lei, non potè fare a meno di ricordare di avere,da sempre,saputo il rapporto par -ticolare,che vi era fra suo marito e la nipote.Da sempre aveva saputo di essere stato un suo uomo,tanto che,quando Elio andò a Torino per la causa contro il comune di Vercelli, egli aveva provveduto a tirar fuori,dal seno della nipote,un feto,presente lei e poi,anche Giuseppina vi capitò  per caso e lo vide con le mani insanguinate,mentre Filomena era di -stesa sul letto con le gambe divaricate,disponibile a farsi estrarre un feto dal suo corpo, dal fratello di sua madre...!Un attimo,che la portò a dire:”Povero Elio,tu sei il migliore  di tutti!Non farci caso alle cattiverie di mio marito.Sai,lui ha perso la testa...!” Intanto an -che la strega,notando l’atteggiamento così brusco e reiettivo dello zio,per qualche atti-mo,fu invasa da ricordi non sempre piacevoli.Le tornò alla mente quando,in un pomerig-gio d’estate,mentre sua nonna era andata a Capracotta ad incontrare il suo amico Di Lo-nardo,motivo per cui non aveva voluto fare il viaggio verso l’America per raggiungere il marito,fu abbracciata dallo zio Angiolino,buttata sul letto e denudata.Subì i baci su tutto il suo corpo e  poi la violenza sessuale da parte di lui,che avrebbe dovuto proteggerla,per essere rimasta senza madre e senza padre...!Lei,che viveva per il cinquanta per cento a Castel del Giudice e l’altro cinquanta per cento a Sant’Angelo del Pesco,non avrebbe a-vuto nessuno a  cui raccontare l’accaduto,per lamentarsene.Lo subì e subì ripetutamente giorno dopo giorno lo stesso trattamento,anche se,all’inizio,le fu fatto considerare un gio -co,ma che un gioco,per lui,non lo fu mai,anzi...!Filomena era diventata donna,anzitem-po.Era stata dominata e sottomessa a subire sesso,da chi avrebbe dovuto tutelarla.Quel dominio si era protratto nel tempo e fu tanto forte,potente e prepotente da averla indotta a rifiutare la prima gravidanza con suo marito,non solo,ma l’aveva portata ad assogget-tarsi,con molta facilità,a qualsiasi uomo l’avesse voluta...!Da quel giorno incominciò a sentire imperiosa la necessità di fare sesso.Ma,mentre lo stava facendo,il fastidio della prima volta,le tornava imperioso,e così finiva per costringere chi lo stava facendo con lei,ad interromperlo.Era più forte di lei.Quell’atteggiamento e realtà le aveva distrutto la Pag.34 - vita,la sua esistenza.Con tutta la buona volontà,che ci aveva messo e che ci met -teva,aveva finito per distruggere il bel rapporto,che poteva nascere,piacevolmente,con suo marito.Invece...!Rivedendo quel suo passato,aveva solo voglia di piangere,di fare u- na tragedia ma,la sollecitazione di zia Clora,che l’aveva presa per il braccio e condotta a sedersi,un poco la distolse e messasi a sedere,rivolta alla donna:”Tu,come hai trascorso  il Natale?”-“Sai,sono andata in chiesa a pregare.Ce ne tanto bisogno,vista la cattiveria, che ci circonda!” Pensando di essere scoperta dal giovane,perchè sapeva che andava a leggere oltre le righe di ciò che veniva detto,subito si riprese e continuò:”Dimmi,caro E-lio,cosa posso offrirti?”-“Ti ringrazio.Per ora nulla.Poco fa,abbiamo bevuto il caffè e fu-mato la sigaretta.Ti ripeto,per ora non gradisco nulla.Grazie.Ora,siediti anche tu e parlia-mo un poco fra noi.Filomena,quando ci fu il fatto spiacevole della morte della nonna,era a letto,fuori coscienza.Vi è rimasta tre o quattro giorni.Poi,in convalescenza,non me la  son sentita di informarla della scomparsa,dell’accaduto...!”-“Hai fatto benissimo.” -“Si. Poi,c’è da tener presente che,avendola cresciuta,si è sentita sempre legata a lei.Saperlo a breve,le avrebbe nociuto e il medico mi ha consigliato di non dirle nulla del fatto.Ed io ho seguito quel consiglio.Perciò,ci tengo a precisare e mettere in risalto il fatto che non ci è stata cattiva volontà o malevolenza o noncuranza...!”-“E tu,cosa desideri,mia cara nipote?Cosa posso offrirti?”-“Stiamo un poco seduti a chiacchierare.Più tardi vedremo”. Mentre zia e nipote incominciarono a farsi delle confidenze,Elio si alzò ed affacciò alla finestra,che dava verso Via Larino e si impose di guardare fuori,per evitare di dialogare con le persone,che erano dentro.Infatti,poco dopo,il suo sesto senso lo portò a chiedere il permesso di andare a fare una passeggiata fuori,in giro,per la città.E la moglie:”Se vuoi andare a fare una passeggiata,basta che rientri fra una mezz’oretta e ce ne andiamo dai tu -oi.”-“D’accordo.Allora,a più tardi,io faccio una passeggiatina per il Corso e poi torno e ce ne andiamo”.Così dicendo,imboccò la porta d’ingresso e si portò di nuovo in strada, per salire verso Via Orefici e raggiungere Piazza Prefettura ed essere,prima davanti alla cattedrale e poi alla stessa Prefettura del capoluogo molisano.Si sentiva stordito e la pre-senza degli Scarlatelli,proprio non la sopportava.Infatti Clora gli aveva fatto sparire una vecchia bibbia,che lui conservava con molta gelosia e cura per essere il ricordo di fami-glia,del bisnonno Antonio.Il fatto gli aveva creato non poco fastidio e noia.Perciò,la pre-senza di ladri,non era disponibile a sopportare.La falsità congenita di quella gente,che non aveva avuto riguardo per niente...!E poi,c’è da dire che Angiolino era stato costretto a mettersi fuori ruolo da segretario comunale,per motivi di appropriazione indebita,si dis -se,politica...!Però, sempre di appropriazione indebita si trattava...!Perciò,trovandosi fuo -ri,lontano da certa gente,si sentiva più a suo agio.Passeggiando incontrò diverse perso-ne,che conosceva benissimo.Si unì a lui Angelo Mangiacavallo,sia per farsi gli auguri di rito e sia per salutarsi,dopo tanto tempo,che non si vedevano.Per il Corso,passeggiando, incontrarono anche Nicola Mancini,che si unì a loro,dopo avere stretto la mano ad entra -mbi e fatti gli auguri.Fecero un solo giro di andata e ritorno per il Corso che Elio li salu -tò dicendo:”Scusatemi.Io,ora,sono un uomo sposato.Ho degli impegni,che voi non ave-te ancora.”-“E che non avrò mai!” rispose Angelo e Nicola:”Speriamo il più tardi possi-Pag.35 - bile,perchè,da scapoli,si sta molto meglio”.Elio,salutato di nuovo gli amici,con una stretta di mano ed augurato un felice e sereno nuovo anno,si riportò in Via Larino  per riprendere la moglie e tornare in Via XXIV Maggio al numero novantasei.Una volta in auto,chiese alla moglie:”Com’è andata,senza di me?”-“Sarebbe stato meglio non an-darci.Mio zio è un vero caprone.Abbiamo fatto bene ad andarcene a Venafro,lontano da qui...!” In silenzio i due fecero partire l’auto e,con un certo sospiro di sollievo,furono nu -ovamente in Via XXIV Maggio per risalire da Giuseppina,Gilda e Benardina che li ac-colsero con gioia e felicità.In coro dissero:”Che piacere avervi di nuovo qui con noi.An-che se,per poco tempo,che siete stati fuori,ci siete mancati molto.La casa è sembrata vu-ota senza di voi”.Giuseppina aggiunse:”Non ci siamo messe d’accordo.La verità è che noi,senza di voi,ci sentiamo sole,molto sole.Sembra che ci manchi qualcosa di molto im-portante.Perciò,venite e raccontateci come è andata in Via Larino.”-“Sarebbe stato megli -o non andarci.Starei molto meglio...!”-“Se non sbaglio,questo è stato il motivo,che ti ha fatto sposare mio fratello.No?Non è vero?”-“Hai ragione.Se mi fossi trovata bene di là, penso che non ci saremmo sposati...!” Allora Elio,per smorzare i toni,che si stavano fa-cendo molto ardenti,intervenne per dire:”Io,un’altra tazzulella di caffè,la prenderei mol-to volentieri.Voialtre no?Così potremo,noi viziosi,fumarci un’altra sigaretta.”-“Vado su-bito a farla.Anch’io me la bevo volentieri e,con voi,mi fumerò un’altra sigaretta”,disse Gilda.Parlando,parlando si rifugiò in cucina a preparare la macchinetta di caffè.Dopo ne-anche cinque minuti,ricomparve in sala,portando la macchinetta fumante e piena di caf-fè.Così,con calma,versò il liquido marrone nelle tazze,che Benardina aveva provveduto a preparare.”Lo zucchero ve lo mettete voi,a secondo di come lo desiderate dolce o me-no.Io non lo uso.”-“Già,ma tu stai a dieta,per cui,dovendo mantenere la linea,non devi u-sare lo zucchero.Io,che alla linea non ci tengo,il caffè,oltre a correggerlo,lo voglio dolce. Perciò lo zucchero ce lo metto.”-“Povero figlio,lui ha la bocca amara e deve addolcirla con lo zucchero,che a noi dà problemi di linea...!Io,come potete notare,non me ne faccio un problema.Il problema me lo sono fatto solo quando,a causa della tiroide ingrossata, sono scesa di parecch chili.Ora,che non ho di simili problemi,che sono grossa,non me ne faccio un cruccio.Sto bene e mi sento in forma,così,in queste condizioni.Se non vi piac-cio,non guardatemi”.Aggiunse Giuseppina.Tutti gli altri,all’unisono:”Tu stai benissimo così.Se fossi magra,non saresti tu,ma un’altra persona,che non conosceremmo”.La comi-tiva,dopo aver sorseggiato il caffè,si divise in quelli,come Elio,che fumava sigarette sen-za filtro e le donne,sua moglie e sua sorella,che,invece,amavano fumare sigarette con multifiltro.Le donne se ne andarono a fumarla nella cameretta delle ragazze per farsi del-le confidenze femminili,Gilda doveva parlare del suo spasimante o,di quella persona per la quale lei perdeva qualche ora del suo sonno e Benardina,ascoltare e scherzare su quan -to andavano dicendo.Mamma Giuseppina si rifugiò in cucina a preparare il pranzo ed E -lio si mise sulla veranda a fumare e guardare giù la gente,che passava per la strada,cer-cando di scorgere persone,che,eventualmente,conoscesse.Alle dodici e trenta si ritrovaro -no tutti e cinque intorno alla tavola,per consumare il pranzo di Santo Stefano,giorno, considerato festivo,come il Natale.Quindi,anche il pranzo di tale giorno,fu particolar-Pag.36 - mente ricco ed appetitoso.Il pomeriggio vide l’unico maschio della casa,rifug-giarsi sotto le coperte a scaricare,alquanto,le sue tensioni e le donne a ciarlare in sala, lontane dal luogo dove il rampollo era andato a riposare,per non disturbarlo.Alle cinque ricevettero la visita di Carolina e del marito,vicini di casa,comunisti ed originari di San Giuliano di Puglia.Alle sei e trenta si unì a loro anche Alfredo con la famiglia,per trascor -rere qualche ora a chiacchierare piacevolmente,con gli amici di sempre.Elio avrebbe  gradito uscire a passeggiare per il Corso ed incontrare gli amici,con i quali aveva passeg -giato nella mattinata,ma...,la loro presenza lo costrinse a casa e non potè dilungarsi a pe -nsare all’incontro,che,prossimamente,avrebbe avuto a Cassino.Teresa,come sempre,gra -dì giocare a carte,dicendo:”L’unica volta che gioco in modo distensivo e che mi diverto tanto,è solo quando posso stare con voi.In modo particolare,se posso fare coppia con Eli-o,perchè,con lui,riesco sempre a vincere.A differenza di voialtri,lui sa giocare e mi fa vi-ncere sia se facciamo la scopa o la briscola.”-“Per forza,lui si ricorda sempre delle carte, che sono uscite e di quelle,che ancora devono uscire e si prepara.Io mi distraggo,perchè, seguendo le vostre chiacchiere,mi metto a pensare alle cose dell’ufficio e alle persone, che vogliono farti sempre fesso...!”-“Tratti anche con persone simili?” aggiunse Giusep-pina e concluse:”Pensavo che te la facessi solo con signori e galantuomini...!”-“Se gli ar -rivisti di professione,li chiami galantuomini...!I veri galantuomini,non so chi siano...!” Terminò Alfredo con un certo rammarico nella voce e continuò:”Miei cari,non puoi fi-darti di nessuno.Oggi,come dice mamma Giuseppina,il più pulito,ha la rogna...!”-“Ecco, tu pensi ai rognosi ed è logico che veda vincere!Pensa al nostro gioco e qualche volta po -trai anche farmi vedere come si vince.Ora gioca,perchè hai già perso e pensa alla prossi -ma partita.”-“Bravo,ancora una volta abbiamo fatto vedere a questi bambini,come si vin -ce e il piacere,che dà vincere sui pivelli...!” Si divertì Teresa a burlarsi di suo marito.Na -turalmente,ogni incontro del genere era arricchito da dolcetti ricorrenti in tali festività:le zeppole,la pastiera,i caragnoli o le caragnole e le pastelle varie,che andavano e venivano anche dalle visite,che si alternavano.Sia le amiche di Gilda che di Giuseppina si recava-no a farle visita e portavano dolcetti da far gustare sia per il piacere di offrirli e sia per fa -rli apprezzare ed avere il loro giudizio,essendo ritenuta,la Giuseppina,specialista della zona,in materia.Le festività,tra una passeggiata per il Corso,una visita in Via Larino,una giocata con la presa in giro,dei perdenti,volsero al termine e,sia con rammarico,che con gioia,si lasciò Campobasso per tornare a Venafro.Il tre e mattina,in una splendida gior-nata di sole,che aveva sciolto le nevi,che si erano ammassate,durante le nevicate di fine anno,i due,rimessisi nella loro seicento bianca,si riportarono,appunto,a Venafro per ri-prendere la vita di sempre,preparando i registri ed i programmi scolastici lei ed Elio a prepararsi per l’ulteriore esame,perchè aveva deciso di concludere il suo percorso uni-versitario.L’ultimo esamo era quello di igiene che doveva sostenere con il dottor Morra, medico dell’ospedale civile di Cassino.Intanto,con l’assistente del professor Fusco,avreb -be dovuto concordare la preparazione della tesi e il momento per la sua,discussione.La strega continuava a nicchiare sui rapporti sessuali con il marito.Sembrava prediliggere il penalizzarlo.Allora Elio preferì rifugiarsi nello studio e nella possibilità di fare delle sup Pag.37 - -plenze per avere una migliore e maggiore opportunità economica,da poter sfrut -tare in una occasione favorevole,in un momento inatteso,gli si potesse presentare.Il mo-mento inatteso gli si presentò il dodici gennaio del settantuno,con la riapertura dell’anno accademico all’università di Cassino.All’ingresso dell’ateneo Elio,appena vi giunse,in-crociò Linetta,che stava aspettando il suo arrivo,perchè si era fermato al bar per salutare un amico,che aveva bisogno di parlargli su alcuni argomenti di politica locale.La donna, nel vederlo,l’accolse non solo con uno smagliante sorriso,ma gli si avvicinò e,abbraccia-tolo,lo baciò,per poco,non sulla bocca.”Che piacere rivederti.Tu non puoi immagginare che lunghe feste natalizie io abbia trascorso...!”-“Scusami un attimo,ma hai avuto dei se-ri problemi familiari o personali,che non ti hanno fatto apprezzare il Natale,appena tras-corso?”-“Niente affatto.Il motivo è che ero impaziente d’incontrarti.Non credo che tu ab -bia dimenticato ciò che ci siamo promessi l’ultimo giorno,prima delle vacanze,tra la fi-ne e l’inizio del nuovo anno...!”-“Che volevi avere un incontro con me?”-“Esatto.Ti dis- si che bramavo rivivere ciò che avevamo vissuto alcuni anni addietro,a casa tua,a Cam-pobasso.Che,se tu mi avessi dato tale possibilità,mi avresti fatta la donna più felice del mondo.Allora ero costretta a rimandare ad oggi per il fatto che allora ero nel periodo fe-condo.Per evitare spiacevoli conseguenze,sarebbe stato necessario attendere il periodo fa -vorevole che è,appunto,oggi.A tal proposito sono venuta preparata a trascorrere tutta la mattinata con te,se non hai cambiato idea...!”-“Elio,mia cara,per certe cose,non cambia mai idea.Ti posso dire che è sempre disponibile e pronto a far sentire e a godere i piace-ri,che la vita sa offrirci.”-“Allora,andiamo.Fremo.Sono tutta elettrizzata al solo pensiero di poter rivivere,su di un letto di una qualche pensione locale,quei meravigliosi momen-ti,che ho goduto undici anni addietro,per la prima volta con un uomo,cioè,con te,amore mio.Andiamo”.Presolo,quasi,sottobraccio,lo sollecitò ad uscire dai locali dell’università, per portarsi fuori e raggiungere,in tutta fretta,una pensione,la pensione Margherita,che si trovava alle spalle della Piazza principale,dove c’era la fermata delle corriere.C’è da dire che anche Elio aveva atteso con una certa trepidazione quel giorno per poter tornare a go -dere del corpo di lei.Ma non volle darlo a vedere,cincischiandosi a perdere un poco di tempo con quel suo amico socialista e collega d’università.Perciò,in preda alla più totale e completa frenesia,raggiunsero il primo piano,sede della pesnione e,dopo aver preso u- na camera,vi si sono infilati e chiusi dentro,per sfilarsi dagli abiti,che avevano indosso, con una certa frenesia,ed unirsi in un focoso amplesso,libero,sopra le coperte,incuranti della temperatura,che era molto fredda ed umida,data la stagione invernale.Dopo il pri- mo amplesso,Linetta:”Amore,non credi che era il caso di farlo?Hai notato come è stato infinitamente bello e gratificante?Io sono tornata a rinascere.Ora,anche se sono convinta che continueremo a ripeterlo,perchè è così meravigliosamente bello,ti devo dire che mi sono ricaricata a tal punto,da essere in grado di sollevare il mondo con un solo dito,figu-rati con l’intera mano...!” Così dicendo,tornò a baciarlo sia sulla bocca che sul collo e a infilargli le mani,avide,le dita,nelle parti più delicate e stimolanti.Elio,che allora aveva solo trentatrè anni e,quell’età,che è la piena maturità e completezza nella quale chi vi si trova,la ritiene idonea a smontare e rimontare il mondo nella sua complessità,sentendo le Pag.38 - dita di lei infiltrarsi nelle sue carni per stimolarlo,senza rendersene conto,tornò a divaricare le gambe di lei e tornò a penetrarla con passione e violenza.Cose,che lei bra -mava e desiderava.Mentre la faceva sua,lei,smaniando di piacere,soleva ripetere:”Che meraviglia,che bello,che piacere mi stai dando!Questa giornata non la dimenticherò mai più,così come non ho dimenticato e non dimenticherò mai la prima volta che sono stata tua e che ci siamo amati nel modo che desideravo e che sempre ho desiderato.Tu non pu -oi neanche immaginare quanto abbia desiderato essere fra le tue braccia e sotto di te,ap- piccicata al tuo corpo,così come stiamo incastrati adesso l’uno dentro l’altra.Che mera-viglia e che piacere essere amata e posseduta da te,amore mio”.Elio continuava a scuo-terla e ad infilare dentro di lei quella parte,che lei tanto amava possedere.Più lui s’intro-metteva dentro il suo seno e più,con maggiore avidità,lei se lo stringeva per sentirlo me-glio e più a fondo dentro di sè.La sua espressione di avidità non sembrò appagarsi per-chè,più possedeva e più voleva possedere.Più lo ospitava nel suo caldo ventre e più pre-tendeva che vi entrasse.A quell’età,il rapporto sessuale non si conta,ma lo si realizza fi-no allo spasimo,fino a sentirsi spossati per averlo consumato a iosa.Più lui intrometteva quella sua parte dentro di lei e più lei la ricercava con le mani avide,la bocca,i baci e il suo corpo sempre disponibile e ricettivo.Purtroppo il tempo,inesorabile,passò in fretta e li costrinse a rivestire i loro corpi madidi di sudore,ma mai domi.”Non potremmo stare ancora un poco?Perchè andare via,proprio adesso che stavamo così bene incastrati?Non ti sembra un delitto?”-“Sai,sia ben chiaro,non è che io non abbia e non apprezzi la  tua di -sponibilità e generosità,ma...!”-“Ma?”-“Il fatto è che oggi ricorre il compleanno di mia moglie.Per questo non sarei dovuto venire.Sono venuto perchè anch’io bramavo incon- trarti e fare con te tutto ciò che abbiamo fatto e che,sarei felice di ripetere,se tu vorrai.”-“Me lo chiedi pure?Io,se penso a te,mi sento viva e disponibile a tutto.Prima di rivederti, anche se ho un figlio,la vita e il mondo mi sembravano insulsi,inutili.Rivedendoti e tor-nando ad amarti,sono tornata a rivivere e ad essere felice di essere nata,di esistere.Se que -sto per te è poco,non so che altro potrei desiderare di più dalla vita,se non di tornare ad essere posseduta ed amata da te,così come abbiamo fatto in questa mattinata indimentica -bile.”-“Si.Ora,però,andiamo,anche se,a malincuore,devo sollecitarti ad andare.Non vo-glio dare a mia moglie alcuna possibilità di dubitare e malpensare...!”-“Hai perfettamen- te,ragione.Andiamo.Potremo tornare,fino a Venafro,con la stessa corriera con la quale io tornerò a Campobasso.Perciò,fino a Venafro,continueremo a stare insieme.”-“Si,ma,sen-za smancerie,perchè molta gente,già mi conosce.Noi,siamo sempre delle persone serie. Possiamo fare certe cose,che ci aggradano,ma,la ripsettabilità,deve rimanere sempre in-tatta.”-“Hai ragione da vendere.Anch’io,oltre ad essere sposata,insegno e,la rispettabili- tà,nella scuola,è molto importante,specialmente nel nostro Molise...!Guai se arrivi a per- dere la stima e la fiducia della gente,devi solo cambiare mestiere e smettere di insegna-re...!”-“Sia per i motivi,che hai detto,che per la integrità morale individuale,è sempre me -glio,mia cara,fare e non far mai sapere ciò che fai o,hai fatto.Mia madre suole sempre di -re che:“Nelle bocche chiuse,non s’entra mai mosca”.Come comprendi bene,vuol dire che le migliori parole sono quelle,che non si dicono e che non si metta il prossimo nella Pag.39 - condizione di poterle e doverle dire a piacimento,sia a proposito che a sproposi-to.Sono convinto che tu,in base a ciò che mi hai appena confessato,condivida la preoccu- pazione espressa prima,da me.Perciò,ribadisco,noi possiamo continuare a vederci e ad in -contrarci,dobbiamo,però,evitare,che ciò vada sulla bocca degli altri,che non dovranno sapere mai nulla,perchè non capirebbero,non solo,ma se ne approfitterebbero,speculando -ci sopra”.Concludendo il discorso,raggiunsero la corriera e,al fine di mettere in pratica ciò che si erano detto,presero posto,sul mezzo di trasporto,lontani l’uno dall’altra,come se non si conoscessero,per non essersi mai visti in vita loro.Appena la corriera giunse a Venafro,Elio,prima di scendere,rivolse uno sguardo alla donna e,con un cenno del capo, si capirono e si congedarono.Scese davanti al bar di Giovanni e,in tutta fretta si riportò a casa,che era nel palazzo Di Bona,sopra alla farmacia di Assunta Del Prete.Risalito in ca- sa,la prima cosa,che fece,abbracciò la moglie e le diede gli auguri per il suo complean-no.”Auguri,oggi compi quarantatre anni.Tu,come ti senti?”-“Io mi sento benissimo e ti ringrazio degli auguri,che mi hai fatto.Per dimostrarti il mio stato di salute,prima di met- terci a tavola,se ti va,possiamo appartarci di là,gratifichiamo il nostro io sessuale e poi veniamo a rendere merito al nostro corpo,riempiendo i vuoti,che,durante la mattinata,si sono verificati e creati”. Quella sua espressione era l’invito,che soleva fare al marito,per andare a fare sesso,in quanto lei ne aveva volontà e desiderio.Quell’abbraccio caldo e la stretta dei due corpi aveva sollecitato,in modo proprio e giusto,quello del giovane,che ac -cettò molto volentieri il desiderio della moglie e,senza lasciarla,se la condusse in came-ra da letto,per denudarla e infilzare dentro di lei quell’apparato,che li avrebbe portati su un altro pianeta,su quello della beatificazione dei corpi,per l’appagamento dei sensi.Elio non mostrò minimamente di essersi già appagato,durante tutta la mattinata a Cassino,ma, anzi,soddisfece la moglie in modo brillante,tanto da farla andare in visibilio appagante, non evitando,la donna,di complimentarsi per la soddisfazione,che era riuscito a darle.Ter -minato l’amplesso,senza troppi preamboli,si sono ricomposti,per tornare in cucina a con -sumare il pranzo,che lei aveva preparato,per festeggiare il suo compleanno.Elio andò in bagno ad urinare e a lavarsi le mani.Prima ancora che terminasse le sue pulizie,la moglie lo sollecitò a recarsi in cucina per pranzare,perchè le pietanze erano in tavola.Loro pran-zavano sempre in cucina in quanto si trovavano con tutto ciò che potesse occorrere a por -tata di mano.Se avessero voluto usare la sala,in ogni momento la strega si sarebbe dovu -ta recare in cucina a prendere ciò che,abitualmente,dimenticava di mettere a tavola.L’u- nico posto,preparato a dovere,era quello del marito.Una volta si fece richiamare,appena dopo sposati,sul modo come andava preparata una tavola.Da allora il posto di lui era se- mpre preparato a puntino,mentre il suo era sempre sprovvisto di un qualcosa:vuoi il to-vagliolo,vuoi la forchetta,vuoi il coltello o il cucchiaio...!Per evitare il continuo via vai dalla cucina,si erano attrezzati a pranzare sempre,abitualmente,nel tavolo su cui lei pre-parava le pietanze,dopo avervi deposto la tovaglia,a seconda delle occasioni,quella buo-na o quella ordinaria di tutti i giorni.Il dodici gennaio era un giorno di festa,che la strega aveva incominciato a festeggiare perchè,in passato,non l’aveva mai festeggiato,in quan-to,in quello stesso giorno era morta sua madre.ll dodici gennaio del millenovecentoven- Pag.40 - tinove,appunto,era morta di polmonite.Appena Elio prese il calice,che la moglie aveva riempito e,alzandolo,invitò lei a fare altrettanto per brindare al suo compleanno. ”Tanti,tanti auguri per questo tuo compleanno,con  la speranza che sia portatore di buo-ne nuove e che il futuro,questo nuovo anno,millenovecentosettantuno,possa essere porta-tore di grandi novità,che riescano a rivoluzionare la nostra vita.”-“Grazie.Anch’io mi uni -sco al tuo augurio e mi auguro la stessa cosa.Ho capito che ti riferisci ad un eventuale fi -glio,che io ti devo dare,per far continuare il tuo cognome.Ci sto pensando anche io.Può darsi che questa sia la volta buona.Abbi fiducia.E’sempre meglio non disperare mai.An-che perchè,oggi,mi è sembrato un rapporto diverso dal solito...!”-“Vuoi dire che potreb-be preludere ad una conseguenza positiva?”-“Perchè no?Ora,buon appetito.Ho preparato un primo,che so essere di tuo gradimento.Come vedi,ho preparato il timballo e poi la car -ne al sugo,dove puoi bagnare il tuo pane.Tu,regolarmente,no,non bevi.Ma oggi,che è il mio compleanno,farai un’eccezione alla tua regola di astemio.”-“D’accordo.Oggi,quale giorno di festa,mi vedrà fare un’eccezione alla regola.Anzi,ti dico che berrò più del dovu -to e poi torneremo a letto,per riposarci ancora...!”-“Ma,non sei stanco,dopo ciò che abbi -amo fatto e il viaggio a Cassino?”-“Non siamo mica vecchi.Siamo ancora in piena for-ma e,quindi,ci possiamo permettere tutto,qualsiasi lusso,non ti pare?” Pranzarono per ri-empire i vuoti creatisi nella mattinata,gustando,oltre al primo e al secondo,il dolce e la frutta,le fragole,che tanto erano gradite ad Elio.Ad ogni boccone lei lo indusse a bere, forse aveva intenzione di farlo ubriacare per poter giustificare...!Chi sa che cosa.Non sa -peva che poteva bere di tutto e che la tramontana non avrebbe mai finito per perderla. L’unico neo stava nel fatto che il giorno dopo si sarebbe potuto alzare con un certo mal di testa e stordimento,che avrebbe avvertito per qualche ora.Terminarono il pranzo con il dolce e l’ultimo brindisi,prima di riportarsi sul letto,dove,con grande meraviglia del gio-vane,la moglie si rese disponibile a farsi concupire di nuovo.Al termine,si posero a dor-mire,ognuno nel proprio posto abituale,per alzarsi alle cinque,come al solito,per bere u- na tazzulella di caffè,prima di fumare la sigaretta,la prima del dopopranzo.”Il tuo caffè corretto è pronto.Bevilo,così ci accendiamo la sigaretta e,dopo,se vuoi uscire e andare a giocare con i tuoi amici,potrai farlo.Io ho da correggere i quaderni dei miei alunni,così, domani,glieli ridò.Esci tranquillo.Penso che tu ti sia ben scaricato:l’abbiamo fatta due volte...!Non accadeva,ormai,da molto tempo...!”-“Non per colpa mia...!Tu,ti sei sempre resa indisponibile,o mi sbaglio?”-“Dopo quei bei momenti passati insieme,ora hai voglia di litigare?”-“No.Stavo solo puntualizzando.Tutto qui.Non ho alcuna volgia di litigare, ma solo mi auguro che sia un inizio diverso.Ora vado e ti lascio al tuo lavoro.A più tardi e,come al solito,torno per cena.Ciao”.Salutato la moglie,uscì  per recarsi alla stazione a giocare a boccia con gli amici,che si era fatto.A Venafro,la temperatura non era mai così rigida da non consentire di giocare a boccia.Non potevano giocare soltanto quando piove -va,che le bocce non scorrevano sull’arena bagnata e,perchè l’acqua finiva per ricoprire il manto del campo da gioco.Perciò,anche se nel mese di gennaio,il poter giocare, diveni -va normale.Così,in meno di cinque minuti,raggiunse gli amici e insieme si posero a gio-care.Mentre raggiungeva il campo,però,sotto al palazzo dove era stato ad abitare,fu fer-Pag.41 - mato da un giovane.che lui conosceva molto bene.Gli disse:”Professore,noi stiamo creando una televisione.Abbiamo pensato a voi per le prime interviste.Ce lo fa-reste questo onore?”-“Scusami,voi state creando una televisione locale?Ed io dovrei sot -topormi ad essere intervistato da voi,in merito a che cosa?”-“Be,a dire la verità,dovres- te stare con noi per tutta la serata,per riempire lo spazio,che avremo a disposizione.”-“Ma,spiegami alcune cose.La televisione,che voi volete mettere su,quali finalità  ha?Co- sa si propone?Chi ci sta dietro?Che indirizzo politico avrà?Chi,cioè,la  manovrerà?Chia- riscimi.”-“Questa sera voi dovreste dare il via alla istituenda televisione con la  vostra presenza,che è ritenuta,nel venafrano,la più simpatica e integra.Voi siete ritenuta la per-sona più onesta che sa mantenersi lontana dalle beghe personali e di gruppo.Siete consi-derato competente in tutto,sia nell’ambito sportivo,scolastico che sindacale.Con voi,sol- tanto con voi,possiamo trascorrere piacevolmente un’intera serata,senza annoiare  nessu-no,ma,divertendo ed istruendo tutti,in ogni campo”.Aveva concluso ed attendeva la sua risposta.”Ora sto andando a giocare a boccia con gli amici.Dimmi,a che ora ci dovrebbe essere quest’incontro?”-“L’incontro,nella istituenda televisione,ci sarebbe alle nove per andare in onda come televisione venafrana,per trattare tutti i problemi locali e che inte- ressano i nostri paesani,per i quali voi siete diventato un mito,anche se siete qui da  non troppi anni.”-“Allora alle nove,sarò da voi e con voi.Per ora,ciao”.Lo lasciò per continua -re il suo percorso e raggiungere gli amici della stazione e giocare con loro,che non vede -va da qualche giorno,per essere stato fuori,a Campobasso.Giunto dagli amici,chiese in-formazioni sulla televisione,che stavano istituendo e disse loro:”Questa sera,io aprirò il suo operato,con la mia presenza.”-“Complimenti,la tua presenza è quella che darà il via all’iniziativa di bravi giovani.Tu sei ritenuto una garanzia.Perciò,il via all’iniziativa,non puoi che darlo tu.Staremo tutti lì a guardarti e a fare il tifo per te.Siamo sicuri che non ci deluderai”.Dissero Umberto,Eligio,Pasqualino,Aldo e Pietro.Giocarono fino alle otto cir -ca.L’ora era abbastanza tarda,ma giocarono con la luce artificiale,che avevano fatto in- stallare,per poter rimanere a giocare fino ad una certa ora,tarda.Elio,lasciato gli amici,si precipitò a casa per riferire alla moglie il programma della serata.Infatti,entrando in ca-sa,nel salutarla,come al solito,le disse:”Ciao.Per questa sera sono stato invitato in televi- sione.Qui stanno aprendo una televisione locale e mi hanno invitato per l’inaugurazione, che ci sarà alle nove.Io dovrei essere l’ospite d’onore della serata.Mi è stato detto anche il codice del canale,se tu vorrai seguirmi o venire anche tu...!Ora,ceniamo e poi decide-rai,cosa vorrai fare”.Siccome la cena era sempre pronta per le otto di sera,essendo pron-ta,la mise in tavola e cenarono.Al termine,Filomena disse:”Io sono abbastanza stanca. Domani dovrò tornare a scuola,per cui non dovrò fare tardi.Tu va da solo a questa televi-sione ed io ti guarderò seduta in poltrona.”-“D’accordo.Così,quando torno,mi potrai dire le tue impressioni.Ciao,io vado,allora.Se farò tardi e tu avrai sonno,va a dormire e non ti preoccupare di me”.Così dicendo si defilò per la scalinata e raggiunse,dopo aver percor-so Corso Campano e imboccato Viale Vittorio Emanule,il palazzo di  Coia.A piano ter-ra,negli ampi locali,dei giovani avevano allestito gli uffici della istutuenda televisione lo -cale:TeleVenafro.Entrando,gli andarono incontro alcuni giovani,che conosceva benissi- Pag.42 - mo e nel salutare,questi lo attorniarono,dicendogli:”Buona sera professore e be- ne arrivato fra noi.Grazie per avere accettato il nostro invito.Essendo qui,ci ha resi felici. Ora,la nostra emittente,potrà avere inizio.Venite,sediamoci e,dopo che l’operatore avrà messo appunto l’apparato,incominciamo a parlare”.Il gruppo era composta da tre ragazzi di cui due ragazzi ed una ragazza,una splendida ragazza,che in passato aveva dimostrato molta simpatìa per Elio.Infatti,vedendolo lì,se lo stava accarezzando,amorevolmente con il suo sguardo,i suoi occhi vispi e spumeggianti.Sembrava non rientrare nella sua pelle  per il piacere di poter stare qualche ora,seduta,accanto all’uomo,forse,dei suoi sogni.Lì c’erano Nicandro,Marciano e Mirella.Era Mirella,delegata a parlare,seduta accanto all’u-omo,che avevano invitato,per l’apertura,l’avvio della trasmissione.Erano le ventuno esat -te,quando Mirella disse:”Professore,venga,si sieda accanto a me,così incominciamo la trasmissione”.Elio sapeva di cosa si trattasse,così l’assecondò,sedendole accanto,su una comoda poltroncina.Allora la ragazza incominciò:”Professore,ci dica,lei non è di Vena-fro.Ci può dire da dove viene,cioè,dove è nata?”-“Non ci sono segreti.Io sono nato in un Comune,che,in passato,ha visto i venafrani trasmigrati dopo il terremoto del novecento dopo Cristo.”-“Le dispiace raccontarci un poco di tale storia?”-“Niente affatto e,con mol -to piacere,visto che riguarda anche la storia della mia famiglia,la racconterò  per tutti qu -elli,che ci stanno seguendo.Sapete benissimo,in quanto la storia ce l’ha tramandato,gli antichi venafrani erano devoti al santuario di San Michele,in Gargano.Capitò che,conse-guentemente all’invasione araba,il duca di Larino ebbe bisogno dell’aiuto,che alcuni uo-mini,del marchesato di Chieti,gli offrirono il loro appoggio contro gli infedeli.Una volta liberatisi degli arabi,il duca offrì,per ricompensa,l’agro dell’attuale Bonefro.Gli uomini, da soli,non sempre sanno vivere.Fu così che quei soldati,vedendo passare nel loro agro, delle belle donne,le rapirono,rimandando a Venafro i soli uomini della comitiva.Come dicevo,il terremoto del novecento costrinse l’elite a trasferirsi in quella zona per evitare il problema sismico.Arrivando nell’agro,notarono l’accoglienza della zona sia perchè ric -ca di acqua sorgiva che di pascoli,vi si stanziarono e fondarono un nuovo centro abitato, che prese il nome di Vinifro.Successivamente,nel tempo,prese il nome di Binifro ed attu -almente quello di Bonefro.Ecco la genesi del mio paese natio.”-“Allora,professore,noi abbiamo una comune origine?Potremmo essere parenti,senza saperlo...?!”-“Perchè no? Infatti,arrivando a Venafro,ho notato subito che molti cognomi sono uguali e simili.Ora, non sto qui a citarli.Io sono venuto qui da Campobasso,che è un centro molto chiuso e gretto.La gente trascorre il proprio tempo unicamente e solo per sparlare del prossimo e non per accudire alle proprie faccende.A me,tutto ciò,dà enorme fastidio.Ecco spiegata la mia presenza nella vostra realtà.Un altro motivo mi fa gradire di più il vostro ambien-te.E tale motivo è il clima.Io non ho mai gradito il clima molto rigido.Non sopporto il freddo intenso e l’umidità.”-“Qui è riuscita benissimo a ricrearsi un gruppo di amici,che la stimano,incondizionatamente.Sappiamo che con loro gioca a boccia e che,non molto tempo fa,è stata a giocare al calcio sul campo di Venafro,con persone più giovani di lei e che lei  non si è lasciata condizionare.Ha saputo resistere benissimo,pareggiando,dopo  parecchie ore di gioco.Quindi,lei ha anche una forte tempra fisica di resistenza alla fati- Pag.43 - ca.Si vede che in passato ha praticato sempre dello sport,complimenti.Per quan- to riguarda il calcio,quale è la sua squadra preferita?”-“La mia squadra preferita è quella del Napoli.Ma,devo dire,che parteggio per tutte le squadre del sud.Per quelle del nord  non riservo nemmeno il mio tifo e la mia preferenza.”-“Oltre al calcio,sappiamo che lei si dedica all’insegnamento e al sindacato,cercando di aiutare tutti quelli che ne abbiamo bisogno,indistintamente.Questo fatto le fa molto onore,perchè prima di lei,qui si andava avanti per gruppi partigiani...!”-“Lo so.Questo fatto l’aborro.Io,come uomo,prima devo aiutare chi ne ha bisogno e poi,sarà la persona beneficata che,se riterrà opportuno,ricam- biare con il suo eventuale sostegno politico o sindacale e non l’inverso”.-“Penso che qu-esta concezione,a lungo andare,creerà una positiva trasformazione della vita della nostra cittadina.Siamo,non solo felici,ma,orgogliosissimi di averla con noi e  fra noi,professo-re”.Chiacchierando,chiacchierando,trattando altri problemi sociali,culturali,politici,solo sfiorati e sindacali,il tempo tiranno,trascorse troppo in fretta e la trasmissione autorizza-ta,fu costretta ad interrompere la sua diffusione ed Elio,dopo aver salutato cordialmente i tre ragazzi,se ne tornò a casa per far riposare le sue stanche membra.La giornata era stata molto proficua,convulsa e stressante,il suo organismo,anche se efficientissimo,aveva bi-sogno di riposarsi,scaricarsi e ricaricarsi.






                                                          Capitolo quinto.                                                                               Elio,tornando a casa,trovò la moglie già a letto che dormiva saporitamente.Anche se a-vesse avuto qualche desiderio,che Mirella gli aveva stimolato,fu costretto a mettersi a dormire,senza poter fare altro stravizio.Prima di mettersi a letto,era andato in bagno e si era reso conto che la moglie era indisposta e si disse:”Anche questa volta non è andata bene...!Ci rifaremo la prossima volta.Ora bisogna aspettare un altro mese per sapere se rimarrà incinta...!” Alquanto rammaricato,ma non disperato,si mise a dormire,ripensan- do alla bella e meravigliosa mattinata trascorsa a Cassino con Linetta.Prima di  prendere sonno,cercò di rivivere gli amplessi ripetuti,ai quali la donna lo aveva indotto a realizza-re e godere in momenti indimenticabili.Che pena,trovarsi accanto ad una donna,che tutto pensava di fare,tranne che il proprio dovere di moglie e di donna verso il proprio coniu- ge...!A concludere la serata,stimolante e sollecitante,ci mancava solo Mirella.. .!La ragaz -za,nel toccarlo,per sollecitarlo a parlare,se ce ne fosse stato bisogno,ma lo fece solo per-chè le faceva piacere farlo,di tanto in tanto,aveva creato nell’uomo il desiderio impellen- te di mascolinità.Purtroppo la realtà lo induceva,come al solito,a reprimere la su a natura Pag.44 - e la sua sessualità,la sua mascolinità.La notte passò in modo solito e,al mattino, si alzò molto presto per sottoporsi alla preparazione degli appunti per un’eventuale tesi, che il professore Fusco avrebbe potuto dargli.Il suo primo assistente aveva paventato la possibilità di assegnargli la tesi su Karl Marx,essendo,entrambi,di ideologia socialista.Se -duto al tavolino,o scrivania,che lui stesso aveva fatto con i tubi residui della costruzione dei Coia,prese alcune pubblicazioni di filosofia riguardanti Karl Marx,incominciò a dare una guardatina,sottolinenando ciò,che gli sarebbe potuto servire per scrivere la tesi su ta- le personaggio storico,filosofico e politico.La tesi,molto probabilmente,sarebbe stata:Le istanze pedagogiche in E.K.Marx.Secondo chi gliela avrebbe assegnata,sarebbe stata pro -prio molto indicata.A tal proposito,andavano fatte delle ricerche per ottenere,quanto più informazioni fosse stato possibile,per arricchirne il contenuto.Alle sette e trenta la strega si alzò,notato che il marito non era più nel letto,uscendo dalla camera da letto passò nel-lo studio per dirgli:”Ti sei alzato presto?Hai molte cose da fare,che non puoi rimandare? Vieni,almeno,a prendere il caffè,prima che io esca per andare a scuola,così ci fumiamo anche una sigaretta.”-“Si.Hai ragione,è il caso di fare una breve pausa.E’già da parecchi- o che sono in piedi,dietro a questi libri.”-“Ieri sera,complimenti,ti sei fatto molto onore in televisione.E come ci stavi bene...!Sei riuscito,brillantemente,a riempire la scena.De- vo riconoscere che sei molto fotogenico e che,in televisione,ci staresti molto bene.In più, non ti sei emozionato per niente e,con molta calma e compostezza,hai parlato all’uditori- o,come se tu ci fossi stato da sempre e,fossi esperto e navigato oratore di certi program-mi.Se continuerai,sono sicura che farai molta strada davanti a te e la percorrerai con bril-lante successo,perchè,hai dimostrato di essere molto bravo.La prossima volta,che dovrai andarci,quando sarà?”-“Non lo so.Ieri sera mi hanno invitato perchè hanno inaugurato la trasmissione.Del resto,non so.Non ho alcuna idea in merito!”-“Ma,tu,non ti stavi organiz -zando per mettere su una radio parasocialista,su,su,verso la tricella di Venafro?”-“Il pro  -getto è fallito.Ho perfino ridato i soldi a chi me li aveva dato per la sottoscrizione,che a-vevo condotto.Il proprietario della vecchia casetta,all’ultimo momento,si è tirato indietro forse,è stato indotto al rifiuto da qualcuno,che ci ha voluto ostacolare...!.”-“Ma non è il fratello della signora Maria,la fotografa?”-“Si,proprio lui.Si vede che Nicandro Testa,per paura che potessimo superarlo in pubblicità politica,ce lo avrà messo contro.Sai,lui abita difronte al negozio di Giulio”.La donna non rispose,ma si recò in cucina a preparare la  macchinetta del caffè,perchè il tempo,tiranno,quando si hanno degli impegni con spazi di tempo molto ravvicinati,passa troppo in fretta.Infatti passarono meno di cinque minuti che,affacciatasi alla porta:”Elio,vieni,il caffè sta finendo di uscire.Se non vorrai berlo freddo,affrettati.Il cognac ve lo versi tu,così ti ci metti quello che vuoi.Io potrei metterci o troppo poco o molto e ti potrebbe dare fastidio!”-“Eccomi,sto arrivando.Non sia mai detto che non venga a sorseggiare il mio primo caffè e a fumarne la mia sigaretta.Dopo andrò in bagno per le pulizie del mattino.”-“Dopo di me,altrimenti mi fai fare tardi,per la scuola!”-“Vai tranquilla.Io,questa mattina,non ho fretta,posso andarci anche dopo che tu sarai uscita”.Lui non aveva terminato di sorseggiare il suo caffè che lei andò a prepararsi in bagno ed uscire,senza fiatare sul fatto che era indisposta.Elio fece finta di non aver ca Pag.45 - -pito nulla.Uscendo,sull’uscio di casa:”Ciao,ci vedia-mo a pranzo.”-“Ciao e bu -on lavoro”.Dopo che lei ebbe chiusa la porta dietro di sè,il giovane si disse:”Avrebbe  potuto dirmi di essere indisposta e che non era successo niente di nuovo...!” Non volen-do penalizzarsi ulteriormente per l’atteggiamento balordo della moglie,si rifugiò in ba-gno per le pulizie del mattino e si profuse a pensare alla meravigliosa mattinata,che ave-va trascorso con Linetta.Stando da solo in cucina a finire di bere la sua tazzulella di caf-fè e a fumare la sua prima sigaretta,si soffermò a sognare ad occhi aperti e continuò a far -lo in bagno,seduto sul water e poi lavandosi il volto.Si estasiò a rivedere,fra le sue brac-cia,appiccicato al suo,il corpo della donna,che gli aveva dato,circa dodici anni prima,la sua verginità e che ora sembrava sempre più pazzamente innammorata di lui.Quale esse-re umano,al cospetto di una simile situazione,non si senta inorgoglito e finisca di sentirsi padrone del mondo?Lei,al pari di lui,era sposata e con prole.Era già sistemata madre e sposa,si perdeva fra le braccia e sotto il corpo di un uomo,che non aveva più visto ed in-contrato per un così lungo periodo di tempo,lasciava da pensare e,il suo atteggiamento, non sarebbe riuscito facilmente a soddisfare la curiosità umana!Però,nell’intimità,ci sep-pe fare.Seppe dare quella verve,quello sprint di follia sessuale,che Filomena non seppe dare mai al marito in cinque anni di matrimonio.Neanche la prima volta,quando cercò di accalappiarlo nei pressi di Ferrazzano...!Seppe scuotere l’uomo,che stava morendo,langu -endo nella banalità della sua esistenza con una donna,che sembrava già morta,distrutta dagli evwenti,che l’avevano penalizzata e condizionata sin dagli albori della sua vita...! Perciò Elio,rimasto solo in cucina e,poi in bagno,rivide quei  momenti estasianti ed appa -ganti.Continuò a sentire appiccicato al suo il corpo di lei.A sentirsela premere sotto di lui e,calda,assorbire ogni sua energia.I suoi baci,le sue carezze continuavano ad inebriar-lo.Per fortuna squillò il telefono e l’uomo fu distolto dall’assillante pensiero,perchè dove -tte pensare alla risposta da dare alla persona,che gli aveva telefonato.Dopo aver preso la cornetta del telefono,fu costretto a rispondere:”Pronto,chi è che mi cerca?” e dall’altra parte:”Ciao,sono io,Gilda.Siete ripartiti e non vi siete fatti più sentire.Come mai?E’suc-cesso qualcosa di spiacevole?”-“No.Tutto normale,solo che siamo stati impegnati,la stre-ga nella sua scuola ed io all’università...!Voi,tutti bene?”-“Volevamo solo dirti che tu se-i,per noi,sempre il migliore.Ieri sera ti abbiamo visto in televisione e non puoi immagina -re il piacere che ci ha fatto,notare il tuo portamento,la tua eleganza e padronanza della scena.Sei apparso come se da sempre tu avessi fatto della televisione.Non ti sei emozio-nato per niente,ma,con una totale e completa naturalezza incomparabile e indescrivibile, ti sei fatto apprezzare per tutta la serata.Se tu fossi stato intervistato per qualche minuto e ti fossi comportato così,nulla di particolare.Il fatto è che ci sei rimasto per quasi tre o-re,dominando la scena.Complimenti.Tu,certamente,no,non riuscirai mai ad immaginare la gioia di mamma e mia,oltre che di Benardina.Per tutta la sera la tua grandissima fans non ha fatto altro che dire:Guarda mio figlio come è bello e come è elegante.Guarda co-me sta bene...!Guarda con quale compostezza sta seduto e con quale tranquillità e natura -lezza...!”-“Ti ringrazio per questo giudizio e dà un grande bacio a mamma,a te e Benar-dina sia per la telefonata che per il giudizio,che mi hai appena riferito ed espresso.La  Pag.46 - strega è andata a scuola ed io sto preparandomi a studiare qualcosa perchè ho in -tenzione di completare il corso di studi e conseguire la laurea.Per ora ti ringrazio ancora e ti saluto,ciao”.I due si salutarono e,Gilda andò a realizzare il suo dovere dai Ballanti mentre Elio si trasferì nello studio per terminare la mattinata nel riordino del suo piano  di studi,incominciando a preparare gli appunti per la tesi su E.K.Marx,certo di doverla, alla fine,presentare e discutere.La strega era andata al suo posto di lavoro con Carla Car-lini e in auto le confidò di essere indisposta e che anche quel mese non era successo nul-la.”Sai,io ho sempre paura di rimanere incinta con mio marito.Mi spaventa la sola idea che possa rimanerlo e con tre figli anche se so che ciò non accade sempre...!però,mi ha detto che vuole un erede...!e,se non glielo dò io,lo farà con un’altra donna.Tu sai che in giro,che gli vanno dietro,ce ne sono tante...!”-“E tu,daglielo.Penso che sia un desiderio legittimo di un marito arrivare ad avere figli con la donna,che si è sposati,non ti pare?” Chiacchierando,chiacchierando avevano raggiunto lo spazio antistante la scuola,per cui terminarono l’argomento e si portarono nella propria aula.Ognuna si profuse nella pro-pria professione,cercando di dare il meglio di sè per preparare i propri alunni a condurre a termine l’anno scolastico.Alla ricreazione,come avveniva ogni giorno,si ritrovarono tut -ti insieme a prendere il caffè.I colleghi e le colleghe,vedendo Filomena,le si avvicinaro-no per complimentarsi con lei e,quasi all’unanimità,le dissero:”Renditi interprete,verso tuo marito,del nostro alto apprezzamento per la sua permanenza e presenza in televisio-ne,di ieri sera.Ha tenuto e dominato la scena televisiva così bene che un professionista sperimentato e con molti anni di successi,non sarebbe stato così bravo,padrone,signore e tranquillo gestore del campo.Veramente,complimenti vivissimi e,dobbiamo dirti che sia-mo felici di avere fra noi un così bravo teleman,come dicono gli inglesi.Ci sentiamo ono -rati di essere suoi colleghi.E come ci stava bene con quella sua tranquillità e naturalezza .Sembrava trovarsi su un campo di gioco,dove lui è abituato ad andare,come dici tu,per trascorrere un poco del suo tempo,con gli amici...!”-“Vi ringrazio per l’apprezzamento e glielo riferirò,non appena sarò a casa.A dire il vero,da quando ho saputo della sua elezio -ne all’università e che gestisce le assemblee in modo impeccabile e con autorità,anch’io ci sono rimasta meravigliata,in modo positivo,s’intende!”-“Anche i miei alunni,che sono di quinta,questa mattina”,disse la signora Scorpio,”mi hanno riferito di averlo visto e che sono rimasti a guardarlo a bocca aperta.Quindi,non solo noi grandi,ma anche i piccoli so -no rimasti,piacevolmente,meravigliati!”-“I grandi saranno stati informati da Nardolilli! perciò,guardando i grandi,i piccoli sono stati coinvolti e mi fa piacere sapere che lo han-no fatto in modo positivo!” Intanto,il tempo tiranno era passato ed ognuno,sorseggiato il proprio caffè,dovette tornare alla propria aula ed attività.Anche  per Venafro,per alcuni giorni,non si parlò d’altro che della presenza di Elio in televisione e che ci stava molto bene.Fu solo l’inizio perchè,successivamente,o per sport o per problemi scolastici o per quelli sociali,molto spesso comparve in televisione sia per essere intervistato che per ai-utare i giovani ad inserirsi in quel mondo,Tele Venafro utilizzò molto la sua immagine, la sua competenza ed esperienza.Il giovane vi partecipò molto volentieri,in quanto Mirel -la gli era entrata nel sangue.Anche lui era entrato in tutto il corpo della ragazza,che,ve- Pag.47 - dendolo,si elettrizzava in modo incredibile.Riuscivano ad appagarsi anche solo toccandosi la mano e sentendo la loro voce.Lui se ne era accorto e,notare l’imbarazzo di lei,gli faceva immensamente piacere e lo caricava in modo particolare.Gli dava una sem-pre maggiore energia.Quasi,ci godeva a stuzzicarla,certo di poter disporre di lei in ogni momento e in ogni cosa,per qualsiasi necessità ed eventualità.Infatti,per lui era sempre pronta e disponibile,lasciando qualsiasi cosa stesse facendo.Da galantuomo,che era,però, non se ne approfittò mai.Pur stuzzicandola,evitò di arrivare a possederla,perchè lei era u-na signorina e lui un uomo sposato e stimato.Qualcuno,sapendo i fatti,avrebbe detto: ”Che stupido, non godere di quella meraviglia e bellezza...!” Elio era così.Amava essere il prescelto,perciò amava gongolarsi,ma evitava di approfittarsene.Da scapolo aveva sem -pre tenuto fede alla sua natura di mascolinità italiana,ma,da sposato,le cose sarebbero andate diversamente,fece in modo che andassero diversamente,rispettando,appunto,quel- la meravigliosa ragazza,che era Mirella.Si comportò da galantuomo perchè,in cambio, non avrebbe avuto nulla da offrirle...!Illuderla,senza poterle dare uno sbocco positivo, non rientrava nella sua natura.La libertà dell’uomo disponibile a soddisfare la vogliosità, la necessità ed esigenza della femminilità,la aveva perso con l’essersi legato,con la fede al dito,alla strega,che ora non amava soddisfare ed appagare le sue esigenze e necessità normali e naturali di essere vivente,di uomo.Perciò,riuscito brillantemente a crearsi una corazza difensiva,di protezione,idonea a fargli superare qualsiasi ostacolo,lo utilizzò in ogni occasione,idonea a mettere in imbarazzo anche un santo...!Quindi,pur godendo ed apprezzando la disponibilità di Mirella,riuscì a driblarne le sollecitazioni,con molta ele-ganza e disinvoltura,senza mai penalizzarla,anche se,stare accanto ad una meravigliosa donna,che ti si dimostra disponibile,non è facile...!Continuò il suo normale e naturale percorso di vita andando a giocare a boccia con i suoi amici,a frequentare la sezione del partito,la sede sindacale della C.G.I.L.locale,l’ateneo con le sue incombenze e,per con-cludere,dal venti gennaio si rese disponibile ad effettuare delle supplenze.La moglie,dal dodici gennaio,accampando svariate scuse,evitò di avere rapporti sessuali con lui e il ven -titre gli disse:”Sai,mi hanno telefonato i miei da Campobasso e mi hanno detto che han-no bisogno di parlarmi.Che devo andare per qualche giorno.Certamente riguarda la suc-cessione per la morte di mia nonna.Domani vado.Tu,che devi andare a scuola,che fai vie -ni con me?”-“Tu sai che i rapporti con i tuoi non sono dei migliori.Perciò,và da sola,ma tieni presente che io non voglio niente da nessuno e ti consiglio di fare come hai fatto a Sant’Angelo,rinuncia,perchè noi possiamo fare tutto da soli,senza l’aiuto di nessuno”.In- fatti,quando morì lo zio paterno,il marito di sua zia che tornò morto dal Venezuela, in-dusse Filomena a rinunciare a favore dei cugini,che avevano provveduto a ricostruirsi la casa in Via Madonna con i sacrifici fatti all’estero.La strega andò a Campobasso il venti-quattro e fu ospite della famiglia di Elio per la notte,per il giorno se ne andò in giro...! Nel capoluogo regionale durante il giorno incontrò lo zio del marito,con il quale finì per tornare ad intessere una relazione sentimentale e sessuale.Infatti si videro in auto,dove consumarono diversi rapporti sessuali,che portarono la donna a concepire l’erede,che poi darà all’uomo,che aveva sposato.La strega,dopo essersi sollazzata ben bene,tornò per il Pag.48 - ventisette a Venafro per riprendere il suo regolare servizio presso le scuole ele-mentari di Sesto Campano-Masserie di Rocca.Tornando a casa,a pranzo,disse al marito: ”Tornando da Campobasso non mi hai chiesto nulla.Come mai?”-“Gli affari della tua fa-miglia non mi riguardano.Sono problemi tuoi,che se me ne vuoi fare partecipe me ne par -li tu e non devo essere io a domandarteli.Per me,sei libera di comportarti come meglio credi.Ti ripeto che io non ho preteso mai niente da nessuno e non vedo perchè debba ca- mbiare il mio modo di vedere la vita solo ora perchè ti ho sposata.”-“Vuoi dire che,per te,non è cambiato nulla?”-“Proprio no.Prima ero libero di vivere come meglio credessi, ora,sono costretto a comportarmi con dei limiti...!” Così la strega,per evitare che si andas -se a toccare tasti,o argomenti,che a lei non faceva comodo,cercò di cambiare tema e dis -se:”Speriamo che questo sia un anno diverso e migliore degli ultimi due o tre.”-“Speria-mo.Infatti non mi farebbe piacere subire sia la legge Dalema sui soli diritti,con il sessan-tottino e nemmeno i due disastri del Vajont e Belice,per non citare il terremoto di Avelli-no...!” Infatti la diga del Vajont,dopo il terremoto,saltò,allagando il Belice,provocando  distruzioni e morti.Lo stesso dicasi per il terremoto di Avellino con i molteplici morti e distruzioni,che non si assorbiranno nel giro di decenni...!se non di un intero secolo...!                                                                                 A febbraio,verso la fine del mese,la strega incominciò a dire di essere rimasta incinta,do- po avere effettuato il regolare e normale test di gravidanza.Così continuarono a frequen-tare il dottor Ferruccio,ginecologo presso la struttura sanitaria di Venafro.Sollecitati,an- che dallo stesso ginecologo,fecero a meno di avere rapporti sessuali fino al mese di giu-gno,quando lei,accampando riserve sul clima di Venafro molto caldo ed umido e che le dava fastidio,non si rifugiò a trascorrere l’intera estate a Campobasso,ospite,soltanto di notte,della suocera.Il giorno...!lo giustificò dicendo di trascorrerlo dagli zii,sia pranzan-do che...!Elio,anche volendo,non si sarebbe potuto muovere,perchè ottenne un corso co- mpleto di educazione popolare estivo,per adulti.Infatti,con la sua intraprendenza,riuscì a crearne due,coinvolgendo,così,una brava ragazza orfano,in cerca di lavoro:Tina Cardarel -li,che mostrò riconoscenza sempre,anche dopo sistemata e sposata.Naturalmente Elio,ri -masto solo per tutta l’estate,ed avendo come alunne delle donne di una certa età che fa-cevano le portantine ed infermiere all’ospedale di Venafro,quelle fecero di tutto per coin -volgerlo nella loro passione e in una relazione sessuale.Fra essi ci fu Maria,che sopran-nominavano:Cecaciello,che andò a trovarlo anche in casa.Maria lo fece avvicinare alla cognata vedova e più giovane di lei.Quelle donne di una certa età,prive di esigenze,che lui non poteva soddisfare,finirono per appagare le sue sessualità bollenti.Oltre a farsi fa-re visita in casa propria,lo visitavano in casa sua e gli rifacevano anche il letto,oltre a ras -settargli l’appartamento così come suol fare una padrona di casa...!Nel mese di giugno fu chiamato in Direzione Didattica perchè,una nuova normativa,prescriveva di  dover di -chiarare la data del parto presunto di qualsiasi puerpera per l’assegnazione di supplenze annuali,agli aventi diritto.”Allora,professore”,gli chiese Pasqualino Giannini, ”che data mettiamo sul certificato provvisorio per la nascita del tuo futuro erede?” Dopo qualche attimo di esitazione,spontaneamente,gli uscì dalla bocca la data del trenta del  mese di ottobre.La figlia della strega nacque proprio nel mese di ottobre ed esattamente il trenta Pag.49 - a mezzogiorno...!Intanto,mentre la strega si stava sollazzando in quello del ca- poluogo regionale,Elio fece visita al suo amico dottor Pietro Biondi e lo pregò di seguire  la moglie al suo rientro da Campobasso,a patti e condizioni che le facesse il parto cesari-o.Pietro gli diede il suo assenso.”Quando torna,portala da me,così inizio a seguirla in tut -ti i suoi sviluppi di gravidanza”.C’è da dire che Pietro Biondi era anche ginecologo e la poteva seguire in tutti gli sviluppi successivi,oltre che prepararla ad effettuarle il parto ce -sario.Assodato il particolare,che gli aveva imposto il professor Cattaneo,dopo averla o-perata a L’Aquila,con maggiore tranquillità,trascorse la sua estate isolato nella rovente ed umida Venafro.Allora ancora non risentiva i malefici di tale temperatura nocida per il suo organismo,ma,qualche anno successivo,l’aver abbandonato quei luoghi,ricchi di mo-menti sismici,l’aiutò a superare molti problemi fisici.Intanto,durante tutta la estate di qu-ell’anno,rimase vincolato nella città di adozione,sollazzandosi con Maria e la cognata A-ngela,sia a casa sua,di Maria che a casa della vedova.Nell’altra classe,realizzata per con-cedere la quinta elementare alle portantine,che,diversamente,sarebbero state licenziate se fossero rimaste prive di quel titolo di studio,o corso sdoppiato,vi erano molte zingare e zingari.Le zingare,belle e carucce donne,si innammorarono di Elio e mostrarono la loro focosa gelosia per non averlo come insegnante.In compenso mostrarono di rispettarlo ol-tre ogni normale misura.Evidenziarono il loro particolare sentimento,che avevano per lu-i,anche se il rispettabile uomo non se ne approfittò mai.Finì per accettare solo Maria e su -a cognata vedova e non per molto,ma solo per qualche volta,come sfogo del momento e non per una relazione seria e duratura.In tal modo passò l’estate e la strega si ripresentò a suo marito per poter dare alla luce il suo tradimento,facendolo passare per sua figlia le- gittima.                                                                                                                     Elio,durante il corso estivo,conquistò dei punti per poter,successivamente,aspirare ad in-carichi annuali e,finalmente,essere inserito nell’organico statale dell’istruzione elementa -re per la provincia di Isernia.Non solo si preoccupò di portare avanti il suo dovere di do -cente e di organizzatore del centro scolastico estivo per far conseguire,ai necessitanti,la licenza elementare,ma si diede da fare,per completare gli esami universitari e inziò a scri -vere degli appunti in merito alla tesi,che il professor Fusco voleva fargli discutere per il conseguimento della laurea.Non essendo un masochista,non disdegnò di frequentare gli spazi della stazione ferroviaria per giocare a boccia e la sede della sezione del partito e la sede sindacale della C.G.I.L.con Antonio Nardolilli.Nella sede del sindacato era solle-citato da Mario Virgilio,dissidente democristiano,a frequentare il suo bar,perchè era feli-cissimo di offrirgli del buon caffè.Lo faceva,addirittura lui,con le sue mani,non fidando- si degli inservienti,che aveva.Elio,non essendo uno scroccone e profittatore,il più delle volte o lo offriva lui o lo rifiutava.Mario,una persona simpatica,sposato e con due figlie, secondo Elio,era una persona,che facilmente,si sarebbe fatto portare per il naso,anche se molti lo consideravano astuto ed arrivista di poco conto.Non lo riteneva arrampicatore sociale,perchè nato in un ambiente benestante,dove non aveva mai sentito la necessità di un qualcosa da desiderare e non riuscire ad ottenere.Il padre era un medico molto stima-to ed apprezzato in città che era riuscito a viziarlo in modo tale da portarlo a non deside- Pag.50 - rare altro,ma solo a continuare a viziarsi da solo.Mario era riuscito a laurearsi in legge e non esercitava l’attività forense,non avendone un bisogno economico,ma solo  per perdere tempo,come diporto.La moglie di Mario insegnava inglese in una scuola me-dia della zona,mentre il fratello,medico,era considerato,da tutti,un asino nella professio-ne sanitaria,incompetente e che non sapeva misurare nemmeno la pressione arteriosa.Ta-  nto è vero che quando qualcuno voleva far ridere e si voleva scherzare,faceva finta di mi -surarsi di persona la pressione e poi,mettersi a sudare,smaniando,mimava lui nell’atto  dell’opera del medico.Infatti il burlone si preparava,sedendosi e,rimboccandosi le mani-che della camicia e poi a smaniare,ad asciugarsi la fronte madida di sudore,sbuffando   per l’incertezza di non sapere cosa fare,si cincischiava.Analogo giudizio avevano di Ma-rio,che,per fortuna sua,non prestava alcuna attività,ma viveva di rendita e con le entrate del bar e dell’insegnamento della moglie,finiva per stare molto bene.La moglie di Mario aveva una sorella,insegnante elementare,sposata ad un impiegato del consorzio agrario zonale.Le due donne erano delle gran brave persone,sulle quali,in caso di necessità,si po -teva contare sempre per un eventuale aiuto e per un atteggiamento cordiale,mite e rispet -tose del prossimo.Lo stesso dicasi di Mario.In quel nuovo anno scolastico in Masserie   di Rocca andò ad insegnare,per trasferimento,una certa Nilde,sposata ad un medico della provincia di Caserta,Casal di Principe,patria di camorristi.Del marito di Nilde fu raccon- tato un episodio alquanto curioso:aveva appena nove mesi quando il padre si accorse di avere un figlio maschio,perchè,in precedenza,la moglie gli aveva scaricato ben nove fig-lie.Perciò,quando nacque Francesco e gli dissero della sua nascita,non si preoccupò del sesso,era tanto abituato alle figlie...!si accorse di lui dopo nove mesi appunto,mentre gli stavano facendo il bagno,e,vedendolo nudo,si accorse del suo sesso e rimase piacevolm-ente sorpreso del fatto nuovo per la sua famiglia.Nilde rimase ad insegnare nell’ambito venafrano per due anni.Finalmente,dopo,riuscì ad ottenere il trasferimento verso la sua provincia di origine.                                                                                                                   Con il nuovo anno Elio,non solo terminò tutti gli esami richiesti per potersi laureare,ma riuscì anche a lavorare per il conseguimento del punteggio relativo ad un intero anno,a-vendo terminato ed organizzato un corso scolastico intero.Ad ottobre riuscì ad ottenere una supplenza annuale e,con la nascita di quella,che considerarono sua figlia,si sentì di aver raggiunto il completamento dell’organizzazione familiare,ma,così non fu. Intanto,frequentando l’ateneo di Cassino,ai primi di aprile,dopo la mattinata di fuoco nel -la pensione,incontrò di nuovo Linetta.Nel vedersi da lontano,si scambiarono un sorriso di piacere e si avvicinarono per salutarsi così come si conveniva fra due persone,che si a -mavano.”Ciao,come stai?” le disse il giovane amico e lei:”Ora bene.”-“Ora bene,cosa vuoi dire?”-“Voglio solo dirti che,dopo la piacevolissima mattinata trascorsa con te,qui, tornata a casa,a fine mese,ma soprattutto nel mese di febbraio e marzo,sono stata molto male.Sono finita anche in ospedale...!”-“Perchè,che cosa ti è accaduto?Come mai sei fi-nita in ospedale?”-“Sai,mi sono resa conto di essere rimasta incinta.Non ci volevo cre-dere,perchè,quando siamo stati insieme,ero certa di essere nel periodo di non fertilità.In-vece il tuo sperme è stato così forte da mettermi in gravidanza ugualmente.Allora io co- Pag.51 - sa dovevo fare?Potevo solo cercare di evitarlo e così ho preso delle precauzioni, che mi hanno provocato una emorragia interna,molto pericolosa.Me la son vista molto brut-ta,sono stata molto male.Ho pensato che fosse arrivata la mia ultima ora...!”-“Ma, a -desso,come stai?”-“Adesso sto abbastanza bene.”-“Naturalmente,ora,non pensi neanche lontanamente,di poter rimanere con me nella stessa pensione per qualche ora...!?”-“An-che volendo,non potrei.Sai,sono indisposta.Non credo che vorresti avere il rapporto ses-suale con me in queste condizioni...!Io stessa mi faccio schifo,da sola,se non sono com-pletamente libera,figurarsi tu...!Comunque,se vorrai,potremo sempre avere altre opportu -nità!In seguito potremo rivederci e ripetere tutto quanto.Io lo desidero più di qualsiasi cosa al mondo.Non dimenticarlo mai,amore mio.”-“Certo e ti devo dire,anche,che mia moglie,sembra,che sia rimasta incinta e,quanto prima,avrò un erede da lei!”-“Auguri feli -cissimi di cuore,per te.Meriti di essere felice e di raggiungere tutti gli scopi della tua vi-ta”.Dopo lo scambio d’informazioni,consumarono la mattinata in una normale situazio-ne di persone,che si conoscevano e che disbrigavano le normali cose in una sede simile.-All’ora della partenza della corriera,si ritrovarono in Piazza del Tribunale per prenderla e tornare alla loro normale vita di tutti i giorni e a Cassino finirono per non incontrarsi mai più.S’incontrarono ancora,ma,in altri luoghi e non per fare sesso,ma,unicamente e solo per motivi professionali.Lei non disdegnò mai di dirgli di essere sempre pazzamen-te innammorata di lui e gli propose perfino di lasciare i ripsettivi coniugi per andare a vi-vere insieme. Lui non accettò perchè aveva un nome e una rispettabilità da salvaguarda-re.                                                                                                                                   L’estate passò senza che la strega si facesse vedere nel venafrano.Lei aveva da sollazzar- si nel capoluogo regionale.Con il marito si era rifiutata di avere rapporti sessuali,ma,con gli zii,sia suo che di lui,continuò imperterrita ad averli.Infatti con lo zio di lui era riuscita a concepire la figlia,che portava in grembo.Infatti lei,quando andò a Campobasso il venti -quattro gennaio,tornò ad avere con lui il normale e periodico incontro sessuale e fu allo- ra che produsse ciò che portò in grembo per tutta l’estate.Non contenta,mentre il marito rimaneva a lavorare a Venafro,lei continuò a sollazzarsi nel capoluogo regionale molisa-no con entrambi gli uomini,che erano riusciti a possederla in passato:con suo zio,che l’a- veva violentata a soli dieci anni di età e con lo zio di lui,che l’aveva fatta godere negli an -ni cinquanta,quando non se la sposò per la presenza inopportuna e incomoda del fratella -stro,che era finito in ospedale psichiatrico per schizofrenia.Per timore di avere dei figli con lo stesso problema si era rifiutato di concludere la loro relazione con un matrimonio. Elio,ignaro di tutto,aveva finito per sposare una donna,che non avrebbe meritato di esse-re la sua compagna per la vita.Queste,purtroppo,sono le riserve del destino,che a volte si diverte a tirare dei brutti scherzi agli incolpevoli ed ignari abitanti di questo mondo...!E-lio fu,appunto,uno di questi,ma,data la sua superiorità di carattere e di forza di volontà, finì per sopportare ogni cosa e,da galantuomo qual era,fece più del suo dovere,crescen-do e facendo anche laureare la figlia,che seppe da subito,non essere stata concepita da lu -i,per sua fortuna,alla fine,tornò libero di vivere la sua ultima esistenza lontano da chi gli aveva dato solo amarezze e problemi esistenziali.
 Pag.52                                              Capitolo sesto.
Tornata da Campobasso Elio la portò da Pietro Biondi per farla visitare e sentire se aves- se avuto dei suggerimenti da dare per la giusta e normale conduzione della gravidanza, per avere la prima ed unica figlia,della loro unione.Già in precedenza si era sentito con il chirurgo ginecologo ed amico.Infatti Pietro gli aveva detto di portarla in ospedale,dove a -vrebbe provveduto a farle la normale visita preliminare per iniziare a seguirla nell’inte-ro percorso.C’è da dire che Elio e Filomena,in passato,avevano stretto rapporti di amici-zia con Raffaele e Lidia Pesaturo.Abitando sullo stesso piano ed essendo Lidia collega si -a di Filomena che di Elio,fra loro si sviluppò un rapporto di amicizia particolare,forse,a- nche perchè la donna aveva una segreta e particolare simpatia per il giovane amico.La  strega aveva preteso ed ottenuto di battezzare la figlia,dopo che sarebbe nata.Elio accon-sentì,ma pretese di essere lui a scegliere i compari.La sua scelta cadde sui coniugi Pesatu -ro e che la cerimonia ci sarebbe stata in ospedale,dopo un giorno o due essere nata la ba -mbina.Infatti Lidia Cortellessa in Pesaturo e Raffaele Pesaturo accettarono con molto pi -acere di battezzare la figlia di Elio,visto che loro,neanche lontanamente,avrebbero pen-sato che non era frutto del loro giovane amico,ma la sua unica erede,visto che la strega si era avvicinata ai suoi quarantaquattro anni e,molto vicino alla menopausa.Lei,dopo il par -to cesario,se fosse stata una giovinetta,avrebbe dovuto attendere qualche anno prima di poter essere nella condizione di produrre altri eredi,altri figli,ma,avrebbe potuto averli. Tra il periodo dell’allattamento e l’astensione,sarebbe giunta alla soglia dei cinquant’an -ni.E’una bella età a produrre figli se si è stati gravidi per altri,in età giovanile,la possibi -lità di farlo ancora,diventa un fatto normale.Infatti la nonna materna di Elio ebbe l’ulti-ma figlia all’età di cinquantaquattro anni.Sua figlia fu allattata da Giuseppina,che aveva perduto il suo primo genito.Ma la nonna di Elio,nonna Carmela,aveva già avuto altri tre figli prima,quindi era allenata al parto e non come la strega,che l’avrebbe avuto con par-to cesario per il primo ed unico figlio...!La strega,dopo aver partorito la figlia della col-pa,fece trascorrere solo un paio d’anni,prima di andare nella sterilità di età,cioè,menopa- usa...!Quando Filomena tornò a Venafro,con molto garbo e disponibilità,si sottopose ai controlli periodici con il ginecologo Pietro Biondi,il quale,notando,nella sem-plice visita che l’apparato riproduttivo della donna non mostrava particolari sintomi,nei momenti di pausa dagli interventi chirurgici,si confidava con il suo aiuto anestesista Pesaturo,della promessa fatta all’amico Elio e manifestava titubanza nella sua applicazione e realizza-zione.Elio non dubitò mai della promessa fattagli,perchè,dalle parti loro,una promessa significava un debito contratto,che andava soddisfatto a costo della vita,perchè,la digni-tà,era intoccabile.Nel mese di settembre ed ottobre,la strega era in congedo per maternità ed Elio portò avanti i suoi impegni all’ateneo di Cassino,non volendo,minimamente,veni -re meno a tutti gli obblighi,ai quali si era sottoposto con la sua candidatura a presidente dell’O.R.U.C.e volle mantenere fede all’impegno preso per la discussione della tesi al termine del quadriennio legale universitario.Prima,anche se avesse terminato di sostene-re tutti gli esami,soltanto dopo due anni e mezzo...!Perciò preparò una quindicina di pa- Pag.53 - gine dattiloscritte su E.K.Marx e le portò all’assistente da consegnare al profes-sor Fusco al fine di poter avere un giudizio e,se era il caso,di continuare nella ricerca,per poterla completare e,successivamente,avrebbe dovuto discutere.La tesi fu,così, sottopo-sta al giudizio del professore il quale,dopo averla letta,senza dare alcun giudizio,decise di fargliela cambiare,assegnandogli un’altra.Giustamente,il giudizio psicologico su E.K. Marx,non poteva essere presentato e discusso pubblicamente da uno studente di ideolo-gie socialiste...!Dal punto di vista pedagogico,così si espresse:”Marx,già negli scritti gio -vanili,manifesta la sua netta contrapposizione al sistema di governo esistente,non accet- tandone neanche le riforme,che ne mitigassero l’assolutismo,perchè,nelle sue vedute sto-riche,politiche ed economiche non era quella la riforma migliore per disalienare l’indivi-duo,il lavoratore.E,anche se,nella sua tesi di laurea,svolta su Democrito ed Epicuro,evi-denzia l’impostazione idealistica hegeliana,la sua presa di posizione sulla censura di sta-mpa non è idealistica” e,psicologicamente,lo definisce opportunista e parassita,non facen -do nulla per evitare le sue difficoltà economiche,ma,facendosi sostenere,vita natural vi- vendi,dall’industriale suo amico Hengels.Secondo l’analisi psicologica di Elio,Marx,da- ta la sua natura di parassita,non è stato l’autore di quegli scritti,che la sinistra mondiale ha cercato di utilizzare per imporre la dittatura,del cosiddetto,proletariato.Ad imporre o costruire una dittatura,non è mai il povero e misero cittadino,ma sempre e solo chi sa de-tenere il potere,oltre a quello economico,anche quello culturale e politico.Il normale citta -dino,quello abituato a vivere senza pretese eccellenti,può,se messo nella condizione di poterlo fare,valutare il potere migliore per fargli vivere una vita sana e tranquilla,priva di quei scossoni,che finiscono per dare le arroganze e le manie autoritarie.Perchè,il rifuggi- arsi in esse,denota poca maturità e incapacità a saper godere della bontà e bellezza,oltre alla generosità del prossimo in modo pacifico.Il fatto che la storia parla e sparla sempre  di taluni personaggi,quali:Hitler,Stalin,Mao ed altri,che non si sta a citare,dimostra che i citati non sono stati degli statisti esemplari per consentire ai cittadini di poter godere,pa- cificamente,della propria esistenza ed hanno finito per traumatizzare gli individui ed il mondo nella sua totalità.Come,non si può accettare,a cuor leggero,l’affermazione degli americani degli USA,quando accusano l’Irak e l’Iran di voler distruggere il mondo con la loro bomba atomica.Ma,se c’è uno stato,che ha usato tale ordigno nucleare,è stato so- lo l’americano e nessun altro cittadino nel mondo.E allora?Chi è arrogante,prepotente e presuntuoso che crede di essere in diritto di spadroneggiare sulla vita degli altri?Non cer -to chi ha cercato di difendersi dallo strapotere ed arroganza altrui,come accadde,durante alcuni governi nostrani e non,che hanno subito il blocco di scambi commerciali e cultura -li,oltre che economici,vitali per la propria gente...!E’molto facile e comodo accusare gli altri,impunemente,per voler far valere e prevalere a tutti i costi i propri falsi diritti.Cerca -ndo di mettere in risalto tale principio,avallato dai dettami dello studio della psicologia sulla persona,che il professor Fusco,nell’apprendere le idee del giovane studente Elio, preferì cambiargli la tesi in uno studio di psicologia,avulsa dall’esame di personaggi filo -sofici,politici e storici,perchè la sua disanima sarebbe stata schietta e non si sarebbe fat-ta condizionare da un’eventuale affinità ideologica e politica.Lo studente,da certi punti  Pag.54 - di vista,era incorruttibile.L’avere,però,fatto un profilo,che avrebbe messo in cri -si tutti quelli che si erano lasciati irretire dal capitale e dal manifesto del partito comuni-sta di Marx,avrebbero visto nel giovane laureante,un nemico numero uno da abbattere  per avere osato giudicare la personalità psicologica del loro idolo e massimo rappresen-tante,il loro difensore.Il lavoratore,purtroppo,ha seguito,è stato costretto a seguire i detta -mi del suo stimolatore,che definì l’educazione falsa e bugiarda e che non doveva essere seguita da chi avrebbe amato la libertà,in antitesi con chi ha sempre propugnato che l’e- ducazione,quanto più è liberante,tanto più è alta e finisce per dare dignità,prosperità ed orgoglio di essere su questa terra.Ciò perchè l’educazione libera e innalza l’individuo, che la possiede.Tale principio era più che sbagliato dal propugnatore della liberazione del lavoratore dai canoni dell’assoggettamento dal potere del capitale,che domina e dis-trugge.Il capitale ghettizza e toglie la tranquillità e serenità necessarie per una vita,degna di essere definita umana.Giustamente,distruggere un mito per la massa incompetente, non è auspicabile,specialmente da chi,in passato,è stato illuso dalla medesima ideologi- a...!Perciò,giustamente,ha indotto il proprio primo assistente,a rendersi disponibile a det- tare e realizzare insieme la tesi psicologica al laureante,che,da solo,molto probabilmente sarebbe andato a scoprire quegli altarini,che andavano tenuti nascosti ed occultati alla massa,che,ciecamente,seguiva tutti quelli,che li sollecitavano,anche,a manifestazioni ca-potiche e balorde,senza alcun nesso.Il laureante intuì,capì e lasciò fare.In quel momento gli conveniva fare la parte dello sciocco,di chi si lascia menare per il naso e basta.Questo accadde verso la fine dell’inverno del millenovecentosettatrè.Infatti la tesi la presentò e discusse nel marzo di tale anno.                                                                                                                                      La streghetta nacque il trenta ottobre a mezzogiorno.Alla neonata fu assegnato il nome     di Stefania,però,prima di tutto,c’è da raccontare quanto,i particolari,che precedettero l’at -to finale della nascita.Infatti,al mattino la strega ebbe dei dolori periodici addominali.La valigetta con l’occorrente per il ricovero era già pronta da giorni e posta dietro la porta  del loro appartamento.Allora Elio si alzò e si preparò in tutta fretta,aiutando la strega,sua moglie,a prepararsi.Una volta pronti,mentre la donna si accingeva ad uscire,il giovane  marito suonò il campanello dell’appartamento difronte e,alla persona,che si affacciò,”Bu -on giorno,chiedo scusa,per il disturbo,volevo dire a Raffaele che Filomena,molto proba-bilmente,è pronta per il parto ed ora la porto in ospedale.Penso che faccia piacere anche a te sapere che il lieto evento sia arrivato.”-“Grazie,compare.Non ti devi preoccupare, non hai disturbato,minimamente.Raffaele è in bagno che si sta preparando per andare in ospedale.Ora che esce,lo informo ed auguri.Penso che non ti faranno rimanere ad aspet-tare.Perciò,quando torni,vieni pure da me,così il tempo ti passerà prima.Insieme,qui da me,ci faremo compagnia e non ti annoierai ed io.pure,sarò più tranquilla.Io,da quando  ho saputo del lieto evento,sono elettrizzata quanto voi.Mi raccomando,tonra qui a stare con me.”-“Ciao,ora andiamo”.Intanto Lidia si affacciò e si portò in corridoio per salutare e fare coraggio alla strega,che si era preparata a scendere in garage per infilarsi in auto e farsi condurre in ospedale per sgravarsi dal frutto della colpa.”Comara,come ti senti?Su, non preoccuparti,sarà questione di qualche ora.Anche Raffaele è pronto per andare in o-Pag.55 - spedale e con Pietro,appena sarà tutto pronto,faranno il cesareo e tu sarai libera in camera,che ti hanno preparato.Vedrai che ti troverai molto bene.Dopo verrò anch’io, quando il compare mi avrà detto che è nata e che state nel vostro nido...!”-“Si.Si fa pre-sto a dare i consigli.Io sono al mio primo ed unico parto e,alla mia età,le preoccupazioni sono all’ordine del giorno,è una cosa normale,non ti pare?”-“Hai ragione,ma non troppo. Tu sei stata da Pietro la settimana scorsa e ti ha detto che andava tutto bene.Di cosa ti preoccupi?Non hai fiducia in lui?”-“Non è questo,ma,sai,la fifa,la paura,è irrazionale e non ci posso fare nulla...!” Al che Elio,con la mano libera,perchè in una aveva la valiget-ta,la prese sotto braccio e la sollecitò a seguirlo in ascensore,mentre Lidia li accompagnò per aprire la porta,aiutandoli ad entrare.Mentre i due scendevano,per portarsi in strada e raggiungere il garage e prendere l’auto,per portarsi all’ospedale,la comara rientrò ed av-vertì il marito del fatto che la comara era andata in ospedale per avere avuto le sollecita-zioni naturali del parto in arrivo.Raffaele stava bevendo il suo caffè e,nel sentire la noti-zia:”Ora che ho finito,vado in ospedale e con Pietro preparerò la sala chirurgica e opere-remo la comara e,per mezzogiorno,sarà nata la comarella.Tu,tieni qui il compare fino a mezzogiorno.Evita che ci stia fra i piedi,sarebbe solo d’impiccio.Sai che sarebbe capace di entrare in sala chirurgica e ciò non è permesso a nessuno,ma solo a noi medici.Dobbia -mo evitare qualsiasi complicazione.”-“Non ti preoccupare.Vai tranquillo.Ho già detto al compare di venire qui da me,dopo avere accompagnato la comara da Biondi.Allora tu e-sci e vai in ospedale?”-“Si,esco e vado in ospedale.Da quando il compare ci ha pregati di battezzare la figlia,mi sento elettrizzato come se fosse nostra figlia a dover nascere...!”-“Anch’io,ma non ti pare che stiamo esagerando?” Raffaele non le rispose,ma disse:”Cia-o,a presto” ed uscì per recarsi in ospedale.Intanto anche Elio e sua moglie raggiunsero lo ospedale per parlare con il primario e direttore del nosocomio venafrano.Pietro,quando li vide,andò subito loro incontro,sia per salutarli,da vecchio amico e sia per informarsi su-gli sviluppi della gravidanza della donna,se vi erano andati entrambi.”Ciao,Pietro,ecco,te l’ho portata.Sembra che sia arrivato il momento,che stavamo aspettando.Oltre tre mesi fa,dissi che sarebbe nata il trenta ottobre.Oggi è il trenta e la signora si è decisa a farla na -scere.Se tu vuoi darle una controllatina,a te le belle cose.Io posso aspettare qui in giro... !”-“No.Tu te ne vai,torni a casa ed aspetti.Prima di mezzogiorno non farti vedere da que-ste parti.A tutto penserò io.Se,non sbaglio,me l’hai affidata perchè ti fidi di me o mi sba -glio?Allora vattene a casa e restaci fino a mezzogiorno.Quando senti la campana della chiesa scoccare le dodici,vieni pure qui da noi,che saremo ben felici di vederti.Ciao”.Si prese la strega sottobraccio e se la portò in giro per l’ospedale in attesa,visto che aveva dato l’ordine di preparare la sala chirurgica,che la stessa fosse pronta.C’è da dire che da un paio d’anni la sala riservata ad una sola persona,era stata proibita.Quindi la strega sa-rebbe dovuta stare in corsia con le altre degenti.Però,la considerazione,che Elio era riu-scito a conquistarsi,fece in modo che,in un battibaleno,preparassero,solo per lei,una stan -za,ricavandola dal locale,che i dipendenti usavano per spogliatoio.Vi ricavarono una splendida saletta con un letto,un lettino per il giovane professore e tutti i conforti.Il gio-vane,del lavoro,che le portantine e i medici avevano fatto in suo onore,non lo sapeva e, Pag.56 - quando tornò in ospedale,ebbe la gradita sorpresa di sapere di cosa gli amici ed amiche erano risuciti a fare in suo onore e per lui,per la sua donna.Infatti,Maria cecacie-lo e le altre portantine,con l’aiuto di altri inservienti,in pochissimo tempo,erano riusciti a preparare una stanza apposta per la partoriente,pulendola,sbiancandola e corredandola di ogni conforto.Misero perfino un lettino supplementare per il loro professore,nel caso a-vesse avuto bisogno di rimanervi per assistere alla moglie e bambina,di notte.Quando,tor -nando a mezzogiorno,gli suggerirono di andare in quella stanza ad attendere la moglie e la figlia,nel vedere e rendendosi conto dei preparativi,che erano stati fatti perchè,già sa-peva che quel locale veniva adibito ad altro,rimase molto sorpreso,meravigliato e fu gra-to a tutti quelli,che avevano contribuito alla sua preparazione e realizzazione.Il fatto in sè,un poco lo commosse e lo indusse a ringraziare tutti con un largo sorrico ed una stret-ta di mano calorosa,che voleva dire molto,tutto...!                                                                                                                  Dopo che Pietro lo rimandò a casa,nel risalire e,mentre rientrava nel suo appartamento,la comara lo chiamò per dirgli:”Vieni,entra,così ci prendiamo un caffè insieme e ci fumia-mo una sigaretta.Vedrai che,in questo modo,il tempo passerà più in fretta e non ti annoie -rai a pensare,senza poter fare nulla,ma solo preoccuparti,inutilmente.Su,vieni,così ci fa -cciamo compagnia.Sai,anch’io sono impaziente di conoscere la mia figlioccia,così co-me lo è Raffaele e lo stesso Biondi.Sembra che tua figlia sia riuscita a stregare un poco tutti.Siamo tutti impazienti di vedere ed amare la nascitura.All’età di tua moglie non è fa -cile,per una donna,avere un figlio e per giunta il primo ed unico...!”-“Si,hai perfettamen -te ragione.Ed è per questo che ho pregato Biondi,un amico,di seguirla molto da vicino e per qualsiasi cosa,sarebbe dovuto essere disponibile ed intervenire.Inoltre,devo dire,sen-za poter essere smentito,abbiamo avuto anche la fortuna di avere voi sullo stesso piane-rottolo.Inoltre,anche voi,vi siete preoccupati,giorno per giorno,degli sviluppi della gesta-zione di mia moglie.Perciò,vi ringrazio.”-“Si,anche Mimmina si è sempre preoccupata dell’andamento e,assieme a me,ha cercato di dare i dovuti e normali consigli a tua mogli -e.Abbiamo cercato di rassicurarla e garantirle il nostro sostegno giornaliero e continuo” Aggiunse e continuò Lidia,mentre preparava la caffettiera per il caffè e il portacenere, per quando si sarebbero fermati a fumare la sigaretta,in attesa e in pace,oltre alla tranqu-illità,che,non era facile,conservare in quei momenti...! ”Vi ringrazio per il sostegno con- tinuo che avete cercato di darle,sia per informarla,che per farle coraggio e darle forza a  sopportare e sostenere gli ultimi momenti,che,della puerpera,sono abbastanza defaticanti e,se non si ha qualcuno,che ci aiuti,diventa insopportabile.Chi meglio di te poteva confor -tarla e darle i giusti suggerimenti,visto che hai dato alla luce ben due figli... !?Quindi ha -i la giusta competenza ed esperienza...!”-“Si,ma,ora,essendo uscito il caffè,ci rifaccia-mo la bocca,bevendolo e fumando una sigaretta,che tu mi accenderai”.Così dicendo an-dò a prendere la caffettiera dalla cucina e la portò sul tavolo,intorno al quale stavano se-dendo e riempì le tazze,dicendo:”Lo zucchero,ognuno se ne mette a seconda delle propri -e preferenze”.Elio si mise nella sua tazza ben due cucchiaini di zucchero e lei un mezzo cucchiaino,dicendo:”Se non è troppo dolce gradisco di più l’aroma del caffè.I napoletani lo bevono amaro...!”-“Scusami,ma,se la vita è amara,che il caffè sia dolce...!” Così,in si- Pag.57 - lenzio se lo sorseggiarono e poi,tirando fuori dal pacchetto una sigaretta per o-gnuno,Elio prese il suo accendino e diede fuoco,prima a lei e,poi,alla propria sigaretta e, così,ognuno si diffuse nei propri reconditi pensieri,se la fumarono.Lei si perse,seguì,con il suo pensiero a vagare intorno al corpo del giovane,che lei apprezzava moltissimo.In quegli attimi avrebbe gradito infilare le proprie dite fra i peli del suo corpo per sentire il brivido invaderla tutta.Era sicura che avrebbe provato un trasporto eccezionalmemnte in -teressante.Gustava il piacere di stare avvinta a lui,distesa,in costume adamito,su di un letto profumato in una penombra accattivante.Con un lungo sospiro,pensando e cercando d’immagginare di poter godere,attaccata al corpo di lui,come sarebbe stato bello,bellissi- mo se i due corpi fossero stati avvinti l’uno all’altro,per confondersi in uno solo...! Men-tre dava un ulteriore sospiro di desiderio inappagato,Elio le disse:”Per ammazzare megli -o il tempo,senza annoiarci,che ne dici se ci mettiamo a giocare a carte,visto che ti piace molto?” Dopo qualche attimo di silenzio,Lidia,riavutasi dall’estasi in cui era caduta,ris-pose:”Si,hai ragione.Penso che sia la migliore soluzione,mettersi a giocare,così il tempo trascorrerà senza scosse e,alle dodici tu te ne vai in ospedale...!Che tipo di gioco vuoi fa-re?”-“Con le carte,ma che non sia uno d’azzardo,perchè non amo giocare a soldi.Gioco solo per divertimento e per far trascorrere il tempo,senza,così,annoiarsi”.Dopo qualche attimo di silenzio e di attesa,Lidia,quasi come se si fosse trasportata da un mondo diver-so da quello che stavano vivendo,dopo un ulteriore sospiro,quasi di sollievo,disse:”Pos-siamo fare o la briscola o la scopa.Fra le due,tu,certamente,preferiresti la scopa e non con le carte.Però,visto che dobbiamo perdere del tempo,piacevolmente,passiamo alla bri cola.Ecco le carte e a te l’onore d’iniziare a mischiarle e poi distribuirle”.Elio fece finta di non recepire l’allusione della futura comara e,preso il mazzo delle carte,incominciò a mischiarle.Dopo averle mischiate per qualche attimo,pose il mazzo sul tavolo ed invitò la donna a smazzare.Giocarono con alterne vicende,fino alle dodici circa,quando lei:”Co e vedi,si son fatte le dodici e puoi andare in ospedale,per vedere come sono andate le co -se.Ti prego,fammi sapere le novità,che tutti stiamo aspettando.Come hai potuto notare, sono impaziente di sapere,così mi preparo.Ora vai,ciao” e si alzò per sollecitare l’uomo a raggiungere la moglie.Elio,un pochino frastornato,si alzò e scese in garage a prendere l’auto e raggiunse,in tutta fretta,il nosocomio e salì al terzo piano,dove stava la sala chi-rurgica e dove aveva lasciato la strega,in attesa dell’intervento di Pietro.In poco meno di cinque minuti,infatti la loro casa era molto vicina alla sede del nosocomio venafrano,rag -giunse il piano desiderato e,rivolto all’infermiera presente,o caposala,che lui conosceva molto bene,le chiese,alquanto imbarazzato:”Si sa già qualcosa?E’stata già operata o de-ve ancora esserlo?”-“Complimenti,professore.Lei è padre di una meravigliosa bambina. Il professor Biondi ha detto che una bambina così bella,nel suo reparto,fino ad oggi,non era ancora nata.Auguri.Venga,la porto dove è stata sistemata la signora con la bambina”. Così,precedendolo,lo condusse nella saletta,che era stata preparata apposta per sua mogli -e. ”Prego,professore,stanno qui le sue due donne.Le raggiunga e,di nuovo,auguri vivissi -mi e rallegramenti ”.Il giovane voleva risponderle,ma la caposala si defilò in tutta fretta senza dargli neanche il tempo di risponderle.Riavutosi,ricordò che lei era Jole,la caposa-Pag.58 - la ed assistente in sala parto e chirurgica.Quindi,aveva assistito ad ogni fase del -la nascita,perciò fu così precisa nel riferire le parole di Pietro Biondi.In preda ad una cu -riosità particolare,entrò nella saletta,alquanto agitato per la normale impressione,che pu -ò avere un uomo,che,per la prima volta,è diventato padre,dirigendosi al letto della puer-pera,nel salutarla,le chiese:”Come ti senti?E’andato tutto bene o ci sono stati dei proble-mi?”-“Sono ancora un poco stordita a causa dell’anestesia generale,che mi hanno fatto per richiudermi,dopo il parto.Perciò,ora,sono immobile,qui,nel letto.Posso solo parlare liberamente ma,devo stare attenta a qualsiasi movimento,che non sia brusco,ma, control-lato.Tu,ora,gradisci conoscere le novità dell’intervento.Ebbene,quando Pietro incominci- ò a tagliare nel punto giusto,per tirare fuori la bimba,disse:”Ah,ora capisco il perchè,il mio amico Elio pretese il parto cesareo!Qui c’è una parete,che avrebbe impedito il parto normale senza che sia madre che figlia sarebbero morte...!Bravo Elio,anche adesso hai dimostrato di essere il migliore di tutti!” Così ha proceduto a tagliare,spostandosi più su. Quando,poi,ha tirato fuori nostra figlia,ha fatto un’altra eslamazione,per cui tutti i presen -ti sono rimasti meravigliati!”-“Che ha detto?”-“Che meravigliosa bambina!Una bambi-na così bella,in vita mia,che ho moltissimi anni di tale attività,non è mai nata.Guardate,è perfettamente completa in ogni sua parte.Vedete,ha anche le unghiette,come se fosse u-scita da una sala di estetica...!Ha i capelli biondi,che sono meravigliosamente completi, come se fosse stata fra le braccia della madre già da alcuni giorni,se non mesi...!E ha con -tinuato,Bravo amico mio.Sono veramente contento di essere tuo amico!L’hai vista la ba -mbina?”-“No.Penso che ora me la porteranno.Venendo,ho incontrato Jole,la caposala. Lei mi ha detto che eri qui.” Infatti,poco dopo,la donna entrò portando fra le braccia il fa -gotto,che conteneva la bambina,che era nata da poco.Rivolgendosi ad Elio;”Professore, ecco la bambina,che voi avete provveduto a seminare.Guardate,che meraviglia!Qui,sia-mo tutti elettrizzati per il lieto evento.Le portantine,vostre alunne,sono le più felici e tutti vi facciamo tanti,tanti auguri e rallegramenti”.Così dicendo gli offrì il fagotto da osserva -re e prendere fra le sue braccia.Elio,con fermezza,prese ciò che gli veniva offerto e,guar -dando:”Si,avete ragione tutti.E’una bella bambina,già completamente formata.Si vede che la tranquillità della madre,le ha dato tutto ciò di cui necessitava!” Rivolto a lei:”Ben venuta fra noi.Mi auguro che ti ci troverai bene.Noi faremo di tutto per accoglierti nel modo giusto e poterti gratificare”,rivolto alla caposala:”Quando potrà iniziare a succhia-re il latte dal seno della madre?”-“Per oggi,è meglio di no.Domani mattina l’attacchere-mo al seno della madre e la solleciteremo a succhiare”.Così dicendo,tornò in corridoio, per assolvere alle sue funzioni e mansioni dirigenziali.Esistevano altri degenti,ai quali doveva accudire,nel suo momento e lavoro di controllo.Si diceva di lei,che facesse l’ele-mosina sessuale al caro Pietro,che era sposato e con figli.Infatti la moglie di Pietro era preside di scuola superiore ed era una persona molto rispettata e fornita di un carisma ec -cezionale.Gli uomini sono uomini e,quando sono soli,finiscono facilmente nelle grinfie di donne arriviste o linfomane.Sia l’una che l’altra,per il povero uomo,è la vorace preda-trice,che non lascia scampo,perchè sa ghermire e distruggere l’incauto e sprovveduto pa -ntalone,come,in alcuni ambienti,viene definito il povero uomo.Pietro,trovandosi nello Pag.59 - ambiente di lavoro,lontano dalla moglie e dalla famiglia,a lungo andare fu faci- le preda di Jole,che aveva tutti gli interessi e i vantaggi da conseguire in una relazione se -ssuale con lui,direttore e primario chirurgo dell’opsedale.Lei,anche se meritevole di es-sere la caposala,in quanto amante,acquistava il rispetto e la riverenza di ogni dipendente, che avrebbe avuto la possibilità di essere penalizzato se non si fosse attenuto ad ossequi-arla e rispettarla...!Scusatemi se tutto ciò sia poco,per indurre una speculatrice ed arram-picatrice a sottomettersi all’uomo,che tutto ciò rappresentava...!Così,dai e dai,Pietro finì per essere coinvolto e cedere alle sollecitazioni ed avance della donna.Ce poi da dire che la Jole,per quanto attiene il suo corpo,non era affatto disprezzabile e,ai buongustai,pote-va,facilmente,fare gola e interessare.Pietro finì,per l’appunto,nella sua rete e,successiva-mente,rovinò la relazione con la moglie,che fu costretta a lasciarlo.La signora Biondi, senti oggi e senti domani,alla fine,per dignità personale,fu costretta a lasciare Venafro e a rifugiarsi in un nuovo ambiente grande,come lo è,appunto,Roma.Ma,non volendo allon -tanarci e dimenticare Elio con tutti i suoi problemi di padre,torniamo a considerarlo in tale funzione e veste.La gestazione della moglie gli aveva creato dei problemi esistenzia-li,dovendo fare a meno del rapporto sessuale,che lei continuò,giustificata,a negare.Al mo -mento,trovandosi di fronte al fagottino,che gli fissava gli occhi addosso,un certo fremi-to di piacere percorse la sua schiena.Quella vita appena affacciatasi al mondo,pensava fosse opera sua.Il fatto che lui aveva contribuito a darle vita,lo riempì di una certa gioia e frenesia.Felice la guardò e riguardò a lungo finchè non fu sollecitato a darlo alla madre per far si che fra loro iniziasse un rapporto di simbiosi e di attaccamento naturale:fra ma-dre e figlia o figlio,che sia.Allora,con molta circospezione,si avvicinò al letto della don-na,appena operata,e le consegnò il fagottino,mentre lei gli diceva:”L’hai guardata bene? Non è molto bella?Che ne dici?Biondi,quando l’ha tirata fuori dalla mia pancia e l’ha gu -ardata,ha detto:Che meravigliosa bambina.Una così bella,non l’ho vista mai.Complime-nti a Elio.” -“E’stato molto simpatico ad esprimersi così.Io noto,soltanto,la sua statura e i suoi capelli biondi,oltre al suo viso roseo.Inoltre,ti devo dire che,bambini appena nati, non ne ho visto mai.E’la prima volta che mi capita,perciò,devo dirti di non avere esperi-enza,in merito.Quindi non posso nè confermare e nè smentire quello che ha detto Pietro, in merito.Posso dirti,però,che fa un certo effetto avere fra le mani un esserino così minu-to...!Quanto cibo dovrà consumare per arrivare alla nostra altezza...!”-“Ci vorrà anche molta pazienza,per farla crescere felice e serena,fra noi.Ora dammela,la voglio tenere fra le mie braccia e guardarla”.Elio gliela diede e lei prese il fagottino e se lo pose sul bracci -o sinistro,mentre il via vai continuo di persone,che andavano a vedere l’evento dell’an-no,lei aveva partorito una bambina,che tutti ritenevano la più bella nata in quel nosoco-mio,ad una certa età,dopo aver subito un serio intervento chirurgico a L’Aquila cinque anni prima,non era normale da non destare la curiosità generale.Tutti quelli che li cono-scevano,ritenevano la donna già passata in menopausa.L’evento aveva,perciò,scatenato la curiosità di tutti.A ciò si aggiunga l’espressione del chirurgo e dell’analista Raffaele Pesaturo,che confermò e ingigantì l’affermazione del collega,dopo il parto,e il tutto tro-vò normale curiosità e,la visita generale di tutte le venafrane,sia amiche che semplici co-Pag.60 - noscenti.In più,sia per motivi scolastici che politici e sindacali,avevano finito per farsi apprezzare e voler bene da tutti,che,venutane a contatto,erano riuscite ad ap-prezzarli e stimarli.La dimostrazione di non essere egoisti,ma altruisti,facendo,nel loro piccolo,anche del bene,indiscriminatamente,creò l’interesse generale e le persone cre-dettero opportuno dimostrarlo,facendo visita alla partoriente.La gente poteva manifesta- re la propria riconoscenza solo nel modo paesano di recarsi a fare visita e portare qual-che regalo per la madre e la figlia,appena nata.”Tu,certamente,non hai ancora pranzato. Su,va a pranzare,tanto qui,cosa devi fare?Non hai da fare niente,vai.Quando avrai finito di pranzare,riposati un poco e poi vieni,con molta calma.Telefona pure a Campobasso e fa sapere a tua madre della nascita e di loro di non preoccuparsi,di non affrettarsi a veni-re.Qui,in ospedale,ci puoi stare solo tu.Come vedi,Maria Cecaciello e le altre ti hanno preparato il lettino per la notte.Il giorno è meglio che qui non ci sia troppa gente.La salet -ta è piccola.” Disse la strega al marito,che le rispose:“D’accordo,ora vado e telefonerò a mia madre per informarle della nascita.In più,domani o dopodomani,la battezzeremo qui come d’accordo.I compari già lo sanno.”-“Si,va bene.Fa come tutto preparato.”-“Ciao. Naturalmente,rimaniamo d’accordo anche sul nome scelto,non volendo priviliggiare nè i tuoi defunti e nè la mia famiglia.Quindi il nome,che registrerò,sarà quello di Stefania,na- ta il trenta ottobre del millenovecentosettantuno a mezzogiorno”.Fatte le dovute precisa-zioni alla moglie,se ne tornò verso casa per dare la bella notizia alla comara e per telefo-nare a Campobasso,a sua madre e dirle della nascita di Stefania.Giunto davanti alla porta dei Pesaturo,suonò e,quando la padrona di casa si affacciò,le disse:”E’ nata Stefania.Do-po prenderò i dovuti contatti con il prete dell’ospedale e stabiliamo il giorno e l’ora del battesimo,se voi non avete cambiato idea...!”-“Non sia mai detto,caro compare.Già an-che Raffaele mi ha telefonato e data la bellissima notizia.Mi ha raccontato anche i me-ravigliosi apprezzamenti fatti da Biondi e da altri.Complimenti ed auguri.Volete entrare? O avete delle cose da fare?”-“No,grazie.Voglio informare mia madre della nascita.Le di-rò che fino a quando sarà in nosocomio,la loro visita non è necessaria.Se vorranno,potra -nno venire dopo.”-“Fai bene,perchè,molta gente,in quella cameretta,non faranno bene alla comara”.Elio,salutato Lidia,si trasferì nel suo alloggio e si pose a telefonare alla ma-dre per darle la bella notizia.”Pronto,sei tu mamma?”-“Si,sono io.Che mi vuoi dire che è nata?”-“Si,è nata a mezzogiorno.Stanno bene entrambe.Forse dopodomani la farò battez-zare in ospedale.Come già saprai,si chiamerà Stefania.In tal modo faccio come mio pa-dre,che è uscito fuori dai nomi tradizionali.”-“Fai benissimo.Tu sai che rimettere i nomi di chi ci ha preceduto,non mi è mai piaciuto.Allora noi,che facciamo,veniamo domani?” -“Fate come volete.Filomena dovrà rimanere in ospedale per qualche giorno.Voi,fate co-me meglio credete opportuno fare.Io non vi do alcun suggerimento.Vi lascio libere di se-guire il vostro estro.Ciao” E riagganciò il telefono per passare in cucina a prepararsi il pranzo.Doveva pur mangiare...!Così,nella sua solitudine,che,ormai perdurava nel tempo, si preparò gli spaghetti alla carbonara,fatti con olio,pancetta e parmigiano,dopo aver sbat -tuto due uova nel tegamino,che avrebbe dovuto contenere l’intero infuso.Quando l’acqu -a nella pentola bollì,vi mise gli spaghetti,nella misura di circa mezzo chilo,e li fece cuo- Pag.61 - cere.Una volta cotti,li versò nel tegame,dove aveva preparato l’impasto,com-prensivo di uova,pancetta e parmigiano.Per far cuocere bene l’impasto e farlo amalgama -re con gli spaghetti.Il tutto lo rimestò ben bene con molta fretta per evitare che gli spa-ghetti si raffreddassero prima di aver cotto l’impasto.Quando fu sicuro che l’impasto si era fuso bene bene con gli spaghetti,pose il tegame sulla tavola e si dispose a mangiare. Già il pasto,per come era stato preparato,era in grado,per il buongustaio,di riuscire a da-re una grande soddisfazione.Così, messolo nel piatto senza affrettarsi e,con molta calma, si dispose a mangiare e poi,di tanto in tanto,sorseggiò l’acqua,che aveva posto accanto al piatto.Terminato di mangiare gli spaghetti,mangiò un poco di pane con prosciutto crudo e infine si pulì,sbucciandola,una mela golden.Sentendosi soddisfatto,rassettò e poi si por -tò in camera da letto per distendersi sul letto e ripensare,ad occhi chiusi,a quanto era ac-caduto e che stava in ospedale.Mentre rivedeva sua moglie distesa nel letto e Jole,che gli consegnò la bambina con occhi spalancati e scuri,come i suoi,gli fece piacere,gli diede u -na certa carica e pensò:”Quando mi alzerò,tornerò in nosocomio e prenderò l’appunta-mento con il prete per il battesimo e poi andrò a rendermi conto di cosa hanno bisogno e cosa devo fare”.Così,anche,se elettrizzato per il lieto evento,si appisolò,rimanendovi ad-dormentato per un’ora e trenta.Al risveglio,si alzò per recarsi in bagno ad espletare le no -rmali pulizie.Poi,in cucina bevve il caffè,che conservavano in una bottiglina in frigori-fero,e si sedette a fumare una sigaretta.Al termine,si decise ad uscire per tornare a far vi-sita alla moglie e alla figlia.Non sapendo ancora di non essere stata seminata da lui,già si sentiva legato a lei e a considerarla sua naturale erede.La considerò quella,che avrebbe fatto continuare il suo cognome e che avrebbe fatto continuare la sua entità.Poco dopo, raggiunto l’opsedale,si precipitò nella saletta,che ospitava sua moglie e,entrando:”Ciao, come ti senti?Ti è passata l’anastesia,che ti è stata praticata,dopo che hanno estratto Ste-fania?”-“Mi sta passando lo intondimento post-intervento.Mi sono,quasi,del tutto sveglia -ta.”-“Cosa ti hanno detto,quando puoi mangiare qualcosa?”-“Mi hanno espressamente vietato di farmi portare qualcosa da fuori.Il compare mi ha detto che devo prendere,per un paio di giorni,solo quello che mi farà portare Jole.Io ho subito un intervento abbastan -za curioso e devo fare molta attenzione.Quando,poi,torno a casa,lui,che abita di fronte a noi,sarà sempre a nostra disposizione,per qualsiasi cosa.E’stato anche Biondi a visitarmi per complimentarsi per la splendida bambina,che abbiamo messo al mondo.Mi ha chie-sto che nome le daremo ed io gliel’ho detto.Mi ha risposto che gli piaceva molto.Prima di andarsene mi ha detto che ora devo avere pazienza,per qualche giorno.Ha dato dispo-sizioni che,essendo tua moglie,qui sarò come a casa mia e se ne è andato,dicendomi,ci vedremo domani mattina.Se avrai qualche problema,non farti degli scrupoli e chiama il medico di turmo.”-“Mi fa piacere sapere che ti ha trattata da amica e con i dovuti riguar-di.”-“Se devo dirti la verità,qui mi trattano tutti come una regina.Non parliamo,poi,delle tue alunne,che si fanno tutte in quattro per me e per soddisfare ogni mio desiderio.Guar-da i fiori,che mi sono pervenuti.Non sono solo quelli,che vedi qui.I più,stanno fuori,non li hai visti entrando?”-“Si.Ho visto un’esposizione,molto ricca.Prima di entrare,vedendo- la,ho pensato che avessero messo un negozio di fiori...!”-“Questo dice che siamo riusciti Pag.62 - a farci voler bene da tutti.Io sono molto contenta,per questo,e tu?”-“Anch’io.Si vede che hanno capito che  non siamo egoisti,ma molto altruisti e che,se possiamo,ci ren -diamo disponibili ad aiutare chiunque ne abbia bisogno...!” Mentre stavano chiacchiera- ndo piacevolmente,entrò Jole con in braccio la piccola Stefania.”L’ho portata alla madre percchè devono fare amicizia e vedere se può incominciare ad attaccarsi al seno.Il profes -sore Biondi mi ha detto di sollecitarla già,ad avere il capezzolo in bocca.Gli è sembrata già matura,come se fosse nata da qualche giorno...!”-“Per me va benissimo,così assisterò alla sua prima poppata!” disse Elio,scostandosi dal letto e facendo posto alla caposala.La donna,con la bambina fra le mani,si avvicinò al letto per consentire alla neonata di poter raggiungere,con la sua bocca,il capezzolo della madre ed aggrapparvisi,per inziare a suc-chiare.Con tutte le sollecitazioni delle due donne,la piccola,pur avendo manifestato la ne -cessità della fame,non succhiò.Dopo un poco Jole fu costretta a toglierla da quella posi-zione e disse ad Elio:”Professore,più tardi,provateci voi.Speriamo che con voi si attacca e succhia.”-“Fra una mezz’oretta,va bene?”-“Si,fra mezz’ora,va benissimo”.Così dicen-do se ne tornò al suo ufficio.Elio,rimasto molto imbarazzato e fremente per l’esperimen-to,che avrebbe fatto,rivolto alla puerpera,le disse:”Tu,che ne dici dell’esperimento,che Jole vuole farci fare?”-“Provare non nuoce.Fra una mezz’oretta proveremo e speriamo che si attacchi e succhia.Così avremo risolto il problema del suo sostentamento!”-“Ma, se si abitua a succhiare fra le mie mani,come faremo quando io non ci sarò?”-“Perchè?”-“Oggi mi è pervenuta la comunicazione dal Provveditorato agli Studi,che mi incarica di andare a fare il mio dovere d’insegnante,dal prossimo lunedì.Quindi da lunedì io uscirò la mattina e rientrerò all’ora di pranzo.La notte rimarrò qui con voi,in questo lettino,che Maria e le altre hanno preparato per me...!”-“Non sei contento?”-“Certo che sono conten -to.Tanto tu dovrai rimanere per una settimana qui,fino a quando Pietro non ti toglierà i punti di sutura...!”-“Per me va tutto bene.Qui sto tranquilla e sicura.Se ho bisogno di qu-alcosa,ci sono tutti, pronti,che si fanno in quattro per me.A casa tutto questo non lo avre-i.Il dottor Biondi me lo ha detto.Mi ha detto che per quanto gli riguarda,mi dimetterà so-lo quando sarà sicuro che non avrò bisogno di nulla.”-“Lo so.Pietro è un caro amico.Ci stimiamo e vogliamo bene come fratelli.Perciò,anch’io sto tranquillo e sicuro sia per te che per Stefania-“-“A proposito,vuoi provare a farla attaccare alla mammella e vedere se succhia?” Elio,senza rispondere alla richiesta della moglie,prese il fagotto con la bimba e,tenendola nelle mani,l’allungò sul corpo della donna,senza farglielo poggiare,rimase in attesa che Filomena tirasse fuori la mammella e la ficcasse nella bocca di Stefania.Quasi subito la bimba aprì la bocca e,dopo qualche attimo di esitazione,si avventò al capezzo-lo,incominciando a succhiare.Il latte,subito non le andò in bocca,anche se la strega ave-va,in precedenza,provveduto a preparare il suo corpo a tale compito.La bimba,non rice-vendo ciò che desiderava,incominciò a premere le sue labbra e a stringere,quella parte del corpo della madre,che le finiva in bocca.La madre avvertì del dolore,però,per aiutare la figlia,strinse la mammella e poco dopo incominciò ad uscirle il latte e la bimba,soddi-sfatta,rimase tranquilla e continuò a succhiare fino a quando non si ritenne appagata e sa -zia.Così,da quel giorno,il presunto padre doveva tenerla sospesa sopra il corpo della ma Pag.63 - -dre,per farle succhiare il latte dalla mammella della sua nutrice.Se la tenevano altre persone,strano a dirsi e a considerarsi,non succhiava,ma,si limitava solo a frignare per la necessità del  suo regolare e normale pasto.Elio,anche in quella posizione scomo-da,era felice di farla mangiare.La mattina le lasciava alle otto,per andare al suo posto di lavoro e vi rientrava alle tredici e trenta.La notte dormiva accanto a loro.Ciò durò per die -ci giorni,quando Pietro la visitò,le tolse i punti di sutura e le consentì,di poter tornare al-la propria casa.C’è da dire,inoltre,che il giorno dopo la nascita,Elio andò al Comune a re -gistrarla e comunicò che era avvenuta il trenta del mese di ottobre.Dopo tre giorni,così come aveva stabilito,dopo aver preso i dovuto accordi con il parroco dell’ospedale e i co -mpari,la fece battezzare.Molti si meravigliarono,perchè si aspettavano una grande festa per tale rito religioso e perchè trattavasi della sua primogenita ed unica figlia.Nessuno co -nosceva i retroscena e la realtà,che aveva preceduta e seguita quella decisione e soluzio-ne.Non ci fù che un semplice rinfresco fra i partecipanti alla funzione:Elio e i coniugi Pe -saturo,con il parroco.La funzione fu realizzata alla chetichella,all’insaputa ed al riparo da tutti.Quando la strega tornò a casa ricevette prima la visita della suocera e cognata e poi quella di sua zia che,egoista qual era,fece in modo che Giuseppina non restasse e se ne tornasse in tutta fretta a Campobasso,mentre lei rimase a spadroneggiare,per qualche giorno,finchè Elio non le fece capire di non essere desiderata.Furono tutti fatti e partico-lari,che Elio incassò per rendersi sempre più conto della consistenza morale e culturale della moglie e della sua famiglia di origine.Si rese conto che lei lo aveva sposato per fa-re del dispetto a qualcuno e non perchè fosse veramente innammorata di lui,se non sape-va rispettare i suoi e soprattutto sua madre,che tanto aveva fatto per lei...!Il marito incas-sò i fatti,li immagazzinò e cercò di non tenerne conto nella vita quotidiana.Lui aveva un grandissimo difetto,dimenticava tutto il male,che subiva per non essere cattivo come qu-elli,che glielo avevano procurato,ma,al momento opportuno,ricordava ogni cosa,come se gli fosse capitata nel momento.Fatto molto scoraggiante perchè,alla persona,che gli ha fa -tto del male,non riserva odio,ma solo dimenticanza.Per lui diventa come insesistente,co -me morta.Fatto ancora più strano,se la stessa persona,per un motivo qualsiasi,necessita di aiuto vitale,fa di tutto per aiutarla,anche se non la considera fra quelle viventi ed ope-ranti.Tale suo atteggiamento è spiegabile solo se si considera la sua grandissima umani-tà.In un simile atteggiamento cerca di mettersi al riparo da ripetizioni di fatti spiacevoli e raccapriccianti.Il suo motto è:”Fessi una volta,ma non due.Una volta si può anche cadere nel baratro,ma cadervi per due volte di seguito,vuol dire proprio di essere irrecuperabili ...!sciocchi alla ennesima potenza...!” Perciò,ad evitare il ripetere lo stesso errore per bo-ntà,la cosa migliore è,e sarebbe stato il prevenirlo,ignorando e dimenticando chi te lo ha procurato.Non cancellava dalla sua vita nessuno,ma,essendo troppo buono d’animo,la su -a unica difesa,era,appunto,il cancellare l’esistenza di chi gli aveva procurato l’amarezza C’è da dire che,per arrivare alla sua realizzazione,gli costava molta fatica e parecchie no -tti insonni.Tutto ciò,proprio perchè nel suo animo non albergava cattiveria e malignità.    Infatti,ripartita Giuseppina e Gilda,rimase,anche per realizzare un certo controllo,la zia Clora,a fare la padrona di casa,spadroneggiando e creando le premesse di una zizania co Pag.64 - -ntinua ed incontrollata.Dopo un paio di giorni anche la strega si nauseò per la presenza della zia,così Elio fece in modo che se ne tornasse a Campobasso,a casa sua. Ri -masti soli,ricevetterò l’aiuto di tutte quelle donne,che si ritenevano loro amiche:Maria Cecaciello,la comara e sua figlia,Mimmina con le sue due figlie e la visita periodica,siste -maticamente giornaliera di un’infermiera dell’ospedale,mandata da Pietro Biondi,oltre a quella dell’ostetrica e della signora Chiaverini,moglie di Gino,che vivevano al primo pia -no.Certo,di tale continua assistenza,il nuovo padre potè ottemperare ai propri impegni occupazionali,raggiungendo il proprio posto di lavoro e quello universitario,per comple-tare gli studi e poter conseguire,successivamente,la laurea.Naturalmente non gli mancò il momento di svago per giocare a boccia nello spazio della stazione ferroviaria,o il par-tecipare ai programmi televisivi quale ospite d’onore ed informatore su svariati aspetti della vita sociale,culturale ed economica della cittadina della Terra di Lavoro.La nuova vita gli sembrò ricca e completa,la sua casa era stata arricchita dalla presenza dell’erede, che si attaccava alla mammella per succhiarvi il latte soltanto se era lui a mantenerla,a reggerla,non potendo,la strega,poggiarla sul suo corpo ancora non completamente rista-bilito.Il tempo,questo grandissimo aggiustatore delle cose,finì per consentire ai coniugi l’utilizzo completo del proprio corpo.Così tornarono a fare sesso,come,normalmente,av- viene fra marito e moglie.Per quattro mesi Elio notò che l’apparato genitale della mogli-e,per una circonferenza di circa quaranta centimetri,rimaneva tumefatta.All’inizio,lei si giustificò dicendo che era dovuto al fatto che continuava ad avere delle perdite,consegu-enti al parto.Dopo quattro mesi,notando il perdurare del fatto,spazientito,le disse:”Ora so -no molto seccato.Questa storia deve finire,altrimenti andrà tutto alla malora.Sono secca -to e scocciato.La devi smettere”.Infatti,il giorno dopo,la tumefazione non si verificò più Che cosa era accaduto?Era avvenuto un fatto nuovo.La signora aveva voluto sperimenta- re l’apparato genitale abnorme dell’ingegnere Ottaviano,del fatto era stata informata da amiche in farmacia,quando,chiacchierando,chiacchierando,si erano scambiate i pettegole -zzi sulla potenzialità eccessiva di alcuni uomini della cittadina.Successivamente,ricolle-gando momenti e fatti,fu costretto a convincersi Elio,che la moglie,linfomane,l’aveva tra t-dito con moltissimi uomini,per quelle carenze psicologiche,che lo zio della madre le a- veva provocato e procurato con la violenza,che le aveva fatto a soli dieci anni di età.Na-turalmente,non immaginava e pensava che anche quella,che considerava la figlia,non era stata seminata dal suo momento di piacere sessuale,ma che lo era stato realizzato da un altro uomo.La cosa peggiore,il più deteriore e deleterio,sta nel fatto che,l’autore di tale realtà,sia stato suo zio,l’uomo,che lo aveva battezzato ed era fratello di sua madre...!Per fortuna che,prima di arrivare a scoprire che Stefania non era sua figlia naturale,passaro- no più di due anni in cui,non solo non si crearono momenti traumatizzanti,idonei a rea- lizzare dissidi fra coniugi ed evidenziare un certo distacco dalla stessa bambina,ma furo -no idonei a far trascorrere una normale vita familiare.Nel frattempo Elio,con il punteg-gio,che aveva acquisito nell’ambito della graduatoria provinciale,finì per essere immes-so nel ruolo degli insegnanti elementari della provincia di Isernia,raggiungendo una sta- bilità e tranquillità economica,che finisce per dare molteplici soddisfazioni.
Pag.65                                           Capitolo settimo.                                                                     Filomena,dopo essere stata violentata da suo zio quando aveva solo dieci anni,sentì sem-pre imperiosa la necessità di sottostare a qualsiasi uomo riuscisse a stimolare i suoi senti -menti e il suo corpo.Se,per caso,un uomo finiva per guardarla fissa negli occhi,il suo co -rpo fremeva tutto e finiva per sentirsi appagato solo quando lo stesso la facesse sua,stra-pazzandola,sessualmente parlando.Fu così che,una volta maggiorenne,le occasioni si sus -seguirono.Quale orfana di guerra,aveva acquisito dei privilegi.Riuscì facilmente ad inse -rirsi nel mondo della scuola,prima come supplente e poi di ruolo.Essendo scapola e sen-za alcun impegno di famiglia,per alcuni anni andò,come direttrice,nelle colonie marine, dove non fece altro che scavalcare,o,per meglio dire,farsi scavalcare da un uomo ad un altro,certa di potersi,così,sfogare durante l’estate in modo incontrollato.Lì,nella sua veste di capo missione,fu facilmente corteggiata e lei,bramosa,ha finito sempre per approfittar -ne.Ovunque andava,le avventure non le mancarono e lei,seppe farne tesoro,visto che e- ra sempre sollecitata,spinta dalla necessità di dimenticare suo zio e la violenza,che aveva subito in tenerissima età.Con l’andare del tempo,il falso stimolo,la portò a dover soddis-fare la sua libido,sempre inappagabile in quanto era finita nella linfomania.Perciò ogni anno,quando accompagnava i bambini alla colonia estiva,si faceva mandare al lido di Fo -ssacesia,dove si era creato un vero e proprio arem,che,di anno in anno,rinverdiva con nuovi incontri e nuovi termporanei passatempi.Come direttrice non aveva l’obbligo di permanenza nelle camerate,perciò,libera,se ne usciva a gozzovigliare,passando da un a-mante ad un altro.Poi,fino a quando la sua relazione sessuale con Luigi Di Ciò potè por- tarla avanti,dal suo paese non si mosse.Vi rimase a fare l’insegnante a tempo pieno.Quan -do poi,Luigi si sposò,perchè resosi consapevole di che pasta fosse la sua collega Filome -na,finì per lasciarla e sposare un’altra donna,che non aveva il passato della sua vecchia amica di letto.Piccata nel suo amor proprio,passò ad insegnare intorno al capoluogo mo- lisano.Fu lì che,oltre a conoscere Felice e fidanzarsi con lui,che non la sposò perchè ave -va un fratellastro in manicomio,non lesinò di fare la suora di carità,offrendo il suo cor-po a tutti quegli uomini e colleghi,che ne sentissero la necessità.Fu proprio grazie a ciò che Gigino Biscardi si espresse in modo non troppo lusinghiero nei suoi confronti.Forse, lo stesso professore,era risucito a fare sesso con lei,così come tutti.In un periodo di crisi della donna,ecco che compare Elio,che lei,con molta facilità,si accaparra e se lo porta a cena per dargli il suo corpo,sin dal loro primo incontro.La donna,abituata a vivere di ses- so sfrenato,sentendo che nel venafrano c’era l’ingegnere Ottaviano,poderosissimo nel su -o apparato genitale,non resistette alla novità e finì per offrirgli il suo corpo,appena sgra-vato dal peso della bimba,che aveva portato in grembo per nove mesi.Solo che,quel gran figlio di buona madre,se ne accorse e la sollecitò a rientrare nei ranghi.Per lei fu facile perchè aveva sempre a sua disposizione il prete del paese,che poteva incontrare facilmen -te in chiesa e lì,darsi i normali e regolari appuntamenti del caso...!                                                                    Il millenovecentosettantuno si concluse in supplenze varie per Elio,mentre la strega rima -se in casa a fare la madre,in congedo di allattamento.Secondo la normativa italiana,la  donna lavoratrice ha diritto a due mesi di congedo preparto e a tre post parto per poter ac Pag.66 - -cudire,adeguatamente,al prodotto del suo grembo.Al termine di tale allontana-mento dal servizio attivo,viene utilizzata in servizio di segreteria per il compimento del secondo anno di esistenza del neonato.La segreteria di direzione era al centro della terra di lavoro con a capo Pasqualino,che andava a giocare a boccia con Elio,alla stazione fer-roviaria.Sia Pasqualino che il direttore Antonio Nicoletta,non erano considerati stinchi di santi dal giovane,bensì donnaioli,in cerca di continue avventure.Pensò,forse a ragion ve-duta,che sua moglie,nel periodo di permanenza in direzione,per allattamento,abbia fatto la carità anche a loro,vista l’alta linfomania,che la distingueva.Non si diede troppo affan -no,ma,spesso rimbrottò la donna per il suo comportamento troppo leggero e indice di as -secondimenti sessuali con chi non avrebbe dovuto.Per tale motivo fra loro ci furono con -tinui tafferugli e litigi,che si evidenziavano in lunghi silenzi,fra i due.Infatti,quando non parlavano nemmeno a tavola,erano in dissidio,in litigio.Elio ripagava la moglie con la non curanza ed il menefrechismo totale.Naturalmente,il giovane marito non dimenticava quando,mentre si stavano preparando a fare sesso,lei,non sentendo,si presentò in corrido -io,con le mutande in mano,alla presenza del dottor Di Giacomo...!Così,conosciuto il dot -tor Verrecchia,di Filignano,quale specialista in otorinolaringoiatra e che operava a Pisto -ia,vollero incontrarlo per far visitare la strega ed avere i suggerimenti opportuni,per ri-solvere il suo problema.Dopo un’accurata visita e gli accertamenti del caso,Marcello Ve -rrecchia suggerì di farla sottoporre ad un intervento chirurgico all’orecchio per staffe-ctomia.Avrebero dovuto farle il trapianto della staffa e del martello per farle riprendere  la normalità dell’udito.Il dottor Marcello Verrecchia diede la garanzia che,dopo l’inter- vento,con molta facilità e probabilità,avrebbe riacquistata l’autonomia auditiva.La Filo- mena accolse baldanzosamente la notizia e così decise di effettuare l’intervento,che si sa -rebbe dovuto svolgere a Firenze.Il chirurgo sarebbe stato il professor Giaccai,del quale Verrecchia era assistente.Fatte le dovute documentazioni di rito,i tre,nel mese di marzo, in cui Elio non aveva supplenze ed incarichi scolastici da assolvere,partirono per il capo-luogo toscano.Giunti a Firenze,secondo gli accordi con Marcello Verrecchia,si recarono all’appuntamento presso il policlinico Careggi per far visitare la donna dall’otochirurgo professor Giaccai,ordinario universitario di quell’ateneo.Il professore effettuava soltanto un certo tipo d’intervento:di staffectomia,cioè,sostituzione di staffa e martello nell’orec-chio.Sembrava essere l’unico in Italia,capace di fare una simile operazione a carico dello orecchio.Dopo la visita del luminare,si decise di sottoporla all’intervento e così fu ricove -rata.Il mese di marzo a Firenze il clima non è molto mite che consenta facili e piacevoli passeggiate,specialmente se si ha una bambina di poco più di due anni...!così Elio,con Stefania,fu costretto a frequentare i grandi magazzini,dove la Stefania aveva sempre un qualcosa da comprare  per poter effettuare i suoi giochi.In ospedale non era facile rima-nere,perchè una suora,vedendoli,aveva sempre delle sollecitazioni poco simpatiche ver-so l’uomo,finendo per chiamarlo assassino,perchè portava una bambina,sana in corsie dove erano ricoverate delle adulte con malanni nocivi per piccoli esseri,come,appunto, era Stefania...!Per impegnare la figlia,comprò un proiettore e,in camera,nella pensione, proiettò molte filmine di pupazzetti e di giochi per bambini.La donna,intanto,fu sottopo-Pag.67 - sta all’intervento chirurgico per la sostituzione di staffa e martello e,con grande meraviglia dello stesso Giaccai,recuperò l’udito in modo totale e completo.Però,dovendo tornare a Venafro,luogo molto distante da Firenze,il chirurgo suggerì di rimanere nei pa-raggi per qualsiasi evenienza,nel caso fosse stata oggetto di rigetto.Così si rese disponibi -le ad ospitarli una signora di Pistoia,che era stata coinquilina,della strega,nel nosocomio fiorentino.La donna aveva una figlia senza marito ed aveva un amante industriale della  zona.Nello stesso appartamento vivevano anche i genitori di lei.Nella città,patria di Pino -cchio,rimasero una settimana,dopo di che,tornarono a Venafro,per scoprire che necessi-tava di intervento chirurgico anche la piccola Stefania,per tonsillectomia.Allora si proce-dette alle normali e regolari analisi del caso.Facendo le analisi del sangue della bambina, si scoprì che aveva,come gruppo sanguigno,B - negativo al di sopra del sessantacinque  per cento.Tale particolare fece sorgere dei dubbi di paternità in Elio.Facendo le analisi nell’ambulatorio di Venafro,l’analista era un amico,il dottor Cesare Di Iorio,marito di Mimmina.Scoprendo l’incompatibilità con quello del giovane,l’amico si sentì sollecitato alla ripetizione dell’esame,volendo convincere l’amico Elio,in quanto,il cosiddetto padre ,sapeva di avere come gruppo sanguigno A + positivo.Il test gli era stato fatto all’univer-sità di Roma,in occasione dell’iscrizione,che fece nel sessantacinque.Infatti,allora era prescrittibile inserire nel tesserino di riconoscimento,anche il gruppo sanguigno,per even -tuale necessità sia per sè che per gli altri,nel caso fosse diventato un donatore.Così l’a- mico Cesare rifece per più di una volta l’esame sia alla bimba che al cosiddetto padre.Do -po tre volte,tutti dovettero convenire che il gruppo sanguigno di Elio era di B + positivo ,lo stesso dicasi della strega,B + positivo,mentre della piccola Stefania il gruppo sangui-gno era lo stesso B,ma negativo al di sopra del sessantacinque per cento.Al che l’uomo disse,senza neanche pensarci su due volte:”Ma,allora,Stefania non è mia figlia?Tu che sei la madre,sai benissimo quello che sto dicendo...!” Lei,dopo un certo imbarazzo:”Ma, ti stai sbagliando.Chi dovrebbe essere il padre se non  tu?”-“Questo lo sai solo tu. Evi-dentemente non sei andata a letto solo con me e con chi altro,io non posso saperlo.Lo sai solo tu,ti ripeto”.Così,il buon amico,non volendo che i due si mettessero a litigare e,suc-cessivamente,creassero problemi alla piccola,che,per crescere,aveva bisogno di un ambi-ente sereno e tranquillo,disse:”Professore,sai,può accadere che un nascituro possa avere il gruppo sanguigno diverso da uno dei genitori.E’ normale,credimi”.Elio,che non amava litigi,non replicò,ma,incominciò a tenere un comportamento idoneo alla situazione.Da  quel giorno non disse mai più alla piccola:”Vieni a papà”,ma,qualche volta,dovendo pre- garla di avvicinarsi a lui,le disse:”Vieni a zio”,perchè si convinse che la figlia era stata procreata da suo zio,che aveva,come gruppo sanguigno B - negativo.Pur avendo saputo il particolare,non si astenne mai dal suo dovere di genitore,anche se,adottivo.Dopo le a- nalisi sanguigne la portò ad operare a Pistoia e,per evitarle disagio,si operò con lei di a-denoidi al fine di poter rimanere entrambi nella medesima saletta.Il suo impegno per le-i,che non aveva colpa,non lo fece mai mancare.Per fortuna,verso la metà di ottobre del settantatrè,Elio ricevette la nomina in ruolo,quale docente della scuola elementare.Il suo primo incarico lo ebbe in una frazione di Forlì del Sannio,a Ricinuso.La scuola unica si Pag.68 - trovava dislocata sul cucuzzolo di montagna e la si poteva raggiungere solo a piedi,da una strada di campagna,dove lasciava la sua auto,che ve lo portava da Venafro. Dopo,per tre chilometri,doveva inerpicarsi fino ad un gruppo di case che era costituito solo da pochi edifici e che riusciva a fornire solo quattro ragazzi per la pluriclasse e il quinto,saliva fin lassù,in compagnia dell’insegnante Elio,proveniente da Vandra.Il ra-gazzino si chiamava Michele e la madre,una vedova di guerra,si chiamava Maria.Il pri-mo giorno in cui si diresse verso la scuola,Elio ebbe qualche difficoltà,ma,la sollecita-zione giovanile e l’euforìa per aver raggiunto il suo scopo occupazionale,lo portò a salire fino all’aula scolastica che era composta da un locale ricavato da una stalla,ed era stato a -dibito ed attrezzato ad aula scolastica solo ed esclusivamente,per l’occasione.L’ambien- te era al piano terra di un edificio privato,di una costruzione di campagna.Intorno al pic-colo edificio si trovavano delle stalle,che,pur emanando odori non gratificanti,per sua for -tuna,l’insegnante soffriva di rinite allergica e le sue narici non venivano penalizzate o, per essere più precisi,non venivano costrette al normale malessere,che,una persona con nari regolari,finisce per soffrire.In un ambiente simile,non avere percezioni nasali,a volte è un grande pregio,è un privilegio non da poco...!A salire e scendere per quei dirupi,Elio non incontrò mai alcuna difficoltà,per il semplice fatto che nella sua vita non si era mai tenuto lontano da qualsiasi attività sportiva.Perciò il suo corpo era allenato agli sforzi e, con elasticità  e naturalezza,riusciva ad assorbire qualsiasi fatica e sforzo,per essere,ol-tremodo resistente.Con gioia raggiungeva il suo posto di lavoro e con amore cercò di da-re gli elementi di cultura a quei cinque alunni,uno per classe.Michelino che si inerpicava con lui ogni mattina ed ogni giorno ridiscendeva verso casa sua,faceva la prima classe. Un ragazzino molto sveglio e volenteroso che apprese agevolmente tutte quelle nozioni, che il suo maestro gli andò impartendo.Poi,per la classe seconda,ci fu una bambina di no -me Giulia,che abitava in una casetta distante un centinaio di metri dalla loro aula.Inol-tre,per la classe terza c’era Luigi,che viveva in un altro gruppo di case,più su di dove si trovava la loro sede scolastica.Seguiva Vincenza della classe quarta che viveva in un al-tro gruppo di case,un pochino più distante e figlia di una famiglia numerosa.L’ultimo,qu -asi il padrone di casa,era Antonio,che abitava nello stesso caseggiato della scuola.I cin-que si affezionarono molto ad Elio,tanto che entrarono subito in simbiosi con lui,sia per-chè era una persona leale e buona e sia perchè sposò subito i problemi della gente del po -sto,cercando di andare loro incontro per risolverli.Anche se trattavasi di una scuola uni-ca e di campagna,non lesinò di pretendere che studiassero e si preparassero al difficile compito della vita,che pretende una sempre maggiore e migliore cultura per potersi di-stricare fra i dedali meandri,che la società,non eccessivamente caritatevole,impone.Li fa -ceva lavorare e divertire nei momenti idonei della ricreazione.Infatti ogni giorno,alle un -dici,li portava sul prato a giocare,scherzando e giocando con loro per rendere la scuola e il suo operato un qualcosa di gratificante e non solo penalizzante da ricordare con gran -dissimo dispiacere,bensì gradevole da far dire,al suo termine,”Ma ora dobbiamo andare proprio a casa?Stiamo così bene qui con voi,che vi rimarremmo per sempre anche  la not -te,a pranzo,a cena,ecc....!” Il giovane maestro era un uomo con tutte le sue necessità e  Pag.69 - potenzialità.Così Maria,incontrandolo al mattino e alle tredici,quando riportava il figlio,essendo vedova ed ancora giovane e piacente,incominciò a stuzzicarlo.Si sa che a quell’età la carne,facilmente s’infiamma e va in ebollizione.Perciò,dai oggi e dai doma -ni,i due finirono per avere un incontro sessuale gratificante.Accadde un giorno in cui il piccolo Michele fu portato ad Isernia dal fratello più grande,per una visita medica di nor -male amministrazione,come controllo.La donna,rimasta a casa da sola,sollecitò Elio ad entrare nel suo appartamento per ammirarlo e così lo circuì fino a portarselo in camera da letto e lì,i due corpi si congiunsero in un amplesso gratificante ed estasiante.Fu solo l’inizio,perchè lui,penalizzato da sempre dalla moglie e lei vedova,non avevano remore e freni.La casa della donna era quasi vicino a Vandra,una località,frazione,sempre del Comune di Forlì del Sannio che si trovava e si trova in una conca,in un avallamento tra il Macerone e l’altura di Rionero Sannitico.Nell’avallamento scorre il torrente Vandra. Da tale strada provinciale si biforca la stradina,che portava alla frazione Ricinuso e dove si trovava la casa di Michelino,quasi all’inizio di tale mulattiera.Qualche volta Maria si faceva portare ad Isernia,dove aveva da sbrigare qualche incombenza.Il giovane si presta -va volentieri anche perchè,quasi sempre,lungo il percorso,in un luogo idoneo,facevano sosta per gratificare il proprio corpo e godere dei piaceri,che esso poteva offrire.La don-na,penalizzata dalla vedovanza,era molto calda ed impetuosa,in quanto era stata costretta a rinuncie,che non è facile sopportare in età ancora piena di energie da vendere...!Entra-mbi,essendo oppressi da personali situazioni,s’incontrarono,si capirono e gratificarono per rendere più piacevole e serena la propria esistenza.Anche l’anno trascorso a Ricinu-so fu gradevole e sereno,anche se,nel mese di novembre,ed esattamente il ventuno,un fat -to particolare cercò di creare timori e spavento,di sconvolgere l’esistenza di chi doveva vivere fra quei monti.Fu che alle undici circa,il pavimento della stanza si aprì per qual-che centimetro,costringendo alunni e docente ad andare fuori,all’aperto,costretti dallo  spavento.Il terremoto si era preoccupato di fare loro visita e portarli fuori all’aperto,sul prato,in una temperatura molto bassa,fredda.Rimasero all’aperto solo una diecina di mi-nuti perchè,per la bassa temperatura,senza congelarsi,non si poteva stare.Sia il maestro che gli alunni,costetti ad uscire senza potersi premunire di un abito più pesante e conso-no,rientrarono nell’aula e ripresero il lavoro interrotto.Per fortuna la scossa sismica non si ripetè fino all’uscita,quando ognuno tornò alla propria casa per riferire l’accaduto e sentir dire che anche gli altri l’avevano avvertita e che vi erano rimasti spaventati.A Ve-nafro l’intera cittadinanza era rimasta spaventata e,pur non essendo stata molto forte,da destare preoccupazione,le piazze e le strade furono riempite di persone,timorose che po-tesse ripetersi e fare danni,che nessuno si augurava ed auspicava.Molti facinorosi,non sa -pendo come consumare ed investire il proprio tempo,si attardarono a parlare dell’acca-duto fino a notte inlotrata.Per fortuna,il movimento sismico non si ripetè e tutti poterono tornare alla normalità e dimenticarsi dello spiacevole momento.Dopo un mese si presen-tarono le festività natalizie.In tali periodi,fra i contadini,si usa ammazzare i maiali e fare una grande festa fra amici e parenti.Per l’occasione il maestro ed amico fu invitato a tra-scorrere con loro una giornata di festa per bagordare nel mangiare carne di maiale appe-Pag.70 - na ucciso e bere il vino di loro produzione,privo di conservanti,genuino.Anche  se c’era della neve,per fortuna non abbondante,Elio si recò all’appuntamento e,in un cli- ma di assoluta festa,cordialità ed amicizia,fece il giro delle case della zona,isolata dal co -ntesto umano,e in aperta montagna,dove solo le capre e i lupi sogliono andare con mor- ta tranquillità ed agilità.Camminò instancabile sulla neve,andando a brindare con i conta -dini affabili e cordiali,felici di avere la sua visita,la sua presenza.Alle dodici fu costretto a sedere a tavola con loro e godere i benefici di un pasto genuino e ricco di amore,di gio-ia e di felicità di vivere.Il pranzo fu una qualcosa d’indimenticabile per la sua spontanei-tà,naturalezza e bontà.Ogni cosa faceva sentire il profumo e il sapore della terra,che sem -pre dà e mai richiede un qualcosa in cambio.Offre e sa offrire per far si che la vita possa progredire e far sentire ed apprezzare con piacere il modo di condurla.Verso le tre o le quindici,il giovane Elio,preoccupato di dover tornare indietro,doveva,cioè,rifare il perco -rso inverso a quello del mattino,salutò il gruppo di amici,che lo aveva festosamente o-spitato,e se ne tornò indietro,per il sentiero,che era abituato a percorrere due volte al gi-orno,da quando aveva preso servizio,come insegnante,in quella scuola.Anche se aveva bevuto qualche bicchiere di troppo,lo sopportò così bene e gli fece da stimolo per raggi- ungere,felicemente,la sua auto parcheggiata al solito posto.Passò davanti alla casa di Maria,ma non si peritò di fermarsi.Il tempo,tiranno,era trascorso piacevolmente e non gli consentiva ulteriori ritardi.Doveva tornare a casa sua,da sua moglie e sua figlia,o,per lo meno,quella che gli altri ritenevano sua figlia,ma,che lui,già riteneva la figlia del pecca-to,della congiura e della colpa.Tanto è vero che non le diceva più:vieni a papà,ma,sem-mai,vieni a zio.                                                                                                                  Per fortuna sua e di tutti,il terremoto,per quell’anno,non si fece più sentire.Terremoto o                                                                              scuola o gravidanza,dopo il millenovecentosettantuno,la coppia riprese a frequentare le spiagge per ottemperare all’esigenza della vacanza climatica e termale.A dire la verità, già nell’anno millenovecentosettanta,sollecitati da Valentino,anzicchè andare in Roma- gna,andarono a Pescara,quali ospiti della famiglia Pasquarelli.Avevano già annunciato tale fatto l’anno prima anche alle milanesi.Tanto è vero che Amelia e sua madre,speran-do d’incontrare il giovane,andarono a trascorrere la vacanza del settanta a Pescara.Il fat- to non si concretizzò perchè frequentarono luoghi diversi e lontani fra loro.La nascita del -la piccola Stefania impose alla coppia di effettuare viaggi non molto lunghi,e visto che già avevano cambiato abitudine,ormai nel precedente anno,si limitarono a freuqnetare zo -ne molto più accessibili,quali,appunto,le spiagge dell’Adriatico centrale.Il settantuno, per la gravidanza della donna e del lavoro,che aveva ottenuto durante il periodo estivo, non li vide sulle spiagge per la cura climatica.Per cui,consapevole di tale esigenza,il si- gnor Elio pensò di prenotare la vacanza e la cura termale del settantadue non più sulle coste romagnole,bensì su quelle abruzzesi.Perciò,avvicinandosi il periodo estivo,preno-tò la villeggiatura estiva e marina presso una pensione di Francavilla al Mare,in provin-cia di Chieti e le cure termali a Caramanico Terme in provincia di Pescara.Sapeva che a Pescara vivevano i parenti di sua moglie,ma,non lasciandosi spaventare da tutto ciò,an-che perchè,già due anni prima vi erano stati ospiti e poi,perchè avevano partecipato al Pag.71 - matrimonio del figlio di Valentino,Nicola,effettuò ugualmente le prenotazioni e,quando fu il momento,come al solito,li raggiunse,ponendosi e,facendo di tutto per uti-lizzare e realizzare,nel migliore dei modi,quanto programmato.Così,sempre con lo stesso mezzo di trasporto,la seicento multipla o settecentoecinquanta,il primo del mese di lugli-o raggiunsero Caramanico per effettuare le cure termali,lui per inalazione e lei per la pel -le del volto ed un poco anche per la gola.Caramanico,un’amena località,che trovasi in mezzo ad un monte,ricca di verde e di acque curative,ha un clima molto pulito e piacevo -le,specialmente d’estate.In tale località Elio riuscì a prenotare una pensione molto bene attrezzata e pulita.Si trovava al centro dell’abitato e a poca distanza dall’edificio delle ter -me.Naturalmente,la presenza di Stefania imponeva dei sacrifici.Non poterono più recar-si insieme ad effettuare le cure,ma,furono costretti a dividersi i compiti.Se andava lui,lei doveva rimanere in casa con la piccola.Al contrario,se andava lei,doveva rimanere lui con la svezzata bambina,che a luglio aveva,appena,otto mesi.Per cui aveva ancora molta necessità di cure ed attenzioni particolari.A tal motivo Elio andava molto presto a fare il suo ciclo di cure,ma,come sempre,secondo la sua natura,non disdegnò di fare il ficcana-so e cercare di rendersi conto del comportamento della moglie.Una mattina uscì per an-dare a fare le inalazioni solite e,anzicchè tornare alla pensione con molta calma,si affret-tò e tornò con molta sollecitudine e si rese conto che la moglie aveva ricevuto delle visi-te.Fece finta di nulla e provvide ad invertire l’utilizzo delle prestazioni terapeutiche.Ren- dendosi conto di ciò che era riuscito a notare,improvvisamente,ricordò le manfrine,che a -veva avuto modo di notare a L’Aquila,quando la sua strega era stata sottoposta ad inter- vento chirurgico per fibromatectomia.Anche allora aveva notato che qualcuno era uscito dalla sala dove era degente sua moglie...!Ricollegando i due episodi,non disse nulla a le-i,ma decise che la loro vita sarebbe cambiata in modo totale.Tutto avrebbe potuto soppor -tare,ma,che lei,più anziana di lui di dieci anni,non solo lo penalizzava,sessualmente par- lando,l’infomane qual era,lo tradiva dopo che l’aveva avvertita che il suo passato doveva essere considerato morto e sepolto e che,per continuare a vivere con lui,in completa sin- tonia,sarebbe stato necessario che lei modificasse il suo atteggiamento,in modo radicale. Il disappunto lo giustificherà per come vivrà in futuro,autogiustificandosi,e mai condan-nandosi per il suo comportamento,non eccessivamente accettabile in una coppia di sposi, che dovrebbe vivere per compattare la propria famiglia,vista che avevano una figlia...,in comune!?Elio,immagazzinando ciò che aveva visto,gli era sembrato di vedere suo zio Fe -lice uscire da casa sua,decise di modificare totalmente il suo attegiamento,evitando di a-vere rispetto per una donna,che non lo meritava.Da quel giorno incominciò ad accettare le sollecitazioni,che giornalmente aveva subito,senza minimamente reagire,per ricambia- re positivamente la sollecitazione subita.C’era,nella sala in cui trascorreva più di un’ora ogni mattina,una gran bella ragazza,che sembrava aver perso la testa per lui.Quando si presentava per sottoporsi alla cura inalatoria,la ragazza faceva di tutto per toccargli la mano e stringergliela calorosamente.Il giovane Elio aveva sempre tenuto un comporta-mento distaccato e di rigetto dell’attenzione provocatoria.Quella mattina,dopo aver con-statato la presenza di suo zio,che,furtivamente,usciva dalla sua pensione,dopo essere sta- Pag.72 - to,evidentemente,a trovare sua moglie,decise di accettare,con molto piacere e di -sponibilità,le attenzione della Camilla,così si chiamava la ragazza,che gli preparava le apparecchiature per la cura.Quando la ragazza gli prese la mano e gliela accarezzò,egli, anzicchè ritrarsela indietro,con l’altra  mano accarezzò le mani di Camilla,che,con un sorriso smagliante gli disse:”Che belle mani,che hai!Lo sai che è un vero grande piacere toccarle e sentire la grande forza,che ti trasmettono?”-“Dici davvero?”-“Si.Perchè dovrei mentirti?”-“Così,per farmi piacere.Vedi,anch’io mi sento molto gratificato e,al settimo cielo,toccando le tue.Ti devo dire che sarei felicissimo poterlo fare altrove e in un modo molto diverso.Lo so che per te non è lo stesso.Tu,certamente,avrai il tuo amore,per il qu -ale il tuo cuore batte velocemente e con molta passione...!”-“Se vuoi saperlo,io non ho nessuno e,il mio cuore,batte all’impazzata solo da quando sei capitato tu qui.Prima era molto tranquillo.Mi sembrava di non averlo.Tu,invece,sei riuscito a stregarmi...!”-“Allo- ra,posso sperare di poterti incontrare,quando nessuno potrà disturbarci e stare noi soli?” Lei rimase per un attimo a pensare,come se si fosse allontanata da loro.Dopo qualche atti -mo,disse:”Io sono qui nel pomeriggio,solo per te.Se ti va di incontrarmi da sola,vieni al -le cinque,vicino alla fontana e poi,io ti dirò dove andare,per stare soli.”-“Alle cinque io sarò vicino alla fontana,dove,quelli,che vengono per le cure dell’acqua,si fermano a bere le acque termali?Aspetterò per cinque minuti.Se non verrai subito,vuol dire che non ti va -da ed io me ne andrò.Ora,che ho finito,vado e dipenderà da te se incontrarci o meno,ci-ao”.Elio,avendo terminato  la cura,se ne andò via per tornare alla pensione e fare colazio -ne.Infatti,per evitare problemi digestivi,si recava a fare le inalazioni a stomaco vuoto. Dopo la cura si recava alla pensione e faceva la sua normale colazione,che,tanto,era pa- gata e rinunziarvi,sarebbe stato da sciocchi.Mentre lui rimaneva con la bambina,la strega usciva per andare anche lei a fare la cura termale,non potendo portare la piccola in quei locali inidonei per lei.Al rientro della madre qualche volta uscivano tutti e tre per fare u-na passeggiata.Nel pomeriggio,dopo la siesta,Elio usciva da solo a sgranchirsi le gambe  in giro per il paese,perchè ha sempre amato andare a curiosare ciò che il nuovo ambiente gli potesse offrire.Come al solito,anche quel giorno,in cui aveva dato l’appuntamento a Camilla,poco dopo le quattro e trenta si vestì ed uscì.Salutato la moglie e dato un bacetto alla figlia,uscì dalla pensione e si portò a fare un lungo giro prima di andare ad imbocca-re i locali delle terme,il viale dei giardini delle cure terapeutiche.Mancavano solo cinque minuti quando il giovane varcò il cancello del recinto dei locali curativi.Raggiunse la va-sca con le fontane dell’acqua solfurea,che mancava solo qualche minuto alle cinque.Ac-costandosi notò che Camilla era già lì,ad attenderlo.La ragazza,nel vederlo,gli andò in-contro con un sorriso smagliante,ricco di felicità.Dopo avergli lanciato uno sguardo ma- lizioso,gli disse:”Seguimi.Andiamo dove possiamo parlare in pace e tranquillità,senza che nessuno ci possa disturbare”.L’uomo,in silenzio,la seguì come un cagnolino ammae- strato e paziente segue il proprio padrone.Camilla,sentendolo alle sue spalle,tranquilla e fremente,imboccò un viale alberato,che li nascondeva alla vista degli altri,eventuali av-ventori e frequentatori di quei luoghi.Quando la ragazza fu sicura che,dove si trovavano, non potevano essere visti da occhi indiscreti,rallentò il passo e si affiancò al giovane Eli- Pag.73 - o.Piano,piano,con una certa esitazione,con la sua mano destra gli prese il brac-cio sinistro stringendosi a lui sempre di più.Più gli stringeva il braccio e più il suo respi- ro si manifestò affannoso e ricco di passione.Avevano percorso poco più di  duecento  metri che lei gli disse:”Siamo arrivati.Come vedi,questo è un luogo meraviglioso per no -i.Qui,in questo recinto,siamo sicuri di non essere disturbati da nessuno e possiamo an-che sederci su questa panchina,che sembra fatta apposta per noi.Vieni”.Così dicendo,se lo trascinò sul sedile,ponendosi alla sinistra del giovane.Non appena furono entrambi se-duti,lei appoggiò la sua testa,con il volto rivolto a lui,sul suo petto con il fiatone,che au-mentava sempre di più in lei.Passarono si e no pochi minuti che lei alzò il volto verso la faccia di lui,avvicinando le sue labbra,con la bocca semiaperta,al mento del giovane.A quell’età non si pensa molto,ma si agisce d’impulso irrefrenabile.A quell’invito Elio non poteva tirarsi indietro e,rinunciare a ciò che desiderava fare con la ragazza.Così unì le su -e labbra a quelle di lei,che finì per abbracciarlo appassionatamente.La carne a quell’età già bolle da sola,figurarsi vicino ad un altro corpo bollente di passione...!Allora Elio la allungò sul sedile,continuando a baciarla e,con molta calma,mentre la baciava,le sbotto-nò la camicetta e incominciò ad accarezzarle il collo e il seno.Camilla non aspettava al-tro.Bramava le sue carezze e,con calma si fece scoprire le gambe e poi le cosce dalla gon -na lunga,che le ricopriva il corpo.Nel sentire le dite di lui sulle sue gambe e poi sulle co -sce,il suo corpo fremette sempre di più,senza mai rifiutare quelle attenzioni.In un primo momento si fece accarezzare,stringendo le sue gambe,dopo poco,le divaricò ed Elio le si mise sopra per far scendere le sue fra quelle di lei,che lo accolsero con un sollievo.Sem-pre baciandosi,il giovane aveva infilato le sue dita al di sotto delle mutandine di Camilla per sperimentare la sua reazione.La reazione della ragazza non fu di rifiuto,ma di tacita accettazione,manifestando un sempre maggiore desiderio di continuazione nella strada intrapresa.Il suo calore e passione aumentavano e giunsero al culmine quando Elio,sbot-tonatosi i pantaloni,non tirò fuori il suo apparato genitale e lo fece sentire al bollente cor -po di lei.Camilla,anzicchè ritirarsi e fare un poco di manfrina,si rese sempre più disponi -bile all’incastro dei due corpi,che avvenne con grandissimo sollievo di lei,oltre che di lu -i,che non desiderava altro...!Quando sentì quella parte del giovane dentro di sè,disse: ”Che meraviglia averti dentro di me!E’così meravigliosamente bello,da farmi sentire ri-nata.Grazie.Stringimi sempre di più,amore mio”.Lui le diede retta e se la strinse con ma- ggiore forza, penetrando il suo corpo con sempre maggiore trasporto e gioia.Più si senti-vano incastrati e maggiormente lei manifestava gratitudine e piacere.Per Elio si stava av-vicinando il culmine del rapporto, per cui le chiese:”Se non sbaglio,è la prima volta che fai sesso.Eri vergine.Se non mi darai la possibilità di fare attenzione,fra nove mesi sarai mammina.Tu che ne dici?”-“Sarei la donna più felice del mondo a rimanere incinta con te,ma...!sai,sono ancora signorina e,certi lussi non me li posso permettere...!”-“Non pre-occuparti,al momento opportuno,so io cosa e come fare”.Continuò a baciarla e ad infil-zare il suo corpo con quella parte,che fu molto gradita alla ragazza.Ad un certo punto Camilla apparve sfinita dal piacere ed Elio,che si era avvicinato all’eiaculazione,si stac-cò da lei per portarsi lontano ad eiaculare sull’erba e poi,per pulire i canali spermatozoi- Pag.74 - di,urinò.Dopo qualche minuto,essendosi pulito di quella qualche goccia di san-gue della ragazza,tornò a lei e le si pose a sedere accanto per abbracciarla e baciarla deli-catamente.Lei non manifestò alcun disappunto,ma solo gioia,per aver fatto sesso con l’u-omo dei suoi sogni.Rimasta per qualche attimo abbracciata al petto di lui,si staccò e,guar -dandolo in viso,gli disse:”Grazie.Oggi mi hai resa la donna più felice del mondo e mi hai fatta anche donna,da signorina,che ero.Questo meraviglioso pomeriggio resterà per sempre nel mio cuore,nei miei ricordi e pensieri più belli della mia vita.Ho avuto quello che ho sempre desiderato.Non desidero altro,solo,se ti farà piacere,potremo vederci an-cora,per ripetere le bellissime cose fatte oggi.”-“Per me sta bene se tu sei felice d’incon-trarmi e fare all’amore con me.”-“Tu sei impegnato,perchè sposato.Percio devi dirmi tu quando sei libero di poterci vedere,incontrare ed amare!”-“Io posso incontrarmi con te  solo nel pomeriggio,verso le cinque.Se per te sta bene...!”-“Si.Mi sta bene e,se puoi ve-nire nella parte alta del paese,sempre verso la stessa ora,possiamo vederci a casa mia.Sa- -i,fino alla sera,quando tramonta il sole,io,a casa,sono sola.I miei vanno in campagna a pascolare gli animali e a coltivare la terra...!”-“Allora domani,verso le cinque,io vengo di sopra,dove sta il ristorante...!”-“Si,proprio lì.Io sarò ad aspettarti.E,quando mi vedi,se- guimi fin sopra casa e lì staremo molto meglio.Ciao,a domani”.Camilla si alzò e tornò in -dietro,mentre Elio proseguì per la parte opposta,per evitare che qualche curioso li potes-se vedere e malignare.Mentre si allontanava,gli tornarono alla mente le tumafazioni geni -tali della moglie e si disse:”Sono felice di averla ripagata con la medesima moneta.Il tra -dimento se lo merita tutto.Ogni qualvolta mi capiterà,sarà meglio approfittarne...!Lei non merita alcun rispetto!” Dopo di che si fece il lavaggio del cervello per evitare di po-ter parlare nel sonno e manifestare la gioia e il piacere,che aveva provato fra le braccia e sul corpo della donna,che aveva appena lasciato.Sempre camminando soprapensiero,co-me in un sogno,fu sempre più felice di avere accettato d’incontrare Camilla e di aver sod -disfatto lei e di essersi appagato come meglio non era più riuscito da quando aveva spo-sato Filomena.Con lei aveva finito solo per essere penalizzato,amareggiato e,cosa più tri -ste,perchè più vecchia di lui di dieci anni,cornificato.Si disse,prima di risalire in came-ra, ”Se io avessi minimamente cercato di non fare il mio dovere,dal punto di vista sessua -le,sarebbe anche giusto che lei mi avesse tradito,ma,lo ha fatto penalizzandomi...!Se me lo avesse consentito,io sarei stato disponibile a fare sesso molto spesso,invece...!” Con  un simile pensiero nella testa,risalì al primo piano della pensione,dove,appunto,erano al-locati loro e,per evitare d’imbattersi nella moglie,preferì portarsi sul terrazzo per respira- re aria salubre e fresca della sera,che si stava avvicinando.Era sul terrazzo da almeno die -ci minuti,quando la strega,accortasi della sua presenza,lo interpellò dicendo:”Sei torna-to?Non ti avevo sentito rientrare.Se ti va,fra una mezz’oretta,andiamo a cenare giù,con gli altri della pensione.Non è che vuoi andarci adesso,perchè hai già fame?”-“No,mi sen-to ancora nella condizione di aspettare.Per ora non ho fame.Hai dato da mangiare a tua figlia?Se non la fai mangiare,non ti cresce.Ora non ha più bisogno della mia stretta tute-la,per mangiare.Ora,il dovere tuo di madre,è preoccuparti per lei.Io resto ancora un poco qui,dove mi sento abbastanza gratificato.Per me,quando penso che sia giunto il momento Pag.75 - di andare a cena.te lo dirò e scenderemo insieme.A più tardi”.Quello voleva di-re:lasciami in pace,sto molto bene qui da solo.Così lei lo capì e rientrò per andare a gio-care con sua figlia.Elio,dopo che lei se ne tornò dentro,tirò un profondo sospiro di sollie-vo,di piacere.Da parecchio tempo la sua presenza gli dava molto fastidio,non la sopporta -va più.I suoi tradimenti avevano creato un solco molto profondo e,l’occasione di evasio -ne,per fortuna,era arrivata e con molto sollievo vi si era abbandonato.Alle otto la strega chiamò suo marito per scendere a cenare:”Vieni,Elio,andiamo giù,scendiamo a cenare. Sono le otto e mi sembra che si possa scendere.Io ho incominciato ad avere fame!” L’uo -mo,senza rispondere,rientrò dal terrazzo,dove aveva fatto disperdere i suoi pensieri,de-sideri ed aspirazioni nell’etere terso.Visto il volto interrogativo della donna,le disse:”Ti è arrivata in fretta la fame!”-“Tanto in fretta non direi.Come vedi,si è fatto abbastanza ta -rdi.Sai che la signora non vuole che si faccia troppo tardi.Lei,dopo,dovrà rassettare e preparare per la colazione di domani mattina.Quindi,se vogliomo darle una mano,è me-glio non attardarsi troppo,non ti pare?”-“Si,eccomi,sono pronto e possiamo scendere per la cena.Hai fatto mangiare già Stefania o mangerà con noi,ora che andiamo giù?”-“Man-gerà con noi.Ora ha più di otto mesi e può incominciare a spiluccare tutte le cose che ma -ngiamo noi.Almeno proverà”.Così,preso la piccola in braccio,si accinse a scendere la scalinata per raggiungere il piano terra e la sala per la cena.Dopo qualche attimo furono al loro tavolo per occupare le rispettive sedie e mentre si stavano sedendo,la padrona del -la pensione li avvicinò e:”Questa sera ho preparato la zuppetta con lenticchie,l’arrosto di maiale,lo spezzatino di pollo,il pollo arrosto e prosciutto con formaggio paesano.A vo -i,cosa vi porto?”-“A me la zuppa di lenticchie e lo spezzatino di pollo”,rispose subito E-lio.La donna rimase un poco a pensare e poi disse:”Per me va bene soltanto il prosciutto con formaggio paesano”-“Per contorno,cosa gradite?”-“Io,se c’è,della verdura cotta.La cruda non la mangio.Per lei va bene anche quella del prato,non ci fa distinzione...!” ris-pose l’uomo.Al che la strega,guardando di traverso il marito disse:”Per me basta,come contorno,l’insalata di pomodoro.Per Stefania un poco di pastina,così come abbiamo fatto a mezzogiorno!”-“Per la bambina l’ho già preparata e ve la porto quando volete.”-“Per lei possiamo già dargliela,se la portate.Così faccio mangiare prima lei e,mentre mangia lei,che è molto pigra,mangiamo anche noi”.Dopo gli ordinativi,la signora Pina,che mos-trava molta simpatia per il giovane ospite,infatti lo guardò con infinita dolcezza,si ritirò in cucina a prendere la richiesta.Passarono solo pochi minuti che tornò con la zuppa per Elio e,ponendogliela davanti:”Ecco la vostra zuppa e buon appetito”,mentre pose il pen-tolino con la pastina della bambina al centro della tavola e,senza dire altro,tornò in cuci-na a prendere il piatto freddo della strega,che da lì a qualche minuto glielo portò e glielo pose davanti in silenzio.Quando Pina si fu allontanata,la strega ebbe a dire:”A te ha augu -rato buon appetito,invece a me ha posto il piatto davanti senza fiatare.Cosa le costava di -re la stessa cosa anche a me?”-“Tu fai sempre la difficile.Si vede che si è scocciata per il tuo atteggiamento e mal ti sopporta...!” Così mangiarono in silenzio per tutta la serata. Lei diede da mangiare anche alla figlia e di tanto in tanto pensò a mngiare anche lei.Qu-ando ebbero terminato le pietanze,Pina provvide a mettere sulla loro tavola anche la frut Pag.76 - -ta di stagione,aspettando che finissero,per sparecchiare.Alle nove i tre termina-rono la loro cena,lasciarono libero il tavolo e Pina potè apparecchiare per il giorno dopo la loro colazione,che era fatta di latte,caffè e biscottini vari.Nella sala vi erano altre per-sone,che si affrettavano,si sbrigavano prima a consumare il proprio pasto e mostravano di essere meno esigenti della Filomena...!Non solo,ma finivano per non farsi sentire.La strega aveva sempre da borbottare e lamentarsi di tutto.Naturalmente il tutto dipendeva anche dal fatto che lei era sorda e che perciò,per sentire almeno la sua voce,era costretta a parlare ad alta voce...!Gli altri commensali la guardavano sempre con molta circospezi -one ed a volte mostravano disgusto,tanto che una,che si trovava loro vicino,un giorno  ebbe a dire:”Ma quella signora non si vergogna?Sembra una venditrice ambulante,che sta sempre a pubblicizzare il suo prodotto...!Non si vergogna d’importunare così obbro-briosamente i vicini?” Elio la sentì e si vergognò per la moglie,perciò la chiamò per no-me:Strega.Terminata la cena,dopo aver preso Stefania in braccio,”Ora possiamo tornar-cene di sopra o,tu,vuoi uscire per il paese e poi vieni anche tu su a dormire?”disse la stre -ga,rivolta al marito.Al che il giovane le rispose dicendo:”Ora non mi va di uscire di nuo -vo.Vengo su e poi,più tardi,andiamo a dormire.Avviati che ti seguirò a breve”.Lei,con la figlia in braccio,si avviò verso la scalinata ed Elio rimase ancora un pochino seduto vi -cino al tavolo,dove avevano cenato.Non aveva voglia di uscire e nè di tornare subito di sopra,dietro alla moglie.Sollecitato da due donne,che sedevano accanto ad un tavolo in fondo alla sala,si avvicinò ad esse per sentire cosa avessero avuto da dirgli o da chieder-gli.Giunto al loro cospetto:”Prego,ditemi pure,in che cosa posso esservi utile?” All’una-nimità,come se si fossero messe d’accordo in precedenza:”Desideriamo stare un pochino a parlare con lei,se ne ha tempo,che sua moglie o sua madre,le concede...!”-“Quella è mi -a moglie.Se voglio,posso chiacchierare senza limiti.E’solo,mie care,che non ho molta voglia di chiacchierare,visto che siete in due ed io uno solo.Fra voi due farei la parte del salame fra due donne disposte a stuzzicarmi,senza avere la possibilità di alcunchè.Perciò vi saluto e vado via,dietro a mia moglie”.Al che le due,rispondendo alla sua affermazio-ne:”E,se ognuna di noi fosse sola,accettereste di rimanere a chiacchierare con lei?”-“Che cosa?Volete tirare a sorte per sapere a chi il destino darebbe tale preferenza o preceden-za?”-“Non sarebbe sbagliato e penso che ci guadagneremmo tutti”.Intanto Elio si accor-se che la padrona della pensione li stava guardando con un certo cipiglio.Allora tagliò corto dicendo:”Io penso che sia meglio rimandare ad un’altra volta e ad un’altra occasio-ne...!”-“Se ce ne sarà...!?” risposero in coro le due ed Elio,lasciandole a bocca aperta,se ne tornò su,seguendo la moglie,che lo aveva preceduto.Una volta al primo piano,non si precipitò in camera,ma si portò sul terrazzo a contemplare le stelle,che gli apparvero me-ravigliosamente splendidi.Quella sera,la stella polare gli sembrò molto più luminosa del solito e,nel guardarla fissamente,pensò a come sarebbe stato bello l’indomani rivedere Camilla a casa sua.Pensò che,se fossero stati soli,avrebbe cercato di averla in costume adamitico,perchè già immaginava il suo corpo perfetto di donna giovanissima.Infatti Ca-milla aveva poco più di diciannove anni ed un corpo turgido e sodo si manifestava in tut-ta la sua potenza ed irrompenza.Rimase in quei suoi momenti fatati,per circa mezz’ora. Pag.77 - Quando la strega si accorse che era lì fuori a contemplare le stelle,la figlia si era addormentata e lei l’aveva messa nel suo lettino,gli si avvicinò per dirgli:”Tu sei già qui ed io,che non ti ho sentito arrivare?Non ti avevo nè visto e nè sentito.Stefania si è addor-mentata.Se ti va,possiamo trasferirci anche noi sul letto,acccanto a lei a sentire come sta-nno i nostri corpi.Poi,se tu,questa sera,non ne hai voglia di fare all’amore,come non det-to ed io me ne vado da sola nel mio cantuccio”.Anche se all’uomo,l’idea di fare sesso con una donna,che incominciava a stargli sulle scatole...!non era molto stimolante,lui a-veva trentaquattro anni e mezzo...!a quell’età,se si è in salute e lui lo era,non si ha biso-gno di essere pregati per far sentire la potenzialità del proprio sesso.Così le rispose:”Vi-sto che ti sei resa disponibile a fare il tuo dovere di moglie,io,non sia mai detto,che mi ri -fiuta di fare quello di marito.Andiamo pure,così dormiremo meglio del solito”.Detto ci -ò,rientrarono,chiusero la porta del terrazzino e si portarono sul loro letto per realizzare l’incastro dei due corpi,senza preamboli,che per lei non erano ammessi e consentiti.Al termine del rapporto,lei,come sempre,del resto:”Visto che hai eiaculato,puoi andare in bagno a lavarti e metterti a dormire,lasciandomi in pace,durante la notte” e si mise nel suo pigiama per porsi a dormire.Elio non era stanco,ma,la richiesta della moglie,non gli dispiacque così come si era verificato in precedenza,gli giunse,quasi,gradita,così avreb-be potuto muovere il suo pensiero dietro al meraviglioso e grazioso corpo di Camilla,cer -cando di godere,con il ricordo,ciò che sarebbe tornato a godere l’indomani.In silenzio si pose nel lato sinistro del letto e,senza infilarsi nel suo pigiama,si pose anche lui a dormi re.                                                                                                                                 Come di solito,al mattino,secondo gli accordi intervenuti nelle ultime ore,Filomena si re-cò alle terme per prestare le sue cure.Dopo due ore tornò in pensione e,con la figlia e il marito,fece colazione.Al termine Elio uscì per andare a sua volta a fare le sue inalzioni  e,poi,tornare a casa per pranzare,fare il riposino pomeridiano,rimanere un pochino sul te -rrazzo a far vagare i propri pensieri e spirito e poi,come d’accordo con Camilla,si recò nella parte alta del paese per incontrarla.Quando arrivò,la ragazza era già lì,al sole,ad as-pettarlo.Nel vederlo apparire,sembrò invasa da un fremito piacevole e,con un sorriso,lo precedette per raggiungere casa sua.Era una casettina biancheggiata di bianco e,sembra-va molto pulita e ben tenuta.Lei entrò,lasciandosi aperta la porta dietro.Tale particolare voleva dire ad Elio di seguirla entro casa e chiudersi la porta dietro.Come un fedele ca-gnolino la seguì e,dopo essersi chiuso la porta dietro,la raggiunse su per la scalinata fino al primo piano.Sul pianerottolo lei lo stava aspettando con molta emozione nel viso e nel corpo.Fremente,gli buttò le braccia al collo e iniziò a baciarlo con furia e passione sulla bocca.Dopo un attimo di effusione,Elio la scostò con delicatezza da sè e le disse: ”E’ si-curo che stiamo soli?”-“Si,entra e guarda tu stesso se non è vero che stiamo da soli qui”. E,presolo per mano,lo introdusse nell’appartamento,che si apriva alla sua sinistra.La por -ta era aperta.Il giovane amante entrò e si mise a guardare da tutte le parti per essere sicu -ro di non avere presenze indiscrete.Al portone esterno aveva messo un puntello di sicu-rezza.La stessa cosa fece per la porta al piano di sopra.Dopo di che prese per un braccio Camilla e se la portò nella camera da letto,che aveva visto nella stanza di fronte.Una vol Pag.78 - -ta dentro,abbracciò con veemenza la ragazza e si mise a baciarla.Al secondo bacio provvide a sbottonarle la blusetta,togliendogliela.La stessa cosa fece del suo reg-giseno e della sua gonna.Lei non manifestò alcuna resistenza,ma aiutò,coadiuvando l’o- perazione.Quando lui le tolse le mutandine,emise un grandissimo sospiro di sollievo per -chè,nel frattempo,anche lei aveva provveduto a denudare il corpo di lui dai suoi abiti. Completamente nudi si avvinghiarono e si distesero sul letto per realizzare un incastro completo dei loro corpi furenti e caldi di passione.Appena lei sentì dentro di sè quella parte dell’uomo che la faceva impazzire di gioia,disse:”Oh,che meraviglia!Per tutta la notte non ho dormito neanche un minuto,pensando a questo meraviglioso ed indimentica -bile momento.Grazie per questo immenso piacere,che mi stai dando”.Così dicendo si fi-ccò sempre di più sotto di lui per assorbire meglio dentro di sè la parte di lui che la face-va impazzire di gioia e di felicità.Lei non sapeva cosa fosse l’orgasmo sessuale.Sia il gi-orno prima che quello in cui nuda era sotto di lui,lo aveva goduto per la seconda volta. Quegli attimi l’avevano portata nell’etere del piacere e della massima gioia,che una don -na possa godere nella propria vita,perchè,normalmente,non è facile che un uomo riesca a darle la possibilità di godere così appieno,di quel trasporto.Per sentito dire dalle altre donne,che Elio aveva praticato,l’uomo si poneva sopra di lei,l’infilzava con il suo sesso e,dopo pochi attimi in cui,lei,donna,non era riuscita neanche a prepararsi per il godimen -to sessuale,era andato fuori per rivestirsi.La donna è più lenta.Lei ha bisogno di prepa-rarsi ed essere preparata a tale evento o attraverso i baci,che devono precedere l’atto d’incastro o attraverso carezze preparatorie.L’uomo egoista,pensando solo a se stesso,u-na volta eccitato,si butta sulla donna a la infilza con il suo sesso.Lei,se è la donna mogli-e,che deve assolvere al suo compito,finisce anche per avere dei figli, ma,l’orgasmo...,fi-nisce per non sapere cosa sia!Camilla per due volte aveva avuto la possibilità di fare ses -so con Elio e due volte aveva finito per godere e sapere cosa vuol dire provare il massi- mo piacere del rapporto sessuale fra un uomo ed una donna.Elio,quando si accorse che Camilla aveva goduto del suo orgasmo,per evitare di metterla incinta,di colpo la lasciò e si prese il suo apparato e lo infilò in un pannolino,che aveva scorto sul letto,davanti a lui sul cuscino.Sul momento lei accettò l’accaduto.Quando lui,pulitosi si rimise accanto a le -i per abbracciarla e baciarla con molta delicatezza,certo di non dover fare più sesso per quel giorno senza compromettere il futuro di lei,Camilla gli disse:”Se ti andrà,dopo,po-tremo rifarlo liberamente.Sai,sto avvertendo dei dolori addominali,che sono il sintomo dell’arrivo del mio ciclo mestruale.Quindi,se si è già preparato,sarà impossibile ch’io po -ssa rimanere incinta!” Il giovane aveva già pensato di rifare l’amore con lei,perciò ave-va deciso di andare in bagno ad urinare per pulire i canali del suo pene.Sentendo la ragaz -za esprimersi in quel modo,l’abbracciò con più decisione,accarazzandola e baciucchian- dola per tutta quella parte del corpo,che ne ebbe a porata di bocca.Ad ogni bacio succhi-ettino,che lui le faceva sul corpo,frignava di piacere.Baciucchia e baciucchia,carezza su carezza,gli ormoni si risvegliarono in modo completo ad entrambi e l’accoppiamento si verificò di nuovo.E lei:”Oh,amore mio,che piacere e come è bello stare sotto di te oggi. E’meraviglioso...!Spingi,spingi,possiedimi come sai fare tu...!Che bello...!Oh...!L’ho a- Pag.79 - vuto ancora...!e che meraviglia sentirti dentro di me con quel tuo liquido bol- lente che mi fa solo impazzire...!Grazie per avermi dato quest’immenso piacere indescri vibile e indimenticabile che fa solo sognare ad occhi aperti...!”                                                                 Il tempo tiranno passò troppo in fretta.Chissa perchè le cose belle passano troppo veloce -mente...!Elio guardò l’orologio e si rese conto che si erano fatte le sei e trenta della sera Alle sette sarebbe stata l’ora del rientro dei familiari di Camilla.Quindi era il caso di to-gliere le tende.Di scatto si alzò,rivestì,salutò la donna con un bacio sulla bocca e se ne andò alla sua pensione per rivedere e traumatizzarsi al cospetto della sua strega.Strana-mente,la donna l’accolse con un sorriso e gli disse:”Oggi Stefania mi ha chiamata mam-ma per la prima volta.Tu non puoi immaginare il piacere,che mi abbia dato...!”-“E a dire che non l’avresti voluta...!Se non ti avessi minacciata che,nel caso,l’avrei fatto un figlio con un’altra,ti ha fatto decidere...!E’meglio non parlarne più,altrimenti finiamo per litiga -re e qui,non è il caso,visto che siamo in una pensione dove tutti ci osservano molto atte-ntamente,anche se non riesco a rendermi conto del perchè!Penso che qualcuna ti conside -ri mia madre e non mia moglie...!”-“Tutto è possibile.Non dimentico Vercelli quando  quella tua amica del ristorante ti chiese cosa avrebbe gradito tua madre...!Eppure erava-mo andati per sposarci...!”-“Perciò non è il caso di litigare per motivi futili e consentire loro di ridere sulla nostra unione e situazione.E’doveroso comportrsi da persone mature, dignitose,serie e responsabili.”-“Cosa vuoi dire,che io non mi comporta bene?”-“Lo stai dicendo tu.Io non ho minimamente detto una cosa del genere.Ho cercato di dirti e di farti capire di non fare scenate inutili,che possano metterci in ridicolo agli occhi degli altri, che non capirebbero i nostri dissidi.Tutto qui,mia cara moglie.E’da molto che stai qui  con la piccola?”-“Sono scesa da poco,saranno,si e no cinque minuti.Avevo appena mes-so il sedere sulla sedia che sei entrato tu.Stefania si è fatta una lunga dormita.Si è svegli- ata solo un quarto d’ora fa.Che dici,ci facciamo una passeggiata qui intorno per far pas-sare un poco di tempo,prima di entrare a cenare?”-“Perchè no.E’una bella proposta da prendere in considerazione.L’aria è tiepida e,penso,che sia un’ottima cosa, farle fare un giretto per ricaricarla per la notte,facendole respirare questa ottima aria per il suo ricam-bio.Andiamo”.Così dicendo,senza essersi seduto accanto alle due donne della sua fami-glia,si avviò verso la porta per portarsi sul marciapiedi antistante l’edificio della pensio-ne.La strega con la sua piccola lo costrinse ad attendere qualche minuto prima che fosse- ro accanto a lui.C’è da dire che quando andavano a passeggio insieme,la donna non gli  si metteva mai sottobraccio,accampando la scusa che,essendo più piccola,accanto a lui, finiva per scomparire e non vedere più nemmeno la strada,che facevano o avrebbero do-vuto fare ancora.Elio accettò di buon grado tale giustificazione e si abituò a rispettarla, finendo per farla propria ed imporgliela anche in futuro,quando lei avrebbe gradito fare diversamente.Insieme passeggiarono lungo il Corso principale del paese perdendo del te -mpo utile a condurli alla soglia delle venti,quando si sarebbero riportati nella pensione per poter consumare la cena e,con calma,andare in camera per trascorrervi la notte in san -ta pace e tranquillità,evitando scossoni di qualsiasi genere,visto che la strega non era av -vezza a facili concessioni verso suo marito.L’avevano fatto il giorno prima,quindi sareb Pag.80 - -be stato impensabile rifarlo per gratificare il loro corpo ed appagare i loro vivi sensi...!Alle venti,guardati dagli occhi di tutti i praticanti ed abitanti della pensione,i qua -li furono lesti a scambiarsi occhiate significative,entrarono nella sala per recarsi ad occu -pare le sedie del tavolo riservato a loro dall’inizio della permanenza a Caramanico Ter-me.Come al solito,la strega,quando si fu avvicinata Pina,cercò di fare la smorfiosa e  la difficile sulla scelta del pasto per la sua cena.Infatti Pina le chiese,con molta gentilezza e cortesia:”Signora,cosa le porto per cena per lei e la bambina?Penso che abbia già visto  cosa offriamo per questa sera...!” Elio,senza perdere tempo,disse: ”Signora,per me,va be -ne,come primo,pasta alla puttanesca e per secondo spezzatino di maiale con contorno di spinaci affogati.Da bere il solito,che lei già sa benissimo.La signora ci deve ancora pen-sare.Per lei può tornare a prendere l’ordinativo anche dopo,nel venire a portare il mio pri -mo piatto o secondo,se non si sia ancora decisa.Non si preoccupi,la signora ha delle rise -rve da smaltire.Per una sera può anche fare a meno di cenare,così dimostra di volersi mettere a dieta e recuperare un poco di linea”,scoppiando in una discreta risata,che indus -se anche la Pina a ridere di cuore.Vedendoli ridere,anche gli altri astanti fecero lo stesso Al che,la padrona della pensione,per stemperare l’accaduto,disse:“Il professore ha voglia di scherzare,è un burlone!Che simpaticone,questo signor professore...!” Stuzzicata nel vi -vo,la strega reagì e disse:”Questa sera voglio fare un’eccezione.Per cena prendo le stes-se cose di mio marito.Solo che al posto degli spinaci,io gradisco l’insalata verde.”-“Le caprette,se non brucano,non si sentono a proprio agio...!” La signora,continuando a ride -re,si allontanò per andare a prendere il pasto richiesto.Prima di essere in cucina tornò in -dietro per chiedere:”La bambina non cena?”-“Per la bambina,la solita pastina in bianco  e il formaggino,che le scioglierò nel brodetto della stessa pastina”.Pina se ne tornò in cu- cina e poco dopo servì ai suoi clienti tutto ciò che avevano richiesto,compreso la pastina per la piccola.La coppia,anche se gli occhi di tutti rimasero puntati su di loro,continuò, imperterrita,la sua cena e dopo,con molta calma,abbandonò la sala e si rifugiò nel prro- prio regno.La strega con la bambina in braccio si portò in camera da letto ed Elio,per fu- mare in pace la sua sigaretta,si dilungò sul terrazzo,dove aveva posto una sedia e vi si se -dette,accendendosi e poi fumandosela,una sigaretta dapprima con gli occhi chiusi,ripen- sando a Camilla e poi li riaprì per ammirare il cielo stellato e meravigliosamente azzur-ro,terso.Stare lì a contemplarlo,era un vero spettacolo e piacere.Consentiva di potersi es- traniare e vagare nello spazio infinito,godendo pace e tranquillità.Lì,Elio rimase per una buona ora,con la schiena appoggiata al muretto del ripostiglio,che rimaneva attaccato al parapetto del terrazzo,che dominava l’ambiente circostante.Quando fu certo che la sua strega fosse andata a dormire,perchè vide spenta la luce della camera,rientrò per porsi sulle lenzuola e sonnecchiare.Al mattino,come sempre,andò a fare le sue cure.Incontran-do Camilla,venne a sapere da lei,di essere indisposta e che per qualche giorno non si sa-rebbero visti e gli disse,sottovoce:”Che tristezza,proprio ora non possiamo vederci ed in -contrarci...!”-“Penso che non sarà più facile potersi incontrare ancora!”- “Perchè?”-“No -i,dopodomani mattina,ripartiamo.La nostra vacanza qui,è terminata.Andiamo a Franca- villa al Mare,dove ho prenotato un’altra pensione per quindici giorni.Mi dispiace,era co- Pag.81 - sì bello fare all’amore con te...!” Camilla,senza dire una parola,si allontanò in tutta fretta per nascondere le lacrime,che le sgorgavano copiose dagli occhi.


      




                                                         Capitolo ottavo.                                                                         Partirono da Caramanico dopo aver fatto colazione.Non si erano affrettati per il fatto che Francavilla al Mare non distava molto dal centro termale abruzzese.Sarebbe stata più di una semplice passeggiata.Perciò non era il caso di affrettarsi,visto poi,che erano in vacan -za per riposarsi e non per correre da un luogo ad un altro,sollecitati da impegni urgenti ed impellenti.Quella mattina la colazione la consumarono con una certa lentezza e tran-quillità e dopo salirono in camera a preparare i bagagli,di conseguenza la strega vestì la sua Stefania con una vestina più leggera,visto che andavano verso il mare,lasciando la collina,con la sua aria fresca.Anche lei,la strega,indossò abiti più leggeri ed idonei alla te -mperatura della giornata e del nuovo luogo di villeggiatura che stavano raggiungendo.E -lio si era messo in pantalancini e in una maglietta sportiva di colore bianco.Dopo avere salutato la padrona della pensione e qualche persona ancora presente,si misero in macchi -na e partirono per raggiungere Francavilla al Mare con il suo mare Adriatico alle undici in punto,giusto in tempo per sapere che a loro veniva offerta la possibilità di poter anda-re ad abitare in paese,alle spalle del verde e dove l’aria era più pulita perchè lontani dal caotico andirivieni del luogo di villeggiatura estivo.Infatti,appena arrivati,si sono presen- tati alla proprietaria della pensione Italia.La signora,nel vederli e,notando che avevano u -na bambina piccola di meno di un anno di età,rivolta ad Elio:”Se volete una camera qui, non ci sono problemi,vi dò subito la chiave della vostra camera da letto matrimoniale per voi ed un lettino per la bambina.Qui,la bambina avrebbe dei problemi sia per il fras-tuono continuo e sia per il calore afoso che,alla sua età,mal si sopporterebbe.Perciò vi offro la possibilità di andare su in paese,dove abbiamo un appartamento,che sarà a vos-tra completa disposizione.Per i pasti e il mare,potrete venire sempre qui,come se viveste qui con gli altri.Dal momento che avete l’auto,per voi non sarà molto difficile.Che ne di-te?” I due coniugi si guardarono in faccia e poco dopo Elio disse alla signora:”Per noi sta bene.Accettiamo lo scambio.Su andremo solo per dormire la sera e riposare il pome-riggio.Per la colazione,il pranzo e la cena resteremo con gli altri ospiti della pensione.Co -sì voi avrete meno fastidio,pensando che la bambina possa dare noia e noi staremo più comodi nella nostra pace e tranquillità”.Rivolto alla moglie le disse:”Penso che  tu sia  Pag.82 - perfettamente consenziente e non saremo costretti agli orari degli altri.Dovremo venire qui,puntualmente solo per i pasti,per il resto ci faremo i nostri orari e spazi perso-nalizzati.”-“Hai fatto un’ottima scelta.In tal modo penso che staremo benissimo qui.Ora ci faremo dire dalla signora gli orari per i pasti,che adottano e,dopo il pranzo,ce ne andi-amo su”.La pensione Italia era nella zona centrale di Francavilla al Mare.Infatti,a poca di -stanza veniva festeggiato il quindici agosto,grandissima festa locale con fuochi d’artifi-cio molto rinomati e famosi in tutta la Regione,non solo.A cento metri,davanti all’hotel Mediterraneo vi è uno spazio,dove viene organizzata la festa politica e religiosa,che ini-zia oltre la ferrovia,dove si trova la chiesa sulla strada statale adriatica.Dalla chiesa,a cir -ca quattrocento metri,nelle vicinanze del municipio della cittadina adriatica,era situata la palazzina di case popolari nella quale la proprietaria della pensione Italia pensò di allo -care la famiglia di Elio per i quindici giorni in cui sarebbero rimasti suoi ospiti.C’è da e -videnziare il fatto che i fuochi d’artificio,che il quindici agosto venivano realizzati in mare,passata la mezzanotte,erano un’attrazione per migliaia di persone,che vi accorreva- no anche da oltre la Regione Abruzzo.Elio e la sua famiglia furono pregati di rimanere e di parcheggiare nella saletta riservata agli ospiti della pensione,in attesa di poter consu-mare i pasti sia di colazione,sia di pranzo che di cena.Mentre erano seduti in attesa di re-carsi a pranzo,nella stessa saletta parcheggiò anche una gran bella signora,che guardò in-tensamente Elio,realizzando un gesto particolare,che fece dire al giovane:”Quella tradi-rebbe il marito con me!” La donna cosa aveva fatto da indurre il giovane uomo a pensare una cosa simile?Lei,guardandolo,quasi distrattamente,con la mano destra aveva cercato di sfilarsi dall’anulare sinistro la fede nuziale.Tale gesto,in psicologia,denota la predispo -sizione inconsulta,di chi lo fa,a volersi sottoporre al corpo della persona,che guarda con molta,tanta intensità.Infatti,dopo tre quarti d’ora,si unì a lei un uomo,che non la meritava Fra i due c’era una differenza abissale sia di età che di bellezza.Lui era brutto e molto pi- ù vecchio di lei e ciò giustificava il desiderio inconsulto della donna.Elio notò,annotò e si gloriò della preferenza,lasciandolo gratificato e inorgoglito.Alle dodici e trenta furono invitati a sedere al tavolo a loro riservato,per pranzare.Dopo il pranzo il marito della pa-drona della pensione si rese disponibile ad accompagnarli nell’alloggio a loro riservato per mostrarglielo e vedere se fossero stati felici della scelta,di rimanervi ad utilizzare gli ambienti per il riposo.Dopo essere entrati,l’appartamentino si trovava al primo piano ed era composto della cucina,di una cameretta e della camera da letto,oltre ad una finestra dalla camera da letto ed un balconcino dalla cucina.L’appartamentino era dotato di tutti i conforti per un’abitazione civile.Lo esaminarono accuratamente,al termine i due coniugi si guardarono negli occhi ed Elio potè dire:”Si,accettiamo di rimanere qui e scenderemo solo per i pasti e per andare alla spiaggia,da voi riservata per i vostri ospiti.”-“Allora,ec- covi le chiavi ed io vado e a dopo per la cena o per andare al mare,se vi andrà.Arriveder- ci”.Così dicendo si tirò dietro la porta di entrata e se ne andò alla pensione Italia,che sta-va nella parte bassa della località,quasi in riva al mare con tutti i disagi estivi e dell’umi- dità dell’acqua,che stava da loro a solo poco più di cinquanta metri,oltre la strada rotabi-le,che si trovava dietro al palazzo ospitante la pensione.Elio,la strega e la bambina,rima- Pag.83 - sti soli,hanno provveduto a mettersi in libertà per poter effettuare il riposino po-meridiano,così com’erano abituati a fare.Stefania fu messa a dormire nel lettino,che si trovava alla sinistra del letto matrimoniale con accanto la madre ed Elio,come al solito,si pose nella parte destra,accanto alla porta d’ingresso alla camera.Rimasero a sonnecchia-re per un paio d’ore.Il viaggio da Caramanico non li aveva stancati,ma un certo squilibri- o poteva averlo lasciato in quanto che si erano trasferiti da una località di montagna,qua- si,a quella marina...!Dopo due ore di riposo si alzarono e,visto che lì c’era la cucina con tutto l’occorrente per fare il caffè,la strega si attivò per fare una tazza ciascuna e berla, prima di mettersi a fumare una sigaretta.”Questa,proprio ci voleva.Faccio la tazzulella di caffè e ce la prendiamo in santa pace,lontano da quella marmaglia di persone,che affolla -no la pensione”,disse la strega.Elio acconsentì di buon grado,perchè anche lui avrebbe gradito,dopo il riposino pomeridiano,prima di uscire,sorseggiare la sua tazza di caffè bol -lente e poi fermarsi sul balcone a fumare la sigaretta per ammirare il panorama dei d’in-torni.E’ciò che fece,rendendosi conto che intorno all’edificio vi era una piazzola con un grosso albero di pino e intorno delle piantine fiorite multicolori,sulla destra ed a sinistra un viale alberato,invitante ad una passeggiata romantica.A tale pensiero non potè fare a meno di tornare,per un attimo,con la mente a Camilla,che gli aveva dato la sua verginità con tanta passione ed amore.Per un attimo,solo per un attimo,sentì ancora attaccato al su -o il corpo caldo della ragazza.Per evitare che il fatto potesse avere delle ripercussini ne-gative nel suo rapporto con la strega,immediatamente scosse la testa ad occhi chiusi e volse il suo pensiero ad altre cose.Pensò a Venafro e al fatto che,prima di partire,gli ave-vano detto che a settembre ci sarebbero state delle novità alle quali avrebbe dovuto par-tecipare,perchè coinvolto in prima persona.Il coinvolgimento in cose nuove non lo spa-ventava,ma gli dava la carica per andare avanti,specialmente dopo il disagio matrimonia -le,che lo aveva oltremodo penalizzato.E,mentre stava vagando in lontani lidi con la sua fantasia e mente,la strega lo richiamò al dovere familiare:”Elio,non vogliamo andare giù e,renderci conto della spiaggia,dove dovremo andare a passare qualche ora del giorno?”-“Eccomi,sono subito da voi.Non sia  mai detto che io vi trascuri per rimanere a poltrire sul balcone di questa casettina...!” Così dicendo,rientrò e si mise nella tenuta da mare,cio -è,con pantaloncini e magliettina leggera,di colore bianco.I pantaloncini erano di colore begio con ampie tasche per poter portare l’accendino e il pacchetto di sigarette,oltre al portamonete con patente e documenti vari,visto che doveva guidare l’auto in continuazi- one per dover andare su e giù per il paese sia per andare ai pasti,sia per andare al mare e sia per andare a riposarsi.Una volta pronto,disse:”Eccomi a vostra disposizione,madame, andiamo” e le precedette all’ingresso del primo piano.Uscendo sul pianerottolo,si rese conto che l’ambiente non era dei più signorili,ma,anzi,lasciava molti dubbi e disse alla moglie:”Questo ambiente non mi piace.Ho l’impressione che qui si faccia il mestiere più antico del mondo!”-“E sarebbe,questo mestiere?”-“Ho la netta sensazione che qui le don -ne facciano le prostitute e a pagamento.Perciò,dovremo guardarci bene da evitare di pra -ticare gente,che non conosciamo!”-“Sta tranquillo.Noi non siamo venuti qui nè per una cosa e nè per un’altra e staremo per i fatti nostri,senza interessarci di niente e di nessuno, Pag.84 - fino a quando saremo qui!”-“Ho voluto solo informarti di quella che è la situa-zione del posto,in cui saremo a dormire.Ora andiamo,se non vogliamo fare molto tardi per andare a stare un pochino al mare”.La strega,con la bambina in braccio,lo seguì giù per la scalinata e portatisi in strada.Una volta in strada s’infilarono nella loro auto e si po -rtarono,dopo essere passati sotto il sottopassaggio della ferrovia,davanti alla pensione I-talia,dove,parcheggiato l’auto,si sono recati a chiedere informazioni circa lo spazio dello arenile riservato alla pensione,per potervi andare a trascorrere qualche ora,prima della ce -na.La signora,nel vederli,andò loro incontro per informarsi in merito alla sistemazione nell’appartamentino in collina,vicino al Municipio locale.”Allora,come vi sembra la si-stemazione,che ho creduto opportuno offrirvi?”-“Abbastanza buona,grazie.Ci siamo fer-mati e riposati con molta tranquillità in un ambiente asciutto e silenzioso.Dobbiamo ve-dere se la stessa cosa sarà anche durante la notte...!Sa,io ho un sonno molto leggero e ba-sta che una pagliuca si muova,per non farmi dormire più...!”-“Vedrete,vi troverete molto bene e vi riposerete meglio che se foste qui.Noi,quest’anno,avvertiamo molta afa,che ne-gli anni passati non abbiamo avvertito e patito.Il tempo,per quest’anno,non mi sembra troppo sincero e disponibile a farci godere le vacanze...!Speriamo bene!”-“Speriamo be-ne”,le fecero eco Elio e la strega.”Signora,noi siamo passati per sapere qual è il lido riser -vato alla pensione.Vorremmo andare a prendere un pco di sole,fino a quando ci sarà consentito,visto che il cielo si sta imbrunendo e non sembra molto bene intenzionato...!” -“Si,ora vi spiego.Vedete,noi un lido riservato non lo abbiamo.Però,qui dietro,appena do -po il parapetto,che delimita la strada dal lido,c’è una meravigliosa spiaggia pubblica,mo -lto pulita,dove vi consiglio di andare.In quella privata non credo che vi faccia piacere andare,perchè,per me,è molto caotica.Va bene per i giovani...,ma voi,giovani,non mi se- mbrate ...!” Disse le ultime parole guardando la strega.Ed aveva ragione,perchè la strega aveva sì quarantacinque anni e mezzo,ma ne dimostrava almeno dieci di più.Elio si fece una risatina e poi disse:”Grazie,per i suggerimenti.Ora andiamo a rendercene conto e poi decideremo sul da farsi”.Così,guardando la moglie disse:”Se ti va,andiamo a fare il so- pralluogo,per fermarci un poco sulla sabbia e vedere come si sta e poi decideremo il da farsi”.Così dicendo,si avviò e la strega lo seguì con in braccio la piccola Stefania.Insie-me andarono nella parte indicata dalla padrona della pensione e,scavalcato il parapetto,si sistemarono sulla sabbia pulita ed accogliente,dopo avere disteso il telo,che si erano por-tato dietro e che avrebbe potuto ospitare tutti e tre.Tolti i panni inutili e messi in costu-me,si adagiarono sulla sabbia e si distesero a prendere il sole.La strega aveva sempre da frignare,specialmente quando vedeva passare qualche bella ragazza,che manifestava inte -resse per suo marito,dicendo:”Che sfacciata.Non vede che sei in compagnia di una don-na?Qui le donne sono proprio in cerca di uomini e non si accontentano facilmente...!”-“Si vede che hanno il piacere,che non hai tu,mia cara!”-“Sarebbe?”-“Quello di fare ses-so.Si vede che ad esse fa piacere,mentre a te da fastidio.Non prendertela,se alle altre pia-ce farlo,perchè ci godono e sono felici di ripeterlo quanto più è possibile...!”-“Ci risia-mo.Tu non pensi ad altro che al sesso.Mi devi dire cosa ci trovi di tanto interessante.Io proprio non riesco a capirti...!”-“Io,non riesco a capire te.Tu,lo so,hai dei traumi da bam-Pag.85 - bina.Ma,devi sapere che il fare sesso,è la cosa più bella che possa esistere.Tan-to è vero che,grazie ad esso,tu sei nata e hai messo al mondo tua figlia.Senza di esso nè tu e nè tua figlia sareste qui.Pensaci e fammi sapere se ho torto o ragione”.Così dicendo, si alzò e si mise a passeggiare sulla spiaggia,con la segreta speranza di riuscire a scoprire cose nuove da osservare.La strega si distese accanto a sua figlia sulla stuoia,che aveva al -lungato sulla sabbia.La bambina incominciò a frignare per il sole,che le era finito negli occhi e la madre a dirle:”Incominci a fare storie?Lo sai che a volte diventi insopportabi-le?Se non la smetti ti dò...,il tempo di annoiarti,perchè me ne vado a passeggiare lontano da te”.Elio,che ha avuto sempre un ottimo udito,a differenza della moglie,sentendola,si avvicinò a loro e,preso Stefania in braccio,le coprì la testa con il cappellino e se la portò a passeggiare,fischiettando,per farla divertire.La bambina si divertì tanto da incomincia- re a sorridere.Mentre Stefania sorrideva,si era nuovamente avvicinato alla strega e le dis -se:”Questa è tua figlia,ma,guarda,non sei neanche in grado di tenerla.Con te stava pian-gendo e lamentandosi.Come vedi,con me,sta solo ridendo e divertendosi.Questo ti dovre -bbe dire molte cose.Mi meraviglio che con gli alunni,stando a quello che dici tu,vai mol -to d’accordo...!”-“Non lo dico io,lo dimostrano i fatti”.Sorridendo,come si suol dire,sot-to i baffi,si allontanò da lei per continuare a scherzare con la piccola Stefania,che consi-derava sua figlia e che,per tale motivo,dimostrava di volerle molto bene.La strega,mal sopportò il fatto che la figlia con Elio rideva felicemente e con lei frignava,si alzò di scat -to ed andò dietro all’uomo per riprendesi la figlia e gridargli:”Ridammela,non la sai ne-anche tenere bene in braccio.Ti faccio vedere io come si tiene”.Con uno strattone se la ri -prese ed Elio,per evitare che la piccola potesse avere dei risentimenti nello strattone,la lasciò subito,ma,disse alla moglie:”Quando eri incinta,ho cercato di prepararti al parto per evitare che partorissi una bambina o un bambino,creandogli dei traumi psichici,men-tre la o lo portavi in grembo.Mi hai dato retta e Stefania sembra il frutto di tale consegu-enza.Ora,la tratti come una nemica,perchè hai dei traumi ancestrali da superare.Superali senza prendertela con nessuno e tanto meno con tua figlia,che non ha alcuna colpa.Io,ol- tre a fartelo presente,altro non posso,perchè,mentre io sto a scuola o all’università,non so -no con voi a controllarti.Perciò,mettitici tutta la buona volontà di questo mondo,nel suo specifico interesse,se,veramente,le vuoi bene”.Detto ciò,si allontanò da loro e si mise a passeggiare verso il ciglio d’acqua,che increspava sulla spiaggia per l’alta marea,che si stava avvicinando.Piano piano incominciò a camminare nell’acqua,prima per bagnarsi i piedi e poi le gambe per finire con le cosce e sentire con piacere lo scorrere dell’acqua nelle parti basse del suo corpo.Passeggiò per una buona mezz’ora.All’improvviso il sole si ecclissò,allora fu costretto a tornare alla sua famiglia,che,forse,se si fosse messo a pio-vere,avrebbe potuto avere bisogno del suo aiuto.Fece appena in tempo a raggiungerle che qualche goccia di pioggia apparve sulle loro teste.”Su,andiamo.Dammi Stefania,la porto io in braccio,tu prendi tutte le nostre cose e portiamoci nella pensione prima che si metta a piovere veramente forte”.La donna seguì a puntino i suggerimenti del marito e lo seguì come un fedele cagnolino segue il suo padrone.Furono i primi a rientrare nell’atrio della pensione Italia ed occuparono tutto il divano,che era libero.Erano in tre,oltre alla  Pag.86 - borsa di lei e quella, che conteneva gli asciugamani e cose per la bambina.Si e-rano appena sistemati che ebbero la visita di altri,carichi di affannosi respiri per la corsa, che avevano fatto per evitare di bagnarsi per gli scrosci di pioggia,che,nel frattempo,era- no venuti giù copiosamente.”Hai avuto ragione a precipitarti da noi e farci venire via in tutta fretta.Questi,come si vede,si sono bagnati e parecchio!”-“Come vedi,bisogna essere molto attenti.In qualsiasi momento si possono subire spiacevoli inconvenienti...!”-“Si, ma quella,non è la signora,che ha manifestato il desiderio inconscio di fare l’amore con te?”-“Si.Non vedi che marito ha?Ed è logico e giustificato il suo inconscio desiderio.Io, modestamente,sono molto meglio,non ti pare?”-“Tu il giorno e lui la notte!Mi chiedo,co -me ha fatto una gran bella ragazza come lei,a sposare un uomo vecchio e brutto come lu -i?!Vacci a capire...!”-“Si vede che lui è ricco e lei lo ha sposato per i soldi.Chissà per-chè,voi donne,andate alla ricerca dei soldi e non della bellezza in un uomo...!”-“Eviden-temente,perchè cerchiamo la tranquillità economica...!”-“Perdendo tutto il resto...!” Con il sopraggiungere della moltitudine degli ospiti,furono costretti a cambiare argomento,ri- manendo in silenzio e fare posto a qualche persona,che era rimasta in piedi.La pioggia, che,dapprima fu scrosciante,man mano divenne pioggerellina uggiosa.Per fortuna,si av-vicinò l’ora della cena e tutti poterono andare a sistemarsi al proprio tavolo e consumar-la,come al solito e,nel migliore dei modi,congeniali ad ognuno.La giovane signora,che sentiva degli stimoli particolari verso Elio,sistemata al suo tavolo,si era spostata per po-ter guardare in continuazione il giovane,mentre il marito era stato sistemato per volger-gli le spalle e non rendersi conto se la moglie fosse o meno corrisposta in quel movimen -to di occhiate furtive e piene di passione.La strega era stata informata dal giovane,quasi come esame di psicologia,unicamente e solo per mettere in risalto il fatto che certi movi -menti ed atteggiamenti del proprio corpo riescano,agli intenditori,a dire,a palesare cose, che,diversamente,si potrebbe non pensare scientemente.Si era divertito a palesarle ciò che aveva notato e cosa significasse unicamente e solo per farle capire che di lei era riu-scito a capire e scoprire ogni sua anomalìa e peccato commesso in passato a Venafro e prima.Alla rivelazione era rimasta alquanto sorpresa e pensierosa.Evidentemente aveva ricordato quando Elio le aveva detto,notando la tumefazione intorno alla sua vulva:”Ora mi hai stancato.Devi smetterla” e lei smise di avere rapporti con l’ingegnere Ottaviano, che si diceva fosse superdotato,sessualmente parlando,tanto è vero che la moglie lo lasci -ò,e,che le aveva provocato la tumefazione contestata dal marito Elio...!Infatti,dal mome -nto che terminò la tresca,terminò anche la tumefazione!Fu perciò che si rese più mallea- bile nei confronti del marito,concedendogli con maggiore facilità il rapporto sessuale.Il suo obiettivo,con il palesarle il fatto,era stato raggiunto.A lui non interessava farsi bello e mostrare la sua vanità.La realtà lo ripagava da sola.Basti ricordare Camilla,Maria,la co -gnata vedova,la donna sul treno per Roma e tutte le sue amiche,che volevano andare a sottomettersi a lui,a turno...,sia a Campobasso che al suo paese e a L’Aquila,quando fu operata,pur se restìo a facili avventure.Erano state le donne a corteggiarlo e non lui a cor -teggiare loro...!Tutto ciò era accaduto ed accadeva giornalmente senza che lui ne desse motivo.La sua presenza era molto sollecitante...!Con l’andare del tempo,incominciò a da Pag.87 - -rgli molto fastidio l’atteggiamento della moglie.Per qualsiasi cosa,era portata ad usare toni di voce molto elevati.Elio aveva un udito così fine e perfetto che,quasi,si poteva dire che riuscisse a sentire nascere l’erba!Mentre la strega,oltre a non rispondere immediatamente,quando qualcuno stesse parlando con lei,faceva sempre in modo che le si ripetesse ogni cosa e rispondeva con toni non appropriati.Tale fatto portò il giovane marito,specialmente quando era dispiaciuto,quindi arrabbiato con lei,a mantenere il silen -zio,quale momento di protesta.Perciò,sia a Caramanico che a Francavilla,in modo parti-colare quando erano con gli altri a pranzo o a cena o a colazione,per evitare di fare catti-ve figure,si era imposto il silenzio,evitando di rispondere a qualsiasi cosa lei gli dicesse. Con l’andare del tempo lei se ne accorse e,non si sa se per amore o per non essere canzo -nata,cercò di adeguarsi,accettando la soluzione con naturalezza.Ogni giorno,dopo il pra -nzo e ogni sera dopo la cena,Elio,la strega e la bambina si trasferivano dal centro clima-tico all’appartamentino in collina,dove l’aria era più respirabile e confacente alla tenera età di Stefania,non solo,ma faceva bene anche ai grandi,in quella tranquillità e serenità del luogo,fra il verde,oltre all’aria pulita.Quando si stava avvicinando il giorno della par-tenza degli ospiti venafrani,il marito della padrona della pensione cercò di proporre ad E -lio di comprare l’appartamentino della casetta popolare,certo di aver incontrato gli alloc -chi,pronti e disponibili a farsi fare una bidonata da lui.Il giovane non amava molto chia-cchierare,ma,se finiva per decidere un qualcosa,sapeva diventare irremovibile.La strega si era,quasi,convinta a comprare quell’appartamentino,ma Elio,che aveva subdorato che l’ambiente non andava preso alla leggera,ma che,non era per lui e la sua famiglia,con de -cisione impose alla strega sua moglie di cambiare idea dicendo:”Io,in un ambiente dove con molta facilità si fa sesso a pagamento,perchè ricco di prostitute,non compro nulla.Pe -rciò,toglitelo dalla testa.Eppoi,non hai sentito tuo cognato?Ci ha invitato,per il prossimo anno climatico,ad andare a stare da lui?Io non voglio scroccare la villeggiatura,ma,secon -do me,è il caso di accettare,se vuoi riaprire i rapporti di parentela con la tua sorellastra. Lo so che fra voi due esiste una differenza abissale,accettando,non vuol dire confonder-si.Ognuno resterebbe nella propria individualità.Eppoi,tu hai sempre detto che la tua so-rellastra non sa cucinare,ma solo andare in campagna a fare l’asino da soma,ed è proprio  per questo che devi accettare per far si che possa evolversi,modificare la sua situazione esistenziale,facendola migliorare,praticandola...!”-“D’accordo.Tu,come sempre,hai ragio -ne.Si farà come dici tu,tanto so che non te ne approfitterai.Andando a dormire da loro,tu affronterai tutte le spese possibili,non gravando sul loro bilancio,ma aiutandolo con la no -stra economia,che coadiuverà la loro,ma non la penalizzerà”.Concluse la strega,finendo per dare ragione al marito e condividere ogni sua decisione.Così,trascorsi i quindici gior-ni,nominalmente,presso la pensione Italia di Francavilla al Mare,i tre si rimisero nella lo -ro auto settecentocinquanta bianca e si riportarono nella loro abituale cittadina della ter-ra di lavoro,cioè Venafro,cittadina in provincia di Isernia,città Pentra.Partirono nella pri-ma  mattinata,ed esattamente alle dieci,dopo avere fatto colazione,senza patemi,quindi, con molta calma,si avviarono verso il ritorno,passando per il lungomare fino a Pescara, coste- ggiando il suo fiume per un certo percorso ed imboccare,successivamente,la Tibur Pag.88 - -tina,passando per Chieti Scalo,per Popoli,dove trovasi la sorgente del fiume Pe -scara,per Sulmona,rinomata località per i suoi torroni e i carri allegorici,che vengono or -ganizzati d’estate e che sono molto spettacolari.Da Sulmona,furono costretti ad inerpi-carsi fino a Roccaraso ed ammirare a distanza Rivisondoli per poi passare per Castel di Sangro e,dopo la sua piana,attraversare la ferrovia statale ed andare a salire per Rionero Sannitico con il suo passo più alto della zona per poi scendere a Vandra e risalire il Ma-cerone e scendere ad Isernia ed imboccare la statale per Venafro,costeggiando i comuni di Sant’Agapito,Monteroduni,Machia d’Isernia,Roccaravindola,Pozzili e,finalmente,a Venafro,che raggiunsero verso mezzogiorno,giusto in tempo per rientrare in casa e pre-pararsi per il pranzo del giorno.”Oh,finalmente a casa propria!Casa mia,casa mia,per pic -cina,che tu sia,risulti per me una badìa!” si espresse la strega rientrando in casa,dopo a-vere rientrato i bagagli,che si erano riportato dietro.Al che il marito:”Si,hai ragione,casa propria è sempre un’altra cosa!” Perchè,in merito alle partenze ed ai ritorni,anche se non dopo molti giorni di assenza,ti porta sempre ad un cambio,ad una modifica del proprio modo di esistere,di vivere.Forse è proprio per questo che qualcuno disse che partire è,qu -asi,come morire.Anche se non è proprio morire,ma,lo spostarsi da un luogo ad un altro, ti porta ad assuefarti ad ogni nuovo ambiente in cui vai a vivere,se non vuoi soffrire tutti i malefici dell’ambiente nuovo,sia a causa dell’adattamento che all’assimilazione delle nuove abitudini ed usi,che non trovi mai uguali in nessun luogo ti porti.Se vuoi non sof-frire,devi saperti adattare e calare interamente nell’abitat,anche se per pochi giorni e non per una vita intera.Infatti,l’adattamento è proprio dell’uomo,che,poi,nel tempo,se ne ha le caratteristiche e le capacità,riesce a modificarlo per adattarlo alle proprie esigenze e necessità.Ma,come tutti gli esseri umani,anche Elio e la sua famiglia,per tornare alle u-sanze abituali,ebbe bisogno di qualche giorno di adattamento,anche se il clima della citta -dina era caldo ed afoso,privo di quell’alito di brezza marina,che tanto era gradito nei momenti di eccessiva tensione cutanea.Piano piano tornarono alle solite abitudini:Elio tornò a giocare con gli amici a boccia,mentre la strega tornò a frequentare le amiche e scherzare,non evitando di sparlare degli assenti,con esse...!Visto che l’università,in quel periodo,era,quasi,chiusa,per le attività didattiche e l’afflusso massiccio di studenti,nel mese di agosto evitò di andarvi.Vi tornò solo il trentuno di agosto per informarsi sulle novità e se c’era qualcosa,che avesse dovuto fare in qualità di presidente dell’O.R.U.C. Non essendoci novità di rilievo,si rese disponibile a tornarvi verso il dieci di settembre.Il mese di agosto,pur essendo stati in villeggiatura al mare,non disdegnarono di andare,per brevi visite,sulle spiagge del mar Tirreno,sia da soli che in compagnia di amici.La televi-sione locale,però,non lasciò in pace Elio.Con la scusa di essere molto richiesto,lo indus-sero ad essere presente a delle trasmissioni sportive e culturali,sia per dare nozioni di e-ducazione popolare e sia per dare suggerimenti tecnici sindacali:Perchè,c’è da dire che nel campo,era ritenuto,molto esperto e capace,specialmente per la sua conoscenza delle leggi,che conosceva molto bene e,grazie ad esse,poteva aiutare,chi ne avesse avuto biso-gno.Solo che,a lungo andare,unito alle altre incombenze,diventò oneroso e lo costrinse a defilarsi,perchè fu coinvolto anche nel sindacato provinciale e regionale.Infatti lo coopta Pag.89 - -rono nella segreteria provinciale scuola e nel consiglio regionale della C.G.I.L. La gioia,però,che riscontrava negli amici,quando lo incontravano,finiva per ripagarlo dei sacrifici e della disponibilità ad aiutare il prossimo,necessitante.Elio,quando si è trovato al cospetto di un problema serio degli altri,amici o estranei,ha sempre cercato di aiutarli, facendo in modo di non essere nemmeno ringraziato.E’stato sempre molto buono a risol-vere i problemi di chi ne avesse necessità,ma,è stato anche molto duro e inflessibile ver-so chi ha sbagliato,senza mai giustificarlo.Col suo carattere duro,anche se non lo ha dato mai a vedere,è riuscito in un ambiente ostico,ancora feudale,come era Venafro,a creare u -na certa rivoluzione.Prima che finisse nel venafrano,esisteva ancora la divisione in cas-te,in ceti,tanto è vero che esisteva il circolo dei signori e dal quale la povera gente dove-va tenersi sempre molto lontano.Doveva evitare perfino di rivolgere il proprio sguardo verso quel circolo e che le classi scolastiche statali erano costituite in classi maschili e classi femminili.La donna era tenuta lontano da impieghi dove si potesse mettere in mos -tra,come la radio o la televisione.Con il suo modo disinteressato di fare le cose,riuscì a stravolgere quegli usi,che creavano discriminazione,secondo lui,distruggendo quella pari -tà per la quale si era sempre battuto.Si,la moglie era insegnante donna,ma,privilegiata,in quanto orfana di guerra.Gli altri uomini hanno sempre cercato di discriminarla.Elio,non solo non discriminò la donna e gli zingari,ma di loro ne fece l’emblema di onestà ed ope -rosità.In televisione portò le donne e,fece in modo che gli zingari venisssero rivalutati e considerati solo come persone a seconda dei personali meriti.Forse,a causa di tale suo spontaneo atteggiamento che è stato sempre apprezzato,anche se,di persona,non si è mai sentito in dovere di riceverlo,perchè ha sempre pensato di dover agire in un certo modo, aiutando,nel limite delle sue possibilità,tutti,senza mai pensare di doverne essere gratifi-cato,anzicchè,diversamente.Non è stato sempre,però,altamente apprezzabile,in quanto,o- gni qualvolta ha ricevuto delle avversità improprie e sproporzionate,e che ha ritenuto di aver subito immeritatamente,ha finito sempre per reagire focosamente e d’impeto,La per -sona di tale atteggiamento,che avesse creato a lui delle difficoltà,dei problemi,non è arri -vato mai ad odiarla,ma è giunto solo a considerarla inesistente.Perciò,se una persona non esiste,dalla stessa non puoi più aspettarti nè male e nè bene.Si è sempre giustificato dicendo:”Io non odio e non odierò mai,ma,non amo ricevere malevolenze più di una vol-ta.Non me le merito.Se mi vengono fatte,finisco per dispiacermi,ma non arriverò mai ad odiare quella persona,che mi ha danneggiato e,per evitare che possa ripetere la malevo-lenza,la cancello dalla mia mente e faccio in modo che non sia mai esistita.Perciò,chi non è mai esistito,non si può nè odiare e nè amare.E,se  non esiste,non potrà mai ripetere l’atteggiamento sbagliato,che mi ha danneggiato...!” La sua filosofia,il suo modo di vive -re è stato tale,è stato questo.Dopo il ritorno,riabituatisi e ripreso la normale attività,Elio è tornato ad Isernia per informarsi sugli sviluppi delle graduatorie provinciali per ciò che lo riguardava,approfondendo la sua posizione sindacale in seno alla C.G.I.L.-Scuola loca -le per rendersi conto su ciò che il sindacato avrebbe potuto fare più di ciò che non ave-va già fatto.Perciò prese contatti con Domenico Izzi,segretario provinciale pro-tempore e venne a sapere che,molto probabilmente,in futuro,ci sarebbe potuta essere la confluenza Pag.90 - di altri tesserati,appartenenti ad un altro gruppo sindacale:lo SNALSE.La per-sona interessata era il direttore didattico del secondo circolo di Isernia,il dottor Ermanno Izzi.”Il direttore ha posto una pregiudiziale.Ha detto che si fida solo di te.Naturalmente farà ciò che tu deciderai.Perciò,tu,cosa ne pensi?”-“Sarebbe una gran bella cosa.Se ne potrà sempre parlare e poi,decidere la cosa migliore da fare.Per ora possiamo solo aspet -tare gli sviluppi degli eventi.Altro,non saprei cosa dirti.Per ora io vado,vista l’ora tarda, che si è fatta.Ne riparleremo,dopo averci pensato molto bene”.Così salutò ed andò via. Tornato a Venafro,riferì il fatto all’amico Nardolillo,che gli disse:”Se ci sarà tale conflu -enza,vorrà dire che Domenico Izzi dovrà lasciare la segreteria della scuola e al suo pos-to dovrà andarci un compagno socialista.Non accetterò il continuo dominio comunista in ogni settore.Fatta la tua eccezione,in tutti i settori organizzativi locali,ci sono solo comu-nisti...!”-“Hai,perfettamente,ragione,caro Elio.Io sono del tuo stesso avviso.Perciò litigo sempre con tutti loro,che vogliono mandarmi a casa...!Vogliono mettere qualche altro co -mpagno comunista al posto mio...!” C’è da dire che il direttore Ermanno Izzi aveva pen -sato di fare il passaggio sindacale a patti e condizioni che Elio dovesse,come socialista, sovrintendere al passaggio ed unificazione,perchè stimava molto l’amico venafrano.Or- mai il seme della revisione era stato seminato e,prima o poi,avrebbe dato i suoi frutti...! Intanto la strega,per allattamento,era a disposizione della direzione didattica ed effettua-va un servizio ridotto,anzicchè prestare quattro ore e trenta al giorno,ne prestava solo tre e,poteva anche ridurli a seconda delle necessità ed esigenze della sua neonata.Così,per non annoiarsi a stare a casa senza fare nulla,accettò di dare lezioni private,per prepararle alla primina,a ben quattro ragazzine.Una era la figlia di Giambattista Ciaccia,che abitava nello stesso palazzo,una era la figlia di De Vincenzi,che abitava al quinto piano al lato dell’appartamento Ciaccia e due ragazzine,gemelle,le figlie del direttore del Banco Popo -lare del Molise.La strega fece scuola alle sue allieve tenendo fra le braccia la piccola Stefania,che aveva circa tre anni di età.La piccola,molto intelligente e sveglia,apprese subito tutto ciò che la madre andava dicendo alle sue allieve.Così risultò che alla fine dell’anno scolastico la piccola Stefania incominciò a ripetere tutto ciò che era andata sen -tendo nell’intero anno scolastico.Dai e dai,costrinse i genitori a farle fare la primina,ru-bandole,così,un anno della sua fanciullezza.Elio sarebbe stato contrario,ma,al cospetto dei problemi,che avrebbe potuto creare al suo nuovo insegnante o alla nuova insegnante, quando Lucilla disse che:”Sarà grazie a Stefania ch’io potrò dimostrare tutto ciò che an- drò facendo,perchè lei apprende molto bene ed è già preparata per fare la seconda”,che finì per dare il suo consenso a che fosse iscritta alla seconda classe elementare nella scu-ola femminile di Lucilla Abbate.Infatti Stefania andò a scuola esattamente all’età di cin-que anni,neanche compiuti.                                                                                               Nei primi giorni di settembre Elio tornò a frequentare i locali dell’ateneo cassinate sia   per ottemperare ai suoi doveri di presidente e sia per preparare la tesi,che avrebbe dovu-to discutere al fine di conseguire la laurea in psico-pedagogia.I professori di pedagogia e filosofia cercarono di coinvolgerlo,sperando che finisse per accettare di fare il loro pri-mo assistente.Il giovane si rese disponibile a fungere da assistente per la sessione d’esa-Pag.91 - mi autunnali,però,nell’ambito della provincia di Isernia,le cose si mossero diver -samente.Nel mese di ottobre,avendo acquisito dei punteggi con l’organizzazione del cor -so estivo per adulti,ricevette l’offerta occupazionale nell’insegnamento elementare per lunghi periodi di supplenze.La stabilità occupazionale e lo stipendio l’indussero a non la -sciarsi lusingare dall’offerta nell’ambito universitario.Essendo stato sempre molto prati-co,finì per non frequentare con assiduità l’ateneo cassinate.Accettò l’assunzione della supplenza a Filignano,anche se dovette corrispondere alla signora Tedeschi una percen-tuale di stipendio...!Tale particolare lo sconvolse abbastanza,sia perchè la signora Tedes-chi era la sorella di Giulio Tedeschi,deputato comunista e sia perchè gli ripugnava il fat-to di sottoporsi ad un ricatto per effettuare un suo diritto:lavorare.Tutti lo sollecitarono ad accettare,se avesse avuto intenzione di entrare nel mondo della scuola.La prima a con -vincerlo della bontà dell’accettazione,fu una collega,la signora Morra,sorella di un com -pagno socialista.Poi fu indotto ad accettare sia dalla moglie che da tutte le altre amiche, come la farmacista,la comara Lidia e la Mimmina Di Iorio.Alla fine,convinto che la solu -zione migliore per chiudere l’anno scolastico e prendere anche durante l’estate lo stipen -dio fosse accettare il ricatto,si recò a casa della signora Tedeschi e le offrì ciò che aveva richiesto:due mensilità per fargli chiudere l’anno scolastico ed acquisire la possibilità del -lo stipendio estivo e un facile rinnovo d’incarico per l’anno successivo.Tale particolare non gli fece dimenticare ciò che soleva dire il padre:”I comunisti son fatti così:Ciò che è loro è di loro proprietà e ciò che è tuo è pure loro.Sanno,cioè,incettare tutto a larghe ma-ni...!”







                                                      Capitolo nono.
Dopo la rivoluzione,introdotta da Fausto Dalema,comunista,che propugnò,per i cittadini italiani,il solo diritto,in barba ai doveri,che ogni nato dovrebbe avere,per non creare squi -libri sociali,tanto è vero che la concessione indiscriminata di diritti,ha portato a non rico -noscere i meriti e ciò si riscontrerà e subirà maleficamente per almeno un secolo.Infatti, dopo tale rivendicazione da parte del partito comunista e della C.G.I.L. con la richiesta e rivendicazione a non espletare pubblici concorsi per favorire le cooperative rosse,nate in Emilia-Romagna,ha portato ad impoverire la cultura,la ricerca e il miglioramento della società e dell’individuo.Prima,per espletare un concorso,i giovani erano costretti a studi-Pag.92 - arsi,almeno quella parte riguardante il bando sia per il momento giuridico che storico.Con l’abolizione dei concorsi si è arrivati all’appiattimento culturale,irreversibi- le.Non è stato da meno l’atteggiamento tenuto da Gianni Agnelli che,per contrapporre le sue esigenze economiche alle richieste dei metalmecanici,è sceso nelle campagne meridi -onali,per indurre i contadini a lasciare le terre per correre a lavorare nelle industrie tori-nesi.Se prima l’Italia era,per il settanta per cento,paese agricolo,da allora è diventato pae -se industriale,conservando solo il trenta per cento quale paese interessato e coinvolto in agricoltura.A ciò si aggiunga il disastro del Belice e del Vajont per non omettere di trat-tare altri problemi endemici italiani,quali le successive scosse di terremoto,che sconvol-sero il territorio della nostra bella,meravigliosa Italia.Siamo negli anni dal sessantotto al settantatrè.Fu proprio in tale periodo che iniziò la vita scolastica,come docente,di Elio. Ebbe il suo primo incarico,come supplente,durante il mese di dicembre del millenovece- ntosettanta per quarantanove giorni e,fu molto fortunato,perchè,nello stesso anno scola-stico ricevette l’incarico di organizzare un corso popolare estivo.Nei quarantanove gior-ni di supplenze,passò da Case Sparse di Sesto Campano a Masserie di Rocca di Roccapi- pirozzi a Venafro capoluogo.Nelle brevi supplenze ebbe la sgradita sorpresa di constata- re che alcuni docenti,considerati i migliori,creavano,fra i propri alunni,degli atteggiamen -ti discriminanti.Notò,che molti di essi,si lasciavano trasportare dalla simpatia ed antipa- tia,oltre al loro cognome,privileggiando o penalizzando i soggetti in questione.Non si for -malizzò,ma dimenticò quanto notato e riscontrato.Per fortuna,in tutta la sua vita di do-cente,non si lasciò mai irretire da simili bassezze,che lui aveva sempre criticato ed aborri -to.Seguì,all’annata del corso estivo completo,che gli consentì di avere il privilegio di ri-coprire supplenze a lunga scadenza.Fu così che ottenne la possibilità di andare ad inse-gnare a Filignano ed incontrare colleghe molto simpatiche e socievoli.Fra queste vi fu la signora Morra,sorella di un impiegato dirigenziale di Campobasso,anch’egli socialista. Durante l’ora del caffè,come normalmente accade ovunque,i colleghi si sono soffermati a fare delle confidenze.Fu proprio in una giornata e confidenza del genere che la collega Morra informò Elio che,del posto,c’era un medico,che faceva il primo assistente univer-sitario a Firenze.Lo ritenevano molto bravo.Infatti gli disse:”Tu ti sei lamentato di tua moglie,che è sorda e che nessun medico,otorino,fino ad oggi,sia riuscito a farla guarire. Orbene,Marcello Verrecchia è ritenuto molto bravo.Cosa ti costa sentirlo?So che non è neanche esoso”.Fu così che lo consultò e,di conseguenza,fece operare sua moglie.Per chiudere l’anno scolastico in Filignano con il diritto allo stipendio estivo,dovette fare il compromesso con la signora Tedeschi.L’anno successivo,grazie al concorso,avrebbe ac-quisito il diritto ad essere chiamato a ricoprire il ruolo,ma,per clientele politiche democri -stiane,impropriamente realizzate,fu fatto scavalcare da uno,che trovavasi dopo di lui in graduatoria.Alla sua protesta trovarono la scappatoia,così riuscì ad avere l’incarico,quasi annuale ed avere il diritto allo stipendio estivo,come se fosse stato di ruolo.In ruolo fu nominato solo nell’anno scolastico millenovecentosettantatrè-settantantaquattro.Fu an-che molto fortunato perchè,grazie al fatto che non era sistematicamente incaricato nel ru -olo di docenza potè,nel marzo del settantatrè,portare sua moglie ad essere operata a Fi- Pag.93 - renze in un momento in cui era libero da tali impegni.Infatti,nell’anno settanta-due-settantatrè riuscì a fare delle lunghe supplenze,chiudendo l’anno scolastico che gli consentì la retribuzione estiva,molto importante per l’economia familiare.Naturalmente, così come accadde in altri luoghi scolastici,dove Elio riuscì a riscuotere consensi illimi-tati sia con alunni di sei anni che di età maggiore e fra le docenti,lo stesso si verificò a Filignano.Infatti,nella classe quinta mista,ci furono delle meravigliose ragazze,che si in-nammorarono di lui e lo dimostrarono anche negli anni successivi,quando le stesse erano diventate maestre d’asilo.Una,in modo particolare,anche all’età di venti avrebbe gradito avere dei contatti intimi con il vecchio giovane docente,per il quale aveva perso la testa. Elio,sempre da grande signore rispettoso,evitò di approfittarsene,ma non fu mai ramma-ricato di non averlo fatto.Molti altri uomini si sarebbero comportati molto diversamente, specialmente in quella situazione familiare in cui viveva...!Per l’anno scolastico milleno -vecentosettantaquattro-settantacinque,una volta soppressa Ricinuso,fu costretto a scegli -ere una nuova sede.La scelta capitò su Quarto Secondo di Poggio Sannitico,che tutti chi -amavano Caccavone.Località molto scomoda da raggiunsersi per lui che viveva a Vena-fro.A dire il vero,anche molti docenti,che vivevano in Isernia,mal sopportavano se aves-sero dovuto raggiungere tale località,perchè era posta,quasi alla fine di una strada di mo-ntagna che d’inverno,facilmente,veniva ricoperta di neve e scomoda da percorrersi.Il di-rettore,poi,era considerato molto pignolo sia per quanto riguardava l’orario che per il ri-spetto dell’attività didattica che vi si doveva svolgere.Andiamo per gradi:In primis si me -tte in risalto l’impervietà della sede.Per raggiungerla,non solo si doveva attraversare tut -ta Isernia,poi ci si doveva avviare verso Carpinone,scendere nella fondovalle del trigno per poi risalire fino a metà percorso verso Poggio Sannita e poi prendere una stradina lo-cale,che portava alla frazione di Quarto Secondo,dove,un gruppo di case giustificava la scuola,di recente costruzione,isolata,a se stante da altre abitazioni.Elio aveva solo tren-tasei anni.A quell’età si riesce a scalare anche le montagne...!per cui non si fece spaven-tare a fare quella strada due volte al giorno,sia per andare a fare il suo dovere che per tor -nare alla sua casa per il pranzo,la cena e il riposo notturno.Non lo spaventò sia il cattivo tempo che la distanza e fu felice di fare delle care amicizie.Sul posto di lavoro conobbe quattro meravigliosi colleghi,una ragazza calabrese,sposata,che insegnava da quell’anno nello stesso plesso.La ragazza viveva ad Isernia.Aveva un bambino di pochi anni di età. Poi c’era un collega di Pietrabbondante e due colleghe del posto.Elio ogni mattina,usci-va di casa,da Venafro,alle sette per raggiungere Quarto Secondo per le otto e trenta.L’iti- nerario,che era costretto a fare,giornalmente andata e ritorno,era il seguente:da Venafro passava per il bivio di Pozzilli,di Roccaravindola,evitando di portarsi verso Rionero San -nitico,passando per Colli al Volturno e Cerro al Volturno,svoltava a destra per passare davanti al bivio di Monteroduni,al bivio di Macchia d’Isernia,poi al bivio di Santagapito e raggiungere Isernia per attraversarla e portarsi ad inforcare la provinciale per Pietrab-bondante.Una volta imboccata la provinciale per Carpinone,passando al centro dell’abi-tato in una curva molto pericolosa ed a gomito davanti alla stazione ferroviaria statale, proseguiva per passare al bivio di Civitanova del Sannio e,al bivio di Pietrabbondante Pag.94 - prendere la discesa,abbastanza pericolosa per portarsi nella vallata del Trigno, dominata da Bagnoli,che era arroccata su un dirupo impervio e poco accessibile e poi,ri- salire per inerpicarsi verso Poggio Sannita.Era costretto a passare davanti alla scuola di Quarto Primo,dove Menina aveva scelto la sede per quell’anno.Da Quarto Primo,conti-nuando a salire,raggiungeva il bivio per Quarto Secondo per concludere il suo percorso, dopo avere fatto un tratto di un due o tre chilometri di una strada campestre.Rimaneva a fare il suo servizio di lavoro per quattro ore e trenta e dopo tornava,rifacendo il percorso inverso,verso casa,ma mai stanco e domo,ma felice di potersi muovere,giornalmente ed incontrare i suoi alunni e i loro genitori,specialmente quelli che avessero avuto dei prob-lemi da risolvere.Infatti in quell’anno aiutò molte persone con grossi problemi esistenzia -li a conquistare il diritto alla pensione sociale e il diritto alla protezione,per la loro inva-lidità permanente.Sembrò che,oltre a fare l’insegnante,facesse della protezione civile e del volontariato.Una mattina una signora accompagnò a scuola suo figlio e confidò ad E-lio che a Poggio Sannita viveva una ragazza di ventidue anni,disabile,costretta su di una sedia a rotelle,quindi priva di qualsiasi sostentamento e perciò in una totale indigenza.Il giovane,senza conoscerla,approfondì le informazioni e coinvolse gli amici del sindacato e della città di Isernia,che negli ultimi anni si era fatto,fece di tutto e le fece ottenere un sussidio,che consentisse alla sfortunata ragazza di poter vivere grazie all’aiuto,che era ri-uscito a farle aveve.Aiutò molte altre persone,che ne avevano diritto,a poter ottenere la pensione dall’I.N.P.S. e la tutela legale per portare avanti e risolvere i propri problemi.In quell’anno di lavoro il suo disagio non diminuì,ma aumentò per il fatto che il Comune scolastico di Poggio Sannita ricadeva nella tutela e controllo scolastico dal secondo cir-colo didattico di Agnone.Quindi,oltre a dover raggiungere la sede di lavoro,molto scomo -da per lui,che viveva a Venafro,lo fu ancora di pià ogni qualvolta,per una riunione di cir -colo doveva raggiungere Agnone,nel pomeriggio,impegnandolo per l’intera giornata.Co -sì era costretto a pranzare fuori casa,in una trattoria della cittadina pentra.Tale fatto si verificava,normalmente,una volta al mese ed Elio doveva sobbarcarsi una ulteriore spe-sa.Lui,però,era molto bravo a fare i conti per cui ci riuscì brillantemente,non penalizzan- do mai il bilancio familiare,bensì incrementandolo notevolmente.La cittadina di Agnone, patria delle famose campane,che hanno abbellito le chiese di tutto il mondo,era molto an -tica e vantava famose industrie ramaie,oltre a quelle del bronzo.Infatti,si sono fregiate di tali campane anche tutte le chiese di Roma e dell’Italia intera.Di tale fatto gli agnonesi ne vanno fieri ed orgogliosi.Anche se alquanto stressante,l’anno scolastico volse al termi -ne e per il successivo migliorò andando a scegliere la sede di Rionero Sannita-Montalto C’è da dire che,dal momento che Stefania era ancora molto piccola,finirono per accoglie -re le sollecitazioni di Valentino per andare a trascorrere l’estate nel pescarese,suoi ospi-ti.La spiaggia,che predilissero,fu quella di Pescara Porta Nuova o di Pescara Pineta per approfittare della frescura della pineta d’annunziana,quando la strega sentiva gli eccessi dei calori estivi.Nelle calde giornate approfittarono per partecipare alla realizzazione di momenti di giochi nella pineta con altri bambini del luogo.In tal modo fecero nuove ami -cizie,che li sollecitarono,oltre a Valentino e a Vincenzina a comprare un appartamento Pag.95 - nella ridente città climatica abruzzese per potersi vedere più spesso,se non sem -pre.Valentino era certo che i cognati sarebbero andati a vivere lì e così avrebbe potuto avere un aiuto culturale da parte di Elio,che mostrò di essere sempre molto informato e traffichino,riuscendo ad avere aiuti per la realizzazione dell’appartamenti per gli sposi, che,diversamente,non sarebbe stato in grado di realizzare.Stando ospiti dei Pasquarelli, Elio non si approfittò mai,ma,in cambio fece in modo che la famiglia di Valentino consu -masse i pasti fatti dalla strega,con la spesa che con Elio la strega andava facendo,quasi, giornalmente.Naturalmente le esigenze di Valentino e famiglia vietarono ad Elio e fami-glia di andarsene in giro per la ridente città di Pescara da soli,frequentando il centro con il suo viale del lungo mare,o Corso Umberto o Via Vittorio Emanuele o Via Firenze o Via Nicola Fabrizio.Rimasero intorno alla pineta D’Avalos durante il giorno e la sera per qualche pizzeria della zona Tiburtina o di Chieti Scalo,o all’interno della stessa regi-one,per Comuni e pizzerie,che l’ospitante amava.Nei momenti in cui erano insieme per la consumazione dei pasti,Valentino e famiglia,con la madre nonna Rosina,cercarono di fare il lavaggio del cervello ad Elio e Filomena per averli sempre in loro compagnia.An-che l’estate del settantacinque volse al termine e i due docenti furono costretti a rientare nei propri ranghi.La strega ebbe il trasferimento a Venafro capoluogo ed Elio fu chiama- to a scegliere la nuova sede per l’anno scolastico settantacinque-settantasei.La sede più conveniente fu quella di Rionero Sannitico-Montalto.Andando nella nuova sede scola-stica fece conoscenza ed amicizia con Marisa,una maestra di scuola materna,di Isernia. Anche la signora aveva necessità di viaggiare,ma,non avendo nè auto e nè patente,pote- va raggiunge l’impervia località solo con i mezzi pubblici.Visto che il collega della scu-ola elementare Elio,doveva fare lo stesso tragitto anche se non da Isernia,le sarebbe stato conveniente farsi dare il passaggio fino al bivio di Roccaravindola e poi proseguire,con maggiore facilità,fino alla sua Isernia.Elio si rese disponibile a fare il favore alla signora, che,penalizzata da un marito molto più vecchio di lei e che non aveva mai amato per es-sere stata costretta a sposarlo dalla necessità del momento,per essere orfana e in balìa dei collegi per orfani di guerra.Marisa,una donna nel pieno della sua giovinezza e sessualità, viaggiando con un giovane avvenente e del quale qualsiasi donna fosse entrata in contat-to con lui aveva finito per desiderarlo,a lei capitò la stessa cosa.Così,quando la carne è gi -ovane,facilmente s’infiamma,finì per indurre il galantuomo e magnanimo Elio a farle la elemosina sessuale.Un giorno,erano passati solo due da quando si conoscevano,tornando verso casa dopo il lavoro,lei lo invitò ad una sosta in un boschetto nell’agro di Montaqui -la.Erano nel mese di settembre,verso la fine,la frescura della stagione e i corpi bollenti, finirono per unirsi,iniziando una relazione incestuosa,che durò ben dieci anni.Appena pa -rcheggiato l’auto,sotto l’ombra di un folto gruppo di alberi,lei:”Che meraviglioso luogo ...!Hai saputo sceglierlo in modo eccezionale.Ora possiamo rimanere per un poco a chiac -chierare,che ne dici?”-“Solo a chiacchierare?”-“Perchè,tu cosa vuoi fare?” Intanto il gio -vane andava accarezzandole,prima il ginocchio della gamba sinistra e poi,percorrendole la coscia,con la sua mano avida e calda,cercò di andare sempre più su.Lei non disdegnò il contatto,ma si limittò a dire:”Sono sposata,cosa vuoi fare?”-“Io non sto qui,vicino a tu Pag.96 - -o marito,ma a te.E’con te che gradisco fare altro...!” La mano continuava ad in -erpicarsi fino ad arrivare all’inquine.Più la mano si portava verso tale zona e più la Mari -sa incominciò a fremere,a smaniare,a sbuffare come una pentola al massimo della ebolli -zione.Mentre stava palpando,accarezzando,la donna,sospirando,incominciò ad andare  in estasi dicendo:”Che meraviglia,che piacere mi stai facendo provare...!Oh,che bello..!”  La mano impertinente era arrivata a toccarle i peli,che attorniavano la sua vulva.Allora E -lio,notando il suo interesse crescente,abbassò lo schienale del sedile dell’auto,sbottonan -dosi ed abbassando i suoi pantaloni,si trasferì su di lei,provvedendo ad incastrare i loro due corpi.Lei non ricusò l’incastro,ma lo sollecitò,rendendolo sempre più piacevole con la sua completa e totale disponibilità.Solo dopo che ebbe l’orgasmo:”Ti prego,non met-termi incinta sin dalla prima volta che facciamo all’amore...!” concluse con un sospiro di sollievo e profondo piacere.”Sai,con mio marito non ho più rapporti da molto tempo,per cui,non saprei come giustificare un’eventuale gravidanza”.Elio,quando stava per comple -tare il suo rapporto,prima di eiaculare,saltò fuori dall’auto ed andò ad eiaculare e ad uri-nare fuori,fra gli alberi,che poterono assistere in silenzio quanto era accaduto e si stava completando.Mentre urinava ripensò alle parole di Marisa,che aveva detto:”Non metter-mi incinta sin dalla prima volta”,lo portò a ritenere e convincersi che quello era stato so-lo il primo dei tanti loro incontri.Lei avrebbe voluto ed accettato una relazione a lunga scadenza.Sarebbe stata molto felice di sopportarla ed averla con un uomo del quale lei si era pazzamente innammorata.Dopo l’amplesso si ricomposero e tornarono alla propria casa felici e soddisfatti.Nessuno dei due si fece un cruccio,tutto al più si soffermò a ripe- nsare al grande piacere provato e smaniosi di tornare a riprovarlo.Per alcuni giorni con-tinuarono a vedersi.Alla fine di settembre la confluenza dello S.N.A.L.S.E. nella C.G.I.L -Scuola consentì al Direttore Izzi di chiedere ed ottenere il distacco sindacale per Elio. Così il giovane fu autorizzato a non andare più a fare il suo dovere a scuola,ma a recarsi nei locali del sindacato per approfondire la sua posizione e quella dei compagni sociali- sti.Ai primi di ottobre,a livello nazionale ci fu un provvedimento del Ministero della Pub -blica Istruzione di riduzione e soppressione di molte cattedre di scuola materna.Il giova -ne,sia perchè nato altruista e sia perchè la sua Marisa ricopriva tale ruolo,che,dai locali del sindacato telefonò a tutti i sindaci della provincia e fece istituire ben dieci scuole ma-terne.Al che,in tutta l’Italia furono soppresse dieci mila cattedre e in provincia di Isernia ne furono istituite dieci.Conseguentemente in tutta la provincia non si parlò d’altro e non si citò,se non con grande soddisfazione l’operato di Elio ed ognuno cercò di arrivare a co -noscerlo e diventare suo o sua amica.Contestualmente,con l’applicazione dei Decreti  Delegati,fu introdotto,nella scuola,l’elezione degli organi collegiali.Elio non poteva non essere candidato sia per il suo sindacato che per il suo partito.Fu così eletto sia al conses -so provinciale che distrettuale di Venafro in qualità di docente.In entrambi i consessi fu molto rispettato e stimato,tanto che la sua voce fece eco e non fecero mai nulla senza il suo consenso o parere.Sembrava essere il più competente di tutti sia perchè riusciva a ri-cordare,al momento opportuno,la legge,che servisse in quella determinata situazione e si -a per la sua grande onestà.Era disponibile a dare suggerimenti ed aiuto a tutti,indistinta- Pag.97 - mente dal colore politico,dalla razza e dall’etnìa.Forse,per tale motivo,tutti,indi- stintamente,gli voleva un bene dell’anima.In merito,sulla sua strada,per fortuna,non ha mai incontrato persone,che,per rivalità gli abbiano creato dei problemi.Sembrava sconta-to che riuscisse a riscuotere tale successo e non alimentava gelosia di alcun genere anche fra coniugi,che avrebbero dovuto esserlo,visto che le mogli finivano per perdere,facilme -nte,la testa per lui.Anche se si accorgeva della predilezione,indifferentemente,continua- va a trattare,disinteressatamente,amici e conoscenti.Evitò di approfittarsi della simpatia, che finiva per sviluppare in tutti.Marisa fu un’eccezione.Conobbe lei e mai il marito,per cui non fu mai nella condizione di doversi pentire di aver fatto del male a qualcuno con l’accettazione della relazione incestuosa con la donna.Fu lei che gli si buttò fra le bracci- a e che le offrì quella parte del suo corpo,che ogni uomo cerca e desidera in una donna. Pur avendo cambiato sede e,momentaneamente lavoro,lei continuava a cercarlo e a sotto -porsi a lui,mostrando di essere riuscita,in tal modo,a rendere vivibile la sua vita.Non dis -degnò mai di mettere in risalto il fatto che la relazione con Elio le aveva dato la possibi-lità di tornare a sentirsi donna e viva.Così s’incontrarono sistematicamente,se non gior-nalmente,ma quasi.Ormai gli amici di lui avevano finito per sapere e cercarono di tutela-re la sua riservatezza e piacere.Lei aveva i turni di lavoro,a volte lavorava di mattina ed a volte nel pomeriggio.Così poterono incontrarsi in una settimana nella mattinata e nella successiva di pomeriggio.Qualche volta andarono a pranzare insieme,come una normale coppia,in un ristorante nell’ambito del Comune di Colli al Volturno ed altra in quello di Cerro al Volturno,non preoccupandosi,nessuno dei due,di poter essere visti da persona, che avrebbe potuto riferire al rispettivo partner quanto stavano fecndo.La loro relazione diventò un qualcosa di normale e naturale,di cui entrambi ne avevano bisogno e necessi-tà.La tutela,poi,che finirono per ricevere dagli amici di lui,si potè notare da un particola-re,abbatsanza curioso.Un giorno,così come accadeva spesso con una certa sistematicità, Elio e Marisa erano in auto per gratificare e godere dei propri corpi.Rimasero a baciarsi e farneticare per più di due ore.Non si accorsero che dietro la loro auto,un’altra era stata costretta a fermarsi,perchè la strada,molto stretta,non consentiva il sorpasso.L’autista del -l’auto era un amico carissimo di Elio:Giancarlo Carmosino,professore presso il locale Is -tituto per geometra e segretario provinciale della C.G.I.L.scuola.L’amico rimase ben du -e ore ad aspettare che Elio terminasse di fare sesso e se ne andasse,senza,minimamente mostrare intemperanza.Il giovane lo venne a sapere per caso.Così potè rendersi conto di quanta stima avessero di lui.In conclusione tutti sapevano di lui e di Marisa,ma nessuno palesò mai nulla,così come sarebbe stato se non ci fosse stata nessuna realzione.La rela-zione sessuale fu,periodicamente,portata avanti senza mai incontrare delle difficoltà.Lei era sempre disponibile,dovevano solo tener presente l’orario del suo servizio di lavoro. Fu così che,dopo qualche mese che s’incontravano piacevolmente a fare sesso in auto in mezzo ad una strada di campagna o sotto il ponte di una stradina solitaria lei disse:”Sai, oggi,secondo me,è il caso di fare all’amore senza fare attenzione.Sono convinta che sia nel periodo d’infertilità.Perciò,quando stai per eiaculare,ti prego,rimani dentro di me fi-no a quando ti farà piacere,così anch’io proverò il massimo piacere sotto di te,appiccica Pag.98 - -ta a te”.Quale uomo che ama godere il massimo nel rapporto sessuale si fa sfug -gire tale occasione?Così Elio accettò di buon grado la richiesta della sua Marisa.Rimase sopra e dentro di lei anche quando gli arrivò il momento della eiaculazione.In quel mo- mento culminante,anzicchè manifestare preoccupazione per un’eventuale gravidanza,mo -strò di essere felicissima di rimanere a godere i momenti sublimi ed eccezionalmente co -involgenti.E così si espresse:”Devo ringraziarti.Sai,è stato eccezionalmente bello.Tanto bello che ti resta per tutta la vita nel corpo e nel cuore.Questo momento l’ho sempre so-gnato e,nel pensiero,quando stavo sola,l’ho sempre sognato e desiderato.Grazie per aver-mi dato questo meraviglioso e splendido piacere.A te,forse,non è piaciuto,quanto a me?” -“Scherzi!Anche per me è stato sublime.Ora,visto che siamo riusciti a godere il massi-mo,mi sembra che non hai fretta di tornare a casa,lo rifacciamo allo stesso modo,così po -tremo assaporarlo ancora meglio.Che ne dici?”-“Che mi inviti a nozze.La donna,le noz-ze non le rifiuta mai,amore mio.Quando vuoi,io rimango qui a tua completa disposizio-ne”.Come sempre,rimasero ad accarezzarsi l’uno accanto all’altra.Dopo neanche mezz’o -ra l’uomo tornò sulla donna e la infilzò di nuovo.Era tornato ad eccitarsi e,col suo appa-rato rigido,entrò ancora dentro di lei,che altro non desiderava e si avvinghiarono,con i du -e corpi denudati,anche se in pubblica via di campagna,tornarono a fare sesso in modo to -tale,completo,non facendo minimamemnte attenzione alle consequenze. Lei,evidenteme -nte aveva fatto i suoi calcoli.Aveva deciso di avere,con Elio,un frutto della loro storia. Lo fece,non è ben decifrabile se per ricompensa al fatto che grazie a lui era entrata in ruo -lo o perchè pazza di lui in modo indescrivibile.Fatto sta che quel suo rapporto produsse una bambina meravigliosa alla quale decisero di dare il nome di Daniela.Marisa non cer-cò mai di giustificare il fatto che aveva cercato in tutte le possibilità e sotterfugi per rima -nere incinta.Alla fine disse:”Mio marito non capirà mai se ciò che porto in grembo sia suo o meno.Farò in modo da lasciarglielo credere e,lui non mi creerà molti problemi e noi saremo felicissimi di avere avuto un figlio insieme.Io,da quando sono in stato interes -sante,mi sento un’altra persona capace di sollevare il mondo.Porto dentro di me una par -te di te,la più bella,che una donna possa avere da un uomo,dall’uomo,che l’ha stregata.” -“Si,tu puoi anche avere ragione,ma,quando sarà nata,non vedrà la differenza con gli al-tri due,prodotti da lui?Non hai paura che dopo possa crearti dei problemi?”-“Il dopo si vedrà.Ora mi prendo il meglio,perchè me lo merito.Dopo,se non accetterà,lo lascerò e,se sarà possibile,ce ne andremo a Pescara io,te e il nascituro”.Come prospettiva non c’era da arzigogolare troppo.Aveva delle idee ben precise e definite sulle quali non era molto facile discutere e confutare.Infatti,nel Comune di Silvi Marina Mare avevano un apparta -mentino,nel quale lei già si vedeva vivere con il giovane amante.Il suo programma non era facilmente realizzabile per diversi ovvi motivi.Primo,avrebbero dovuto avere entram -bi il trasferimento per la provincia di Pescara o di una provincia dell’Abruzzo;cosa non facile,visto che gli organici magistrali di quelle zone non erano troppo florei.Secondo, non pensarono al fatto che Elio,essendo entrato in tutti i momenti organizzativi scolastici e sindacali,per la sua alta competenza,avrebbe trovato delle difficoltà a potersi spostare dalla sede di Isernia verso altri lidi.Tanto è vero che verso gli anni ottanta ricevette l’as-Pag.99 - segnazione provvisoria ad Elice,in provincia di Pescara.Quando si venne a sape -re,il provveditore agli studi di Isernia lo fece andare nel suo ufficio e gli disse:”Posso of -frirti un caffè e poi ci fumiamo una sigaretta,stando seduti qui,in santa pace fra noi?”-“Perchè no?La gradirò molto volentieri,visto che lo berrò e la fumerò in compagnia di u-na persona amica!Perciò,sono a tua completa disposizione.Dimmi,perchè,certamente,hai voglia di parlarmi di un qualcosa.”-“Ascolta la mia telefonata e saprai”.Fece il numero telefonico e telefonò.Dall’altra parte gli rispose il provveditore agli studi di Pescara.Do-po i saluti di convenienza:”Ti prego di ascoltarmi un attimo.Ecco il motivo della mia te-lefonata.Ho saputo,questa mattina,che,per il prossimo anno,l’insegnante Elio...,ha ottenu -to l’assegnazione provvisoria ad Elice in provincia di Pescara.Ti sto telefonando per dir -ti che questa persona mi serve qui,per cui devi annullare tale assegnazione”. Evidente-mente ricevette il consenso dell’altra persona,per cui,quando riattaccò la cornetta del tele -fono,rivolto ad Elio:“Mio caro,te ne volevi andare?Noi,senza la tua presenza,immensa- mente positiva,come avremmo fatto?Non te lo sei mai chiesto.Per fortuno,sono riuscito a rimediare.Ora beviamoci il caffè,che ci hanno portato e poi,dopo aver fumato la sigaret-ta,tu,certamente,avrai degli impegni,potrai andartene”.Elio cosa poteva dire?Il provvedi-mento lo aveva inorgoglito,ma gli aveva tolto la possibilità di avere,in futuro,il trasferi- mento verso quelle zone.Infatti,anche quando chiese,per poter avere lo sfratto dell’inqui-lina dal suo appartamento,la possibilità di un eventuale trasferimento,diventò impensabi- le.Marisa fece di tutto per rimanere incinta e,infatti,solo poco più di un anno di relazione con Elio partorì una meravigliosa bambina alla quale,come detto,diedero di Daniela.Da-niela,a differenza di Stefania,aveva i capelli di color castano e ricci,tanto da formare una cesta di capelli,come si suol dire.Fra le due bambine non si evidenziava la ben che mini-ma somiglianza.Nessuno avrebbe azzardato di dire che erano sorelle.Non avevano nulla in comune,oltre al sangue.Il carattere,si notò subito,essere diverso.Stefania arrogante, sprezzante e volubile,mentre Daniela cordiale e disponibile a sorridere alle altre perso-ne.Anche tutto ciò dimostrò,se ce ne fosse stato bisogno,che la strega aveva avuto la Ste -fania con una persona diversa dal marito.Elio vide la bambina si e no per un paio di vol -te.La prima volta a Silvi Marina,quando era ancora piccolissima,non autonoma e il man -giare lo succhiava dal capezzolo della mammella materna.La seconda volta che aveva circa quattro anni,nei pressi di Venafro.Infatti,prima di andare verso la Terra di Lavoro, in auto,all’uscita sud di Isernia le comprò un gelato,che cercò,mangiandolo,di mostrarlo come un trofeo.Da quell’occasione evitò di rivederla,non volendo creare dei problemi al -le due donne,madre e figlia.La sua eccessiva preoccupazione e riservatezza,non fu nece -ssaria perchè Daniela,tutte le volte che lo vedeva apparire in televisione,vi apparve mol -to sia per motivi sindacali,scolastici che sportivi,correva dalla madre dicendola:”Mam- ma,vieni,c’è lui per televisione,vieni a vedere anche tu come ci sta bene”.E la mamma a dirle:”Zitta,non farti sentire.Gli altri non capirebbero e non sanno.Sta zitta”.Intanto an-che lei correva a guardare la trasmissione in cui appariva il suo amante e,insieme,se la godevano in silenzio.Senza mai palesare alla figlia che Elio era suo padre,la ragazza ave -va sentito il richiamo del sangue,il trasporto,la faceva sentire legata a lui,inconsapevol- Pag.100 - mente.Era felicissima, pur non conoscendo la realtà dei fatti,cioè,di essere la fi -glia di Elio,si sentiva molto legata a lui,per essere riuscita,soltanto una volta,ad ottenere un gelato,che finì per gustare,con molto piacere,per tutta la sua vita.Figurarsi se avesse saputo di essere sua figlia...!                                                                                          Intanto la coppia anomala di Elio e la strega continuava a trascorrere la propria esistenza come se nulla avesse attraversato il loro percorso,lei,avendo acquisito molti anni di servi -zio,poteva permettersi certi privilegi.Perciò,quando Elio avrebbe dovuto raggiungere la scuola di Sesssano e quindi avrebbe dovuto lasciare il consiglio scolastico distrettuale,fe -cero scambio di sede.Ciò accadde solo nominalmente in quanto a prestare servizio non ci andò per niente,mettendosi in congedo per maternità e malattia.Sia il sindacato che il preside Bucci caldeggiarono lo scambio in quanto ritennero,la presenza di Elio nell’ambi -to di quel settore scolastico,molto importante.Bucci era il preside della scuola media di Venafro e presidente del consiglio distrettuale dello stesso ambito.Il distretto scolastico di Venafro comprendeva il territorio,che andava dai confini con la Campania e il Lazio fino a quelli con l’Abruzzo,abbracciando tutta la catena montuosa delle Mainarde o Mai-nardi fino all’interland isernino e comprendendo i circoli didattici di Venafro primo e se-condo,di Colli a Volturno,di Cerro a Volturno ed una parte del circolo di San Pietro Ave -llana.Elio,come consigliere scolastico distrettuale,rappresentava dette realtà.Nel periodo in cui lo rappresentò,cercò sempre di farlo nel migliore dei modi,valorizzando la loro au-tonomia,facendo in modo che venissero riconosciute quelle piccole realtà di montagna, che le leggi volevano penalizzare.O,per meglio dire,l’economia voleva penalizzare.Il su-o carattere fermo,fece sempre in modo che venissero conservati quegli istituti scolastici, che aiutavano i cittadini a poter contare sull’aiuto culturale dei docenti preposti.                     Nell’anno scolastico settantacinque-settantasei,per sollecitudine della moglie,chiese ed ottenne lo scambio di sede,per cui,per tale anno insegnò a Venafro.La moglie rimase a casa a disposizione per malattia e per cura della figlia e ad Elio assegnarono una classe di ventisette alunni di quinta elementare che nessun docente voleva.Tutti la ricusavano per essere stati gli alunni abituati ad una disciplina che nessuno condivideva e che face-va apparire gli scolari irruenti,violenti e intrattabili.Il giovane docente amò sempre il ri-spetto delle regole.Il diritto e il dovere sono stati considerati e fatti considerare da lui in modo univoco e di pieno rispetto,perchè il diritto,senza il dovere,non può esistere in qu-anto al dovere,di conseguenza logica e naturale segue il diritto per il dovere espletato.Di        conseguenza alle sue idee molto precise e radicate nel suo carattere,si dimostrò un docen -te unico,che,tutti,unanimemente,apprezzarono,indiscriminatamente.Avuto il cambio di sede con la moglie,così come tutti si aspettavano,gli fu affidato una scolaresca,che nes-suno avrebbe voluto,perchè tutti la temevano.Infatti,quando Elio li faceva uscire,in occa-sione della ricreazione o a fine orario scolastico,gli altri docenti aspettavano che fossero usciti quegli alunni per far uscire i propri.La consideravano un’orda di barbari da evitare e di non incontrare sul proprio percorso.Quando Elio assunse la scolaresca da istruire ed educare era composta da ventisette alunni maschi.Vivevano in una aula molto ampia e la stessa conteneva ben quattro file di banchi.Le tre più lunghe partivano dal lato destro del Pag.101 - docente,davanti a due ampi finestroni,che prendevano l’intera parete.Attacca- ta alla parete opposta vi era sistemata un’altra minuta fila composta da due tavolinetti ai quali erano sistemati quattro alunni.Al primo impatto nulla da eccepire,sembrava tutto normale e naturale.Il tempo avrebbe messo in risalto le manchevolezze del precedente  docente,che era un fan di Elio,uno strenuo suo difensore,come se fosse stato un suo pare -nte,che si sentiva in diritto di tutelare.C’è da premettere che Elio,in tutti gli anni d’inse-gnamento,per evitare che il cognome del suo discente potesse condizionarlo,si era impo- sto di considerare soltanto il nome di battesimo di tutti.Se per caso ci fossero stati alunni con nome uguale,a seconda dell’età,lo chiamava primo,secondo o terzo.Luigi,Luigi pri-mo,Luigi secondo o Luigi terzo.Con la scolaresca riuscì nel suo intento dopo più di due mesi,perchè erano abituati ad essere considerati a seconda dei cognomi con privilegi in-giusti.Conseguentemente erano stati sistemati nei posti al cospetto del docente e la siste- mazione era ben precisa,perchè evidenziava la definizione del docente,che aveva fatto  nei loro riguardi.Infatti,nei banchi vicino alle finestre aveva posto quegli alunni dei quali aveva stabilito che erano i migliori.Alla fila,che seguiva,andando verso l’uscita,corrispo-ndevano alunni bravi,da precisare che quelli della prima erano considerati bravissimi,poi i bravini ed infine gli scarsi,che avevano fatto la primina e che per lui non dovevano an-dare avanti,avevano delle carenze,che avrebbero dovuto smaltire in una ripetizione dello anno scolastico.Elio,il primo giorno cercò di capire,di sondare e,successivamente,avreb- be posto le dovute correzioni all’errore del collega Ciro.Il giovane docente ha sempre a- borrito la discriminazione e il condizionamento ingiusto.A maggior ragione da parte di un docente,che dovrebbe solo preoccuparsi e realizzare il miglioramento dell’individuo e,quindi,della società.Non immaginava,neanche lontanamente,che un collega potesse se-lezionare i propri alunni e finalizzarli ad un futuro diverso da quello delle proprie indivi- duali capacità sia reali che potenziali.Perciò,seduto in cattedra,rivolto ai suoi alunni:”Io mi sono reso conto che fra voi non esiste un rapporto di fratellanza,ma che voi vi siete di -visi in settori condizionanti e condizionati.Ho notato che alcuni trattano male altri,come a volerli snobbare,perchè si ritengono superiori.Qui,davanti a me,da oggi,siete tutti ugua -li.Davanti a me,badate bene,ci siete solo voi.I vostri genitori sono e restano nella loro ca -sa,per cui io non farò l’appello tradizionale,ma solo attraverso i vostri nomi,che oggi vi assegno,secondo i miei principi.Quando vi chiamerò per l’interrogazione,vi chiamerò a seconda della disposizione odierna e non secondo i vostri cognomi,così come siete abitu -ati.Incomincio da sinistra.Tu,ti chiami Fabio.Mi sembra che sei l’unico a chiamarti così. Tu,ti chiami Vincenzo.Mi sembra che ci sono altri due che hanno il medesimo nome.Gli altri due che si chiamano nello stesso modo,si alzano in piedi e mi dicano la loro data di nascita”.Dopo la dichiarazione dei tre sulla loro data di nascita,stabilì:Vincenzo,Vincen-zo primo e Vincenzo secondo.La stessa cosa fece dell’intera scolaresca.Terminata l’asse -gnazione dei nomi per le interrogazioni e l’appello giornaliero,aggiunse:”Da oggi,per o-gni settimana,cambierete posto,alternandovi fra voi.Così,ognuno di voi dovrà stare a con -tatto di ogni altro,per una settimana.In questo modo sono convinto che eviterete di stuz-zicarvi,impropriamente,anzicchè aiutarvi,così come sarebbe più giusto.Da oggi,voglio fa Pag.102 - -rvi capire che non ammetto partigianerie e discriminazioni di alcun genere, ma solo collaborazione così come,normalmente,avviene fra fratelli.Adeguandovi,non a-vete che solo da guadagnarci.Oggi,se non sbaglio,eravante abbituati a trattare problemi geografici.Prendete il libro per esaminare l’America del sud,cioè il Brasile”.Tutti misero sul proprio spazio il libro e cercò la pagina indicata dal loro docente.Al termine della spi -egazione e lettura della geografia,indicata dai programmi del Brasile,passarono a tratta-re la storia del risorgimento.Al termine ci fu il suono della campanella e così Elio disse: “E’l’ora della ricreazione.Munitevi di quanto vi siete portato da casa e,in fila per due,se- nza fare chiasso,ma ordinatamente,andiamo a fare la ricreazione giù,in cortile.Mi racco- mando ordine e compostezza.Non tollero litigi”.Così gli alunni si disposero in duplice fi- la e si portarono giù in cortile.Le altre docenti,avvertendo la loro presenza,si richiusero nelle proprie aule ed attesero che i ventisette scendessero.Elio non vi diede peso,evitò di pensare alla causa,che aveva fatto rientare gli altri nella propria aula ed attendere che i  suoi alunni si fossero allontanati.Una volta giù i suoi alunni,che non erano stati abituati al rispetto degli altri,incominciarono a comportarsi al loro solito,invadendo lo spazio de-gli altri con arroganza e prepotenza,perpetrando angherie agli altri alunni,specialmente ai più piccoli.Al loro maestro non sfuggì il loro atteggiamento e li minacciò di non por-tarli mai più fuori per punizione e che,se avessero continuato,ne avrebbe fatto partecipi i loro genitori.Dopo un quarto d’ora rientrarono nella loro aula per continuare nelle lezio-ni.Li sottopose allo svolgimento di un problema di semplice aritmetica per scoprire la lo-ro preparazione ed attitudine.La mattinata,alle dodici e trenta volse al termine ed era l’o- ra di andarsene alla propria casa.Prima di uscire il docente chiese ai propri alunni:”Se do -mani uno di voi viene impreparato,badate,io ho molte possibilità.Posso informare le vo-stre famiglie,posso mettervi una nota sul registro e posso,se voi lo vorrete,punirvi.Lascio a voi la scelta.Voi mi risponderte con l’alzata di mano.Prima,però,devo dirvi che nelle mie intenzioni alberga il fatto che vorrò interrogarvi giornalmente tutti,indistintamente. Per cui i lavativi non avranno vita facile.Ora vi chiedo,se domani uno di voi verrà senza avere studiato,devo comunicarlo alla famiglia?” Nessuno alzò la mano.”Visto che nessu-no di voi vuole che il fatto venga comunicato alla famiglia,passiamo alla seconda ipotesi Chi vuole che venga scritto sul registro,alzi la mano”.Rimasero tutti con le braccia sul ba -nco.Al che Elio:”Resta la terza ipotesi:la punizione,che stabilirete voi,giornalmente.Io sarò il giudice,che l’applicherà.Chi è di questo parere alzi la mano”.Allora tutti alzarono la mano e dissero,quasi all’unanimità:”Chi viene impreparato,perchè non ha studiato,a-vrà una bacchettata sulla mano”.-“Così volete ch’io faccia?”-“Si,preferiamo questa solu-zione e nessun’altra.”-“Allora,visto che è l’ora di andare a casa,mettete tutto dentro e in fila per due,allo stesso modo di quando andiamo giù,per la ricreazione”.



Pag.103                                        Capitolo decimo. 
Elio,il terzo giorno di scuola che trascorreva a Venafro,si recò sul posto di lavoro con qu -alche minuto di anticipo,prima del suono della campanella per l’inizio delle lezioni.En-trò in aula,certo di trovarsi difronte ad una scolaresca responsabile dei propri compiti,in- vece,rimase sull’uscio abbastanza irritato.Davanti a lui si presentò una scena insolita in un’aula scolastica.Quasi tutti,fatta qualche piccola eccezione,erano intenti a buttarsi qua-derni e libri in faccia,deridendosi ed urlando a squarcia gola.Egli non amava urlare,però, in quell’occasione fu costretto ad urlare quanto più non potesse,per farsi sentire da tutti ed incutere un certo rispetto ed aggiunse:”Ragazzi,sono certo che avete dimenticato di trovarvi in un’aula scolastica,dove si va per apprendere a leggere,scrivere,far di conto e come ci si comporta nei confronti di altri,dei nostri simili.Dovete tener presente che qui non siamo in un mercato dove bisogna pubblicizzare il proprio prodotto a scapito di un altro.Qui venite tutti per un solo scopo e mi ripeto.Venite per imparare a leggere,scrivere far di conto ed educarvi a saper vivere con gli altri.Qui non ci troviamo in una giungla, pronti a sbranare e a sbranarci.Ciò che mi avete fatto notare oggi,che non si ripeta mai pi -ù,se non volete che sia costretto a prendere dei seri provvedimenti.Ora,tornate ai vostri posti,sedetevi,così faccio l’appello,secondo l’ordine stabilito ieri,anche se,mi sembra che non sarebbe necessario,visto che ci siete tutti e non manca nessuno”.Allora tutti,a malin- cuore,si disposero nei rispettivi posti e,scuotendo la testa,i viziati dal collega Ciro,inco-minciarono a borbottare:”Noi,con l’altro maestro,facevamo sempre così,la mattina,prima d’iniziare le lezioni.Ora non vediamo il perchè dover cambiare.Non abbiamo fatto male a nessuno.Solo quelli,i peggiori,rimangono sempre al loro posto.Tanto sono quelli che vanno male in tutte le materie scolastiche e,perciò,saranno bocciati...!” Uno di quelli,che vantava di essere il più arrogante e presuntuoso della scolaresca,così si espresse,certo di arrivare ad avere il plauso dal nuovo docente.Al che Elio,tornato alla calma più assoluta, così si espresse:”Sappiate che tra me e Ciro esiste una differenza enorme.Infatti,se volete il suo nome è al terzo posto nel nostro alfabeto,mentre il mio è al quinto.Già solo questo dovrebbe chiarirvi molte cose,e dirvi la differenza che esiste fra noi due.Lui è nato prima di me ed io dopo,quindi sono più giovane e non per questo meno capace.Perciò,se volete che si vada d’amore e d’accordo,dimenticatevi di lui e pensate soltanto a noi,come stia- mo ora.Un’altra cosa,mi sembra di aver capito che Ciro interrogava soltanto alcuni di vo -i,ma mai tutti.Io interrogherò,ogni giorno,tutti voi e,vi garantisco,che non  perderemo tempo,inutilmente.Ora,visto che ne abbiamo perso fin troppo,visto che ci siete tutti,inizi- o a controllare se ieri avete studiato o meno.Iniziamo con la storia per poi finire alla geo- grafia del Brasile”.Aveva appena terminato di dire le ultime parole che cinque alunni si presentarono davanti alla cattedra con la mano allungata.Al che:”Cosa significa questo vostro atteggiamento?” Così tutti e cinque,all’unanimità:”Siamo venuti perchè meritia-mo la punizioni.Ieri non abbiamo studiato.Ora,siamo qui,perchè tu ci dia la bacchettata sulla mano,così come ieri abbiato stabilito”.Elio rimase qualche attimo perplesso.Non voleva convincersi dell’atteggiamento dei suoi alunni.Mentre era,quasi,in attesa di un Pag.104 - miracolo,gli altri,rimasti nei propri posti:”Professore,voi,ora,siete un giudice che giudica e mette in atto la pena,che la legge di ieri ha stabilito.Sappiamo che a voi non fa piacere.Voi,teniatelo presente,non punite nessuno,fate solo il giudice,che applica la pena.Infatti voi non avete chiamato nessuno di loro,sono venuti spontaneamente”.Al- lora Elio fu costretto a prendere la bacchetta,che uno dei cinque gli porgeva,ed usarla per applicare la sentenza punitiva per chi non aveva fatto il proprio dovere.A malincuore fu costretto ad applicare la sentenza,sentendosi male dentro e si disse:”Non sono io che li punisco,si sono autopuniti”,dopo di che interrogò tutti gli altri.I cinque non avevano stu-diato la storia,ma la geografia si.Alle dieci e quarantacinque,al suono della campanella, scesero in giardino per la ricreazione.Al ritorno,visto che gli alunni incominciavano a ri-spettare e a farsi rispettare,rientrando in aula disse:”Venendo,questa mattina,avevo pen- sato di farvi fare un qualcosa che,so,vi farebbe molto piacere.Visto che non vi ho trova-ti in aula composti ed educati,ci ho ripensato e la gratificazione non ve la farò più”.In un silenzio di tomba,l’alunno più piccolo,il figlio del compagno Mario Giannini,si alzò in piedi e disse:”Ma,se tutti,in futuro,si comporteranno bene,non potrete riconsiderare l’ac-caduto?”-“Dipenderà.Ora,visto che incominciate a dimostrare di aver capito come ci si comporta in classe,vi voglio dire cosa avevo pensato.Credendo di avere a che fare con ra -gazzi responsabili e rispettosi dei rapporti civili,rapporti,che devono esserci fra colleghi ed amici,di venire qui,ogni mattina,alle sette e trenta per farvi giocare al calcio.Sarebbe anche un momento di educazione fisica,della quale avete molto bisogno.Non dovete far-mi sapere nulla subito,visto che ho già deciso di non farvi più giocare,dal momento che vi sierte comportati da grandissimi maleducati,fatta qualche eccezione...!” Rimasero tutti in un silenzio di tomba.Qualcuno dei più sfrondati,cercava di farsi coraggio,guardando altrove,non volendo manifestare il proprio disagio.Fabio e gli altri,che non avevano par-tecipato alla baraonda della mattinata,si recarono dal loro docente e gli chiesero,sottovo- ce:”Non sarebbe possibile poter allenare soltanto noi che ci siamo comportato bene e  continueremo a farlo?”-“Non è detta l’ultima parola.Si vedrà come i vostri compagni si comporteranno in futuro.Se capiranno che si viene a scuola per imparare a come ci si comporta civilmente,non è detto ch’io non arrivi a rivedere la mia posizione.Per ora an-date a prepararvi così come faranno gli altri e ce ne andremo a casa per il pranzo”.Dopo avere invitato tutti a prepararsi e a mettersi in fila per due,si pose davanti alla porta d’in-gresso ed attese il suono della campanella.Così aprì la porta e tutti si avviarono a raggi-ungere il prato sottostante per andarsene alla propria casa.Quel giorno,all’unisono,tutti salutarono ed andarono via.Elio,allora si disse:”Sembra che le mie sollecitazioni,inco-minciano a dare i loro frutti”.Fu contento di constatare quanto stava avvenendo,però,c’è da dire,che ci aveva lavorato e parecchio.Quindi,si convinse che ogni lavoro positivo me -rita un risultato degno di rispetto.Con un sorriso sulle labbra,continuò ad osservare i su-oi alunni allontanrsi e,poco dopo,li seguì per tornare alla sua abitazione.Il pomeriggio, come sua consuetudine,si recò a giocare a boccia con i suoi amici e compagni,rimanen-do,piacevolmente,a chiacchierare con loro sia di lavoro che di sindacato e politica.A ca-sa,con la sua strega non parlava nè di lavoro,nè di politica,nè di sindacato...,quasi di nul- Pag.105 - la.S’incontravano soltanto per consumare i pasti in silenzio.A tavola,qualche volta lei gli chiedeva se aveva fatto la luna,visto che non apriva bocca se non per metter-vi il cibo.Per la testa aveva ben altre cose,altri pensieri da rincorrere.Di tanto in tanto pe- nsava a Marisa e come poterla raggiungere,incontrarla per la strada solitaria di Pesche, sotto un ponticello,dove si fermavano e denudatisi,finivano per fare sesso in modo libero e liberatorio,dopo avere abbassato il sedile,sul quale si allungavano in languidi abbando-ni.Non si può dire fugaci,perchè erano dei veri e propri incontri di piacere,come si si fos -sero trovati in una camera da letto,tranquilli e spensierati.Lo facevano da incoscienti...! Entrambi erano sposati e,lui,specialmente,molto conosciuto,stimato ed apprezzato,non solo dal sesso forte bensì anche da quello debole...!Quindi a tavola,dal momento che non aveva più fiducia della moglie,non aveva che da rivolgere il suo pensiero ad altro,ad altri momenti felici e gratificanti.                                                                                               Il giorno dopo la ramanzina fata,tornò a scuola.Entrando,trovò tutti i suoi alunni,che lo attendevano in silenzio e scattarono in piedi per lo salutarono con un sonoro:”Buon gior-no professore.Grazie per essere tornato fra noi.Ogni qualvolta siamo con te,ci sentiamo i più felici del mondo”.Al che Elio:”ora ditemi cosa significa questa manfrina,che,a dire il vero,non mi dispiace.L’apprezzo con grandissima soddisfazione.So,ormai,da molti gior-ni,che l’amore reciproco,ci fa stare volentieri e bene insieme.Ma,mi dovete dire cosa ave -te in mente”.Allora Fabio,il più piccolo scolaro,continuando a stare in piedi,come del re -sto tutti gli altri:”Vorremmo pregarti di farci giocare,al mattino,prima di salire in classe. Sappiamo che la tua bontà non ci deluderà e ci farai venire ogni mattino alle sette e tren-ta...!” Ad un appello del genere,anche il cuore più duro e insensibile,sa rimanere in silen -zio.Allora il docente,sorridendo si apprestò alla cattedra e rispose:”Lo farò molto volen -tieri a patti e condizioni di avere da ognuno di voi il rispetto delle regole e dell’ambien-te in cui andremo a lavorare.Se accettate questa condizione,già da domani mattina,alle sette e trenta verrete con le scarpette da ginnastica e giocheremo a pallone,facendo una nostra squadretta.Ora,visto che ci siete tutti e nessuno è assente,passiamo all’interroga- zione del giorno”.Aveva appena terminato di dire,passiamo all’interrogazione che,i me-no diligenti e i più sfaticati,si presentarono davanti alla cattedra con la mano allungata,in attesa della punizione.”Non è che oggi possiamo fare un’eccezione?” Al che tutti quelli che erano rimasti seduti al proprio posto,perchè avevano fatto il proprio dovere il giorno prima studiando e preparandosi per l’interrogazione del giorno,all’unanimità intervenne-ro per dire:”No,professore,anche noi saremmo potuto rimanere fuori a giocare ed evitare di studiare e fare il nostro dovere.Ora,il tuo,è quello di far capire agli sconsiderati e sfa-ticati che,se non si lavora,non si ha tutti i diritti...!” Elio non rispose,ma,pensò solamente al fatto che molti,approfittando della bontà altrui,finiscono per avere più dei soli diritti, spadroneggiando,immeritatamente,sulla buona fede e sulla stupidità di certe credenze.A malincuore,essendo stato richiamato al suo dovere,non potè esimersi dal realizzarlo.Così come avevano stabilito il giorno prima gli stessi alunni,effettuò la punizione.Dopo di che continuò nell’attività della giornata interrogando e,al termine,impartì le nuove lezioni,in riferimento al programma,che avrebbero dovuto ultimare prima della fine dell’anno per Pag.106 - poi ripassarlo,al fine di assimilarlo meglio.La cosa più bella ed interessante di quell’anno scolastico sta nel fatto che Elio,così come aveva annunciato ai suoi ragazzi,o- gni mattino,alle sette e trenta si trovava,atteso dai venisette scolari e li preparava all’atti-vità fisica e sportiva.Risultò che quei ragazzi raggiunsero la fine dell’anno scolastico  con una esemplarità unica.Si erano completamente trasformati sia nel comportamento che nel profitto.I genitori,attenti osservatori,non stavano nella loro pelle,nel constatare i progressi,impensabili,dei loro figli.Giunti alla fine dell’anno scolastico,insieme,nessuno escluso,programmarono una festa in onore del loro carissimo professore.Naturalmente non va taciuto il fatto che qualche mamma,o,a dire la verità,più di una mamma,si era in- vaghita di lui.E,quale migliore occasione,per strabiliarlo e farsi considerare e ricordare nel tempo?Siccome Elio era speciale nell’informarsi su tutto,anzitempo venne a sapere della festa particolare che stavano preparando da fargli.Mentre erano in classe non rima- se soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi alunni,prima di andare a casa,per la fine delle lezioni,disse:”So che domani avete intenzione di fare la festa di fine anno scolastico.Dal vostro atteggiamento di oggi,mi sono reso conto che tale privilegio non lo meritate.Per cui,guai a voi,se domani vi permettete il lusso di fare qualcosa,che non meritate.Siamo intesi?Ditelo ai vostri genitori.Non ve ne dimenticate.Ora,in fila per due e,come al soli-to,composti,usciamo e torniamo a casa per il pranzo”.I ragazzi,in un silenzio di tomba,si misero in fila e tornarono alle propprie case e riferirono l’accaduto ai genitori e quanto il loro professore aveva stabilito e detto.Le mamme,che già aveva deciso e si erano organi-zzate,imperterrite,il giorno dopo si recarono in classe e,con la connivenza delle custode, alle sei erano in aula a preparare la festa,che sbalordì tutti,il direttore in testa.Tanto è ve-ro che telefonò al provveditore agli studi e all’ispettore scolastico di Isernia e li invitò a far visita a quella scolaresca,che aveva preparato cose inaudite per il loro docente,che a-veva acquistato fama e notorietà anche nel capoluogo provinciale per la sua competenza e bontà,oltre al disinteresse personale.Nell’aula,le mamme,coadiuvate dalle bidelle,che, anch’esse,avevano un debole per il professor Elio,imbandirono qualsiasi tavolinetto e la cattedra,oltre ad altri tre tavoli,che tappezzarono l’intera parete,che per l’intero anno ave -va goduto della presenza del giovane,con dolci di ogni genere.A completare i gusti e il colpo d’occhio,non mancarono nemmeno le fragole,rarità per quel periodo e che,ancora non era entrato nella normale vita di tutti i giorni degli italiani.Fragole con la panna,oltre ai gelati di ogni tipo e gusto,frittelle,torte di svariati tipi,aperitivi vari,bibite varie...,man-cava solo un menù per il pranzo.Insomma,c’era di tutto,tanto è vero che il fatto fu sulla bocca di tutti i docenti non solo locali,ma,dei docenti di tutta la provincia per più anni. C’è da dire che il direttore,pregato in precedenza,aveva trattenuto il suo docente,fuori dalla sua aula fino a quando non furono raggiunti dal superiore provveditore agli studi. Insieme si portarono nell’aula accolti da un applauso generale degli alunni e dei genitori, oltre ai docenti del circolo che vollero essere presenti e godere il meraviglioso spettaco-lo,che genitori ed alunni avevano riservato al loro collega.Con tali presenze Elio non po-tè rimproverare i suoi alunni,ma congratularsi con loro e con i loro genitori in una e per una festa di fine anno scolastico,che fece epoca.Per diversi anni,quando si voleva parlare Pag.107 - di un qualcosa di unico e raro,di straordinario,dell’amore e del rispetto,che un docente avesse potuto godere in tutto l’ambiente con alunni e familiare,si citava quanto era stato fatto nella scolaresca di Elio,a fine anno scolastico.Lo si finì per additare ad e-sempio di come,positivamente,la scuola potesse nelle famiglie creare un rapporto di fi-ducia,di serenità e di amore reciproco.Nessuno,però,si è mai sognato di dire che Elio a-veva un carisma particolare verso le donne di qualsiasi età,anche se non avesse mai fatto nulla per sollecitarne il loro trasporto.C’è da dire che tutti e ventisette gli alunni,agli esa-mi,furono promossi con la lode della commissione di esami,che si meravigliò del fatto che erano preparati come non mai,seri e responsabili.Va aggiunto il fatto che il professo- re,essendo membro del consiglio provinciale scolastico,molto spesso venisse invitato dal -le colleghe del primo circolo didattico di Isernia a pranzare con loro e i loro alunni.Le colleghe avevano perso la testa per il giovane ed aitante Elio,che non fece mai in modo da manifestare l’accettazione delle avance.Si limitò sempre ad avere un rispetto ed un at -teggiamento civile,evitando che le stesse potessero pensare di non essere gradite.Si glo-riava della preferenza,ma,da galantuomo qual era,non se ne approfittò mai,si comportò, al contrario e semprfe da persona responsabile capace di dare suggerimenti ed aiuti nece -ssari sia sindacali che vitali di esistenza quotidiana.Essendosi interessato particolarmen-te anche di psicologia,ne era competente e finiva per dare i giusti consigli e suggerimen- ti.Quando per salutarsi lo abbracciavano e baciavano,rispondeva agli abbracci e baci con trasporto ed affetto,ma evitava di andare oltre.Evitava di darsi con loro un appuntamen-to,che ognuna di quelle,da Luisa ad Elisa,da Nicoletta a Giuseppina,a Francesca,a Giulia ...,erano tutte molto stimolanti e belle,oltre ad essere molto giovani.Dopo essere stato in loro compagnia ed essersi comportato da gentiluomo e galantuomo,soleva ripetersi: ”Co -me sarebbe bello fare all’amore con Luisa,con Elisa,con Nicoletta,con Giuseppina,con Francesca e con Giulia...!Sono sicuro che fra le mie braccia sarebbero molto vive e rispo -ndenti all’uso.Me le sento stimolanti e stimolate ogni qualvolta ci incontriamo e che fan -no di tutto per abbracciarmi,toccarmi e baciarmi!Ho notato che gradirebbero baciarmi sulla bocca.Qualche volta sarebbe bello se facessi loro lo scherzo di accettare di baciarci sulla bocca....!Vorrei vedere se,dopo il contatto,sarebbero disponibili a tirarsi indietro o continuare,per approfondire e vedere quali potrebbero essere le conseguenze.E’ meglio non andare oltre.C’è già Marisa,che si è fatta mettere incinta e la figlia non posso nean-che pensare di vederla per non creare problemi familiari...!Queste donne,valle a consi-derare e sapere cosa pensano e cosa abbiano intenzione di fare,veramente...!                                       Una volta scafato veramente e conquistato l’incondizionato rispetto di tutti nella scuola e fuori,finì per ottenere l’incarico nelle scuole di Venafro capoluogo per gestire le attività integrative.Tali attività andavano svolte il pomeriggio,dopo il normale orario del mattino con gli altri insegnanti.Nel suo circolo gli insegnanti preposti erano quattro,con lui.Seco-ndo le disposizioni legislative,potevano e dovevano tenere venti alunni per insegnante. La richiesta del plesso fu di centocinquantaquattro alunni.Elio non ci pensò due volte e lì accolse tutti,facendoli giocare,nello spazio verde,per un’ora,prima di entrare in aula per svolgervi le attività programmate.Il giovane,insegnando nelle attività integrative,rivolu-Pag.108 - zionò il modo di condurre le attività didattiche.Non espletò tradizionalmente le attività,ma vi aggiunse un qualcosa di suo e di particolare.Non era normale preparare delle squadre di calcio giovanile,delle squadre di palla a volo,delle corse e dei circuiti per sviluppare l’intelligenza e il sapersi districare liberamente in ogni momento della vi-ta di relazione.Preparò,come del reasto,normalmente,facevano anche gli altri,alla recita-zione,al canto,al ballo,ma unì,a dette attività,anche la realizzazione di torte e dolci vari, finalizzati alla realizzazione di feste nella palestra con la partecipazione di tutti.Dopo qu -alche volta,incominciò a partecipare,con diritto di priorità,anche il provveditore agli stu -di e l’ispettore scolastico.Tali riunioni,che Elio utilizzava a preparare gli alunni anche alla cucina locale e paesana,avevano richiamato l’interesse in tutta la regione Molise.In-fatti,non era normale e naturale,con gli allievi preparare il pranzo e i dolci con gli allievi della scuola elementare e consumare il tutto in un’armonia di gioia con balli e rappresen-tazioni teatrali.Preparando sportivamente gli alunni,per farli partecipare ai giochi della gi -oventù,si sentì in dovere di sottoporli a visita medica,finalizzata alla scoperta della bon -tà dell’organismo dei suoi giovani atleti.Così,ogni sabato mattina,aveva preso accordi con la struttura sanitaria locale,di condurvi dieci allievi per sottoporli ad accertamenti cli -nici e samitari con visita cardiologica ed analisi del sangue.Tale assidua prestazione gli consentì di scoprire alcune malformazioni ereditarie serie nei piccoli allievi,che avrebbe- ro potuto portare gli stessi a seri pericoli di vita.Fu felice di poterli aiutare,anche se,lo sa -rebbe stato ancora di più se non avessere scoperto tali malformazioni ereditarie e conge -nite che nessun medico di famiglia aveva scoperto e,minimamente,pensava che avesse-ro avuto.In tal modo fu felicissimo di aver contribuito a salvare la vita di alcuni suoi sco-lari.Anche se tale realtà lo portò a ricordare la sua Carmela che,dopo aver partorito ben quattro figli,nessun medico si fosse accorto di avere una malformazione cardiaca,che la avrebbe portata alla paralisi da lì a tre anni...!e lui,solo facendo sesso con lei,che aveva raggiunto i suoi ventotto anni,si accorse del suo problema e fece di tutto per farla opera-re a Roma dal vice del grande Valdoni.Infatti,riuscì a farla operare dal professor Nicolet-ta,che,dopo l’intervento,credette opportuno complimentarsi con la paziente e pregarla di rallegrasi con la persona,che era riuscita a scoprire il suo congenito problema cardiologi-co.”Sa,signora,non è facile capire l’esistenza di tale malformazione.Deve fare il monu-mento a tale persona e ringaziarla,anche da parte mia per il suo acume,non comune”.La donna non rispose,in modo appropriato.Non disse che se ne era accorto facendo sesso con lei,ma lo ringraziò.Al racconto Elio fu solito dire:”Questi mestieranti...!Se non sono capaci di fare il proprio dovere di medici,perchè non vanno a vangare la terra?Sarebbe molto meglio e ci guadagneremo molto di più tutti,nessuno,escluso...!” Fu con accerta- menti preventivi simili che scoprì di avere avuto un pre-infarto.Infatti,non solo faceva sottoporre i suoi alunni alla visita preventiva annuale,ma ne dava l’esempio,sottoponen- dovisi per primo.Fu grazie a tale episodio che scoprì di essere diventato allergico all’as-pirina,del quale farmao,non faceva uso,ma abuso.Infatti,fu nel mese di febbraio che,co-stretto a letto per una costipazione influenzale febbrile che,avendo,contemporaneamen- te,assunto un antinfluenzale ed un’aspirina ebbe una reazione del proprio corpo non ec- Pag.109 - cessivamente limpida.Il suo cuore incominciò a battere in modo abnorme,ca- dendo in uno stato di gelo corporeo.Il medico di famiglia,Aldo Pirolli,intervenne pron-tamente e tutto tornò nella normalità.Il giovane,quasi,dimenticò l’accaduto.La visita me -dica preventiva sportiva lo riportò a riconsiderare l’accaduto,dandogli la possibilità di scoprire la causa scatenante.Tale particolare,ancor più gli rafforzò la convinzione che è meglio prevenire che curare.Infatti un giorno,mentre erano a preparare gli alunni dell’at-tività integrativa ai canti e balli per festeggiare il Natale e la fine dell’anno che una colle -ga,che prima era sempre molto allegra e gioiosa,manifestò un calo notevole di umore.E- lio,come al solito,amava controllare tutto e tutti,si accorse del cambio di umore e le chie-se:”Collega,non è che hai dei  problemi,che ti sono sopraggiunti ultimamente?”-“Si.A te non si può nascondere proprio nulla.Stai attento anche al nostro umore...!”-“Mi fa piace-re lavorare con persone tranquille e felici di stare qui,con questi alunni.Perciò,dicci...!”-“Sai,normalmente,quando mi stanno arrivando le mie cose,avverto dei forti dolori di emi -crania,lancinanti,che mi portano a voler solo piangere.Quando sto a casa,mi metto a let-to e tutto finisce lì con un’aspirina.Qui,ora,non posso nè mettermi a letto e nè prendere un’aspirina,perchè non l’ho a portata di mano e non saprei a chi chiederla!”-“Be,se ti va di sottoporti ad un mio esperimento,proviamo se riesco a farti passare il forte mal di tes-ta,che hai.”-“Sarebbe?”-“Ho avuto l’input che,quanto sto per fare a te,vi toglierà,in avve -nire,il problema della cefalea mestruale,con tutti i problemi,che,normalmente,vi causa. Allora,se sei d’accordo,prendi la sedia e siediti difronte a me”.Concetta prese la sedia e si sedette difronte ad Elio,Lei,anche se felicemente sposata,aveva un fortissimo debole per il collega,per non dire di esserne innammorata.Così la donna,come un fedele cagnoli -no,fece ciò che il collega le aveva detto di fare.Prese una sedia e la pose difronte a lui. Dopo di che vi si sedette e disse:”Ora,cosa devo fare?”-“Tu non devi fare nulla,devi solo sederti e con il busto eretto,devi chiudere gli occhi e stare rilassata.Al resto penserò io. Nel frattempo starai in silenzio e,solo dopo,quando te lo dirò io,aprirai gli occhi e ci dira -i se l’esperimento sia riuscito o meno.D’accordo?”-“D’accordo”.Allora Elio prese la te-sta della donna e la sottopose alle sue dita.Le pose i due pollici,uno sulla fronte di destra e l’altro su quella di sinistra.Le dita della mano spalancata,le pose sull’occipite di lei,ta-stando ben bene la parte,che occupava il cervelletto.Per cinque minuti le massaggiò le te -mpie e la nuca.Dopo cinque minuti rallentò la presa e poi tolse le sue dita e chiese alla donna:”Allora,Concetta,cosa ci sai dire?Hai ancora il forte mal di testa che avevi prima? O ti è passato?” La donna rimase per qualche secondo senza rispondere,dopo di che:”Se devo dire la verità,ora ho solo un leggero dolore alle tempio,dove tu mi hai premuto.Il mal di testa di prima mi è scomparso del tutto.Ti ringrazio di cuore.Il dolore era insop-portabile ed ora mi è passato d’incanto.Devo dirti che mi sta passando anche il leggero fastidio alle tempie.Mi auguro solo che,ora,non mi torni mai più la cefalea mestruale...!” Terminato l’intervento,tornarono al compito,che stavano svolgendo,preparando gli alun-ni all’educazione al canto e al ballo per i festeggiamenti del Natale e del capodanno.In-fatti,per ogni ricorrenza:il Natale,il Carnevale,la Pasqua e la festa del Patrono,preparava- no delle recite e dei canti attinenti sia per educare gli allievi che per prepararli ad essere Pag.110 - spigliati nel presentarsi al pubblico.La loro attività non si limitava solo a ciò, ma,s’imperniava nei giochi della gioventù:nel minicalcio,nella corsa,nei circuiti di rapi-dità ed intelligenza e nella realizzazione di torte e dolci vari,oltre ad imparare a saper cu -cinare.La cucina l’avevano e potevano utilizzarla nel migliore dei modi.Elio era il super traffichino,che riusciva ad infilarsi in tutto e dappertutto.Non esisteva nulla che lui non tentasse e a ciò avviasse i propri allievi.I ragazzi lo amavano,forse,proprio per questo e in modo incredibile.Se si trattava di loro,del loro bene culturale,non trovava ostacoli.Da- to il suo modo di fare,di operare,finì per non trovare più porte chiuse,che gli sbarrassero il cammino.Tutti avevano appreso che lo faceva in modo disinteressato e si batteva per gli altri senza scopo di lucro,ma rimettendoci,il più delle volte,di tasca propria...!


 




                                                 Capitolo undicesimo.                                                                   Dopo il matrimonio di Nicola,il figlio di Valentino,Elio,la sua strega e la figlia di lei,pre-sero a disertare altri lidi per le cure climatiche.Per quelle termali il giovane docente conti -nuò a frequentare le terme di Caramanico,mentre la strega rimaneva,con sua figlia,nella casa della quale erano ospiti.Per evitare problemi vari,Elio si recava a Caramanico nelle prime ore del mattino.Per tale motivo si alzava molto presto per entrare nelle terme nelle prime ore,quando il sole,a volte,non era ancora comparso nella volta celeste.Dopo le cu-re inalatorie si affrettava a tornare a Pescara per andare,tutti e tre,in riva al mare e bagnar -si nelle acque splendide dell’Adriatico.Mentre furono ospiti di Valentino,da lui dormiva -no e loro pensavano alle cibarie di tutta la famiglia,frequentarono il lido di Pescara Por-ta Nuova o di Pescara o di Pescara Pineta.Filomena si lamentava sempre del caldo umi-do della città Adriatica perciò,il più delle volte,si rifugiava nella pineta d’annunziana sia per far giocare la figlia che per evitare,lei,il caldo marino della spiaggia.Elio,imperterrito una volta raggiunto il pelo dell’acqua,si bagnava e poi si distendeva sul suo lettino a ba-gnarsi di sole,cioè,a cuocersi sotto il sole cocente del mese di luglio ed agosto.                Una mattina,ormai frequentava le terme di Caramanico da oltre tre anni,entrando nell’e-dificio,all’ingresso incontrò Camilla.La ragazza si manteneva sempre così fresca ed appe -titosa.Incontrandosi i due sguardi si incrociarono e lui,da galantuomo,dopo averla guar-data e sorriso,le disse:”Ciao,come stai?Vedendoti,mi rendo conto che per te il tempo non è passato per niente e che sei diventata sempre più bella ed interessante.Sei sempre più stimolante,desiderabile e desiderata...!”-“Tu,appena ti vedo,mi fai sempre più palpitare. Pag.111 - Visto che sei di nuovo qui,a fare le cure inalatorie,perchè non sei venuto a cer-carmi?”-“Non sono venuto a cercarti,per il semplice fatto che vengo,ogni mattina,da Pes -cara.Non sto qui.Dopo le cure riparto per andare al mare.Non avendoti più incontrata,ho pensato che ti fossi sposata e che,con figli,non avresti più lavorato.Tutto qui,mia cara.”-“Non mi sono sposata.Sono ancora libera d’incontrarti e di fare l’amore con te,che sog- no sempre,da quando l’abbiamo fatto la prima volta,qui,in questo giardino.Tu,forse,te ne sei dimenticato,io quel meraviglioso ricordo,lo tengo scolpito nel mio cuore.Vivrà sem-pre con me e dentro di me.Dimmi,non hai mai desiderato di riavermi sotto di te e d’infi-larti dentro di me?”-“Che domande mi stai facendo...!Come si può dimenticare e non de-siderare di stare abbracciato ad una meravigliosa donna,come sei tu?”-“Allora lo rifaccia -mo?”-“Certo.Ma nella mattinata,dopo o prima che ho fatto le cure.Dopo,in tutta fretta, devo tornare giù,a Pescara”.La ragazza rimase un poco a pensare,dopo di che disse:”C’è un problema.La mattina il viale è molto frequentato e lì,non possiamo andare.Ci penserò e ti farò sapere dove potremo andare per stare tranquilli e liberi di fare tutto ciò che ci fa piacere”.Salutò con un sorriso ed andò via ad espletare il suo dovere di servizio.Elio an-dò a fare le sue cure inalaztorie,che stava ultimando quando,era trascorsa si e no una me-zz’oretta che Camilla gli andò a parlare nell’orecchio di sinistra,anche se non era neces-sario,perchè,nei pressi,non c’era nessuno,che potesse udire i loro discorsi.All’orecchio gli disse:”Ti occorre ancora molto per terminare la tua terapia?”-“No.Mancano solo po-chi minuti,si e no due o tre.Dopo di che sono libero.”-“Allora io aspetto che tu finisca la terapia.Sto ad aspettarti sulla porta.Quando hai finito mi raggiungi e mi segui.Va bene? Sei d’accordo con me?”-“Certo.Fra qualche minuto,quando terminerò,ti raggiungerò.A più tardi”.Lei lo lasciò ed andò a porsi sulla porta in attesa che lui terminasse e la raggi-ungesse.Solo dopo tre minuti Elio terminò la terapia e la raggiunse,anche se era pronto per tornarsene via.Lei,che stava sulla porta d’uscita,lo bloccò e gli disse:”Per favore,se-guimi.Non possiamo perdere molto tempo,perchè abbiamo solo una mezz’oretta dispo-nibile”.Elio,senza dire nulla la seguì,così come un fedele cagnolino segue il suo padro-ne.Lei lo condusse in una cameretta buia e priva di presenze umane.Una volta entrati, Camilla richiuse alle loro spalle la porta e si apprestò al petto di lui.L’abbracciò e baciò, dicendo:”Possiamo rimanere qui,senza che nessuno ci disturbi,per una mezz’ora.Che ne dici?” Allora lui,giovane e desideroso di amore,la riabbracciò e la baciò con passione. Appena qualche attimo e la denudò,ponendola sul tavolinetto,che si trovava nel locale. La donna non attendeva altro.Così coadiuvò il giovane nello spogliarello reciproco.Una volta nudi,l’incastro dei due corpi fu una cosa normale ed automatica.Mentre facevano sesso,lei gli disse:”Fallo completo.E’molto più bello e piacevole.Dopo penserò io ad e-vitare di rimanere incinta.Ci sono tanti modi e metodi...!” Così fecero sesso sfrenato in modo libero e,al termine,preoccupata che il tempo era passato troppo in fretta,ora è me-glio se te ne vai.Domani,se sarà possibile,verrò a cercarti.Ciao amore,è stato bellissimo, divino,mi sembra sempre più bello della volta precedente...!Mi hai ridato la vita nuova-mente”.Terminato e rivestitosi,Elio se ne tornò in tutta fretta a Pescara per raggiungere, come al solito,la spiaggia del lido della Sirenetta Mare di Pineta.Al mare Elio andava ad Pag.112 - allungarsi sulla sedia sdraio e la strega,durante la mattinata,con la figlia rima-neva distesa sulla sedia all’ombra a leggere i suoi giornali preferiti.Nel pomeriggio,il gio -vane tornava a bagnarsi nelle splendide acque del mare Adriatico e poi si distendeva ad asciugarsi al sole e la strega,con la sua rampolla,se ne andava nei viali della pineta d’an-nunziana per respirare aria pulita,come diceva lei.”A stare mattina e pomeriggio al mare, non ci resisto.Se spezzo per qualche ora del pomeriggio,sto molto meglio,altrimenti mi sento impazzire.”-“Non c’è problema.Tu già lo sei pazza,per cui non devi impazzire.Per non diventare irrefrenabile,è meglio che tu ti ecclissa,andando a passeggiare fra i pini della pineta”.Così,nel pomeriggio si dividevano,andando ognuno per conto proprio.Allo uomo faceva comodo e piacere essere libero di parlare con le donne del lido.Con molte di esse rimase ad intessere rapporti cordiali,gratificando,così,il suo io,notando di essere sempre e molto spesso ricercato ed appagato da donne molto belle,giovani e disponibili. Tanto dalla moglie veniva continuamente penalizzato,perciò,rifarsi,anche se non in mo-do completo,finiva per dargli quella carica necessaria a sopportare la strega con i suoi molteplici capricci.Il tempo e la menopausa,nella quale,come era normale,cadde,non le diede la possibilità di migliorare il suo rispetto per il marito e la famiglia,che,pensava,di essersi costruita.Il parto e tutti gli altri fatti non le aveva fatto capire nulla.Era rimasta ne -lla sua stupida testardaggine.Elio,fatta eccezione dell’accattivante Camilla e della lunga relazione con Marisa,fatta qualche piccola,momentanea scappatella,si mantenne pulito, non rispondendo alle continue e molteplici sollecitazioni.Normalmente,in ogni angolo, come se tutto fosse stato preordinato da una mano segreta,da una mano,che ne tirava i fili,lo stimolava e sollecitava a rapporti sessuali con donne di tutte le età.Le sollecitazio-ni gli arrivavano sia da donne sposate che da signorine ancora implume.Nessuna riusci-va a sconvolgerlo e a fargli cambiare idea ed atteggiamento,che mantenne sempre distac -cato.Però,pur non approfittando del privilegio di essere così desiderato e bramato,si sen -tiva orgoglioso di tale fatto,ma,evitava di vantarsene con la moglie per non penalizzarla del suo arrogante atteggiamento e rifiuto del dovere coniugale.Il giovane finiva per acco -ntentarsi di fare benissimo il suo dovere,per cui veniva rispettato e,quasi,venerato.Al  mare,nel pomeriggio,rimanendo solo,si appagava a parlare piacevolmente con quelle do-nne,che gli sarebbero cadute,molto volentieri,ai piedi in costume adamito.Non è che ve-dere quei rigidi corpi di giovini donne,non lo stimolasse...!Sapeva rimanere superiore ad ogni situazione.Finì per non abbassarsi alle sollecitazioni del momento,però,la mattina alle sette continuò a raggiungere Caramanico per le cure inalatorie.La seconda e la terza mattina Camilla non si fece vedere ed Elio non la cercò.Pensò che se la ragazza non si fosse fatta vedere,certamente,ci sarebbe stato un motivo serio,che glielo avrebbe impedi-to.Il quarto giorno dal loro nuovo primo incontro,mentre il giovane stava effettuando la sua ultima prestazione inalatoria,fu raggiunto da Camilla,che gli si avvicinò e,nell’orec-chio di sinistra gli disse:”Quando hai terminato la cura,seguimi.Io ti attendo sulla porta e,senza dire nulla,come l’altra volta,vienimi dietro”.L’uomo non le rispose con la bocca, ma le rispose con il cenno del testa.Alle otto in punto,terminato la terapìa,pulitosi le lab-bra ed asciugato il volto,ripose l’apparecchiatura sul piano e,con calma,si pose a seguire Pag.113 - la ragazza,che lo precedette nella stessa stanza di tre giorni prima.Una volta en -trato anche lui,Camilla richiuse la porta alle loro spalle e,come una furia,gli buttò le bra -ccia al collo,incominciando a baciarlo con passaione ed avidità.Senza dire neanche una parola,ma continuando nei reciproci baci,carezze,con molta calma andarono a togliersi quegli abiti inopportuni per realizzare,nel migliore dei modi,l’incastro dei due corpi.Ap-pena la parte di lui fu dentro di lei,dopo un profondo sospiro:”Che meraviglia,sentirti dentro di me...!Ogni qualvolta mi ti metti dentro,mi ridai vita e gioia di vivere,di essere nata e di stare in questo desolato paese.Da quando ho avuto il piacere di fare l’amore  con te,non solo ho trovato il piacere di vivere,ma attendo giorno dopo giorno di poterti rivedere e di tornare ad essere tua”.Dopo le ultime parole si aggrappò ancora di pià ad E -lio e a farsi penetrare con maggiore trasporto.A quell’età il desiderio e il trasporto sono unici,ma Elio non dimenticò di chiederle:”Possiamo farlo in modo completo o hai...” Lei non lo fece continuare,ma gli chiuse la bocca con la sua e dopo qualche attimo gli disse: ”Non preoccuparti.Facciamolo sempre in modo completo.Mi son fatto dire cosa e come fare per evitare di rimanere incinta.E’immensamente più bello quando rimani dentro di me fino alla fine”.Così dicendo si ficcò ancora di più sotto di lui,per farsi penetrare più imperiosamente.Con le dita avide lo accarezzava nelle parti più stimolanti per far sentire sempre di più il suo fremente corpo col suo calore,che bruciava di passione.In preceden-za Camilla era stata nel locale per sistemare una coperta su di un tavolato,che si trovava lì parcheggiato,in attesa di essere utilizzato per la realizzazione di una palizzata.Gli atti-mi fuggevoli e ricchi di passione e piacere,molto presto volgevano al termine.Allora i du -e si ricomponevano per tornare ognuno al proprio mondo ed attività.Elio doveva tornare a Pescara per andare in spiaggia con sua moglie e la figlia.Tornando era costretto a per-correre una notevole distanza,che non era di cento chilometri,ma,poco ci mancava.Nel tragitto,dopo essersi intrattenuto a penetrare la ragazza,si beava a ricordare quel corpo si -nuoso e fresco che si attaccava al suo,cercando di diventare una cosa sola.La risentiva ancora accarezzare,con le sue dite frenetiche ed insaziabili,il suo corpo in lungo e in lar-go.Il profumo di lei,anche se non avvertiva molto bene gli odori,continuava ad invaderlo fino alla porta di casa,sull’uscio,prima di entrare.Era una semsazione bellissima che gli dava carica e lo portava a bene sperare per il futuro.Non amava troppo fantasticare,gradi -va di più la realtà,la concretezza.Si riteneva marxista,quindi materialista,perciò,per lui, contava solo ciò che poteva toccare,godere e penetrare con passione e trasporto.Con Ca-milla tutto ciò si realizzava molto bene.Non sempre si dicevano parole d’amore,ma,il più delle volte,se non sempre,pensavano a godere gli aromi del reciproco corpo.Dal quarto giorno la ragazza andò a cercarlo tutti i giorni,per andare a sistemarsi,per quei fugacissi- mi,piacevolissimi attimi di trasporto e di passione,sull’occasionale letto,che permetteva molto bene l’uso di cui dovevano farne.Al termine delle terapie Elio glielo disse,le disse che l’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno in cui sarebbe andato a Caramanico per qu-ell’anno e che,se le avesse fatto piacere,si sarebbero potuti vedere ancora una volta.”Cer -to che mi fa piacere.Che pensi,che la mia vita sia migliore senza di te,senza che possa sentirti,baciarti ed essere posseduta?No,mio caro.Perciò domani ci vedremo regolarmen- Pag.114 - te come abbiamo fatto oggi e,come ho fatto oggi,aspettandoti sulla porta,ugual -mente farò domani.Ciao,amore a domani”.Si lasciarono per rivedersi l’indomani,già pe-nsando a come sarebbe stato bello.Elio tornò alla sua Pescara e Camilla al suo lavoro.En -trambi continuarono a pensare,a rivedere e tornare a godere i meravigliosi momenti tra-scorsi.Il giorno e la notte passarono ed Elio tornò a fare la sua terapìa a Caramanico.Al termine guardò verso la porta e vide la sua Camilla raggiante che lo stava aspettando con molta impazienza.Al termine della terapìa,come abitualmente,ormai,faceva,la seguì fin dentro la stanza,dove trovò,sul tavolo imbandito,dei dolcetti e dello spumante per festeg-giare il loro ultimo incontro dell’anno.Entrarono,chiusero la porta dietro per essere soli e indisturbati.Camilla si avvicinò al tavolo e incominciò ad offrire i dolcetti ad Elio.Insie- me si divertirono a mangiarli,senza troppa fretta.Mentre lei pensava ad offrire da mangia -re,il giovane aprì la bottiglia e,fatto saltare il tappo,ne versò una parte nel suo bicchiere e poi in quello di lei.Al che incominciarono,incrociando le braccia fra di loro per sentirsi più vicini,brindarono e lei disse:”Oggi dobbiamo festeggiare perchè non sappiamo se il prossimo anno potremo ancora amarci liberamente così come abbiamo fatto fino ad og-gi.I miei mi hanno fatto conoscere un ragazzo,che vogliono sposi.Il prossimo anno potre -i essere sposata e costretta a non poterti incontrare.Ecco il perchè della festa d’addio che,spero,rimarrà dentro di te così come resterà dentro di me per sempre,quale meravigli -oso e stupendo ricordo della mia vita.Grazie”.Brindarono e dopo si diedero ad uno sfre-nato sesso,in completo costume adamitico per sentire meglio e più approfondito gli aro-mi del proprio corpo.Al termine,senza dirsi nulla,rivestitisi,ognuno tornò al proprio mon -do,rivivendo,nel ricordo,il bello che avevano goduto.                                                                                                        Tornato a Pescara,dopo essere stato per tutta la mattinata al mare a cuocersi al sole,a pra -nzo furono con Valentino e famiglia.”Caro cognato,un amico mi ha informato che al ce -ntro della città si vende un appartamento.Il prezzo è molto buono.Perchè non andiamo a vederlo?Mi farebbe molto piacere se ti trasferissi a vivere qui da noi...!”-“Io capisco mol -to bene il tuo desiderio.Tu,qui,non hai nessuno.Per te noi rappresenteremmo,quasi una garanzia e un appoggio.Vedi,a me farebbe molto piacere comprare un appartamento qui, in questa città.A tua cognata,rimasta legata alla sua Campobasso,non andrebbe tanto a genio.Se riuscirete a convincere lei...!”-“Se arriveremo a convincere lei,tu saresti d’acco -rdo a trasferirti qui a Pescara,da noi?”-“Certo.A me Pescara piace.Il fatto che sono stato qui da studente e,che ora,ci siamo tornati e ci torniamo volentieri,sia per stare con voi e sia per il piacere di godere questo clima e il mare.Il fatto che in passato siamo stati altro- ve,ti dimostra che se avessimo voluto,avremmo potuto continuare ad andare negli altri li -di e stare a villeggiare in tutta tranquillità.Per dirla con tutta tranquillità,non è che venia -mo qui perchè vogliamo sfruttarvi.La dimostrazione sta nel fatto che noi facciamo la  spesa per tutti e non solo per noi.Filomena non fa da mangiare solo per noi,ma per tutti, come se fossimo una sola famiglia,che vive comunemente insieme...!”-“Questo è vero. Infatti non ho mai detto che siete nostri ospiti,ma dei familiari,che vivono con noi,facen-do aumentare la famiglia,piacevolmente.Penso di avervi dimostrato che quando andiamo insieme,non ci appartiamo,ma,insieme ci organizziamo per stare piacevolmente e bene Pag.115 - tutti quanti uniti e insieme.” -“Ti ripeto,se la strega sarà consenziente di venire ad abitare qui,non appena lo sarà pos-sibile,io accetto e sono consenziente a comprare  un appartamento.Naturalmente,non è che noi si abbia tutti i soldi necessari...!”-“Potete sempre chiedere un mutuo alla banca.A voi,qualsiasi banca,vi darebbe il mutuo.Voi,en-trambi avete lo stipendio fisso e il lavoro con lo Stato.”-“Su questo hai ragione anche tu. Allora,quando vuoi,possiamo andare a visitare qualcuno di questi appartamenti,che i tuo -i amici ti hanno indicato.”-“Allora mi cambio ed andiamo.Usciamo solo noi due.Solo dopo,se ti andrà,coinvolgeremo tua moglie.Fra uomini si vedono meglio le cose”.Dopo aver detto ciò,si defilò per andare a vestirsi,a cambiarsi,dal momento che in casa era sem -pre vestito da lavoro.A cento metri da casa aveva un pezzo di terra,che,di tanto in tanto, il sabato e la domenica,perchè in tali giorni non lavorava come dipendente di un’impresa di calcestruzzo e lui guidava una bitumiera.Infatti lui guidava le bitumiere ed andava in giro per tutto l’Abruzzo,portando il cemento da costruzione ovunque lo richiedessero.Pe -rciò soleva vantarsi di conoscere a mena dita tutte le strade della regione.Dopo una die-cina di minuti fu di ritorno e invitò il cognato a seguirlo per andare a visitare le abitazio-ni,che gli amici gli avevano suggerito di essere in vendita.Scesero in cantina e s’infilaro- no nell’auto di Elio.Valentino aveva sempre detto di non essere troppo a suo agio andare in giro per la città con l’auto,essendo abituato a girare per tutta la settimana con grosse bitumiere,avrebbe avuto difficoltà a parcheggiare con una piccola auto.Dalla casa di Va-lentino si portarono,dopo il sottopassaggio dell’Asse Attrezzato,strada a scorrimento ve-loce che univa la città all’autostrada adriatica,passarono davanti al cementificio e si por-tarono,sulla destra,per visitare un nuovo edificio,dove era in vendita un appartamento.Il luogo ad Elio non piacque,per cui disse subito al cognato:”Visitiamolo,ma devo dirti che non se ne farà nulla perchè non mi piace il luogo.Io cerco un appartamento al centro del-la città.Così,in periferia,dove c’è continuamente il rischio d’intossicarsi per la respirazio -ne con le polveri cementizie,io l’appartamento,anche se me lo regalano,non lo voglio.”-“Allora andiamo a vedere un altro,che trovasi sulla collina,che domina l’intera spiaggia” -“Andiamo pure.Più ne vedremo e maggiore possibilità di scelta avremo.Penso che tu sia d’accordo con me.”-“Certo.Noi li visiteremo e,siccome nessuno ci obbliga,possiamo an-che solo sgranchirci le gambe andando in giro.Così è sicuro che staremo da soli,lontani dalle nostre streghe,come dici sempre tu.Eppoi,se così non avessimo fatto,non ti saresti potuto incontrare con la tua Marisa a Silvi Marina...!”-“Hai ragione.Non dimenticare di non farne mai parola con nessuno.”-“Ti voglio troppo bene per pensare di tradirti.Sta tranquillo.Anzi,quando vuoi tornare a trovarla,io sono a tua completa disposizione.Metti -amo una scusa ed usciamo da soli.”-“Si vedrà.Per ora non ho alcuna visita in program-ma”.Salirono sulla collina sovrastante l’intera spiaggia pescarese e si portarono su di una collinetta,che dominava l’intero panorama.”Qui ci sono delle palazzine,che stanno cos-truendo.Io penso che anche il prezzo,visto che devono ancora costruire,sia buono.”-“Va-lentino,sotto un certo punto di vista,tu potresti anche avere ragione io,però,la penso diver -samente.Un certo sesto senso mi dice che qui le cose non sono troppo rosee...!”-“Cosa vuoi dire?”-“Non saprei.Ho la sensazione che non ci si debba fidare,perciò,torniamo in-Pag.116 - dietro.Se avrai altri locali da andare a visitare...,tanto,non abbiamo molta fretta possiamo prendercela con tranquillità ed attendere l’occasione e la giusta opportunità.”-“Be,riflettendoci bene,hai ragione.Io continuerò a domandare in giro agli amici e alla pri -ma occasione di un buon affare,proseguiremo”.Detto ciò,si rimisero in auto e tornarono verso casa,il tempo era passato ed era il caso di non creare dubbi inutili nelle donne,che erano rimaste ad attenderli.Appena rientrarono,fermandosi davanti casa,seduti sul sedile di pietra che si trovava davanti alla porta d’ingresso,Elio si accese una sigaretta e se la  mise a fumare.Valentino:”Io ho smesso di fumare alcuni anni addietro.Mi sento conten-tissimo di avere smesso.”-“Io,fino a quando un medico amico,un amico medico non mi dica che è meglio smettere di fumare,continuerò a sfumicarmi questa sfumicosa,come di -cono in Puglia,mio caro amico”.Continuarono a stare seduti ed ascoltare il cinquettìo degli uccelli ed il frinire delle rondini,che svolazzavano nelle ultime ore della sera che: ”Ah,ma voi siete qui?”-“Dove pensavi che fossimo?”-“Stiamo qui a chiacchierare da molto tempo.Elio se la dà a fumare ed io a prlargli delle mie escursioni fra le strade dello Abruzzo a portare il calcestruzzo per le varie costruzioni,che vengono realizzate in giro, in luoghi molto impervi...!”-“Pensavo che foste andati fuori,in giro a girovagare,in cer-ca...!”-“In cerca di che?” Intervenne Elio.”Di belle ragazze,visto che qui,da noi,fatta ec-cezione di Lisa,la figlia di Valentino,abbiamo tutte una certa età!”-“Su questo hai perfet-tamente ragione.Visto,però,che noi siamo delle persone serie,non ci abbiamo fatto mai caso.Non ci siamo mai soffermati a considerare che ci troviamo in un mausoleo,di mum -mie,che hanno solo bisogno di essere imbalsamate...!” scoppiando a ridere,seguito da Valentino.Così l’aria fu stemperata e non fece litigare,per la cattiveria che Elio aveva det -to...!Valentino,si avvicinò ai cognati e,sottovoce,disse:”Se vogliamo uscire,senza che mia madre ci costringa ad essere suoi succubi,facciamo finta di andare su a giocare a car -te,dopo aver cenato e,poi,quando lei,rimasta sola,si ritirerà a dormire,noi usciamo e an-diamo a Chieti Scalo in un centro sociale,dove si balla e si sta piacevolmente con altri della nostra età”.Così tutti e tre si portarono al piano di sopra e si rifugiarono nella sala e si posero ad ascoltare le canzoni dialettali abruzzesi dal mangianastri.Valentino,per far capire alla madre che erano tornati su per non uscire più,mise a tutto volume l’altoparlan -te del mangianastri.Così,dopo poco,pensando che il resto della sua famiglia si era ritira-ta su per cenare e prepararsi per la notte,si mise a letto.La donna,non solo aveva una cer-ta età,ma era anche molto invadente ed autoritaria.Riteneva di essere in diritto di coman-do sia sulla famiglia del figlio che sugli ospiti dello stesso figlio.Invadenza che poteva andare bene per un poco,per qualche volta,ma,per sempre e per ogni cosa,diventava inso -pportabile.Quando Valentino si assicurò che la madre era andata a letto,si rivestì elegan -te e,con gli altri,uscendo dal di dietro senza far rumore,infilatisi nell’auto,Elio avviò il motore e raggiunsero la zona di Chieti Scalo per portarsi nella parte opposta alla stazio-ne ferroviaria.Lì,alcuni edifici occupavano molto spazio verde per la gioia dei bambini, che vi potevano giocare liberamente in tranquillità,essendo lontani dalla strada,con il pe-ricolo delle auto.In uno di detti edifici si trovava il centro sociale dove,al primo piano si ballava e si poteva anche consumare i pasti a prezzi modici.La specialità del luogo era  Pag.117 - costituita dagli arrosticini.Pezzetti di carne di capra,infilati negli spiedini che venivano arrostiti e poi mangiati con uno spruzzo di peperoncino sopra per renderli più gustosi e piacevoli.In tal modo si toglieva anche quel sapore di sego,che emana detta car -ne.Arrivati nel posto,si trovarono davanti ad un edificio isolato,immerso nel verde,con delle auto parcheggiate con tutta tranquillità,visto che il luogo ne consentiva un comodo parcheggio,avendo una strada molto larga da sembrare la doppia corsìa dell’autostrada, Elio parcheggiò dove Valentino gli disse e poi,con calma lo seguirono in un cancello,che immetteva in uno spiazzo munito di tavoli e sedie,su cui gli avventori solevano sedersi  in attesa che una giovane donna portasse loro il cibo richiesto.Una volta raggiunto ed oc- cupato il tavolo idoneo a fornire quattro posti,la strega,rivolta al cognato:”Tu sei del po-sto.Conosci le abitudini e tutto quanto si possa mangiare.Fai da padrone di casa.A paga-re,dopo,ci penserà Elio”.Allora Valentino chiamò la donna che serviva e che preparava le pietanze.Questa si avvicinò sculettando,evidentemente il don Giovanni Valentino le a -veva fatto dei complimenti,in passato:”Ciao,Valentino,per esserti degnato di farci visi-ta.Già da qualche giorno ci snobbi.Dimmi,cosa posso portarvi?”-“Vedi,qui ci sono i miei cognati e mia moglie.Vorremmo cenare per gustare le tue specialità.Sono sicuro che non ci deluderai.”-“Dimmi,da bere,cosa vi porto?E poi,devo dirvi che potete mangiare sia ce -nando solo con gli arrosticini che con bruschette,oppure prendendo il primo e poi carne arrosta.Scegli tu!” Allora Valentino,rivolta agli altri commensali,in modo particolare ad Elio:”Cosa gradisci?”-“Io,pasta e ceci,li mangio volentieri e poi gradirei gustare le bru-schette e gli arrosticini con peperoncino.”-“La scelta è ottima.E per gli altri,cosa porto?” -“Gli altri devono vedere cosa dicono gli stimoli gastrici...!” e si fece una risata,prenden-do in giro la moglie,che era sempre insoddisfatta.Valentino e Vincenzina lo seguirono nella risata.Al che la strega,risentita:”Anche voi vi ci mettete a dargli ragione?”-“Penso che non abbia tutti i torti,visto che non ti decidi mai e che,in attesa,ci fai allungare il col-lo...!” aggiunse Valentino e continuò:”Per Stefania cosa pensi che possa mangiare?”-“Le -i si accontenterà di mangiare con me quello che mangerò io”.Valentino ed Elio si guar-darono in faccia con un sorrisino sorniono e così il marito della strega disse:”Allora tu, cosa prendi?Io prendo pasta e ceci e poi le bruschette e gli arrosticini.Non so che quanti-tà sia necessaria,perchè è la prima volta che li mangio.Il nostro amico Valentino,che è di casa e che sa di cosa si tratta,ci suggerirà il quantitativo da prendere.Da bere,io prendo l’acqua.Ora tu devi precisare cosa vuoi.”-“Prendo,come voi,bruschette ed arrosticini.Li desidero ben cotti”.Al che Valentino:”Signora,ci porti,per favore,bruschette per noi cin-que ed arrosticini,in due volte,cinquanta più cinquanta e per me e Vincenzina mezzo li-tro di vino rosso,quello della casa.”-“Anch’io prendo il vino con voi.Perciò prendiamo un litro.Forse,dopo,ne berrà un poco anche mio marito”.La donna prese l’ordinativo e tornò in cucina per preparare il desiderato.Poco dopo tornò con le bevande.Fece trascor-rere una diecina di minuti per portare le bruschette:pane abbrustolito con sopra spruzzato dell’olio d’oliva e qualche fetta di pomodoro.Quando le portò,guardando Elio:”Buon ap-petito” e tornò via.Valentino guardò Elio e sorridendogli:“Hai fatto centro ancora una volta...!”-“Si fa quel che si può.Buon appetito e mi auguro che sia di gradimento per tut- Pag.118 - ti”.Poco dopo portò pasta e ceci,che furono molto gustosi e che Elio se li man-giò con molto piacere.Ebbe appena terminato di mangiare pasta e ceci che la donna por-tò le bruschette e,solo dopo dieci minuti i primi cinquanta arrosticini.Elio li divise fra le cinque persone del tavolo e incominciarono a cenare.Come sempre,la strega si lamentò dicendo:”Ma,non ci portano dei tovagliolini e delle posate?Hanno servito a dovere sol-tanto Elio?Noialtri?”-“La signora si è resa conto,guardandovi in faccia che,voi amate ma -ngiare con i piedi.Per cui le posate e i tovaglioli non vi servono...!” e concluse con una sonora risata.La sua risata fu seguita da tutti i presenti,anche degli altri tavoli che si ral- legrarono con Valentino,che conoscevano,dicendo:”Hai fatto proprio bene a portare per- sone burlone,così non avremo modo di annoiarci e sarà molto più bello stare qui insieme e ridere piacevolmente.Grazie,Valentino”.La strega rimase molto imbettita e fu risentita, ma Elio e gli altri commensali non ci fecero caso,ma continuarono la cena fino al termi-ne,quando la strega,terminato di cenare:”Ora che abbiamo terminato di cenare,possiamo tornare a casa.”-“Non siamo venuti qui solo per cenare,ma anche per trascorrere qualche ora piacevolmente ad ascoltare la musica e semmai,ballare,così come fanno tutti gli altri, che sono qui”.Disse Valentino,come se fosse stato uno sfogo e non accettazione della sol -lecitazione della cognata.Rimasero,con un atteggiamento non eccessivamente civile del -la strega,per una mezz’oretta.Dopo,scocciatisi e seccati dai continui borbottìi della stre-ga,cioè,di Filomena,la comitiva lasciò il luogo,dopo che Elio ebbe pagato,e se ne tornò a casa,nella zona Biasciulit,dove si trovavano le casette di Valentino.Un poco imbronciati perchè la serata era finita miseramente,ognuno si ritirò nella propria camera da letto sia per cambiarsi,come fece Valentino e le donne e sia per distendersi per voler assorbire lo atteggiamento balordo della strega.In seguito uscirono,di tanto in tanto,insieme,ma si cer -cò di fare delle premesse prima di raggiungere determinati luoghi,dove la strega non po -teva esporre il suo predominio ed arroganza.Nei giorni successivi,quando Valentino era libero dal suo lavoro,insieme ad Elio continuò a visitare nuove abitazioni.Finalmente un pomeriggio di sabato capitarono in Via Palermo,ed esattamente al numero quindici.Da-vanti al cancello l’accompagnatore disse al cognato:”Penso che questo luogo ti stia be-ne.L’appartamento si trova al quarto piano.Ha un solo problema,è abitato dall’inquilina, che ha garantito di andarsene e di lasciarlo libero,se tu te lo comperi.”-“Quanto vorrebbe il proprietario?”-“Il proprietario vive a Roma e lo venderebbe per dieci milioni di lire.Tu non avendoli,potrai sempre chiedere il prestito e fare il  mutuo presso una banca.A te lo darebbero ad occhi chiusi.Visto che sei impiegato statale e di ruolo”.Dopo aver suonato ed essere stati aperti nel portoncino d’ingresso,salirono,con l’ascensore,al quarto piano. Una volta davanti alla porta di destra del pianerottolo,una signora,vedova,insegnante di scuola materna,li accolse con un sorriso accattivante,invitandoli ad entrare e visitare l’ap -partamento,che era del suo vecchio amante,che,qualche anno addietro,le era morto.L’ap  -partamento era stato ereditato dal figlio,che mal aveva sopportato la relazione,che il pa- dre aveva avuto con la donna,che si chiamava Cecchettani Gigliola,che,rimasta sola,fu al -la continua ricerca dell’uomo a cui sottomettersi...!Entrati,Elio osservò in lungo e in lar- go l’appartamento,che era composto dell’ingresso,a destra si apriva una porticina,che im Pag.119 - -metteva nel cucinino.A sinistra un’altra porta,che immetteva nel salone,molto ampio che dava la possibilità,alla signora,di tenervi un lettino sul quale trascorreva le su- e ore di riposo.Dal corridoio un’altra porta portava verso la zona,così detta notte.Un cor- ridoietto buio ti faceva trovare difronte a tre porte:una di rimpetto che dava al bagno,una a destra che portava ad una cameretta da adibirsi a camera da letto ed una a sinistra che portava alla camera da letto matrimoniale.Il bagno aveva la sua finestra,che dava sul con -dominio sottostante,la camera da letto matrimoniale aveva anch’essa una finestra che da -va sulla passeggiatina della CARIPE,così pure il balcone della sala,mentre la saletta e la cucina avevano un lungo balcone con parapetto in muro di protezione verso l’esterno.Tu -tto sommato,sia la sua posizione al centro della città che il prezzo,non erano disprezzabi -li.Trovando il benestare di Elio,questi disse:”Se la signora sarà così gentile da permetter -ci di farle nuovamente visita,ci porterei mia moglie,in modo da avere anche il suo conse -nso...!” Al che la Cecchettani,che era stata pregata a fare gli onori di casa in modo genti -le fino alla conclusione della vendita,con un certo sussiego:”Sarò molto felice di cono-scere la signora,visto che anche lei è insegnante come me.Io,al mattino sto qui,non mi  muovo,visto che la scuola è chiusa.Nel pomeriggio potrei uscire.Se mi dite,gentilmente, quando verrete,io mi farò trovare ed essere disponibile.”-“Noi potremo venire anche do-mani mattina verso le dieci...!”-“Io,domani mattina vi aspetterò volentieri.”-“Per ora,gra -zie e a domani mattina”.I due si strinsero la mano da persone civili ed Elio e Valentino si riportarono in Via Palermo per raggiungere l’auto e tornare verso casa.”A me sta bene questo,di appartamento.Ora,possiamo smettere di visitarne altri.Io,per raggiungere il cen -tro della città,non devo essere costretto ad usare l’auto.Devo poterlo fare liberamente ed a mio agio.”-“Si,ma la tranquillità,che avresti lontano dal centro,qui,non l’avresti...!” Ri- messisi in auto,tornarono ai Biasciulit per riferire la novità alla strega e dirle di essere at-tesi,l’indomani,per permettere anche a lei di visionare l’appartamento e decidere se com-prarlo o meno e fare tutte le pratiche necessarie.Tutti trascorsero la serata in una certa fi-brillazione in attesa della visita,che avrebbero fatto in Via Palermo di Pescara per visio-nare l’appartamento.Intanto avevano Valentino ed Elio avuto il contatto diretto con il proprietario,che faceva il direttore dell’INPS a Chieti centro.Al loro incontro disse che lo avrebbe ceduto al prezzo,non trattabile,di lire dieci milioni e che si sarebbe potuto ri-volgere per il mutuo alla Cassa di Risparmio,che era coproprietaria dello stabile.Lui sa-rebbe intervenuto presso il Direttore,che conosceva,per sollecitare l’erogazione del de-naro.Tanto,visto che era dipendente stabile dello Stato,non avrebbe avuto difficoltà ad ottenere i soldi richiesti.La mattina successiva la strega si alzò di primo mattino molto eccitata.Al che Elio:”Cosa ti è successo?Come mai sei così irrequieta?”-“Non capita tutti i giorni andare a visitare un appartamento,che si ha intenzione di comprare.Tu sei molto calmo,come mai?”-“Perchè lo ritengo un fatto normale,come se lo andassimo a visionare da affittare.Tutto qui.Il fatto in se stesso non mi emoziona,ma mi lascia tranquillo e diste -so.Perciò adesso mi alzo e,come al solito,faccio colazione,e poi,verso le dieci,usciamo e andiamo in Via Palermo”.Così dicendo si portò in bagno per le pulizie del mattino,poi si recò in cucina per prendere il suo caffè e fumare la sua prima sigaretta.La strega annuì  Pag.120 - senza profferire parola,ma si limitò a versargli il caffè nella tazzina,che Elio, sorseggiandone il contenuto,fatto da caffè con uno spruzzo di cognac,visto che l’uomo non se lo prendeva da solo.Terminato di sorseggiarlo,posò la tazzina e si portò in bagno per le sue pulizie del mattino e le normali evacuazioni.Valentino e Vincenzina,oltre ai lo -ro tre figli,erano usciti ben presto per raggiungere il proprio posto di lavoro,Elio,la stre- ga e la bambina erano padroni delle casette dei Biasciulit.Il giovane,dopo aver terminato le sue pulizie mattutine,si portò sul balconcino del retro e si allungò sulla sedia sdraio, che vi si trovava,e vi si allungò rimanendo ad occhi chiusi per una buona mezz’ora.Stava sognando e rivedendo lo stimolante corpo di Camilla e,quasi quasi si era eccitato,che la strega lo sollecitò ad aprire gli occhi per rispondere alle sue domande:”Noi,ora,andiamo a vedere l’appartamento e i soldi?Come facciamo?Non abbiamo l’intera somma.Il propri -etario,ci aspetterà che avremo concluso con la Banca?”-“In quella tua testolina vuoi far entrare nozioni,che vanno al di là della capacità,che ha il tuo cervelletto.Non ti sforzare. Ormai dovresti essere abituata a non pensare.Se ti permetti di farlo,vedrai che poi ti farà molto male la testa e saresti costretta a ricorrere agli analgesici,che,forse,non tieni nean-che a portata di mano...!”-“Hai ragione.Tu sei sempre perfetto,in ogni cosa e,brillanteme -nte sei capace di risolvere qualsiasi problema.Ed è per questo ch’io non me ne preoccu-po più e faccio bene.Volevo solo parlare un poco con te,visto che Stefania sta ancora dor -mendo placidamente.Quando lo dirai tu,la vado a svegliare”.Così dicendo si riportò den -tro casa,visto che il marito l’aveva solo derisa e non aveva preso seriamente la sua pre-occupazione.Tornata dentro si mise a preparare tutto l’occorrente per il pranzo,agevolan- dosi,così,per quando sarebbero tornati e non si sarebbe dovuta affannare a preparare tut-to in fretta e furia.Elio rimase disteso sulla sedia sdraio e ricominciò a rivivere i bei mo-menti avuti con Camilla.Li ricordava con nostalgìa e desiderio di poterli ripetere.Ebbe, però,l’impressione che non avrebbero mai più goduto dei loro rispettivi corpi ed apprez-zato quelle effusioni,che ti mandano in visibilio.Così si disse:”Sono convinto che quanto prima si sposerà e così potremo dare l’addìo definitivo a poterci amare e godere il profu-mo,l’aroma del nostro corpo”.Rimase assorto e pensieroso fino a quando la moglie non lo chiamò per dirgli di prepararsi ed andare a visitare l’appartamento,perchè lei e la figli- a erano già pronte.”Anch’io sono pronto.Devo mettere solo le scarpe per la guida,visto che in casa amo stare libero con le ciabatte”.Rientrò per andare a calzare le sue scarpe e poi,si avviò verso l’auto in attesa delle due donne della famiglia:la strega e la figlia Ste-fania.Le donne lo raggiunsero pimpanti e s’infilarono nell’auto,che l’uomo mise in moto e si portarono in Via Palermo per parcheggiare.Dopo aver parcheggiato,raggiunsero il numero quindici e salirono al quarto piano,con l’ascensore nel quale la strega cercò di rassettarsi per presentarsi e fare bella figura.”Non occorre che cerchi di agghindarti.La persona che sta aspettandoci,è una donna,una tua collega.Ha,pressappoco,i tuoi anni. Non credo,però,che sia acida come te,visto che per alcuni se la è fatta con il costruttore di questo palazzo...!” La strega non fece in tempo a rispondere,perchè la porta d’ingres-so si aprì e la Gigliola,che li invitava ad entrare,apparve alla loro vista.Elio fece segno al -la moglie di precederlo e così la seguì per rivisitare e far visitare alla sua strega l’appar- Pag.121 - tamento,che volevano e che poi comprarono.Filomena,tenendo per la mano la sua streghetta,seguita dal marito,entrò nell’appartamento e per prima cosa si rivolse a de -stra per guardare il cucinino,poi si affacciò al balcone,che correva lungo l’intera parete, poi rientrò e si recò difronte per visitare la sala.Una volta nella sala,la guardò in ogni suo verso e poi,aperto il balcone,vi si affacciò.Dopo un poco rientrò e si portò a visitare gli altri tre ambienti:il bagno,la cameretta e la camera da letto.Al termine disse,rivolta al ma -rito:”Ora possiamo andare.Per me basta questa perlustrazione.Per te non so cosa ti serve ancora...!” Elio,guardandola,le rispose dapprima con un cenno e poi le disse:”Io l’avevo già visitato.Vi siamo tornati per te.Se sei soddisfatta,andiamo pure” e rivolta alla Cecche -ttani:”Signora,grazie per la sua gentile cortesia.Mi auguro di non averle arrecato nessun disturbo.”-“Non si preoccupi,professore.Io ho fatto solo il mio dovere d’inquilina”.Detto ciò si diedero la mano e tornarono fuori del palazzo per recarsi alla casa di Valentino e prepararsi il pranzo e poi recarsi al mare,dopo avere fatto il normale e consueto pisolino pomeridiano che era di prammatica,vitale.



 



                                                    Capitolo dodicesimo.                                                               Nella mattinata Elio,avendo l’assenso della moglie a comprare l’appartamento in Via Pa -lermo di Pescara,fu costretto,per avere i soldi necessari ad effettuare la compera a rivol- gersi al direttore della CARIPE,la cui sede trovavasi in Corso Vittorio Emanuele.Vi si re -cò con la certezza di essere accontentato nella richiesta.Con sè aveva i documenti pre- scritti,l’atto di compera dell’appartamento e la sua dichiarazione di essere impiegato del-lo Stato di ruolo.Dopo i regolari preliminare stipularono l’accordo con il quale il giovane s’impegnava a ricevere i diecimilioni,che avrebbe versato subito al venditore dell’appar-tamento e il suo pagherò per dieci anni,fino al compimento del saldo.Infatti Elio,regolar- mente,come comvenuto,ogni mese effettuò i versamenti,anche se notevoli,siccome è sta- to sempre molto bravo a fare i conti,non trovò difficoltà di sorte.Solo che s’impose di ris -parmiare anche la minima lira,deciso a non voler fare cattive figure ed essere insolvente Tornando a Venafro s’impose di evitare la frequentazione del bar di Lisa,dove soleva re-carsi a fare la normale partitina con gli amici per vincere o perdere cinque caramelle.Lui però,in tal modo,risparmiava quella cento lire al mese...!Inoltre s’impose e lo realizzò  con molta tranquillità,il non partecipare alle varie festicciole periodiche,che le amiche e colleghe solevano fare per compleanni o ricorrenze varie per figli,mariti e personali.La Pag.122 - strega gli chiese,dopo la compera dell’appartamento,una volta tornati a Vena-fro:”Sai,giovedì è il compleanno di Mimmina.Ci ha invitati a cena tutti e tre.Cosa le ris-pondo?”-“Io non vengo.Tu e tua figlia ci andrete e le farete anche il normale regalo.”-“Scusa,ma tu perchè non vieni?”-“Ascolta attentamente a quello che sto per dirti.Da og-gi,tu e tua figlia andrete regolarmente alle feste alle quali sarete invitate.Io non verrò più a nessuna perchè,un conto è fare un regalo se parteciperete solo voi due,ed un altro se parteciperemo tutti e tre.Ora,dopo la spesa fatta,devo fare economia.Per cui anche una li -ra sarà necessaria ed utile risparmiare.Per me l’argomento è chiuso”.La strega non rispo -se e non replicò.Sapeva bene che,quando il marito aveva stabilito una cosa,sarebbe sta-to impossibile fargli cambiare idea.Da quel giorno frequentò gli ambienti delle amiche per festeggiare i compleanni,gli onomastici e le varie festività ricorrenti,solo in compa-gnia della figlia.Naturalmente,essendo Elio molto apprezzato e desiderato,non mancava-no di mettere in risalto la sua assenza e di come si sentisse la sua mancanza,penalizzan- dole nella conduzione della festa e della gioia di stare piacevolmente insieme.Tutte,al su -o cospetto si sentivano attratte.Il fatto particolare sta nella disponibilità anche degli uo-mini a sentire necessaria e vitale la sua presenza.Infatti,gli uomini,notando la sua regola-re assenza,finivano per abbandonare la riunione,accampando necessità di lavoro.Le don-ne rimanevano a chiacchierare fra di loro,ma sentivano,immancabilmente,l’assenza mas-chile.La presenza del sesso debole finiva sempre per dare ordine all’andamento della fe-sticciola e un certo piacere di poter spaziare sia nella chiacchierata che nelle notizie,che avrebbero potuto offrire disinteressatamente e capaci di dare sollievo anche alle loro pre-stazioni operative di lavoro.Le partecipanti non mancavano di lamentarsi per l’assenza  di Elio,che divenne irreperibile,evitando,in futuro,di partecipare a quelle assisi di perdi-tempo.La scuola,però,era un’altra cosa.Vi si votava anima e corpo,senza risparmiarsi ne- anche un poco.Infatti,da quando mise piede nelle aule scolastiche,prese l’abitudine di po -rtare avanti delle idee tutte sue.Faceva di tutto per far si che i suoi alunni fossero diver-si,i migliori,sia nell’ambito locale che fuori.Dal primo giorno di lezioni s’impose di por-tare avanti l’educazione sessuale,che non tutti i colleghi trovavano normale.Elio,essendo un patito della medicina e,lo aveva dimostrato con Carmela e con l’aiuto,che aveva dato ad altre persone,dando suggerimenti igienici e clinici.Invaso dalla convinzione che tutti, per evitare di avere dei problemi incurabili e irriversibili,avevano bisogno di essere edu-cati e portati alla consapevolezza,che il proprio corpo aveva bisogno di determinate ne-cessità,che,all’inizio di ogni anno del suo insegnamento,faceva una riunione con i genit-ori di tutti gli alunni,che gli erano stati assegnati.In tale assisi metteva in risalto la bontà di ciò avrebbe voluto insegnare,di nuovo,ai suoi alunni.Il primo anno in cui ebbe l’incari -co,fece la riunione preliminare con i genitori dei suoi futuri alunni.I genitori partecipa-rono unanimemente,anche se non si spiegavano quella novità.Non si era mai verificato che i genitori venissero invitati ad una riunione preliminare,prima dell’inizio dell’anno scolastico.Quando furono tutti presenti,guardandosi in faccia in modo interrogativo,Elio, postosi davanti alla cattedra,così intervenne:”Cari genitori,voi,certamente,vi state chiede -ndo:Cosa vuole da noi oggi,prima che inizia l’anno scolastico?E’ presto detto.Per me,da Pag.123 - domani,i vostri figli saranno come se fossero tutti miei.Perciò desidero educar -li anche a saper usare il proprio corpo in modo giusto ed appropriato.Per fare ciò,ho bi-sogno della vostra autorizzazione.Ora ne discuteremo,vi parteciperò delle mie idee e voi, dopo,manifesterete il vostro pensiero ed approvazione o disdapprovazione.Vi metto subi -to al corrente delle mie intenzioni.Io sono convinto che i vostri figli e non solo,ma tutti i ragazzi,hanno bisogno di essere educati al sesso.Non si tratta di far capire loro come si  fa sesso fra un uomo ed una donna.Questo sarebbe troppo riduttivo.Invece vi devo dire che non tutti sanno che da adulti si diventa impuri e impotenti proprio perchè non si è uti -lizzato il proprio sesso in modo opportuno ed appropriato da ragazzini.”-“Professore,no -i sappiamo benissimo di quanto voi amiate i giovani.Io mi vergognerei a parlare di ses- so con mio o mia figlia.Voi,come farete?”-“Cara signora,se si parla ai giovani o ai ragaz -zi con sincerità ed amore,loro lo sentono,l’avvertono.Io parlerò con loro così come sto parlando con voi,privo di qualsiasi timore,ma solo consapevole di farlo nell’interesse dei vostri figli,dei vostri ragazzi.Parlerò con loro con tranquillità,pacatezza e serenità,con la certezza di dire cose utili e non per far sentire la mia voce.Dirò,darò delle informazioni per far si che loro non abbiano mai a soffrire per una stupida mancanza...!”-“Cosa vorre-ste dire,con questo,caro professore?”-“Vedi Giulia,se io mi preoccupo della salute di tuo figlio,non mi metterò sugli altari per farlo,ma,con molta modestia mi metterò a dire:Ra-gazzi,sappiate che il nostro corpo è molto bello e interessante.Sta a noi saperlo apprezza- re.Noi,se vogliamo bene a noi stessi,cosa dobbiamo fare?E’molto semplice.Se per caso a -vete,avvertite un problema di salute,che cosa fate?Andate o vi mettete a letto e chiama-te il medico,che possa aiutarvi ad eliminare il problema,che avete in quel particolare mo-mento della vostra vita.Ebbene,sappiate che ci sono momenti,cose e problemi,che non si manifestano subito per ciò che realmente sono.Ed è per questo che intendo parlarvi,farvi educazione sessuale una volta la settimana.Badate che non è mia intenzione dirvi come e cosa è il sesso.Io voglio solo educarvi al suo rispetto,alla sua preservazione.Badate che è molto importante preservare il proprio apparato genitale in perfette condizioni.Ed è per questo motivo che vi sollecito,se per caso avete,avvertite un prurito,un malessere nel vo-stro apparato genitale,di non sfregarvi,ma di andare da uno dei vostri genitori,esporre il problema e farvi portare dal medico,che vi darà la soluzione.”-“Si,professore,ma come è bello e piacevole sfregarsi,quando si ha un prurito...!”-“Si,Luisa,tu hai anche ragione che “grattarsi” dà un certo sollievo.Sollievo del momento.Ma,non ti sei mai chiesto il perchè molte donne siano riuscite a perdere la propria verginità senza avere avuto mai alcun rap -porto sessuale?Ebbene,sappi che sfrecandoti,come tu dici che ti da piacere,con molta fa -cilità finisci per toglierti la verginità se sei una bambina ed irritare in modo abnorme il tuo apparato genitale se sei un bambino che può,facilmente,portarti alla sterilità per l’irri -tazione dei testicoli.Come vedi,se ci pensi bene,il piacere momentaneo,può provocarti seri problemi per il tuo futuro”.Elio ebbe appena terminato di esprimersi,per rispondere a Luisa che tutti i genitori presenti,si alzarono ed applaudirono il professore e sollecitar-lo ad effettuare il suo programma con il loro unanime benestare e plauso,oltre alla grati-tudine per l’amore,che manifestava per i loro figli.Il giorno dopo,inizio delle lezioni,il Pag.124 - docente mise in pratica la sua iniziativa,annunciando ai suoi alunni che avreb-be portato avanti,nell’arco della sua attività,l’educazione sessuale.All’inizio,così come accadde con i loro genitori,pensando che volesse parlare di sesso,gli allievi più piccoli, scolaresca mista,i ragazzini,una seconda elementare,cercarono di nascondere i propri sgu -ardi,evitando di incrociare quelli dei compagni o delle compagne.Le cose cambiarono quando incominciò a mettere in pratica la sua iniziativa.Quando poi,gli capitò di fare la sua educazione sessuale con gli alunni di quinta classe,fatta di soli maschietti di una cer-ta età,rimasero impassibili,cercando di guardare in alto verso il soffitto.Quando poi scese all’atto pratico della sua lezione,dapprima ascoltarono interessati e poi incominciarono a porre delle domande sempre più interessanti,manifestando il piacere di scendere in parti-colari di vita pratica e vissuta.Va detto,in conclusione che lo Stato o,come si suol dire la Repubblica Italiana finì per condividere tale necessario insegnamento legiferando ed im-ponendo ai docenti di ogni ordine e grado d’impartirlo dai tre anni in su fino all’universi -tà.La sua prima applicazione la si ebbe dal 01 settembre del 1990.                                       Terminato il 12/05/2011 in Puerto del Rosario. Rivisitato entro il 25/10/2011.-


                                    

























Pag.1                        SECONDO PERIODO VENAFRANO                     31/03/2010.-